L’ultima puntata breve nella storia di Colombo, che da qui in poi si troverà protagonista di avventure lunghe sempre un’ora e mezza o più. HOW TO DIAL A MURDER (chiaro in originale il riferimento al DELITTO PERFETTO di Hitchcock, in inglese DIAL M FOR MURDER) precede I COSPIRATORI, lo splendido episodio che chiuderà in gloria la serie storica del tenente (il telefilm riprenderà solo 11 anni dopo), e mostra quanto anche con una durata ristretta (1h10’) un’indagine possa rivelarsi interessante e ben costruita. Solitamente HOW TO DIAL A MURDER è una delle puntate...Leggi tutto che più facilmente si ricordano: l’omicidio fatto compiere dai due dobermann (chiamati Laurel & Hardy in onore alla passione cinefila del loro prorietario) che attaccano la vittima quando squilla il telefono e parte l’ordine “Rosebud!” (la parola chiave del QUARTO POTERE di Orson Welles) non si dimentica facilmente. L’omicida via telefono è Nicol Williamson, pacato attore inglese che con la sua flemma condiziona in parte l’andamento non propriamente incalzante dell’episodio (diretto da James Frawley, che in questa settima serie era già stato autore degli ottimi PROVA A PRENDERMI e DELITTO PERFETTO). La sua professione di psicologo è affrontata abbastanza marginalmente (anche se è divertente il test, tra lui e Colombo, delle parole in relazione) ma questo non compromette la riuscita di una puntata in cui Falk è particolarmente giocherellone coi cani (compreso il suo) e che, nonostante alla fine ammetta di aver risolto un caso non difficile, mette in luce un’arguzia e una finezza intellettuale non comuni. Copione di Tom Lazarus.
Inizio in penombra con panoramica e primo piano di oggetti vari, mentre il telefono squilla a vuoto (proprio come un giallo). Cornuto e omicida, l’assassino neanche si sporca le mani. E’ uno dei meno espressivi mai visti (dopo l’arabo di Un caso d’immunità), ma nel suo ruolo ci può stare. Colombo è decisamente in forma. E’ un episodio solido, senza troppi fronzoli e tutto sull’indagine. Da segnalare: le parole ai cani, la location, la stecca, Charley. Notevole.
Puntata che potrà piacere a cinefili (l'assassino è un grande appassionato di cinema, collezionista di memorabilia di ogni genere) e cinofili (l'arma del delitto sono due dobermann, Laurel & Hardy, addestrati ad attaccare alla parola "Rosebud", lo slittino di Quarto Potere). Colombo lo definirà nel finale "un caso molto semplice", in realtà non lo è poi troppo, considerata l'arguzia con la quale dovrà seguire indizi non così facilmente collegabili tra loro. Divertente come Colombo gioca con la sua preda (il gioco delle parole).
MEMORABILE: Indimenticabile la trasferta solitaria in un desolato paesino western, col vento che spazza la terra a rompere un silenzio di tomba.
Geniale la costruzione dell'omicidio (con i cani quali inconsapevoli esecutori materiali del fattaccio, sottolineata da un incisivo e ossessivo tema musicale di Patrick Williams e dalla performance di buoni attori. Bravi Williamson (anche se forse un po' troppo teatrale) e la O'Neill, gustose le citazioni cinefile e il colpo di scena finale. Guardatelo nel dvd integrale, talvolta Mediaset taglia il delitto.
Fra tutti i delitti presenti nella serie, in cui predomina l'uso della pistola o di altro strumento di una certa eleganza (arma da taglio, veleno, corda) questo si segnala per la particolare ferocia e per il mezzo utilizzato (il telefono, il cui squillo aizza i doberman addestrati, consente all'omicida di godere in diretta della morte della sua vittima, pur essendo impegnato altrove per procurarsi un alibi). Inoltre l'hobby dell'antagonista offre gustosi spunti ai cinefili: chi non vorrebbe possedere il cancello di Quarto Potere?
MEMORABILE: La scena finale, in cui i cani recitano un ruolo molto importante.
Penultima puntata della mitica tornata di puntate anni 70. Si apre con un omaggio a Quarto potere, non solo per le citazioni evidenti, materiali (la locandina, lo slittino) ma anche per taglio di montaggio e inquadrature (la sfera di vetro). E infatti è una puntata che è un piccolo divertimento per tutti i cinefili più oltranzisti, a cui poco importerà se la sceneggiatura è "telefonatissima". Ciò che conta è la scenografia, gli oggetti, il loro ruolo diegetico-drammatico e di contrappunto alla storia.
Graziosa puntata che si caratterizza per le psicologie cinofile da cui l'assassino (lo scozzese Nicol Williamson) trae beneficio delegando alle simpatiche bestiole (“pilotandole”) il compito di macchiarsi di un delitto infame; un'idea astuta che però non tiene conto dell'intelligenza del nostro amato tenente. Il film parte bene, con buona tensione e gusto estetico, ma cade nella seconda parte in un brusco calo di ritmo che toglie parte di fascino all'opera.
Williamson è un affermato psicologo il quale addestra i suoi due dobermann a uccidere a un determinato comando. L'omicidio è in sè geniale, ma ben presto ci si accorge di quanto non sia perfetto. Colombo si diverte, come sempre, a fare il finto tonto (anche se poi, con un assassino psicologo, non gli riesce più di tanto) e Williamson, superbo, freddo e spietato omicida non è niente male e poi ha una casa ricca di fantastici cimeli cinematografici!
MEMORABILE: La "splendida" auto di Colombo con la targa sbilenca; Il gioco di parole tra Colombo e l'assassino.
L'inizio è promettente e l'assassinio pare una genialata. In realtà è un clamoroso autogol: chi se non il proprietario dei cani è l'addestratore e quindi indirettamente il responsabile dell'omicidio? L'omicida non ha l'intelligenza, l'astuzia e il carisma dei migliori antagonisti della serie. Inoltre lascia così tanti indizi da far risultare l'indagine poliziesca una formalità, pur mancando l'indagine dei tabulati telefonici. Buona trama musicale, buona la struttura del film. Nel complesso un discreto episodio ma nulla di eccezionale.
MEMORABILE: Colombo che dimostra le proprie abilità al biliardo; Colombo che dimostra di amare gli animali, soprattutto i cani, così come Falk nella vita reale.
Grande episodio, con un assassino esteticamente impassibile e poco propenso a dialoghi scontrosi con il tenente ma spietato come non mai, tanto da realizzare un omicidio tra i più crudi di sempre con l'ausilio degli amati cani. Colombo è in forma e si vede sin da subito, non divaga troppo e compie le indagini senza lasciare nulla al caso. Bella anche la villa dell'assassino appassionato di cinema (su tutti il "cancello alla Orson Welles").
Un ottimo episodio. Nicol Williamson si dimostra un buon omicida ma non ha l'intelligenza dei grandi assassini. Il piano delittuoso e l'alibi sono ricercati e sembrano perfetti, ma alla lunga si rivelano un flop; in più l'omicidio è cruento e infame. L'indagine non è molto interessante ma la regia del "fido" Frawley non tradisce. Colombo è (come al solito) in palla e si intrattiene in ottimi duetti con l'assassino (il gioco delle parole...) e la soluzione "del caso semplice" è convincente.
MEMORABILE: "Rosebud"; Colombo: "Potrebbe diventare un cane da guardia", e l'addestratrice: "Se sua moglie si deve difendere deve imparare il karate".
Uno dei rari episodi in cui trovare l'indizio su cui farà leva un Colombo più serio del solito non è semplice. Ben strutturato, senza cadute di ritmo, con l'originalità dell'introduzione in scenografia di antichi cimeli della storia del cinema e di Quarto potere. Wiliamson grande come sempre.
Ci sono episodi che al di là di trama, personaggi, ambientazione e finale, restano tra gli indimenticabili. Questo rientra nella categoria a pieno titolo. Nulla è lasciato al caso e ogni dettaglio, scena o dialogo è strutturato in modo eccellente, dimostrando che anche un episodio di 70' può avere tutto ciò che serve per divenire esso stesso cult: l'idea dell'assassino di usare i suoi cani come arma del delitto non è geniale (Colombo dirà che il caso non era poi così difficile), ma la trama avvince senza sosta, personaggi secondari compresi.
"Lei si fa passare per un cucciolo con l'impermeabile che scorrazza felice per il giardino scavando buche in tutte le aiuole e invece sta piazzando mine, dimenando la coda". Questa frase la dice lunga su ciò che è Colombo e sul suo temibile avversario Williamson, che intuisce subito con chi abbia a che fare. Una delle mie puntate preferite, ricca di colpi di scena, curatissima (dall'omicidio, alla sceneggiatura con bravissimi interpreti). Un thriller psicologico, raffinato, che gioca anche con le parole. A me ne bastano due: cinque pallini!
Se da un lato non si può che apprezzare la costruzione geniale del delitto (cani addestrati ad attaccare utilizzando una singola parola), dall'altro l'omicida è probabilmente uno dei meno carismatici dell'intera serie (colpa da imputare a un volto davvero monoespressivo). Più che i duetti con l'antagonista colpiscono quelli con l'addestatrice (ed è tutto dire). La qualità complessiva è più che discreta, anche se è uno degli episodi più telefonati e il finale non emoziona. Di memorabile la visita al set western abbandonato. Stucchevoli i rimandi a Quarto potere.
MEMORABILE: Colombo che prova ad ammaestrare Cane; La reazione al suono del telefono; Le fotografie nascoste nel cassetto; La stecca curva.
Colombo alla fine ammette che si è trattato di un caso facile e quasi rimprovera l'assassino per i troppi indizi lasciati dietro di sé (in genere è abituato a ben altro!), ma almeno stavolta non si può dubitare della prova che incastra il colpevole. Colpevole che a dire il vero non brilla per carisma (quasi meglio le due presenze femminili), e l'episodio si ricorda soprattutto per un delitto commesso con una ferocia e delle modalità inconsuete (che però si rivelano il classico boomerang), e per i due splendidi dobermann al cui cospetto il povero Cane fa una ben magra figura…
Un movente vecchio come il mondo, il tradimento coniugale, un omicida che, seppur psicologo, commette una serie di madornali errori, come gli fa notare lo stesso Colombo e una vicenda che prosegue arrancando rendono l’episodio per nulla interessante. L’unica curiosità è rappresentata dal mezzo del delitto: due cani addestrati per azzannare il rivale in amore, che finiscono per tradire lo stesso padrone.
MEMORABILE: Colombo che tenta di tirare un colpo a biliardo con una stecca ricurva.
Puntata discreta a tratti divertente. L'assassino è un freddo, pacato e spietato calcolatore ma ingenuo nel seminare indizi che il tenente raccoglie con facilità. I cani sono i materiali esecutori di un delitto tutt'altro che perfetto. Il tenente li difenderà strenuamente per tutto l'episodio. Riferimenti cinefili in abbondanza e un'inutile quanto decorativa Kim Catrall ai suoi esordi.
MEMORABILE: Colombo e antagonista fanno il gioco delle parole.
Bell'episodio cinofilo e cinefilo (i cimeli provenienti dal set di Quarto potere, essenziali per la soluzione del caso), con uno psicologo vendicativo che controlla pavlovianamente due doberman programmati per uccidere. Ottimo Nicol Williamson nei panni del villain, manipolatore e tremendamente subdolo, che si confronta col tenente in giochetti mentali e dialoghi piuttosto vivaci. Tutto da ridere l'inciso umoristico con Cane dall'addestratrice (chiunque abbia avuto un basset hound capirà). La trappola finale escogitata dal tenente, seppur solida, si affida un po' troppo alla fortuna.
MEMORABILE: Il pupazzo imbottito usato per preparare i doberman; Il pastore tedesco addestrato a fare le feste al comando di attaccare; Il cioccolato sospetto.
"Stanlio e Ollio" che ringhiano e sbranano senza pietà sono senz'altro una trovata audace, poco inverosimile tra l'altro, per uno dei casi più famosi del tenente fine anni '70; il malinconico Williamson, ferito nell'onore, insegna psicologia applicata alla parola ma impara poco a difendersi dal pressing di Colombo, disposto a fare le ore piccolissime pur di incastrare, magistralmente, l'ennesimo predestinato alla giustizia. La giovane presenza manipolata dal professore viene salvata in extremis, consentendo alle buche del biliardo di rivelare indizi nodali. Bravi i dobermann.
MEMORABILE: La prova col fantoccio, il trillo del telefono e l'avventarsi dei dobermann; Il gioco di parole davanti al camino; "Cane" incitato ad attaccare.
Un episodio per cinofili e per cinefili, sconsigliato a chi ha paura dei cani, perché risulta davvero inquietante alla prima visione tanto da richiamare alla mente il "genere" cinematografico degli animali assassini. Certo i due dobermann sono stati addestrati, ma agiscono come delle armi, delle macchine, vengono programmati per essere buoni o cattivi a seconda degli ordini impartiti. Il basset hound del tenente viene quasi preso in giro dall'addestratrice perché incapace di essere utile come arma da difesa o da offesa, ma è il cane perfetto per il suo padrone. Bravo Cane!
MEMORABILE: La suoneria del telefono che eccita i due dobermann.
L' assassino ha bisogno che si ricrei una data situazione per colpire: ha un che di argentiano quest'ottimo episodio che vede i due dobermann Laurel e Hardy (sic!) sbranare un uomo a opera del loro vendicativo padrone. Tragedie di questo genere accadono spesso ancora oggi, purtroppo, e quindi è logico pensare che chiunque avrebbe chiuso il caso, se non si fosse trattato dell' ingegnoso Colombo, cui da subito qualcosa non quadra. Certo, il professore Eric è alquanto stupido pur essendo abituato a lavorare con la mente umana (l'attore che lo interpreta ha la faccia giusta), però...
MEMORABILE: Il mistero della chiamata; La ragazza con l'orsacchiotto; Il biliardo con sorprese annesse.
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Due anni fa, quando fu trasmesso l'episodio UN DELITTO PILOTATO, fu tagliato indovinate quale pezzo senza alcuna importanza: L'omicidio!!! Si passa infatti da quando il dottore sta entrando in casa con i cani all'inquadratura dell'ambulanza.
Una piccola curiosità ma in questa nuova fascia oraria il nostro amato tenente passa in versione integrale ?
Ho notato con piacere che vengono trasmesse un pochino di più le sigle finali rispetto al classico orario,e sarei curioso di sapere se di nuovo vi sono tagli.
Io l'episodio di domenica l'ho visto tutto e da quello che mi ricordo della versione integrale del dvd non mi sembrava tagliato. Infatti hanno (stranamente) lasciato la sigla finale per qualche secondo in più perchè erano un po' in anticipo sui titoli del tg di Fede.
Un poster di Quinto: non ammazzare! (in originale Suspect) fa bella mostra di sé in casa del dottor Mason (Williamson), vicino al famoso slittino di Quarto potere (il nome dello slittino "Rosebud" da noi venne tradotto con "Rosabella"):