Nymphomaniac - Volume 2 - Film (2013)

Nymphomaniac - Volume 2
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Nymph()maniac: Vol. II
Anno: 2013
Genere: drammatico (colore)
Note: E non "Nynphomaniac" o "Ninfomaniac" o "Ninphomaniac".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Seconda parte delle memorie confessate da Joe (Charlotte Gainsourg) all'uomo che l'ha soccorsa in un vicolo (Stellan Skarsgård). Ovviamente, dal momento che il film è il medesimo (spezzato solo successivamente per la ritenuta eccessiva lunghezza), la struttura e l'impostazione sono le stesse del volume 1. A cambiare è l'atteggiamento della protagonista, che nel passaggio all'età adulta scopre di non provare più alcun tipo di piacere sessuale nel fare l'amore con i suoi molteplici partner, ridottisi ormai drasticamente di numero. Nel contempo anche nel personaggio del suo paziente...Leggi tutto e saggio interlocutore qualcosa si svela: l'uomo è vergine, ma se non ha mai fatto sesso (né con uomini né con donne, precisa) non è per questioni religiose o per scelte di vita particolari. Non smette comunque di ascoltare interessato, di inserire qualche appunto riferito alla propria esperienza, di incuriosirsi alla storia di questa donna disinibita che racconta ora come sia passata alla ricerca del piacere attraverso il masochismo. Diventata schiava di un "insegnante" particolarmente inflessibile che la lega e la frusta a sangue, Joe scopre di aver forse ritrovato in qualche modo la passione, pur non senza conseguenze per il fisico. Una seconda parte meno intrigante e particolare della prima; si fa ripetitiva e ossessionante; smarrita la via data dal fascino delle prime esperienze e la sorpresa di un'opera effettivamente diversa da tutto quello che s'incontra di solito al cinema, la maturità di Joe porta con sé un rinnovato turbamento esistenziale che arretra molto rispetto alla forza "hard" del volume 1 (anche se c'è dovizia di genitali in primo piano) ma ritrova nello sguardo della nuova protagonista (ora è la Gainsbourg anche nei flashback, tranne nei primi minuti) la precisa, inquietante assenza di prima. Il rapporto tra lei e il suo interlocutore si fa ancora più intimo, avviandosi a un finale che a molti potrà apparire ridicolo ma ha invece una sua logica. Ci verrà in ogni caso spiegato, prima, chi fu a colpire la protagonista lasciandola priva di sensi nel vicolo riallacciandosi alla prima scena del primo volume per chiudere. E ci verrà anche raccontato dell'avventura di lei come anomala recuperatrice di crediti per un Willem Dafoe giusto di passaggio o poco più, mai coinvolto in alcuna scena di sesso. Ancora resiste la forza di un copione non qualsiasi, ma si è del tutto persa la freschezza dei primi anni, la voglia di stupire e fronteggiare lo spettatore con scene ricercate o decisamente audaci (certo, qui c'è quella col pedofilo, ma è poca cosa). La nascita di un figlio non sembra peraltro aver cambiato nulla nell'approccio alla vita della protagonista, a conferma che il meglio stava tutto nel volume 1.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/03/14 DAL BENEMERITO MICKES2 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 18/06/14
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Cotola 11/05/14 02:44 - 9044 commenti

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Dopo un primo capitolo abbastanza sobrio e non privo di momenti di interesse, arriva la sbracata. La noia fa capolino più di una volta (per la lunghezza dell'operazione ma anche per una certa ripetitività), e colpisce in negativo poiché le varie considerazioni che vengono portate avanti sono assolutamente banali e tipiche di chi crede, con somma spocchia, di avere capito tutto di come va il mondo ma non fa altro che ripetere cose dette e sentite da altri. A me è sembrata la fiera dell'ovvio e della banalità. von Trier le qualità le ha, ma stavolta non convince appieno nemmeno visivamente.

Mickes2 30/03/14 14:26 - 1670 commenti

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Valzer dell’autodistruzione, dell’umiliazione, del martirio, del dolore: Joe come la pallina di un flipper che sbatte e picchia contro gli ostacoli della mente, la sessualità come coltello interiore che lesiona cuore e viscere. L’impossibilità di evadere dalla propria gabbia esistenziale richiama a uno stato di schiavismo autoimposto che passa dall’essere dominata al dominio più arbitrario. Ma l’escalation di eventi rasenta l’artificio sfociando nell’insincerità e la centralità dell’assunto perde d’efficacia collimando in un finale patetico.

Viccrowley 3/04/14 01:25 - 814 commenti

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Dopo una prima parte notevole per intensità, ricca di sub-letture stimolanti, Von Trier si fa prendere la mano e porta tutto ancor più all'estremo conducendo Joe dall'altro lato dello specchio, dalle umiliazioni nichilistiche subite a quelle procurate, ma sbanda nel ritmo, eccede nelle citazioni e gira a vuoto per buona parte del minutaggio, insistendo su situazioni ampiamente assodate. Notevoli restano alcuni squarci autodistruttivi della protagonista, con riferimenti alla Pianista hanekiana, ma quando il cerchio si chiude non convince.
MEMORABILE: Il 3+5 che aveva aperto la vita sessuale di Joe, idealmente la chiude.

Capannelle 2/04/14 10:25 - 4411 commenti

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È il momento di tirare le fila: il samaritano confessa la propria verginità e Jon comincia a descrivere la spirale perversa che la porterà a distruggere cosa ha intorno, a mappare l'ascesa al Golgota, a umiliarsi per affermarsi. Da un lato contiene passaggi interessanti (vedi il frustatore), dall'altro la trama è così programmatica che perde consistenza strada facendo e non aiuta la figura della Gainsbourg. Tra diverse autocitazioni e la solita lotta contro la morale imposta Lars giunge a un altro brutto finale.

Xamini 5/05/14 12:02 - 1252 commenti

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Il secondo volume non delude. Pur risultando meno brillante del primo, ci mostra tutto il mestiere di cui Von Trier è capace: a un ritmo apparentemente lento in qualche circostanza si contrappongono una tensione dell'attesa che non si spegne mai e una recitazione ovunque impeccabile. Tutta la fase finale apre lo spazio a qualche discussione ma l'opera nel complesso rimane un'eccellente riflessione sulla solitudine del diverso condotta attraverso la potenza incontenibile della sfera sessuale.
MEMORABILE: Il dialogo tra i due amanti di colore e la crudezza della parte sadica, che a tratti disturba.

Ryo 23/04/14 02:02 - 2169 commenti

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Complementare al volume 1, riuscito e interessante quanto quello ma inutile, visto da solo. La ricostruzione sulla vita di Joe prosegue raccontando l'età adulta, il disfacimento psicologico, la presa di coscienza della propria personalità e una tesi sull'ipocrisia e la repressione degli istinti. Il regista si autocita riproponendo l'incipt di Antichrist e mostra un lato sessuale più crudo, a tratti disturbante. Una recitazione che ha qualcosa di sublime, raggiungendo livelli di credibilità e realismo superbi. Finale imprevedibile e azzeccato.
MEMORABILE: Le frustate che lacerano la pelle; Il litigio dei due neri con i peni dritti; Il finale.

Belfagor 1/05/14 20:42 - 2690 commenti

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Più che una seconda parte, una propaggine del primo film, del quale mantiene l'indirizzo programmatico ma non le idee brillanti, né l'esposizione coinvolgente. La dialettica fra i due protagonisti, in grande forma artistica, riesce a mantenere a galla la pellicola, ma le vicende narrate attraggono poco o per nulla l'attenzione, con l'eccezione di qualche momento interessante qua e là (le frustate, i nodi). Il minuto finale, tanto gratuito quanto inopportuno, distrugge l'atmosfera creata nelle cinque ore precedenti.
MEMORABILE: Di nuovo il 3+5.

Bizzu 2/05/14 23:43 - 217 commenti

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Preso singolarmente è meno brillante del primo volume e con un finale per niente eccitante, lì per lì quasi deludente. Tutto questo però non sposta il giudizio di una virgola, Nymphomaniac si afferma come un fiume in piena, tutt'uno con la sua protagonista: affascinante, perverso, eccessivo, misterioso, dalle mille sfaccettature. È la storia di un'anima solitaria, una "strega" dei nostri tempi, una donna allo stato ancestrale come in Antichrist, una forza irrazionale (infatti contrapposta alla sterile e forzata razionalità del samaritano).
MEMORABILE: L'apologia della pedofilia; Il volto e il corpo straziato della Gainsbourg; I due neri che discutono.

Greymouser 5/05/14 10:06 - 1458 commenti

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Una seconda parte che mostra a tratti la corda di una durata complessiva sicuramente ambiziosa, non sorretta però da una sostanza narrativa adeguata: la vicenda, infatti, si fa via via sempre più forzata e confusa, fino a trovare un esito piuttosto precipitoso e deludente. Ciò non toglie che il giudizio globale resti positivo, per la grande tecnica registica e per l'impianto generale dell'opera, che - seppure a sprazzi - conserva una genialità fuori dal comune. E' Von Trier, insomma, da prendere o lasciare senza riserve.

Paulaster 7/05/14 09:54 - 4419 commenti

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Sulla traccia del primo volume l’attenzione si sposta sulla Gainsbourg adulta. Von Trier mantiene lo stile anche se appare appannato a causa della continua autocitazione. I momenti migliori sono giocati più sulla violenza, ma il ritmo indolente non crea pathos patologici o disturbanti. I dialoghi in casa, impregnati anche di una vena moralistica, incidono poco causa l’estrema asciuttezza. La parte del gruppo di sostegno forse è la più sincera. Finale mezzo provocatorio (come a dire che il peggio non ha ancora fine).

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Deepred89 10/02/15 13:29 - 3706 commenti

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L'inizio sembra promettere bene: Von Trier mette da parte la poca lucidità conservata nel capitolo precedente ed esordisce con risibili rivelazioni e incredibili orgasmi divini. Ciò che segue oscilla tra i soliti dialoghi intellettual-trashosi e scene tra l'orrido e il sublime, come la scellerata autocitazione a Antichrist, il violentissimo autoaborto, i risibili siparietti sadomaso e un finale oltre la decenza, roba che in confronto la peggior barzelletta da bar diventa Shakespeare. Non fosse tanto noioso potrebbe diventare un buon cultazzo.

Giùan 11/04/15 22:33 - 4559 commenti

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Secondo capitolo che conferma se non accentua i parossistici velleitarismi della prima parte, deludendo sostanzialmente proprio laddove tenta, con fraudolenta pertinacia, di solleticare i bassi istinti cinefili dello spettatore. Al contrario di quanto accaduto in Antichrist, Von Trier non riesce a sublimare le proprie fisime in cosmogonie universali, riducendo Joe e la sua "dipendenza" sessuale a un'asfittica serialità, scadendo perfino in in un paio di tremebonde digressioni su sterili querelle personali. Pecoreccio e senza un filo d'umorismo il finale.
MEMORABILE: La "giostra" con gli uomini di colore; Il sesso orale col pedofilo; Le frustrate.

Schramm 24/04/15 12:53 - 3495 commenti

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Date le coordinate, ellissi e iperboli si sprecano, sovraimprimono e spezzano. Il sesso come funerale del se sradicato dal mondo. Quanto c’era di carrolliano in Kubrick Von Trier lo polarizza nello scorticato nichilismo che gli è insito, sopravanzante il VT barricantesi dietro lo scudo della theoria. L’Ars, non amandi, si imbastardisce col Noé più incarognito sin da scivolare nel vincere facile della gratuità per dirci che la vita è non meno gratuita. Qualcosa non convince, e la sua bravura sta proprio nel non farci capire bene cosa. Un applauso di 5h e 30’ all’intero cast è tuttavia doveroso.

Pinhead80 18/09/15 15:33 - 4760 commenti

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Dall'estasi della scoperta e del potere che deriva dal sesso alla condanna per una dipendenza che rende schiavi e che prosciuga l'anima annientando tutto ciò per cui vale la pena vivere. Von Trier ribalta la situazione presentata nella prima parte mostrandoci una donna vittima e carnefice allo stesso tempo di se stessa. Tanti i momenti atroci e irracontabili che violentano lo sguardo e corrompono il pensiero. Un film complesso che si rivela pura essenza di Von Trier e ci lascia un messaggio allucinato in dirittura d'arrivo.

Fauno 10/01/16 17:42 - 2212 commenti

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Naturalmente si doveva degenerare! E il bello è che la parte con Dafoe e col nuovo lavoro è in gran parte superba, come anche il rifiuto di uscire dal proprio status e le tecniche violente pur di recuperare ciò che è più naturale per lei. Ma ripresentare quell'obbrobrio di Jerome per la quarta volta e far finire il film in quel modo cosa significherà mai? Che qualcuno aveva sempre mentito? Che l'ipocrisia salta sempre fuori e non si riesce mai a essere se stessi fino in fondo? Ed ecco che un film per lo più valido si riduce a un banale nulla di fatto.
MEMORABILE: Quando si capisce il motivo della puzza del suo cappotto; Le serpentine carnee dei due machos africani, inquadrate con piglio creativo; La vulva-occhio.

Jandileida 30/04/17 08:29 - 1565 commenti

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L'ombelico (di Von Trier) diventa il centro della seconda parte dell'opera. Pur mantenendo l'impostazione della prima parte, qui il regista scivola rapidamente verso un intellettualismo cervellotico che ha, al solito, poco da dire. Si salva giusto perché la Gainsbourg che accetta se stessa merita; ma per il resto si assiste stoicamente a scene s/m, piselli alzati, l'immancabile sulfureo Dafoe fino ad arrivare a una mezz'ora finale veramente improponibile che vanifica tutti gli sforzi (miei) per arrivare fino in fondo. Tra il ridicolo e l'odioso.

Luchi78 7/12/17 12:41 - 1521 commenti

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Non è all'altezza del primo, perde qualche colpo nonostante l'efferatezza di alcuni episodi e uno sviluppo della trama più studiato. La Gainsbourg gigantoneggia in un ruolo sicuramente difficile, sempre meno interessante la controparte Skarsgard. L'inopportuna autocitazione a Antichrist (anche se di grande impatto emotivo) e un finale troppo forzato rovinano un lavoro registico comunque di grande impatto.

Grottabuia 3/03/18 23:57 - 10 commenti

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Il buon von Trier non ci risparmia nulla: psicodramma familiare, membri e vulve di ogni foggia, aborti caserecci, scudisciate, sganassoni e non poteva mancare la doppia penetrazione della Gainsbourg a opera di due ragazzoni di colore. Il tutto condito da intermezzi pseudo-intellettuali da sociologia d'accatto. Alla fine, la morale di tutta questa operazione è: boh. Un gelido quanto soporifero mix di alto (mezza spanna) e basso, ben lontano dall'entrare nella storia del cinema, ma rappresentativo della deriva intellettuale dei nostri tempi.
MEMORABILE: La Gainsbourg dodicenne ha un orgasmo spontaneo e le appare la Madonna (o era Messalina?)

Bubobubo 6/01/19 17:10 - 1847 commenti

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180 leccatissimi minuti per dirci che di fronte al sesso non ci sono filosofismi e maschere che tengano? Nice shot, Lars. E dire che quasi ci avevamo creduto: nello riscoprirci contemporaneamente accusatore e accusato lungo il dibattito sulla scorticante e drammatica linea dell'aborto procurato (un saggio di tellurica violenza grafica), tra le considerazioni sul ruolo politico degli individui borderline, attorno all'insanabile frattura contemporanea tra maternità e femminilità. Poi, a luci spente, un pene flaccido, una pistola carica. Capirai.
MEMORABILE: L'aborto.

Buiomega71 31/10/20 02:11 - 2910 commenti

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E salta fuori, finalmente, il Lars cinico, crudele e spietato, forse più che in Dogville, in cui la razza umana tira fuori il suo peggio. Nettamente superiore alla prima parte, e il sesso lascia il posto a vulve insanguinate, estirpazioni di feti ai confini dell'horror, realistiche e furenti scudisciate, masochismo disperato, umiliazioni (il pissing nel vicolo), pestaggi, piaceri di saffo e deliranti, quanto estatiche, visioni mariane con lievitazioni all'Esorcista. E poi arriva quel finale che è un dritto pugno nello stomaco, tra i più distruttivi mai girati. Grazie Lars!
MEMORABILE: Joe si vede bambina allo specchio e sputa veleno sulla terapia di gruppo; La febbrile crisi d'astinenza dal sesso; Il neonato che sogghigna.

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Occhiandre 21/04/22 10:59 - 156 commenti

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Come i cerchi di un albero ne fissano la storia in una forma più o meno aggraziata, così le vicende hanno disegnato la vita della protagonista in attesa che la luce divina la illumini dall'alto per portare la Grazia sul mondo. La Provvidenza appare così in controluce come le nervature di una foglia che cade in autunno, portando via i fantasmi della giovinezza e apprestandosi a godere l'arrivo di un nuovo giorno, affrontando le intemperie, eroicamente radicata alla terra, consapevole della fragilità e della forza, due lati di una stessa medaglia al valore. Finale a sorpresa!
MEMORABILE: L'alberello solitario sulla montagna; La pipì nel vicolo; Il finale.
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  • Discussione Brainiac • 11/05/14 22:34
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Mickes, ha senso guardare questo senza aver visto il primo?
    piaccia o non piaccia (per me comunque sia -pur non essendo il più bello di Von Trier- Nympho ha con uno spessore di scrittura che spettina i 3/4 dei registi in circolo) stiamo parlando dello stesso film spezzato in due per questioni commerciali. Avrebbe senso vedere solo il 2° tempo di un film?
    ;-)
  • Discussione Brainiac • 11/05/14 23:01
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Oops, tra l'altro rileggendo i commenti vedo che in moltissimi hanno recepito/ recensito i film come entità disgiunte e non come un'opera singola. Vabbè, è comprensibile visto come sono stati "pubblicati" i due tomi. Personalmente -avendo letto news di questa produzione da tempo immemore e avendone seguito le traversie- mi era chiarissimo fosse un film sdoppiato per voleri produttivi, quindi mi fa strano (ma non è una critica, sia chiaro, non è che tutti debbano essere obbligati a conoscere la genesi di ogno cosa che vedono) sentire commenti come una propaggine del primo film, Complementare al volume 1, meno brillante del primo volume.
  • Discussione Zender • 12/05/14 08:05
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Beh i primi due forse, il terzo mi sembra normale. E' come dire che la seconda parte di un film è meno brillante della prima, cosa che capita di frequente, dopotutto, e che viene spesso segnalata nei commenti.
  • Homevideo Buiomega71 • 19/09/14 18:55
    Consigliere - 25999 interventi
    In dvd (e BR) per Cecchi Gori, disponibile dal 04/11/2014

    http://www.kultvideo.com/DVD.aspx/21535-DVD-Nymphomaniac-Vol-2-04-11-Nymphomaniac-Vol-2?__lang=it-IT
  • Discussione Fauno • 10/01/16 18:09
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Concordo con te Cotola. L'ha fatto finire schifosamente e ha rovinato una seconda parte che tutto sommato fino a quel punto era stata valida e piena di spunti. E buona grazia che per motivi commerciali è stato scisso in due parti e in tal modo la prima è stata preservata.

    Ammiro il commento di Pinhead che nella sua visceralità è riuscito a coglierne tante astrazioni, in quanto per me son concetti talmente scontati ed evidenti che l'ho potuto vedere invece solo in concreto, ovvero una provocazione, un tentativo di minare l'equilibrio dello spettatore con la violenza delle immagini, con degli schifi spesso gratuiti, ma senza costrutti innovativi. E in quest'intento ottiene risultati, che però annulla completamente col finale più astruso e da imbecille che potesse dare.
    Sì, qualche spunto c'è, come il discorso che il 99% delle persone ha delle perversioni recondite, o che spesso non sa manco di avere...E anche quello di questa solitudine...che tante storie sessuali si riducano ad una sola... Per me son due gocce d'acqua nell'Oceano come rivelazione, per me la parte forte è la violenza delle immagini...e un personaggio come Jerome col suo modo schifoso di sverginare lo doveva togliere di mezzo molto prima: se tutto il film è guasto,Jerome è la parte del guasto che ha già i vermi e i batteri della putrefazione. Quanto poi al motivo per cui puzza il cappotto di Joe... lasciam proprio perdere che è meglio...FAUNO
  • Discussione Raremirko • 29/12/16 04:48
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    A me 'sto volume due è piaciuto di più del primo; l'ho trovato più filosofico e meno divagante.

    Certo, tecnicamente Von Trier ha fatto di meglio ma molta della sua filosofia è comunque presente.

    Appaiono Dafoe e Kier, i dialoghi interessano molto più che in precedenza ed in generale l'ho trovato più originale e meglio ideato.

    Per una volta il sesso è funzionale alla storia e quasi nulla, in tal senso, è gratuito.

    Il finale spiazza, in perfetto stile Von Trier, gettando negatività su tutta al vicenda.

    Tutto il meglio e tutto il peggio del grande regista danese.
  • Discussione Buiomega71 • 31/10/20 10:26
    Consigliere - 25999 interventi
    E, finalmente, salta fuori il divin Lars che amo, quello crudele, cinico, spietato (forse ancor di più che in Dogville) dove , ancora una volta e con nichilismo devastante, riesce a estrarre il peggio del peggio dell'essere umano, fino alle drastiche e distruttive conseguenze.

    Accantona le mistiche e frenetiche esperienze sessuali del primo capitolo (quì, a parte qualche momento, insaporito dai dettagli hardcore: forse solo la divertente, assurda e grottesca sequenza del rapporto a tre con i due mandinghi) che avevano una deriva quasi ludica, per gettarsi sul dolore (in primis quello della solitudine) sull'umiliazione e della degradazionel corpo, sui vari stadi della sessualità deviata che Joe vuole affrontare (come le scellerate prove per la santificazione che percorreva Bess nelle Onde del destino), fino alle estreme conseguenze.

    Il narrato tra Skarsgard e la Gainsbourg diventa più serrato, i capitoli sempre più lancinanti, il sesso "giocoso" si muta in malessere e in sofferenza e le copule e le varie sfaccettature della libido lasciano il posto a vulve insanguinate, a fustigazioni ferocissime e quasi insostenibili, ai pugni in faccia devastanti con guanti imbottiti di monete, alle regole rigide e severe del BDSM (mai così realistiche), a masturbazioni vaginali che buttano sangue, a un'estirpazione del feto fai da te che sconfina nell'horror (a pari merito con l'aborto isterico della Adjiani nella metro di Possession), a pestaggi, umiliazioni (la lacerante sequenza nel vicolo, con la reiterazione sbeffeggiante del 3+5 e il   pissing finale di P.), pedofili a cui viene sviscerato l'inconscio della loro perversione, fino ad arrivare ad una chiusa finale tra le più disturbanti e disgustose mai girate, dove, conoscendo Lars, si sapeva che in qualche modo doveva finire così, un pugno dritto nello stomaco dove il pazzo danese, rimarca ancora, la schifosa, subdola e lurida anima che alberga nell'uomo.

    E d'improvviso schermo nero, un colpo di pistola e se ne esce turbati, annichiliti, quasi sentendosi in colpa. ( come quando nel finale di DOGVILLE riusciva a sobillare gli istinti  giustizialistii più bassii).

    Eppoi le meraviglie che Lars sciorina, come la visione mariana del primo orgasmo e la lievitazione all'Esorcista (ancora una volta la sacralità delle Onde del destino), l'estasiatico corpo di Joe, nudo, che si libera nell'aria (ritorna la bellezza estetica di Melancholia), la danza delle foglie nel bellissimo parco innevato, il bambino che si affaccia sul balcone mentre cade la neve come nell'incipit di Antichrist, la ninfomane nuda sdraiata sul carbone, l'agghiacciante sogghigno del neonato (che rimanda al feto mostruoso del Regno) , le febbrili crisi d'astinenza dal sesso, Joe che si batte la vulva con uno straccio bagnato perchè non prova più nessun tipo di piacere, Joe che si prende le sue rivincite aggregandosi ad una banda dedita al crimine (più o meno come la Grace di Dogville), l'incontro saffo con P. (ma quanto è meravigliosa Mia Goth?), splendida e ambigua ragazzetta dal lynchiano orecchio deforme (e nel loro rapporto lesbo, la gradazione sessuale sale che nemmeno tutto il primo volume), che giocherà , alla vita sentimentale di Joe, un'altro brutto scherzo del destino beffardo e maligno messo in piedi dal divin danese, la Mercedes incendiata con una molotov, la pistola non caricata, le straordinarie battute di Joe alla ricerca dell'albero che la rappresenta.

    Von Trier gioca con il Bunuel dell'Oscuro oggetto del desiderio (nel frangente in cui la Martin prende il posto della Gainsbourg e viceversa), cita la trilogia della vita pasoliniana, mostra Joe bambina riflessa in uno specchio (Images?), che suggerisce a Joe adulta di sputare veleno sulle pazienti della terapia di gruppo, e negli incontri sadomasochistici con il raffinato (e brutale, ma non troppo) K, tra implacabili frustate e scorticazioni oltre i limiti del crudo realismo (la carne pare lacerarsi e sanguinare davvero), nodi a cappio e controlli ginecologici, viene fuori il 50 sfumature di grigio secondo l'autore di Idioti.

    C'è ancora qualche barlume delle prove sporcaccione di Joe (l'esilarante sequenza dei cucchiani al ristorante, davanti ad un attonito Udo Kier), ma quì il divin Lars alza il tiro, cambia rotta e mostra il suo lato oscuro, quello che fa più male (come la solitudine e l'autoaborto di Joe) e non fa sconti (come suo solito, come ci ha abituato nel corso degli anni), picchiando durissimo in quel finale che mi ha lasciato vero disgusto e vera indignazione e che resta addosso come una colpa da espiare e dove in una manciata di secondi distrugge ogni cosa, annientando di colpo la finta comprensione (tutto crolla, i racconti non sono serviti a nulla, non esista l'amicizia, la pesca, la cultura ostentata, la musica, la matematica erano solo un meschino paravento e l'essere umano, per Lars, è quello che è, un concentrato di meschinità e squallore) e tutto questo fa davvero male, caspita se fa male, come il finale distruggitore e impietoso di Dogville del resto.

    Credo che il secondo volume della "santa ninfomane" (e la Gainsbourg santa lo è davvero, visto le dure prove che ha dovuto affrontare sotto la sadica direzione del regista non gradito nei festival) vontreieriana macinerà a fuoco lento, ancora da metabolizzare, e i 180 minuti di visione (anche se non sono stati una passeggiata) hanno avuto un'intensità tale da avvolgere completamente, così pregni di non ben poche emozioni (rari i cedimenti nella noia, dove mi sono pesati di più i 120 del primo volume, in alcuni frangenti) e con cambiamenti di narrazione a volte sorprendenti, e per quanto mi riguarda abbagliato dai riverberi del miglior Lars in assoluto.

    Lars è vivo e lotta insieme a noi. Grazie di tutto Lars.

    Sotto l'effetto di alcool e droghe ho scritto in solo 12 giorni Dogville
    Da completamente sobrio mi ci sono voluti 12 mesi per scrivere Nymphomaniac

    Lars Von Trier dixit.
    Ultima modifica: 2/11/20 12:13 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 31/10/20 10:54
    Consigliere - 25999 interventi
    Ottimo il dvd della Cecchi Gori

    Formato: 2.35:1
    Audio: italiano
    Sottotitoli: italiano per non udenti
    Come extra: intervista a Stacy Martin (Joe da ragazza), a Shia LaBeouf (Jerome) e a Stellan Skarsgard (Seligman), tutte da 10 minuti, trailer.

    Durata effettiva (versione cut) 1h, 59m e 04s (contro i 177' della versione uncut).

    Immagine al minuto 00.02.07. Joe bambina (Ananya Berg) poco prima dell'orgasmo celestiale con levitazione.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images54/PDVD-161.jpg[/img]
    Ultima modifica: 31/10/20 14:06 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 31/10/20 11:05
    Consigliere - 25999 interventi
    Pur avendo i due dvd della Cecchi Gori con le versioni "spurie", ho anche il blu ray (sempre Cecchi Gori) che contiene la director's cut dei due volumi su un unico disco (che sulla cover ha l'amo con la mosca e la piumetta rossa).

    Se del primo volume ho visto la versione sforbicata, del secondo mi sono goduto la versione estesa di tre ore (anche per non perdermi alcune sequenze-il terrificante autoaborto, la ninfomane del carbone-mancanti nell'edizione accorciata).

    Le versioni uncut non hanno il doppiaggio italiano ma sono interamente sottotitolate in italiano.

    Cosa assai curiosa (come se il fruitore non sappia cosa ha tra le mani) prima del classico menù appare una scritta che avvisa che il contenuto è per adulti con due opzioni cliccabili, ovvero "accetta" e "rifiuta". Se si clicca su "accetta" appare il menù, se, invece, si sceglie "rifiuta" il blu ray si spegne automaticamente e bisogna estrarlo dal lettore per farlo ripartire.
    Ultima modifica: 31/10/20 23:23 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 31/10/20 14:16
    Consigliere - 25999 interventi
    Al minuto 1.30.07 della versione integrale, Joe (Charlotte Gainsbourg) e Seligman (Stellan Skarsgard), prima del capitolo Lo specchio, parlano di immagini riflesse negli specchi e, improvvisamente, nello specchietto appeso sulla parete dell'appartamento di Seligman, fa capolino la macchina da presa di Lars Von Trier.

    Più che a un grossolano errore, il tutto fa pensare a un escamotage metacinematografico ordito dal diabolico Lars.

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