Let it be - Un giorno con i Beatles - Documentario (1970)

Let it be - Un giorno con i Beatles

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Per fare ordine bisogna tornare indietro fino al Gennaio del 1969, quando i Beatles si trovavano in studio per le registrazioni del nuovo album, provvisoriamente intitolato "Get Back" (il titolo indicava un ritorno alla semplicità delle origini, almeno nelle intenzioni). Il disco, ribattezzato in seguito "Abbey Road", conterrà in realtà solo alcuni di quei brani, mentre molti altri delle stesse session verranno inclusi nel successivo "Let It Be", come noto uscito l'anno dopo a gruppo ormai sciolto. Ebbene: le registrazioni del Gennaio 1969 costituiscono anche la base per il film "Let It Be", uscito il 13 maggio 1970 praticamente insieme...Leggi tutto (cinque giorni dopo, per l'esattezza) all'omonimo disco. Testimonianze video risalenti quindi all'anno precedente e che comprendevano pure l'ultima esibizione "live" del gruppo: il 30 gennaio 1969, infatti, i Fab Four salirono sul tetto degli studios londinesi della Apple in Savile Row 3 a Londra per 40 minuti di concerto che stupirono gli ignari passanti e constrinsero la polizia a chieder loro di smettere per l'eccessivo rumore prodotto in ore non consone. Metà di quella preziosa, storica registrazione (effettuata da Alan Parsons su un otto piste) costituisce l'ultima parte di un film che quindi combina esibizioni live in studio ad altre del cosiddetto "Rooftop concert" per un risultato insolito e a suo modo geniale. L'energia sprigionata dai quattro in entrambi i casi testimonia davvero del rinnovato spirito rock con cui vennero affrontate le session: la nuova/vecchia faccia di una delle band più rimpiante del pianeta. L'atmosfera autentica che si respira grazie a riprese semplici (due sole videocamere in azione) ci offre un gruppo in apparenza ancora affiatato (non lo erano e Harrison di lì a pochi giorni temporaneamente abbandonerà dopo una furiosa litigata con Paul) e carico, guidato con decisione da un McCartney che unico si ostinava a credere ancora nei Beatles. Dopo un intro al piano di Paul con Ringo che lo osserva e uno sguardo di Harrison, John intona "Don't Let Me Down" (futuro B-side di "Get Back"), accompagnato dagli altri. Seguono "Maxwell Silver Hammer" (cantata inizialmente "solfeggiando") e una breve versione di "Two of Us", nella quale Paul e John duettano al microfono. Yoko Ono si aggira nello studio, presenza incombente cui fin troppe responsabilità sono state attribuite per lo scioglimento del gruppo. Prima di "The One After 909" Paul racconta le origini del pezzo in uno dei pochi intervalli tra i brani, quindi si unisce a Ringo per un intervallo jazz al piano suonato a quattro mani. Subito dopo si replica "Two of Us" discutendo del ritmo complicato del brano (e si capisce come Paul sia chiaramente il leader del gruppo, in questo preciso momento storico) per passare poi ad "Across the universe", "Dig a Pony", l'inedito "Suzy Parker" e "I Me Mine", sulla quale John e Yoko improvvisano un ballo in studio. Dopo uno stacco sulla strada Harrison riparte con la sua "For You Blue" alla quale Paul fa seguire una sentita "Besame mucho", interpretata con grande spirito soul. Due versioni veloci di "Octopus's garden" e poi l'entrata in scena di Billy Preston, che si unisce al gruppo per "You really got a hold on me", una variata "The Long And Winding Road", "Shake, Rattle And Roll", un medley che comprende "Kansas City", "Miss Ann" e "Lawdy Miss Clawdy", quindi ancora "Dig It". "Two of Us", "Let It Be" e "The Long and Winding Road" chiudono, in versione integrale, la parte in studio. Si sale infatti subito dopo sul tetto degli studi Apple e, dopo un suggestivo sguardo al panorama dall'alto, prendono il via gli ultimi 20 surreali minuti, l'ultima performance dal vivo dei Beatles! Già in "Get Back" la gente dei dintorni accorre incuriosita a sentire che accade, senza ben capire, e la regia di Michael Lindsay-Hogg ben riprende volti e atteggiamenti stupiti di quel pubblico occasionale. Con "Don't Let Me Down" in strada si iniziano a notare grandi assembramenti. Si stacca sul vigile, sul traffico, mentre i brani continuano. In "I've Got A Feeling" le prime interviste ai passanti, che continuano nel breve intervallo che precede "The One After 909". In "Dig a Pony" i vigili bussano alla porta dello stabile. C'è tempo solo per una ripresa di "Get Back" e per sentire l'ultima ironica battuta di John rivolta allo sparuto pubblico presente in terrazza: "Abbiamo passato l'audizione, spero". Si chiude un'epoca, si consegna ai posteri un'opera bizzarra, per i non-fan magari superflua, cui è però difficile non tributare un valore storico altissimo, valorizzato da un sapore intimista che poco si sposava con la grandeur degli ultimi Beatles. Un ritorno alle origini prima di chiudere definitivamente. La musica prima di tutto, come testimoniano i pochi momenti parlati del film, interruzioni "di servizio" che poco aggiungono alle curiosità sul gruppo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/01/09 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/05/18
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Deepred89 14/01/09 13:00 - 3704 commenti

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Film documentario sulle ultime incisioni dei Beatles prima dello scioglimento. Interessantissimo per i fan, molto meno per gli altri, che potranno apprezzare solamente la parti cantate (che comunque occupano la maggior parte del film). Non troppo curato a livello di immagini e fotografia, ma il finale con il celeberrimo concerto sul tetto della Apple Records è davvero notevole. Oscar alla colonna sonora, decisamente meritato.

Galbo 13/05/09 19:45 - 12380 commenti

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I Beatles non si discutono, si amano e basta e qualsiasi loro emanazione (discografica o cinematografica) è per il vero fan imperdibile. Così è pure per questo documentario, che rappresenta un'impietosa cronaca dell'ultimissimo periodo artistico dei fab four, quello precedente lo scioglimento. Realizzato in modo volutamente grezzo, Let it be è un'occasione per ascoltare musiche immortali e per assistere ad alcune sequenze memorabili (il concerto/evento sul tetto della Apple).

Black hole 18/09/14 13:47 - 143 commenti

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Documento storico insostituibile, fondamentale per chi ama i Beatles. Doveva essere un film coi Fab Four al lavoro ma un po' tutto contribuisce a dare una sensazione di freddo, a cominciare dagli studi di Twickenham di mattina, da alcuni sguardi e da certe risposte al fulmicotone tra George e Paul (in quella fase "totalizzante" che sublimerà in Abbey Road). Non a caso le cose migliori sono legate a Seville Row. A casa loro i Beatles danno il meglio fino a culminare con l'epico concerto sul tetto. Volutamente sobrio, ma ancora affascinante.
MEMORABILE: George a Paul che lo catechizza: "Ok non m'importa. Dimmi solo cosa vuoi che suoni, o posso anche non suonare. Tutto ciò che ti farà piacere lo farò".

Paulaster 26/08/19 10:51 - 4391 commenti

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Le sessioni in studio dei Beatles a inizio ’69. Tre spezzoni distinti e girati in maniera essenziale e senza stile: le ultime canzoni sparse come un musical e live finale a sorpresa. Il clima all’interno inizia a offuscarsi (specie tra Harrison e McCartney e con Yoko Ono come plumbea presenza) ma la magìa è intatta e a livello tecnico sono di rilievo gli arrangiamenti sempre diversi. Documento storico inoltre per i fatidici brani sul tetto a Savile Road con l’aiuto di Preston.
MEMORABILE: Ringo e Paul al piano; “Besame mucho”; “Get back” sul tetto; “And I hope we’ve passed the audition” detto da Lennon a fine live.

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  • Discussione Patrick78 • 13/05/09 12:46
    Magazziniere - 545 interventi
    Selezionato da Quentin Tarantino per il quinto QT Film Festival(2001) ad Austin in Texas.Il film è stato presentato nella Final Sunday Matinee.La particolarità dell'evento sta nel fatto che tutte le pellicole proposte dal regista vengono direttamente dalla sua collezione privata.
    Ultima modifica: 13/05/09 20:51 da Patrick78