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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Haneke innesta elementi lynchiani su una struttura da giallo puro (senza sangue, almeno inizialmente) andando a pescare nel voyeurismo “a scopo intimidatorio” che già Argento aveva sviluppato in modo più tradizionale nel suo 4 MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO. Impossibile non pensare alle lettere e alle fotografie inviate da un mittente misterioso a Roberto Tobias, soprattutto quando vediamo comparire anche qui un flashback nel quale una testa viene mozzata da una lama (d'accordo, è la testa di un pollo, ma la sensazione dell'omaggio...Leggi tutto è forte). Certo, poter utilizzare un lungo video e non una semplice istantanea come oggetto da spedire e successivamente far analizzare (cosa impensabile, nel 1971 di Argento) accresce il senso di inquietudine, che Haneke mirabilmente gestisce addirittura rinunciando alla colonna sonora, che si penserebbe fondamentale. Georges Laurent (Auteuil) è la vittima; molto più di sua moglie Anne (Binoche), terrorizzata ancor maggiormente quando capisce che il marito pare non essere totalmente all'oscuro dei possibili moventi alla base di tutto. Si produce quindi presto l'effetto contrario a quello suggerito ironicamente dal titolo italiano: tutto è nascosto, in superficie affiorano solo indizi dalle molteplici interpretazioni. E la virtuosistica sceneggiatura su questo fonda buona parte del suo magnetismo, con l'entrata in scena di un personaggio che sembra davvero uscire da un film di Lynch e che mai si capisce cosa possa sapere: ogni sua parola comunica stupore e insieme consapevolezza, suggerisce qualcosa che immediatamente dopo viene negata, con il protagonista che si adegua senza riuscire a trovare la chiave giusta per interrogarlo come dovrebbe. Per questo si diffonde una sensazione di artificiosità che volge in direzione di un ricercato occultamento della verità che a lungo andare si fa sfibrante. Al punto che prima dell'ultima parte, che si vorrebbe risolutoria, il film incappa in una serie di scene nelle quali d'improvviso si avverte una vacuità destinata a far galleggiare faticosamente il film prima di un finale che - con un colpo di genio - pochi istanti prima dei titoli di coda inserisce seminascosto un particolare che riapre tutto suggerendo una soluzione alternativa; o meglio, una delle soluzioni alternative che disintegrano definitivamente ogni certezza sancendo ufficialmente l'inizio delle discussioni post-visione. L'espediente tuttavia, coerente con le caratteristiche di Haneke, rischia di far dimenticare una prima parte in cui mirabilmente s'erano sapute innalzare a dismisura curiosità e tensione attraverso un clima di mistero nient'affatto comune che ribadisce la caratura del regista, capace anche di scelte stilistiche singolari (i personaggi fuori campo che parlano mentre la mdp inquadra solo il foglio di carta col macabro disegno appoggiato sul tavolo) e abile nel dirigere un cast comunque di primissimo piano. Un buon esempio di thriller moderno e insieme d'autore, lontano dallo spirito del giallista tradizionale ma esemplare nell'uso delle potenzialità del mezzo cinematografico.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/04/08 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/06/20
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Cotola 1/05/08 00:51 - 9012 commenti

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Con questo film Haneke continua la sua opera di scavo all’interno della classe borghese che, come spesso accade in questi film, nasconde più di un segreto. Il risultato è di buon livello, nonostante una sceneggiatura non certo perfetta (che riesce comunque piano piano a creare un certo interesse nello spettatore) ed un finale un po’ troppo incompiuto. Bella prova attoriale di Daniel Auteil.

Galbo 3/05/08 06:08 - 12380 commenti

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Buon film di Michael Haneke; parte in modo molto efficace da un'inquadratura fissa (la casa del protagonista), apparentemente banale nella sua quotidianità, per dare il via a una vicenda che lacera i personaggi della storia attraverso una progressiva ma inesorabile indagine su vicende infantili rimosse e tragiche. Diretto con grande stile e personalità, il film si avvale dell'ottima intepretazione dei due protagonisti con il sempre bravo Auteuil a cui si affianca l'efficace e sofferta Juliette Binoche. Da vedere.

Rebis 10/07/09 18:02 - 2332 commenti

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Potere, induzione e manipolazione dell’immagine: l’inquadratura fissa - che sussume visioni eterogenee lasciando insoluti presente e memoria, segno e senso - inquisisce e rivela, genera attese e conseguenze. A dirla tutta, la prassi del rewind in Funny Games era un’esemplificazione più persuasiva e stordente di questo teorico family drama tinteggiato a strati di glaciale e (im)possibile oggettivazione. Più dubbi, y final, che schiarite e non è detto fosse una scelta consapevole e a priori. Convincente il cast, con la Binoche immersa in un personaggio atipico e dimesso. Cerebrale e alienante.

Rickblaine 7/11/09 10:36 - 635 commenti

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Interessante opera, anche se incompiuta. Una trama coinvolgente grazie pure alla recitazione. Alcune scene rimangono poco chiare ma allo stesso tempo non si può negare l'originalità di gran parte del film. Il passato non si può dimenticare e in un modo o nell'altro viene a galla anche il marcio che si è seminato.
MEMORABILE: il secondo incontro tra il protagonista e l'algerino

Saintgifts 1/11/09 10:24 - 4098 commenti

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Film che, come riconosciuto universalmente, mette in campo un sacco di domande e non dà nessuna risposta. Il bello forse sta qui: conclusa la visione lo spettatore riflette su ciò che ha visto, è costretto a pensare e a porsi a sua volta altre domande... ottimo esercizio. Anche qui, come ne La Pianista, c'è, quasi invisibile ma invadente, una televisione con i suoi telegiornali e la sua pubblicità, ancora domande. La cosa che meno mi ha convinto è l'addebito che si fa, di grande colpa, a un bimbo di sei anni, ancora quasi del tutto inconsapevole.

Giuliam 7/11/09 16:38 - 178 commenti

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Diciamo che non è nelle intenzioni di Haneke risponderci alla assillante domanda "chi sono questi benedetti vigliacchi rompiscatole?" con chissà che colpi di scena... piuttosto, vuole "evocare" il triste e vecchio detto "scheletri nell'armadio" che ogni famiglia comune "sa", ed il voyeurismo. Il regista gioca sulla psicologia dei protagonisti e li studia come "cavie" per il suo esperimento viscido, descrivendone magistralmente la loro crisi familiare ed esistenziale. Chissà se è proprio lui l'intimidatore?
MEMORABILE: L'ambientazione.

Enzus79 7/11/09 14:05 - 2874 commenti

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Una famiglia altolocata francese riceve lettere minatorie e il capo famiglia si interroga se è lui il vero obiettivo. Chi sarà il mittente? Il film non scorre velocemente, ma si lascia guardare come se lo fosse, ed è questo il pregio di Haneke. Ogni scena ha un significato (difficile da interpretare). Quella del suicidio, per esempio, è di altissimo livello. Ottima la prova dei due attori protagonisti.

Pigro 12/07/10 08:43 - 9635 commenti

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Affascinato e perplesso. Così mi lascia quest'opera che ha la potenza dello svelamento dei fantasmi rimossi nella famiglia (e nella società) borghese fino a portare al distacco da chi si ama; ma che ha anche un'unica enorme crepa nel ridicolo plot: per vendicarsi di un torto subito 40 anni prima da un bambino, si sgozza di fronte a lui dopo avergli fatto paura spiandolo. Una sciocchezza sovraccaricata di mal gestiti simbolismi psicanalitici (e storici, con la rivolta algerina), che non merita la pur ottima qualità visionaria della regia.

Daniela 13/07/10 15:16 - 12626 commenti

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Giornalista di successo inizia a ricevere lettere minatorie e si accorge di essere spiato. Da chi? Forse dall'uomo a cui ha rovinato la vita tanti anni prima, facendolo scacciare dalla ricca famiglia che l'aveva accolto e che gli avrebbe forse consentito un futuro migliore. Film reticente, schivo come lo sguardo di Auteuil, che si aggira in interni inospitali ed in luoghi semi-deserti alla ricerca di una spiegazione razionale all'angoscia di una vita avvolta dal benessere ma costruita sulla menzogna. Ma il finale non fornisce alcuna risposta.

Myvincent 4/12/10 08:38 - 3727 commenti

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Un Daniel Auteuil partecipe e una Juliette Binoche mediamente sciatta, i protagonisti di questo thriller dalle tematiche sociali, fermo su sè stesso e a tratti irritante per le sue domande non risposte. Esasperato nella resa filmica, non brilla certo per originalità di atmosfere e si trascina lento, inesorabile, verso una fine che ci libera dal giogo... Gradito cammeo di Annie Girardot.

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Mickes2 19/09/11 18:32 - 1670 commenti

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Che il chiodo fisso di Haneke siano le famiglie borghesi e il loro contesto è un dato di fatto. Cinico e cattivo più che mai, il regista austriaco indaga tra i tormenti e le paranoie di una famiglia ossessionata da un nemico invisibile: vhs, disegni inquietanti, ricordi, ambigui avvertimenti, lo spettatore elevato a unico testimone: idea geniale e folgorante, che viene utilizzata per imbastire un thriller morboso, spietato e cupo. Tuttavia emerge qualche sospetto di calligrafismo nel modus narrativo che in altri film non avevo avvertito.
MEMORABILE: Il secondo incontro con l'algerino.

Giùan 6/02/12 15:13 - 4539 commenti

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Passano i film e il gioco di Haneke col "suo" pubblico si fa vieppiù articolatamente (s)coperto, cerebralmente cachè (Nascosto, recita il titolo originale). Va dato atto al regista austriaco di esser tra i pochi Autori contemporanei a rapportarsi in maniera adulta con gli spettatori, a rischio anche di eccedere nello sfidarne il senso comune e le coscienze sopite. In questo caso se la tensione attorno all'ambiguo Auteuil è costruita magistralmente, il sottotraccia storico-politico, sotteso al senso di colpa, rischia di indebolirne la potenza disturbante.
MEMORABILE: Il dialogo tra Auteuil e la grande Annie Girardot; Il finale.

Homesick 8/02/13 18:37 - 5737 commenti

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Disegni e video minatori precipitano nell’incubo una tranquilla esistenza borghese, facendo affiorare sopite colpevolezze che si sublimano in Colpa metafisica. Come nel sadico Funny games, Haneke ostenta la propria autorialità in faccia a faccia verbali ellittici ed estenuanti (gli incontri con l’algerino e con suo figlio), in uno sperimentalismo dove la ripresa del vero si spezza ex abrupto nella sua rappresentazione (il nastro in fast-forward), e nella scelta di un finale aperto. Gli interpreti si ammantano della giusta aura ambigua, ma l’opera risulta eccessivamente fredda e macchinosa.
MEMORABILE: L’incontro con l’algerino; l’improvviso suicidio.

Bizzu 12/12/13 01:01 - 217 commenti

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Il protagonista del film è convinto di non aver niente da nascondere e noi? Come nel Nastro bianco Haneke spiazza lo spettatore con una storia carica di dubbi e rancore, che ha il merito di lanciare la palla allo spettatore per una successiva personale riflessione storica e sociale.

Luchi78 29/01/14 15:37 - 1521 commenti

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Lento e prolisso, fin troppo avaro di spiegazioni e logicità. Si intuisce facilmente il quadro negativo che Haneke fa della famiglia medio-borghese; più difficile inquadrare quell'elemento di negazione che è il fratello algerino rifiutato anni prima. Pindarico il ragionamento che ci porta ad associare il tutto a uno scontro tra società diverse, al suicidio come arma finale per compiere la vendetta. Esageratamente metaforico, lascia appositamente un finale incompiuto quando sarebbe stato opportuno chiudere almeno un cerchio.

Lythops 31/08/14 11:10 - 1019 commenti

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Una telecamera fissa, uno sguardo muto come la lenta presa di coscienza di ricordi che il tempo e la volontà hanno cancellato. Haneke, con la sua sensibilità profonda, regala un film enigmatico ed equilibrato senza violentare la mente dello spettatore, ma lasciandogli libera interpretazione in un finale che, forse, allude a un riscatto che solo una nuova generazione innocente può portare a compimento. Grandi interpreti, ritmo perfetto al tipo di racconto. Emozionante.

Vitgar 15/09/14 09:58 - 586 commenti

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Inquietante commedia drammatica dove certi episodi della vita, per quanto rimossi a livello razionale, restano come macigni nella mente fino a condizionare la vita successiva. Haneke dimostra ancora una volta una grande capacità introspettiva e di penetrare nei meandri più nascosti della mente umana. Tutto viene come lasciato in sospeso nel film e anche il finale ci lascia con un senso di incompiuto, come se tutto ricominciasse da lì. Ottimi Auteuil e Binoche, breve apparizione di Girardot. Grande fotografia.

Deepred89 6/10/14 01:56 - 3704 commenti

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Secondo chi scrive tra i parti migliori del regista, in grado di combinare con classe la consueta critica antiborghese e un ossatura thriller di tutto rispetto, con colpi di scena, disegni argentiani, oscuri flashback e soprattutto un intreccio che amplia il lato thriller di Strade perdute per la gioia di chi, come il sottoscritto, ne amò visceralmente solo i primi 40 minuti. Una regia un po' più vivace (mi perdonino i fan) e una maggiore attenzione per certi dettagli (brutto scivolone quel suicidio) avrebbero reso il film un mezzo capolavoro.
MEMORABILE: Il pacco durante la cena (alla 4 mosche); I disegni; La sequenza sui titoli di coda, più rivelatrice del previsto se osservata con attenzione.

Beffardo57 5/02/18 17:19 - 262 commenti

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L'esistenza di un intellettuale di successo (casa sobria ma elegante a Parigi, BMW, lavoro in televisione, moglie brillante, figlio promettente) è minata da un oscuro passato che vorrebbe rimuovere ma che riaffiora, sconvolgendo equilibri personali e familiari solo apparentemente solidi. Volutamente irrisolto (il thriller ha uno scioglimento che ripristina in qualche modo un ordine stabile: qui invece l'ordine va in pezzi senza rimedio). Molto inquietante - un incubo che si rinnova continuamente - realizzato con abilità narrativa non comune.

Capannelle 6/01/19 01:33 - 4399 commenti

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Opera spiazzante non solo per l'assenza di risposte nel finale ma anche per come costruisce un dramma su binari ambigui e volendo anche non del tutto solidi. Ma il mestiere della regia e degli interpreti riesce comunque a polarizzare l'attenzione dello spettatore a fargli vivere due ore di inquietudine senza ricorrere a gesti eclatanti e facendo emergere il profondo malessere della famiglia di Auteuil.

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Didda23 16/06/20 08:58 - 2426 commenti

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Un'opera autoriale (soprattutto nel finale che ribalta talune "certezze" maturate in precedenza) travestita da giallo classico con evidenti richiami lynchiani. Haneke non è solo straordinario nella composizione dell'immagine, ma lo è di più in fase di scrittura, con una prima parte pressoché perfetta che fa salire - nello spettatore - una curiosità struggente. Poi inevitabilmente qualcosa in termini di tensione si spezza, per dare più importanza a talune suggestioni (nella mente dell'autore) che inducono riflessioni sulle profonde ferite del conflitto Algeria-Francia.
MEMORABILE: La telecamera fissa nei primissimi minuti; Auteuil che lavora in fase di montaggio per "alterare" la realtà; Il suicidio.

Paulaster 14/09/20 10:09 - 4391 commenti

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Conduttore tv riceve delle cassette anonime. Giallo che evita le venature thriller per via dell'assenza di musiche; ma Haneke sa colpire lo stesso e crea l'attesa per una storia che viene da lontano. I temi spaziano dalla psicologia infantile fino ad arrivare alle tensioni francoalgerine, ma è la paura che predomina (anche perché il senso di colpa è difficile per chi aveva solo sei anni). Piccole sbavature con il video mandato al collega e nella scena del suicidio in cui la stanza è palesemente finta. Discreto il finale, che lascia diverse interpretazioni su chi ha detto la verità.
MEMORABILE: Il sangue schizzato sulla parete; Il gallo ucciso; In ascensore col figlio altrui.

Hackett 11/01/21 15:28 - 1865 commenti

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Analisi familiare (in senso ampio) lucida e fredda come il cinema di Haneke sa essere. Inquadrature statiche, tempi lunghi e silenzi che fanno riflettere in questo dramma ben interpretato da un cast eccellente, con Auteuil e Binoche in testa. La colpa di un uomo (e di un paese) rimossa negli anni e mai espiata, torna a reclamare vendetta in modo anonimo scuotendo coscenze e alimentando rimorsi. La sensibilità dei figli, forse, un giorno farà giustizia.

Anthonyvm 9/11/21 15:34 - 5640 commenti

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Haneke si dedica ad altri giochi divertenti col proprio pubblico, reinterpretando il thriller hitchcockiano (e lynchiano, viste le premesse à la Strade perdute) in un crescendo di dubbi, incertezze e disgregamenti familiari, fra ipocrisia e paranoia, riflettendo al contempo sulle differenze di classe e di etnia del variegato ambiente sociale francese. Il mistero è solido e opprimente, la soluzione negata. L'assenza di risposte può generare confusione e disappunto, ma apre il film a diverse chiavi di lettura, non ultima quella metafilmica (chi riprende i protagonisti? E chi osserva?).
MEMORABILE: Il gallo decapitato saltella per tutto il cortile; Il suicidio improvviso e spiazzante; L'emblematica, per quanto sfuggevole, inquadratura finale.

Bubobubo 19/12/21 12:30 - 1847 commenti

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Bersagliato da statiche riprese video dell'esterno della propria abitazione e da strani disegni minatori, Georges Laurent (Auteuil) si mette alla ricerca del proprio persecutore. C'entra forse un torbido segreto dell'infanzia che si pensava sepolto per sempre, o è piuttosto l'inconscio riemerso di un'intera nazione? Thriller imperscrutabile, frastagliato da domande senza alcuna risposta, è forse tra le pellicole più criptiche e politiche di Haneke ma, al contempo, film freddo, cerebrale, con cui - date anche le differenze storico-culturali del caso - è difficile entrare in empatia.
MEMORABILE: Incontro finale tra Georges e Majid (Bénichou); Incontro tra Georges e il figlio di Majid (Afkid).

Il ferrini 3/02/23 00:08 - 2345 commenti

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Altissima tensione, dovuta soprattutto alla perfetta regia di Haneke, ricca di inquadrature fisse, illuminazione naturale. Ricetta per molti versi ripetuta da Avranas nel suo Miss Violence. Stavolta il mostro non c'è, o forse sì, ma è molto più complesso stabilire cosa sia. Di certo la finta quiete borghese nel film si sgretola appena si trova davanti al prezzo pagato per averla. Emblematico lo scontro con l'algerino in bicicletta. Un film molto politico, anche se apparentemente si tratta di un thriller, e funziona perfettamente anche solo come tale.
MEMORABILE: L'inquadratura fissa iniziale e soprattutto quella finale, che pretende attenzione per svelare il significato dell'intero film.

Thedude94 21/09/23 23:42 - 1089 commenti

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Notevole film di Haneke, il quale attraverso una storia thriller e dai tratti fortemente drammatici riesce a realizzare qualcosa di coinvolgente e intrigante, non fornendo troppe risposte o spiegazioni allo spettatore e lasciando molto spazio all'immaginazione. Il ritmo è compassato, la regia molto solida e le inquadrature tutte strutturate come quadretti che riflettono momenti di vita privata e non dei protagonisti, gli ottimi Auteuil e Binoche. Un'opera non semplice dal punto di vista della struttura narrativa e che conferma la bravura di un regista di alto livello.
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  • Discussione Cotola • 18/02/10 23:41
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Buona notizia per gli amici torinesi:

    il film verrà proiettato in lingua con sottotitoli in italiano sabato 20 febbraio alle ore 16,00 presso la sala 3 del cinema massimo