Forse la telenovela più famosa di tutti i tempi: quella di “Mariana”, interpretata dalla messicana Veronica Castro, l’attrice che ha condiviso con la brasileira Sonia Braga lo scettro di regina delle soap anni ’80. Intrighi e perfidie familiari, poveri che si riscoprono ricchi ereditieri, ma soprattutto il pentimento e la riconquista dei figli perduti: proprio su quest’ultimo aspetto hanno pianto per la commozione milioni di casalinghe (e non solo…). Sentimenti forti e intensi, più o meno imparentati con il nostro Catene.
MEMORABILE: L’esilarante scena di Ramona che pratica un maleficio per fare ammalare Mariana. La rivelazione di Joanna: «Marìsabel… è mia figlia!».
All'alba degli anni '80 irrompe in tv la prima soap opera degna di questo nome che ebbe grande successo anche dalle nostre parti così come nel natio Brasile. Interpretato da vere star del settore (prima tra tutte l'indimenticata Veronica Castro) è una vera e propria "macedonia" del genere, ma per l'appunto nel suo genere, molto godibile ed esempio di intrattenimento di buon livello.
L'unica telenovela che abbia mai seguito, da ragazzina, imponendola anche a mio padre, esterrefatto. Fortissima, perché ci sono antagonisti fortissimi, mossi dai più svariati sentimenti - invidia, gelosia, sospetto, avidità - ma tutti prendono di mira la povera Mariana. Ricordo anche un sub plot giallo, con la coinquilina di Mariana che finisce accoppata al posto suo, poi un ginecologo abortista ricattatore, poi l'agnizione finale... Se ricapitasse, qualche puntata la rivedrei volentieri.
MEMORABILE: I suoceri di Mariana. In una puntata il suocero leggeva "Il nome della rosa" di Eco, ricordo benissimo!
Interpretato da Veronica Castro, questo dramma a puntate percorre più di vent'anni di vita della protagonista, Mariana, che si trasforma da ragazzina ignorante e selvaggia a ricca sposa di un viziatissimo figlio di papà, chiamato Luis Antonio, che è gelosissimo. Persino io non mi sono sottratto a guardarlo, spinto dalla curiosità. Diciamo che la prima parte, quella della ragazzina, è la più interessante, mentre la seconda, quella del figlio segreto di Mariana, va troppo per le lunghe. Due.
Senza dubbio fra le migliori telenovele in circolazione, che tanto successo ha avuto qui in Italia grazie a storie ben congegnate e coinvolgenti ma anche grazie alla bravura di Veronica Castro, che si sposa bene al contesto. Idem dicasi per Rogelio Guerra, che offre una buona prova. Lacrime e sentimenti, amore e odio alla base di tutto. Bella la sigla italiana cantata da Alex Damiani.
Rivisto dopo anni e anni (ogni singola puntata)... che dire? la telenovela più famosa della storia della tv! Piuttosto ben recitata, soprattutto dalla Castro, Guerra e Benedico, anche ai giorni nostri non passerebbe inosservata. Confesso che (pur amando altri generi) l'ho rivista volentieri. Io ti ho fatto amare la città/e la tua paura se ne va.
MEMORABILE: Il ricongiungimento finale fra Luis Antonio e il resto della famiglia.
Sopravvalutata soap messicana divisa in due parti: la prima, incentrata sulla storia d'amore tra i due giovani protagonisti, si fa veramente appassionante solo nel momento in cui scoppia un equivoco che porterà a conseguenze tragiche (ossia per una decina di puntate); la seconda, che segue le vicende del figlio di Mariana e Luis Antonio, è noiosa e artificiosa. Discreto il cast (una spanna su tutti la Castro e Benedico), regia con poche idee, spesso riciclate. Doppiaggio italiano esiziale.
Se non la madre genetica (perché ne erano state prodotte e importate già alcune precedentemente), la prolifica matrice delle centinaia di telenovelas che affogò di lacrime i palinsesti soprattutto delle TV private per i decenni '80 e '90 con i suoi prestabiliti canoni. Le lacrime e la grinta di Mariana/Castro, la virile stoltezza di Rogelio Guerra, la gelosa perfidia di Esther/Banquells. Notevoli i punti in comune con le eroine martiri dei melodrammi di Matarazzo della coppia Sanson/Nazzari, con l'aggiunta ovviamente della serialità e dei colpi di scena annunciati eppur attesissimi.
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La telenovela, prodotta a cavallo tra l'aprile del 1979 e il marzo del 1980, in origine era divisa in due parti: la prima dal 1° al 65° episodio circa, la seconda dal 66° circa al 124° episodio.