Le location di "Profondo rosso"

22 Dicembre 2008

La situazione al via delle ricerche: non esistono film che hanno attratto i cercatori di location allo stesso modo, per cui è ovvio che molte location (a partire dalla villa) erano note. Ciononostante qualcuna era ancora sconosciuta e la troverete solo qui. Successivamente, tutte le location (e molte altre) sono state inserite nel nostro libro DARIO ARGENTO, SI GIRA!

...Serve aggiungere qualcosa al titolo? Stiamo parlando del thriller più celebrato d’Italia, di un capolavoro di tecnica che ha rappresentato forse il punto più alto del nostro regista di genere più amato. Ed è piacevole poter dire che per la prima volta su internet stiamo per pubblicare un’approfondita e ragionata ricerca sulle location del film, in parte già note ma mai ancora riunite in un unico documento che le mostri confrontandole con i fotogrammi del film.
 
 Quando Davide Della Nina (che si è registrato sul Davinotti col nome di Pagnimauri) mi contattò facendomi sapere di aver girato nel 2002 un documentario su Profondo Rosso (col quale vinse all’epoca anche il Torino Horror Festival) che approfondiva in modo straordinario le location del film, fu istintivo per me chiedergli se si poteva agire insieme per creare uno speciale che potesse servire da guida definitiva, su internet, per le location del film. Molto gentilmente Davide accettò e da questa collaborazione è nato lo speciale che state per leggere. Di conseguenza la gran parte di esso è stato composto utilizzando frame estrapolati dal documentario BLU BAR (2002). Laddove esistevano delle piccole mancanze (come nel caso della villa della Righetti) è invece intervenuto il nostro specialista romano Ellerre, che si è occupato di rintracciare e fotografare (insieme a Powerglide) ciò che era utile a completare il servizio.
Sulle tavole, come sempre usiamo fare, la data riportata per i fotogrammi del film è quella di uscita del film nelle sale (1975) anche se il film è stato girato nel 1974 e quindi le immagini è a quell’anno che si riferiscono.
Di fianco ai titoli dei paragrafi è riportata la fonte da cui si è attinto per ottenere l’informazione della location.

Si sappia quindi che tutte le immagini (escluse quelle concesse da Ellerre per il portone di casa Nicolodi nonché la fine di Carlo e da Powerglide per casa Righetti) sono proprietà artistica ed intellettuale di Davide Della Nina (soggetto) e Alessandro Benna (regia), autori del documentario BLU BAR (2002). Il Davinotti ha l’esclusiva (non a scopo di lucro) sull’utilizzo delle medesime per fini puramente culturali. L'utilizzo di suddette immagini a scopo di lucro e/o di divulgazione a mezzo di un qualunque tipo di mezzo di informazione/comunicazione non autorizzato preventivamente (per iscritto) da Davide Della Nina o Alessandro Benna prevederà una immediata azione legale. I testi sono invece proprietà intellettuale ed artistica del Davinotti e non possono essere utilizzati senza autorizzazione preventiva.


1. LE PROVE DI MARC 
(Blu Bar)
Dopo un inquietante flashback in cui assistiamo a un crudo omicidio perpetrato in presenza del figlio della vittima, il film si apre mostrandoci subito il protagonista Marc Daly (David Hammings) alle prese con il gruppo jazz che sta seguendo. Spiega loro come l’esecuzione del pezzo appena sentita vada molto bene... anche troppo (troppo “pulitina”...). La sala prove che ospita queste primissime scene è stata ricreata all’interno del mausoleo di Santa Costanza in via Nomentana 349 a Roma, dove venne per l’occasione posizionata una moquette verde oggi ovviamente non più presente. Al di là di questo, gli interni sono esattamente quelli del 74.

2. AL CONGRESSO DI PARAPSICOLOGIA
(Blu Bar)
Si sposta un pesante tendaggio e siamo invitati ad entrare in soggettiva al Teatro Carignano di Torino, in Piazza Carignano 6. Il colore dominante è un rosso accesissimo che già fa intuire la forza visiva di Argento, il quale in questo film raggiunge una consapevolezza tecnica che lo porterà a firmare alcune delle più ammirate scene del cinema horror e thriller. Le inquadrature ci mostrano il teatro da diverse angolature insinuandosi tra gli ospiti seduti in platea (tra i quali forse avrebbe dovuto esserci anche Gianna/Daria Nicolodi, secondo quanto si legge qui). Una scena prolungata e di grande effetto, che a quanto ricorda il co-sceneggiatore Zapponi fu la prima intuizione argentiana da cui poi nacque l’intero film. Rispetto al teatro di allora, solo il boccascena riserva delle novità: è stato dotato di un sipario rigido tagliafuoco dovuto all'attuale legge antincendio. Il sipario che vi si nasconde dietro è simile a quello del 74 ma non identico. Il resto è rimasto immutato nel tempo.

3. PIAZZA CLN: CASA DI MARC E DELLA SENSITIVA
(Blu Bar)
La location esterna più importante, ovvero la piazza in cui abitano Marc e (in un altro appartamento) la sensitiva Helga Ullman (Macha Méril) e che è teatro di molti dei dialoghi tra Marc e Carlo (Gabriele Lavia), è Piazza CLN a Torino. La incontreremo a più riprese nel film, sempre dominata dalla fontana “il Po” (a fianco della quale siederà un Carlo ubriaco e che costituisce il fronte posteriore della chiesa di San Carlo in Piazza San Carlo) e sede del curioso Blue Bar, di cui parleremo poco sotto.
In piazza CLN vivono sia Marc che la sensitiva, si diceva, ma il portone d’ingresso della palazzina in cui vivono, nella realtà, è un ingresso laterale della chiesa di San Carlo. Per quanto riguarda invece la parte finale dell'omicidio della sensitiva Helga Ulman (il colpo di grazia), dice Davide che “venne girata nei teatri di posa De Paolis e solo in postproduzione montata in corrispondenza della finestra reale.
Siamo riusciti a riprendere la finestra da dentro per poter verificare l'inquadratura in cui Marc guarda fuori verso il basso e abbiamo scoperto che nel film la finestra dell'appartamento di Marc (ERRORE!) è una delle 3 frontali (in realtà balconcini) a quella utilizzata per l'appartamento della Ullman! (mentre lui dice di abitare sopra, alla sensitiva).”
“Gli inquietanti quadri con i volti appesi in casa Ullman”, precisa sempre Davide, “Sono opera di Enrico Colombotto Rosso (Torino), con il quale non siamo riusciti a parlare. Lui ora si è ritirato a vita privata e BLINDATA in provincia di Alessandria. I parenti si sono rifiutati di aiutarci in un contatto con il pittore aggiungendo che nelle loro abitazioni ci sono molti quadri simili a quelli che si vedono nel film.”

4. PIAZZA CLN: IL BLUE BAR
(Blu Bar)
Dario Argento, in un’intervista contenuta sul dvd americano del film, fa notare che la forma del bar gli venne suggerita da un quadro di Edward Hopperil cui libro aveva appena comprato negli Stati Uniti. Osservando la fotografia del dipinto (che abbiamo scoperto essere “Nighthawks”, del 1942 e che troverete sulla tavola), Dario decise di ricostruirlo esattamente uguale in Piazza CLN, cosa che infatti fece. Puntualizza Davide: “Durante la primissima sequenza in cui fa la sua comparsa il Blue Bar, quelli che possono essere scambiati per manichini si muovono normalmente e conversano! Nella scena in cui Carlo saluta Marc e si ode l’urlo della sensitiva gli stessi clienti (comparse) della prima scena vengono inquadrati da vicino e si vede bene che cercano di restare immobili tanto da poter sembrare ‘manichini’: in realtà non ci riescono e muovono leggermente le mani e le teste. Si tratta comunque di una specie di effetto voluto da Dario, un omaggio al pittore americano Edward Hopper che ha ispirato la forma architettonica del Blu Bar”. Per quanto riguarda invece l’esatto posizionamento, continua Davide, “la struttura del bar non è stata costruita sotto il portico (come molti erroneamente scrivono) ma sul marciapiede esterno, addossata alle colonne”. Vivalda Vigorelli, segretaria di edizione del film, ricorda molto bene il bar: “Era un delirio di persone che venivano ad assistere alle riprese almeno fino all'una di notte, anche con un freddo cane, ed era difficile stargli dietro. Un sacco di gente pensava che fosse vero, avevamo quindi anche il problema di allontanare chi voleva entrare.”

5. AL FUNERALE DI HELGA 
(Blu Bar)
E’ al funerale della sensitiva Helga Ullman che Marc ha modo di conoscere meglio la giornalista Gianna Brezzi (Daria Nicolodi) incrociata la prima volta sul luogo del delitto. Le scene, piuttosto curiosamente, sono state girate non a Roma e nemmeno a Torino ma
a Perugia, nella parte ebraica del Cimitero Civico della città (Via Enrico Dal Pozzo, Monteluce). Marc e Gianna assistono al rito dando la schiena ad una tomba che si presenta ancora nelle stesse condizioni del 1974. Percorreranno poi un viale laterale verso l'uscita per raggiungere infine la 500 bianca di Gianna targata Firenze, la quale si farà incredibilmente il giro delle tre città, come vedremo successivamente. Da qui, nello spazio di poche inquadrature, ci troveremo subito a Roma e più precisamente alla fine di viale Carso (all'altezza di Piazza del Fante). E' qui che Argento si diverte a inquadrare uno strano individuo che passa in bici tenendo in mano una bandiera dell'Italia. La scoperta è da attribuirsi al valido Yattaman, mentre la foto è di Gugly.

6. LA CASA DI CARLO (B. Legnani)
Quando Marc suona a casa del suo amico Carlo cercandolo, si trova di fronte alla di lui madre (Clara Calamai), che lo fa entrare in un appartamento ricco di cimeli e foto d’ogni sorta. La casa (incredibile!) era davvero quella dell’attrice Clara Calamai, e quindi ciò che si vede è probabilmente in gran parte ciò che davvero c’era in quell’appartamento nel 1974.

7. GLI INTERNI GIRATI AI TEATRI DI POSA INCIR-DE PAOLIS
(Blu Bar)
Sono molte le scene di interni girate da Argento ai Teatri di posa De Paolis di Via Tiburtina a Roma. Si va dall’appartamento della Ulman coi suoi quadri alle scale con l’ascensore teatro della celeberrima sequenza finale, dalla casa di Ricci (l’amico gay di Carlo) alla stanza della villa in cui dietro al muro scrostato compare il tremendo disegno di Carlo fino allo spazioso bagno della Righetti. Per la casa di Giordani invece è stata riutilizzata una stanza già usata in Gruppo di famiglia di un interno di Visconti l’anno prima, riarredata per la bisogna. I teatri De Paolis oggi sono stati sostituiti dagli studios, ma la facciata del teatro numero 6, ovvero uno di quelli in cui sono stati costruiti e girati molti interni di Profondo Rosso, è stata filmata da A. Benna. Oggi non esiste più, è stato demolito, ma l’immagine, ci dice, “l'abbiamo potuta ottenere grazie ad una famiglia che ci ha permesso di posizionarci alla finestra del loro appartamento sito all'ultimo piano di un palazzo frontale agli ex teatri di posa.”

8. IN GALLERIA A TORINO
E AL NEGOZIO DI MUSICA (Blu Bar, Giordani)
Carlo avverte Marc che sarebbe meglio lasciasse perdere le indagini, e lo fa durante un lungo colloquio mentre camminano sotto un’ampia galleria. La scena è stata girata in Galleria San Federico, in centro a Torino. E’ tutto esattamente identico ad allora. Di diverso è stato aggiunto un enorme terraio circolare al centro della passeggiata. All’interno della tavola incontrerete una foto curiosa; questo perché durante il documentario c’è una sfumatura delle immagini del film su quelle girate dal regista (Benna): sul frame il caso ha voluto che il nostro Daniele si trovasse esattamente tra i due protagonisti! La scena, nel film, continua con Marc e Carlo che passano davanti alla porta a vetri di un minuscolo appartamento all’interno del quale vediamo una’anziana signora che fuma davanti alla televisione (dove a parlare è un giovanissimo Michele Cucuzza!). Ci dice Davide che “dentro non era possibile entrare e comunque ora è semplicemente una specie di piccolo ingresso modificato (nel film sembra molto più spazioso). Da dietro i vetri della porta non era possibile riprendere a causa dei riflessi”. Quando poi Marc andrà ad acquistare l'lp di canzoni infantili dove si trova la nenia che il killer mette sul giradischi prima di entrare in azione, lo farà allo storico negozio Cherubini, situato in via Tiburtina 364, a Roma. L'ha scoperto con grande abilità Giordani, che ce l'ha segnalato spiegando come ha fatto a trovarlo: "Sono un appassionato di strumenti musicali italiani dell'epoca, e nella vetrina inquadrata nel film ho notato quello che sembrava essere un amplificatore abbastanza raro e caratterizzante. Si trattava difatti di un Mack, un amplificatore tipico dell'ambiente capitolino dell'epoca (i Mack erano costruiti e distribuiti proprio dallo storico negozio "Cherubini" di cui sopra). Dopo una breve verifica ho scritto al proprietario via mail, il quale mi ha confermato la cosa.

9. BIBLIOTECA 
(Blu Bar)
La “biblioteca del folklore e delle tradizioni popolari” in cui si reca Marc a cercare tracce della “villa del bambino urlante” nel libro di Amanda Righetti è in realtà il Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari in Piazza Marconi 8/10 a Roma (quartiere Eur). Il luogo è ancora ampiamente riconoscibile, ma il caso ha voluto che la lunga gondola che vediamo sostare nel film al centro dell’ingresso sia stata spostata proprio nel punto in cui Marc sedeva placido a leggere il libro della Righetti. Oltre a ciò, molti interni sono stati col tempo modificati. Il libro della Righetti “Fantasmi di oggi e leggende nere dell’età moderna” (Sgra Editore, Perugia 1956) presenta nell’indice (visibile quasi solo subliminalmente) i seguenti capitoli: Il pazzo di Verona/La zoppa arsa viva di Pavia/L’incubo del pagliaio/La villa del bambino urlante/Il segreto del monaco rosso/La strega di Pordenone/Il mistero del bosco di betulle/I bambini omicidi di Foggia/Il fiore che dava la morte/La danza nel cimitero. Chissà chi si prese la briga di compilarlo, considerato che praticamente nel film non si vede, ma certo è che i titoli non sono affatto improvvisati, visto che ad esempio la strega di Pordenone potrebbe riportare la nota vicenda di Angioletta Delle Rive, una strega del 1600 morta nel castello di Udine e definita appunto con tale appellativo.

10. LA CASA DI AMANDA RIGHETTI 
(Ellerre, foto di Powerglide e Zender)
Per molti è stato a lungo il Sacro Graal delle location di Profondo Rosso, la villa persa nella campagna in cui la scrittrice Amanda Righetti (Giuliana Calandra) vive in perfetta solitudine. Pochissime inquadrature, di cui una dall’alto che resta impressa. Dove mai poteva essere quel posto? Si cominciò a vociferare Maccarese, poi Spregamore, ma fu il solito, benemerito Ellerre a trovare sul forum di Pagine70 un messaggio particolare, a nome mgozzy: "La villa di Amanda Righetti è lungo via della Giustiniana, circa a metà strada fra la Cassia e la Cassia bis". Chiuse il suo succinto messaggio con un “buona ricerca” che aprì le danze. L’indicazione era abbastanza precisa, ma guardando e riguardando su Google Earth la villa non voleva proprio saltar fuori! Il primo a rompere il ghiaccio fu Markus, che parve proprio convincere tutti con una teoria molto ben congegnata che aveva un unico vero difetto: prevedeva che la casa fosse stata abbattuta e ricostruita.
Però tutto intorno sembrava calzare alla perfezione. Solo uno cominciò a nutrire qualche dubbio: “Sì, ma le ombre non mi convincono. Il sole in nessuna ora del giorno riuscirebbe a produrre quell’inclinazione lì”. Sembrava una sofisticheria, un voler cercare il pelo nell’uovo, mentre invece Ellerre (ancora lui) aveva ragione. Tanto più che poco dopo se ne uscì con la soluzione in mano. “Bastava guardare il film: si vede il civico, 773. Ho messo su earth via della Giustiniana 773 ed è uscita la villa corretta.” A distanza di poche decine di metri da quella individuata da Markus, ma questa esisteva ancora: ampliata, ingrandita, con piscine e campi da tennis intorno ma era indubbiamente lei: casa Righetti! Il primo a scattare fu Iochisono, che fece pervenire quasi subito foto un po’ imperfette causa maltempo. Poco dopo ritornò lì Powerglide, e questa volta sono le foto che vedete sulla tavola. Più chiare e con la villa in bella evidenza. Davide spedì le due tavole in anteprima a Giuliana Calandra, che rivedendo la "sua" vecchia dimora si commosse.

11. DI NOTTE FINO A CASA DI GIANNA BREZZI
(Yattaman, Ellerre)
Gianna e Marc discutono lungamente all'interno della 500. E' notte, e i due sono fermi a fianco di un'alta balaustra bianca. Come ha scoperto il valoroso Yattaman, siamo sempre a Roma e più precisamente in via Francesco Rismondo. Poco dopo li ritroviamo con la solita Cinquecento bianca sotto casa di lei, e non siamo molto distanti da lì. Riguardo a quest’auto erano nel frattempo sorti in noi molti dubbi: era mai possibile, ci chiedevamo, che Argento avesse usato la stessa auto per muoversi nelle tre città del film (visto che la si vede in tutte e tre)? Sembrava una cosa assurda mentre invece, confrontando le immagini, ne abbiamo avuto la conferma: è proprio la medesima 500, con la medesima targa, a scarrozzare Marc e Gianna non solo a Perugia ma anche a Torino e Roma. Nella tavola che vedete qui a fianco abbiamo prodotto le prove della cosa. Intanto Marc e Gianna si trovano davanti a un ampio portone, dove sono costretti a scendere dall’auto passando per il tettuccio causa sopravvenuti problemi con le portiere. In quel portone, si legge su internet sul sito di Witchstory, ci abitò veramente Daria Nicolodi nel periodo del suo legame con Argento. Si diceva che il portone fosse dalle parti di Piazza Mazzini (come faceva notare anche M.Shannon molto tempo fa sul nostro forum), ma l’indicazione era tropo vaga e avevamo bisogno di trovarlo una volta per tutte. Chi avrebbe potuto risolvere l’arcano meglio di Ellerre? E allora eccolo ancora, il prode, trovare in fretta la soluzione: il portone incriminato è esattamente in via Nicola Ricciotti 2, e anche se passando di giorno lo si trova aperto (nel film è chiuso) non ci vuole molto per concludere che si tratta proprio di quello.

12. IL MERCATO TRIONFALE (Ste.r, Ellerre)
Non c’è nelle brevi scene al mercato (con Marc e Giordani che dialogano tra le bancarelle mentre Salvatore Baccaro grida) alcun elemento che possa far capire dove siamo. Esiste però una cassetta della frutta con su scritto Roma e abbiamo, grazie al caro Ste.r, uno stralcio della sceneggiatura originale, in cui si descrive la scena: “Scena 53 - Mercato - esterno giorno. Siamo in uno dei mercati più frequentati, lerci e chiassosi della città. Diciamo al Trionfale. Bancarelle accatastate lungo la strada come in una casbah...". Ebbene, il fatto che tra le bancarelle compaia un platano porta a credere che davvero il mercato scelto sia stato proprio l'ampissino Mercato Trionfale a Roma.

13. MARC ALLA RICERCA DELLA VILLA

(Blackgold, Davide Della Nina, M. Shannon)
Marc, con la foto del libro della Righetti in mano, cerca di rintracciare la villa del bambino urlante. Cos’altro è Marc in questo momento, ci si chiede, se non un vero e proprio protocercatore di location al quale ovviamente ci sentiamo affini? Seguiamolo allora mentre passa accanto a cinque ville prima di incrociare quella giusta (Villa Scott). La prima villa che incontra è Villa della Regina (una residenza storica dei Savoia), lungo la Strada Comunale Santa Margherita, a Torino.
Proseguendo si ritrova sulla strada comunale Valpiana dove incrocerà una seconda e una terza villa (che vedrete sempre guardando la tavola). Il viaggio continuerò poi sulla Strada alla Villa d'Agliè, dove verranno inquadrate innanzitutto Villa D'Agliè, quindi un'altra villa meno nota anticamente appartenuta ai Savoia. Proseguendo vediamo che Marc passa con la sua auto in Via Vittorio Amedeo Gioanetti angolo Corso Giovanni Lanza. Si tratta forse dello scatto più recente (assieme a quelli di Ellerre) che abbiamo particolarmente piacere a mostrare perché riguarda una di quelle poche location del film (pur se secondarie) che ancora nessuno aveva individuato.

14. LA VILLA DEL BAMBINO URLANTE 
(Blu Bar, Tattoo)
Si tratta certamente della location più famosa e visitata. Dice Davide: “Io personalmente la osservai la prima volta (imbambolato e almeno per un'ora, suscitando dubbi sulla mia salute mentale da parte di passanti e automobilisti) nel lontano 1987. Proprio durante la nostra visita per le riprese i nuovi proprietari, che ci negarono senza pietà e misericordia alcuna le riprese interne, la stavano facendo restaurare. Abbiamo comunque avuto la fortuna di poterla riprendere e fotografare lateralmente (lato destro) e da un terrazzo quasi frontale. La persona proprietaria del terrazzo in questione è la stessa che concesse tale permesso nel 1974 a Dario per girare alcune sequenze e fare fotografie da quel piano rialzato. Mentre lavoriamo ci racconta: ‘...quel tratto di corso Lanza per sette notti fu illuminato a giorno e un gran numero di persone si muoveva indaffarato per tutto il set fino all'alba...’.
 
Si noti che Marc, nel film, raggiunge la villa  in contromano rispetto al senso di marcia reale. La prima volta che la villa si affaccia nel film è dalle pagine del libro di Amanda Righetti, con una foto che accompagna il breve racconto. Abbiamo voluto inserire tale foto nella tavola 9b (assieme alla copertina, all’indice nel libro e all’inquadratura che mostra la più ampia porzione della pagina col racconto) per mostrare quanto fosse esatta la teoria di Marc: la finestra che lui trova murata nella foto è in bella evidenza, ed è inutile notare che chi oggi andasse a visitare la villa la troverebbe senza dubbio presente, non certo murata (si veda a questo proposito la foto del 2002 estrapolata da “Blu Bar”). La villa in questione è Villa Scott (o Liberty o Fatima) in Corso Giovanni Lanza 57, a Torino. Successivamente, sulla strada verso casa, Marc incontrerà alcuni uomini del soccorso stradale impegnati a tentare di raddrizzare un grosso camion ribaltatosi sulla via. Siamo a Torino, precisamente in via Pietro in Vincoli, subito dopo un passante sospeso pedonale di comunicazione tra due edifici che stanno uno di fronte all'altro.

14/2 LA CASA DOVE VIVONO LA PICCOLA OLGA E SUO PADRE
(Travis)
Quando Marc va a trovare il signor Rodi (Furio Meniconi) e sua figlia Olga (Nicoletta Elmi) per avere informazioni sulla villa del bambino urlante, si ferma a parlare con l'uomo sulla soglia di una casa dall'apparenza rustica, che è parso subito difficilissimo rintracciare e che ha resistito fino a oggi 21 giugno 2010. Si è a lungo discusso se potesse essere a Roma o Torino e pareva che la seconda ipotesi potesse essere prevalente. Tuttavia non si era mai riuscita a trovare. Solo un giorno, d'improvviso, il nostro Travis se n'è uscito dicendo che l'aveva individuata in via della Camilluccia a Roma. Ed in effetti la casa è ancora lì, praticamente identica ad allora, così come facilmente identificabile è la casa che le sta di fronte. Nella tavola troverete tutte le prove di cui avete bisogno.

15. LA SCUOLA
 (Blu Bar)
Un’altra location di assoluta rilevanza è la scuola Leonardo Da Vinci, dove la figlia (Nicoletta Elmi) del giardiniere della villa aveva copiato lo stesso disegno che Marc aveva trovato scrostando un muro interno alla villa stessa. La scuola in realtà è il Ginnasio Liceo Terenzio Mamiani in Viale delle Milizie 30 a Roma, e noi seguiamo Davide nella visita interna all’edificio, dove Argento girò molte scene del prefinale. Incontriamo, dice, “Lunghi corridoi con molte porte ai lati, ‘Una delle cose di cui aveva più paura Dario da bambino’. La facciata e l'ingresso sono invariati. Marc e Gianna scendono in quello che nella realtà è il seminterrato usato come magazzino (tutte le aule si trovano difatti ai piani superiori) arrivando alla palestra, che quando eravamo lì noi non era agibile per via di alcuni lavori di ristrutturazione e che dunque non abbiamo potuto visitare.
La tappa successiva è l’archivio, che è esattamente dove risulta essere ancora adesso. In questa stanza Marc e Gianna visionano i disegni tra i quali trovano quello rivelatore. Ci si sposta poi nell’aula magna, oggi un po’ cambiata: la pavimentazione e l'arredo sono  stati sostituiti, negli anni. Gianna viene pugnalata e si appoggia alla prima colonna. Le aule sono praticamente tutte uguali e questo non ci ha permesso di identificare quella con la lavagna e la figura dell'impiccato oltre a quella della scena finale in cui le librerie/archivi formano una specie di labirinto (creato appositamente per le riprese). Gli oggetti d'arredo sono stati in gran parte spostati o sostituiti.
 
16. CARLO AGGANCIATO DAL CAMION
(Ellerre)
Con l’arrivo della polizia Carlo si vede costretto alla fuga. Inseguito dalle pallottole salta un muretto e si ritrova in strada. Inizialmente pensavamo si trattasse di viale delle Milizie, come avrebbe dovuto in teoria essere, ma ci siamo ben presto accorti che non era quello il punto. Dopo veloci indagini, giustamente Ellerre mi ha fatto notare che il muretto è sempre quello del liceo Mamiani, ma non dà su viale delle Milizie quanto invece su via Angelo Brofferio (una laterale del viale). E’ qui che Carlo (seguendo quindi un percorso logico) viene “agganciato” dal camion che passa sulla via per essere poi trascinato sull’asfalto. Il triste epilogo della scena è girato sempre a Roma, per la precisione in via della Navicella, su una strada fiancheggiata da un muro che il solito Ellerre ha bravamente individuato.

Chiudiamo ricordando che, come già detto, la storica scena della decapitazione via ascensore nel finale venne girata all'interno dei De Paolis. Bernardino Zapponi comunque, durante un'intervista presente sul dvd americano del film, ha precisato che l'idea saltò in mente a Dario guardando proprio l'ascensore di casa Zapponi, uno di quei vecchi ascensori in ferro con due soli pulsanti...

17. IL PIANEROTTOLO (CON ASCENSORE KILLER) DEL FINALE
(PagniMauri)
Siamo al tragico epilogo: Marc capisce qual era il particolare che non tornava e si precipita nell'appartamento della sensitiva dove incontrerà l'assassina (destinata alla brutta fine che tutti conosciamo). Si è sempre fatto un gran parlare soprattutto dell'ascensore, che secondo alcuni sarebbe potuto davvero esistere in Piazza CLN a Torino assieme al pianerottolo. Ebbene, nonostante PagniMauri avesse già chiarito che l'ascensore venne ricostruito ai De Paolis, ha voluto andare a fondo della questione ed ecco il risultato. Come già detto da Vivalda Vigorelli e Germano Natali (che con Bassan se ne occupò personalmente) l'ascensore era ai De Paolis. Dice PagniMauri: iniziamo con un dato di fatto: l' ascensore del film NON HA CAVI ma solo UNA CATENA CENTRALE! E' visibilmente FINTO!
Ascensore, scale, porte e pianerottoli furono costruiti appositamente in uno dei Teatri di Posa De Paolis, ma mentre scale, porte e pianerottoli furono costruiti prendendo come esempio il palazzo di Piazza CLN di Torino (vedi tavola), per l'ascensore fu preso ad esempio l'ascensore del palazzo sito a Roma in cui viveva Bernardino Zapponi (vedi frame che trovate in tavola, dall' extra contenuto nel DVD "Deep Red" della Anchor Bay)! ATTENZIONE! Fu preso ad esempio e NON FU ricostruito copiandolo! Dunque non solo quell'ascensore, scale, porte, e pianerottoli NON SONO MAI ESISTITI REALMENTE ma non ne sono MAI ESISTITI DI IDENTICI! Per scrupolo personale ho visitato gli androni di tutti gli stabili di Piazza CLN e NON HO RISCONTRATO NULLA DI SOMIGLIANTE a quanto si vede nel film!


Foto: in gran parte da BLUBAR (2002) di Davide Della Nina e Alessandro Benna tranne per villa Righetti (Powerglide e Zender), il muretto di notte in cinquecento e l'uomo in bici con la bandiera (Gugly), casa Gianna Brezzi (Ellerre), Carlo agganciato dal camion (Ellerre), Camion ribaltato (Pagnimauri e Tattoo), Ville pre-Scott (Blackgold).
 Tavole: Zender - Testi: Zender e Davide Della Nina.


ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO PAGNIMAURI (con l'aiuto di ELLERRE e ZENDER)

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commenti (22)

RISULTATI: DI 22
    Zender

    29 Aprile 2009 23:49

    Il 22 dicembre 2008 Don Masino scrisse nel forum:
    Un lavoro magnifico che fa onore al sito e al documentario di Pagnimauri, che dev'essere stupendo. Complimenti vivissimi a tutti: esaustivo e fenomenale!
    Zender

    29 Aprile 2009 23:49

    Il 22 dicembre 2008 Caesars scrisse nel forum:
    Altro lavoro fenomenale... complimenti davvero di cuore.
    Zender

    29 Aprile 2009 23:51

    Il 22 dicembre 2008 Caesars scrisse nel forum:
    Ottimo lavoro, complimenti a tutti!!!interessantissimo, non vedo l'ora a questo punto di vedere il documentario Pagnimauri!

    Ottimo lavoro, complimenti a tutti!!!
    Zender

    29 Aprile 2009 23:52

    Il 22 dicembre 2008 Gugly scrisse nel forum:
    Che dire? Un lavoro completo che rende onore a tutti per la precisione... praticamente un bigino da portare con sè!
    Abbiamo mappe e luoghi, potremmo organizzare degli incontri tra appassionati (a questo punto mi piacerebbe conoscere tutti gli autori per chiacchierarci di persona).
    Zender

    29 Aprile 2009 23:52

    Il 22 dicembre 2008 Gugly scrisse nel forum:
    p.s. curiosa la scena del cimitero ebraico girata a Perugia...ho sempre pensato (o sperato?) che si trattasse di Roma!
    Zender

    29 Aprile 2009 23:53

    Il 22 dicembre 2008 Markus scrisse nel forum:
    no no, era noto ormai da diversi anni che si trattasse del cimitero di Perugia.
    Va detto che l'alternativa storica "argentiana" dei cimiteri, al massimo poteva essere il monumentale di Torino.
    Zender

    29 Aprile 2009 23:53

    Il 22 dicembre 2008 Markus scrisse nel forum:
    Un grazie a Zender per aver saputo riunificare e ricostruire con una precisione quasi assoluta le locations del capolavoro di Argento. Fino a ieri infatti se si volevano conoscere i principali luoghi in cui era stato girato il film bisognava navigare sul web in maniera dispersiva per poi ottenere sempre le stesse parziali informazioni. Grazie anche al lavoro di Pagnimauri siamo riusciti finalmente ad averne un quadro completo fin nei dettagli.
    Zender

    29 Aprile 2009 23:53

    Il 22 dicembre 2008 B. Legnani scrisse nel forum:
    Lavoro superbo.
    GRAZIE agli autori.
    Zender

    29 Aprile 2009 23:54

    Il 22 dicembre 2008 Undying scrisse nel forum:
    Lo so: il ringraziamento andrebbe nella discussione generale.
    Ma non posso fare a meno di accodarmi ai precedenti interventi.

    Lavoro semplicemente eccezionale, adatto ad un film CAPOLAVORO come Profondo Rosso.

    Complimenti a tutti quelli che hanno profuso tempo, energie e fatica: ne è valsa la pena...
    Zender

    29 Aprile 2009 23:55

    Il 22 dicembre 2008 Powerglide scrisse nel forum:
    La banda del Davinotti colpisce ancora.
    Terzo colpo messo a segno nel giro di tre mesi sulle location argentiane. Dopo Tenebre e L'uccello dalle piume di cristallo, non si poteva finire l'anno senza lo Special degli Special: quello su Profondo Rosso. Ed è riuscito benissimo come era doveroso che fosse. A questo punto i complimenti non bastano più: un'ovazione al lavoro professionale di Pagnimauri e del suo collega, all'attivissimo Zender e alla passione di tutti gli altri che hanno collaborato.