Le location esatte di "Fantasma d'amore"

20 Settembre 2011

La situazione al via delle ricerche:
Del film si sapeva che era stato girato a Pavia, senza nessuna indicazione precisa dei luoghi.

Fantasma d’amore è un film piuttosto particolare, amato da molti (anche da chi in genere non è propriamente attratto dal cinema italiano) forse perché sa uscire dagli schemi narrativi tipici della nostra cinematografia, o forse per la sua ambientazione caratteristica. La ricerca dei luoghi delle riprese è durata anni, anni che definirei snervanti anche a causa delle poche notizie al riguardo. Fatta questa premessa, ho il piacere di presentarvi le principali location di un film che mi è gradito definire “gotico-sentimentale”, diretto magistralmente (a mio parere) dal compianto Dino Risi e tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore e giornalista pavese Mino Milani. Alla fine dell’approfondimento sulle location una breve analisi sui due protagonisti.

NOTE: Fantasma d’amore fu girato nell’autunno/inverno 1980 e uscì nelle sale cinematografiche nella primavera del 1981 con un incasso (non entusiasmante) di lire 412.000.000*.
Aggiungo: era prevista un’intervista concordata all’aiuto regista Claudio Risi che a tutt’oggi non mi è stata concessa; nel caso me la fornisse, sarà mia cura aggiungerla a questo speciale.


01. IN AUTOBUS
(Markus)
Il film si apre su Piazza Borgo Calvenzano a Pavia, col personaggio principale del film (Nino Monti, interpretato da Marcello Mastroianni) che in una velata giornata invernale s’incammina verso la fermata di un autobus (autobus su cui poi salirà). S’intravede un lungo porticato, e proprio da esso sbucherà fuori, mentre l'autobus è appena partito, una signora (Romy Schneider) che richiama l'attenzione dell'autista cercando di fermarne la corsa e salire a sua volta.
E' un passeggero del bus a far notare la cosa all'autista, che frena e riapre le porte del mezzo. Sul bus Nino nota la signora appena salita, fisicamente deperita (Romy Schneider) e, vedendola in difficoltà, per pura cortesia e senso civico le donerà le cento lire necessarie per acquistare il biglietto. Subito dopo la misteriosa signora scenderà in Viale Bligny cominciando a correre lungo un viottolo. L'autobus quindi, che pare aver fatto chissà quale tragitto, si è in realtà spostato di pochi metri...

02. LA CASA DI NINO MONTI
(Markus)
Nino Monti rientra a casa sua, nel cuore della città. Si tratta di un antico stabile dall’aria borghese, posto a fianco di una chiesa dal frontale spoglio. Siamo nel centro di Pavia, in via Antonio Scarpa, e la chiesa in questione è quella di San Michele Maggiore. Sotto passano delle auto. La casa di Nino si vedrà altre volte nel corso del film (soprattutto gli interni, a dire il vero), e grazie alle inquadrature presenti si può anche facilmente stabilire quale sia la finestra da cui vedremo affacciarsi il protagonista. Una location non certo difficile da scovare, vista l'importanza della chiesa presente sulla sinistra e la centralità della stessa...

03. LA CASA DI ANNA BRIGATTI DA GIOVANE
(Capannelle)
Nino, rimasto solo a casa per non aver accompagnato la moglie ad una conferenza, riceve una telefonata. Un solo squillo, a cui non risponde, Basta questo a fargli ricordare una sua ex fiamma, Anna Brigatti (Schneider), e il pensiero lo riporta a percorrere la via dove abitava la ragazza. Passeggia nel centro di Pavia: è buio, piove, fa freddo (la telecamera inquadra in primo piano l’indicazione di via Luigi Porta), e Nino cerca di ricordare dove vivesse Anna. Lì nei pressi l'uomo incontrerà nuovamente la misteriosa donna vista sull’autobus; di primo acchito questa pare assomigliare incredibilmente al suo antico amore, ma nello stesso tempo Nino rifiuta di credere all'ipotesi, considerato il volto ormai deturpato dal male della donna.
Poco dopo, nello stesso posto, avverrà uno strano delitto... Con Zender abbiamo percorso palmo a palmo la sopra citata via Porta senza trovare il portone inquadrato nel film; era chiaro, quindi, che il portone non era lì (nel film Nino si avvicina alla casa di Anna quasi subito, ma ovviamente al cinema le ellissi sono la regola). Dopo un’ora d’inutili ricerche abbiamo ritenuto opportuno cedere momentaneamente il passo. Qualche giorno dopo, però, la fortuna ci è venuta incontro: senza volerlo il forumista Capannelle, durante una sua ricerca per un altro film d’ambientazione pavese, aveva postato il medesimo luogo sul forum, e grazie al fotogramma da lui inserito si è potuto scoprire dov’era quel portone tanto ricercato, ovvero in Piazza San Teodoro, davanti alla chiesa, sempre a Pavia naturalmente.

04. CENA AL VECCHIO MULINO CON AMICI
(Markus)
Nino Monti si ritrova con i suoi amici di gioventù in un caratteristico ristorante con un mulino ad acqua al suo interno. Agli amici Nino confida d’aver incontrato Anna Brigatti e uno di loro, di professione medico, gli ricorda che Anna, sposatasi a Sondrio, è ormai deceduta da anni. Nino non riesce a capacitarsene, ma infine si convince di aver parlato sul bus con un’altra persona. La notizia appresa dall’amico diventa per Nino un crudele “tarlo” che lo frastorna... L’ambiente della cena è affascinante: molti si sono domandati per anni dove fosse questo “immaginario” ristorante con un vero mulino ad acqua funzionante.
La soluzione del caso l'ho ottenuta grazie alle assidue ricerche in rete con parole chiave: l’entrata che si vede nel film l’ho trovata disegnata sulla pagina principale del sito internet di un ristorante nei pressi della Certosa di Pavia (“locanda vecchia Pavia al mulino” in Via località Certosa Monumento, 5). Arrivati sul posto per le consuete foto abbiamo potuto riscontrare che è davvero quello il luogo dove vennero girate le immagini esterne e interne, solo che gli interni (dove c’è il mulino), pur affaccianti sullo stesso cortile, non fanno parte del ristorante ma di un’enoteca gestita da altri proprietari, peraltro non presenti per poterci aprire (se mai l’avessero concesso) la porta dell’enoteca che in quel momento era disgraziatamente chiusa. Confermato in ogni caso il posto da tutti i presenti.

05. FESTA PAVESE CON RISOTTO
(Markus)
La scena si svolge all’interno di una moderna villa arredata con mobili di pregio e ornata da quadri astratti. In questo luogo Nino e la sua consorte partecipano a una cena in piedi muniti del classicissimo piatto con risotto giallo e spolverata di pepe. Con loro sono presenti molti ospiti illustri: avvocati, vescovi e “pezzi grossi” dell’alta società pavese. Qui Nino incontra don Gaspare, un prete di provincia dallo sguardo particolarmente enigmatico, noto per sedute spiritiche ed esorcismi. E’ stata la prima location da me trovata (addirittura anni fa!): riconobbi sin da subito gli interni di una villa utilizzata in molti film, che poi qui sul Davinotti si è scoperto essere ubicata nel quartiere romano dell’Olgiata. Siamo insomma chilometri e chilometri distanti dal luogo in cui ci si vuole far credere di essere, e la villa in questione è nota qui sul Davinotti come Villa Olgiata 3 .

06. LA CLINICA A SONDRIO
(Markus)
Nino Monti accompagna la moglie e un’amica di famiglia a Sondrio, presso uno studio medico, per un’approfondita analisi su un presunto male lamentato dalla signora. Una volta arrivati a destinazione si scorge in lontananza una bella casa in stile liberty, dove Nino lascerà le due donne all’entrata. In realtà la clinica in questione non è affatto a Sondrio ma a Pavia, in Via Privata Mario Albertini. Il luogo ci è stato segnalato da una signora di Pavia durante una nostra visita lì: ricordava che alcune scene del film erano state girate nella vicina Basilica S. Pietro in Ciel d'Oro. Proprio a causa delle riprese la signora era rimasta al tempo bloccata nel traffico... Un fatto singolare che mi ha permesso di individuare (con una rapida e successiva ricerca su internet) il luogo esatto dove sorgeva la... clinica.

07. LA VILLA DI ANNA A SONDRIO
(Neapolis)
La villa di Anna Brigatti rappresenta la location chiave del film. Nino vi si reca due volte: la prima incontrerà Anna, la seconda conoscerà il marito di lei. Due scene alquanto inquietanti per la calma che prelude al dramma. Diciamolo subito: la villa non è a Sondrio come il film vuol farci credere, bensì a Villanterio (PV). L’ho cercata per anni senza esito soprattutto perché, a parte la facciata, non si vede molto altro nel film e un tempo gli strumenti di visualizzazione (e le mappe) su internet fuori Pavia erano scarsi. Continue ed estenuanti ricerche non portarono a nulla e dopo aver escluso Pavia, da me setacciata in ogni suo punto... rimaneva il resto d’Italia! Solo la vegetazione, il cielo plumbeo e un certo “non so che” mi faceva comunque pensare che fossimo in zona, ma chiaramente non bastava questo per poterlo dimostrare, e l’atroce dubbio “villa fuori Roma” non poteva essere escluso del tutto.
Sulle ceneri della mia lunga ricerca fallimentare, misi il fotogramma della scena sul forum con la speranza di essere aiutato e, per incoraggiare le ricerche, promisi un premio speciale, ovverosia i miei massimi rallegramenti (R.R.M. Rallegramenti Reali Markus, che equivalgono a punti di merito agli utenti, oltre alla soddisfazione del premio); la risposta è arrivata tempo dopo grazie alle indagini del forumista Neapolis, che si è prodigato in investigazioni fino a ricevere la risposta di un quotidiano locale pavese che gli ha segnalato la villa di Villanterio, che è in Via San Giorgio e si chiama Villa Meriggi. Al solerte Neapolis sono stati assegnati i dovuti “R.R.M.” sopra citati (e lo ringrazio ancora); colgo altresì l’occasione per ringraziare coloro i quali hanno tentato delle indagini contemporanee, pur senza arrivare ad una conclusione. Recatomi sul posto con Zender, abbiamo visto che il frontale della casa non è orientato sulla strada come sperato, bensì verso il cortile interno, non visualizzabile senza entrare nella proprietà. Abbiamo quindi citofonato ai padroni di casa, ma nessuno ha risposto.
Per questa ragione non è stato possibile scattare foto in parallelo, ma il luogo è stato confermato grazie all’aiuto delle mappe fotografiche.
Nota del 31/1/2012: Ci ha scritto via mail Stefano Meriggi facendoci molto gentilmente i complimenti e aggiungendo quanto segue: "Mi spiace molto di non aver conosciuto prima il vostro sito soprattutto perché avrei potuto darvi delle informazioni in più riguardo alla villa di famiglia Villa Meriggi. Nel 1981 la villa era ancora di nostra proprietà e mia nonna su richiesta della produzione decise di mettere a disposizione la casa per girare alcune scene del film. Una notizia che forse non sapete è che in realtà nel film è stato ripreso solo l'esterno di villa Meriggi; infatti mia nonna diede il permesso solo per girare in esterna. Le riprese interne quindi non appartengono alla villa". Oltre a questo Stefano ci ha spedito delle bellissime foto d'epoca (compresa una del 1914, anno in cui la villa venne ultimata) che trovate nella tavola 7c.

08. LA CASCINA DI DON GASPARE 
(Markus)
Nino Monti vuole vederci chiaro e si reca nella vecchia cascina dove vive don Gaspare, il prete esorcista, nella speranza che questi gli possa fornire delle spiegazioni sul “caso Anna Brigatti”. Il prete capisce che si tratta di un fantasma e ne ha paura: infatti, durante la visita di Nino, squilla il telefono del prete e al di là del filo vi è proprio lei, Anna Brigatti! Risponde Nino, mentre don Gaspare (con tono minaccioso e volto agghiacciante) dice all’amico di riattaccare la cornetta! Una scena drammatica e attanagliante, per lo spettatore. Muniti di fotogrammi del film, durante la visita al ristorante del vecchio mulino alla Certosa di Pavia abbiamo chiesto al cortese gestore se riconoscesse la cascina dov’era ambienta la casa di don Gaspare; ha risposto che secondo lui era nei dintorni della villa del manicomio (altra location del film che vedremo in seguito), nei pressi di Broni (PV). Recatici sul posto, con un po’ d’intuito, senso dell’orientamento (e anche un pizzico di fortuna), avendo ben chiara la disposizione arborea delle secolari querce, il cascinale del film l'ho individuato in località Cassina Po, in Via Emilia (a pochi km da Broni).

09. A TORRE D’ISOLA SUL TICINO, IN LA BARCA

Siamo sul Ticino (Mastroianni cita nel film una località, “Torre d’isola”). Da giovane, Nino Monti sulle rive di questo fiume trascorreva dei piacevoli momenti in compagnia di Anna Brigatti. Ora vi ritorna perché ha un appuntamento rievocativo del tempo che fu proprio con lei. Siamo d’inverno, c’è una leggera nebbiolina sul corso del fiume, i cipressi lombardi e le robinie sono spoglie e appaiono come macabri scheletri neri che si stagliano sul cielo grigio. Purtroppo, nel film sono inquadrati solo ed esclusivamente il fiume e le sue anse sabbiose. Il luogo ricorda molto la zona di Carbonara Ticino o limitrofe; addirittura ho azzardato un punto ben preciso (dove girarono altri film in precedenza, fatto che avvalora la mia tesi), ma non potendolo dimostrare con elementi reali (delle case, ad esempio), non posso confermare questa mia convinzione. Inutile avventurarsi in una ricerca che non potrà mai essere comprovata, tuttavia m’è parso giusto segnalarlo. Sul fiume accadrà l'imponderabile: Anna finirà in acqua scomparendo, e Nino denuncerà il fatto ai carabinieri. Tornato successivamente sul posto per le indagini, Nino tornerà verso casa attraversando il ponte in barche di Bereguardo (PV), location sfrutattissima per la quale vi rimandiamo allo speciale dedicato).

10. IL CIMITERO CON LA TOMBA DI ANNA
(Markus)
A Sondrio, Nino Monti ritorna nella villa di Anna Brigatti, ma vi trova soltanto il marito. Da lui viene a scoprire che la moglie è morta qualche anno prima a causa di un male incurabile. Nino resta basito perché in cuor suo è convinto d’averla appena incontrata. La sua mente è devastata da mille dubbi: il marito non può essere un bugiardo… forse è vittima di un terrificante incubo? Uscito dalla villa, Nino incontra l’anziana cameriera di casa e a lei chiede conferma del decesso di Anna, chiedendole di essere accompagnato al cimitero per visitare la tomba, che si trova al cimitero monumentale di Pavia (i due varcano la soglia dall'entrata laterale in Via Carlo Stafforini).

11. IL GIUDICE SMONTA NINO VICINO A CASA DOPO AVERLO ACCOMPAGNATO
(Zender)
Mentre si fa accompagnare a casa dall’amico giudice, Nino fa fermare l’auto dicendo di voler proseguire a piedi, turbato dai continui pensieri di Anna. Il punto in cui Nino smonta dall'auto è uno dei più suggestivi di Pavia. Sullo sfondo tre torri medievali piantate in pieno centro città, che insieme occupano lo sfondo dell'inquadratura donandole un fascino unico. Siamo in via Antonio Bordoni.

12. LA PIAZZA VICINO AL PONTE COPERTO DOVE RIVEDE ANNA
(Markus)
Nino sta percorrendo la stradina che conduce al celebre ponte coperto di Pavia. Un autobus lo supera e fa una sosta. Affacciata al finestrino Nino rivede Anna, che lo sta osservando! L'uomo sale a sua volta sull'autobus per cercare di parlarle, ma la donna sfugge facendosi largo tra i passeggeri e scendendo dalla porta anteriore del bus. Nino la insegue e riesce a incontrarla al centro del ponte per l'ultimo malinconico dialogo, terminato il quale Anna si getterà nel fiume scomparendo. La scena è stata girata nel punto più caratteristico di Pavia, ovverosia al principio del vecchio ponte coperto sul Ticino (inquadrato anche nei titoli di testa).

13. IL MANICOMIO FINALE
(Antonella)
Nel 1980 i manicomi erano già stati chiusi da qualche tempo (la Legge Basaglia del 1978, senza non poche polemiche, aveva posto la parola fine a questo fenomeno di degradazione umana). Erano nate allora cliniche psichiatriche atte a cercare - nel limite del possibile - di riabilitare il malato e non a segregarlo come avvenuto fino ad allora. Fatta questa dovuta premessa storiografica, in questo film s’ingentilisce tale ambiente localizzando l’ospedale in una sontuosa villa, dove Nino (ormai reso farneticante dagli eventi) è ospitato per le essenziali cure. Il luogo delle riprese mi è stato segnalato da una mia conoscente (Antonella, che ringrazio) la quale, anch’essa amante del film, ha riconosciuto la villa in una fotografia inserita su un settimanale. Siamo a Broni (PV) sulla S.S. 10 Padana Superiore.


APPENDICE:
 
ROMY SCHNEIDER: il fantasma… d’amore!

La carriera di Romy Schneider è essenzialmente legata al cinema tedesco degli anni Cinquanta. Molti la ricorderanno per il ruolo di “Principessa Sissi” e indubbiamente il personaggio la rese celebre al punto di “inchiodarla” per molto tempo a una determinata personalità; in questo senso, anche oggigiorno sento spesso definirla (quando qualcuno non ricorda il suo nome) “l’attrice che faceva la principessa Sissi”. In seguito Romy continuò la sua carriera lavorando nel cinema internazionale diretta da molti apprezzati registi, senza in realtà mai più trovare un personaggio che le ridonasse la popolarità acquisita in precedenza, ma senza mai cadere - va detto - nel tragico dimenticatoio; insomma, il giusto compromesso che però la tormentava, forse perché fragile, o forse solo perché chi fa un mestiere legato all'arte - e ha la fortuna d’esser bella - acquisisce col tempo un senso di naturale onnipotenza; ma la vita spesso ci pone di fronte a diverse realtà che modificano gli atteggiamenti. La vita di Romy è stata da un certo punto in poi scandita dalla parola “morte”: prima del marito, nel 1978, e in seguito del figlio, nel 1981 (poco dopo le riprese del film in oggetto); evidentemente straziata da questi tragici eventi, Romy venne trovata morta a Parigi il 29 maggio 1982 (overdose di sonniferi). Si disse che fosse malata da tempo. La pellicola venne dunque girata a cavallo tra i due tragici momenti della sua vita. Eppure il fatto straordinario è che le sue paure, le sue fragilità, non hanno minimamente intaccato la resa artistica: in Fantasma d’amore essa ci mostra con straordinaria efficacia il doppio ruolo di fantasma del passato: incantevole, gioioso, raggiante, in contrapposizione al drammatico ruolo di Anna Brigatti malata, con il viso deturpato dal dolore. Del suo portamento così naturalmente elegante, profondamente teutonico ma non freddo, ha saputo servirsene nel migliore dei modi ed è qui la sua straordinarietà. Il suo talento d’attrice ha una testimonianza d’eccellenza ovvero Dino Risi, il quale, in seguito al decesso della Schneider, rilasciò un’intervista al settimanale L’Espresso nel 1982 dicendo che lavorare con lei non fu facile per via dei suoi continui sbalzi d’umore e per la sua ossessione di essere perseguitata (fatta di pianti, risate isteriche, impuntature)... eppure quando la cinepresa veniva azionata si rivelava l’eccellenza di una grande attrice di rara sensibilità, capace di impreziosire il personaggio da lei interpretato. Un ritratto sincero.

MARCELLO MASTROIANNI: un nostalgico nella nebbia.

Mastroianni, nel film Nino Monti, a mio avviso riesce a dare al suo personaggio un appropriato tono malinconico e pacato ma nello stesso qual tempo autorevole (in fin dei conti interpreta un commercialista di valore). La noia di un consunto rapporto matrimoniale con una donna di mezza età borghese, molto religiosa - matrimonio rimasto senza figli - è ormai cucito da freddi convenevoli. Risi, in questo senso, mostra la relazione tra i due in maniera rapida ma efficace: nella loro casa vi è un silenzio assordante, interrotto solo dallo stridere delle posate sulla tavola e dalle frasi superflue di lei (“Credi che ti faccia bene tutta questa mostarda?”). Non ci si stupisce, pertanto, quando l’incontro casuale tra Nino e il suo “fantasma d’amore”, un’ex fidanzata ormai quasi dimenticata, gli riscalda il cuore e rilassa i tratti del volto martoriati da anni di deprimente monotonia. Alcuni flashback ci trasportano dalla nebbiosa e bigia Pavia del 1980 ad anni indefiniti in cui i due ex, allora giovani, si abbracciavano e pedalavano insieme in campagna tra un bacio appassionato e l’altro. Un incantevole sole illumina i loro volti sorridenti (la cui bellezza è indubbia), ignari del beffardo futuro che li attenderà.
* Fonte: Dizionario del cinema italiano. I film. Vol. 5/1: Dal 1980 al 1989 A-L . Poppi Roberto, 2000, Gremese Editore.

Testi: Markus (con qualche aggiunta di Zender) - Tavole: Zender - Foto: Zender (con l'aiuto di Markus)

APPROFONDIMENTO INSERITO DAI BENEMERITI MARKUS E ZENDER

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commenti (27)

RISULTATI: DI 27
    Geppo

    21 Settembre 2011 12:54

    Un immenso GRAZIE a Markus e Zender per questa bellissima chicca.
    Il DAVINOTTI colpisce ancora!!!!!
    Capannelle

    21 Settembre 2011 14:37

    Bellissimo oh yeah, l'attesa è valsa. La cascina di don Gaspare deve essere stata una bella soddisfazione..
    Didda23

    21 Settembre 2011 15:39

    Bellissimo speciale...Complimenti a tutti e due!Per festeggiare è d'obbligo la fantasma d'amore night!
    Guru

    21 Settembre 2011 17:25

    Finalmente è arrivato sui nostri schermi. A presto per un commento dopo la visione...
    B. Legnani

    21 Settembre 2011 18:17

    Notevole! Bravissimi!
    p.s. Errorino di stampa sul finire del capitolo 5 (qui chiamato 05, come se fossimo in una bolla di accompagnamento...).
    Allan

    21 Settembre 2011 22:13

    Lavoro memorabile, davvero bravi!
    Manfrin

    21 Settembre 2011 23:39

    Un mosaico splendido che valorizza una città che non conoscevo e che visiterò alla prima occasione.Bravi ragazzi!!
    Stefania

    21 Settembre 2011 23:42

    Bravissimi Markus e Zender, so che un lavoro così preciso è costato fatica, e c'è voluta passione! Vi ricordo che, riguardo a Pavia, abbiamo un piccolo progetto in sospeso per questo autunno;)
    Andygx

    22 Settembre 2011 19:52

    Splendido lavoro!
    Markus ai massimi livelli: con disinvoltura passa da cacciatore di location a consumato attore.
    Fantastiche le foto di Zender.
    Grazie ragazzi!
    Caesars

    23 Settembre 2011 08:43

    Bravissimi, uno special davvere notevole. Ancora complementi sia a Zender che, soprattutto, a Markus. Un bravo anche a Neapolis, verso il quale nutro invidia sincera a causa degli R.R.M. guadagnati (è tutta una vita che spero di riuscire, un giorno, a meritarmeli. Mio padre ha fatto enormi sacrifici per farmi studiare sperando che ciò mi aiutasse a procurarmi gli R.R.M. ed invece ancora nulla)