Sorta di seguito di Frankenstein alla conquista della terra, ma senza Frankenstein e con due nuovi mostroni creati per l'occasione. Stracult personale, dai tempi in cui impazzava continuamente sulle private, il giudizio non può che essere di parte. I "costumi" dei mostri però non sono male (a parte le "maschere" monolitiche) e la trama delirante il giusto. Il tutto condito da effetti speciali superiori alla media e dalle marcette immortali del grande Akira Ifukube.
MEMORABILE: L'attacco iniziale della piovra e la prima apparizione del "Kong marino" (alias Gairah).
Un motivo per vedere questo film? I primatoni vivono nell'oceano (può bastare?). Detto questo, siamo nel giappoassurdo più profondo, dove ciò che accade non sconvolge più di tanto i protagonisti (una coppia di mega primati oceanici, uno buono e uno cattivo e mangiatore di umani). Sembra che tutto sia possibile, tranne quando lo scienziato dice: "I mostri non esistono più". Ma quindi prima esistevano?. Ci sono scene esilaranti, come il bestione che emerge dall'acqua all'orizzonte, neanche fosse su un ascensore, o lo stesso che fugge a gambe levate alla comparsa del sole. Un'occhiata la merita.
MEMORABILE: La prima scena, dove un polipone insidia un peschereccio. Poi arriva il mega primate, elimina il polipone e massacra peschereccio e equipaggio.
Curiosamente - almeno nella vecchia versione italiana intitolata appunto "Katango", nel cui doppiaggio i due mostri venivano chiamati Katango e Gorinka - questo curioso daikaiju era uno dei miei preferiti di quand'ero ragazzino. Progettato come sequel di un film precedente, mantiene invece una propria originalità, con effetti speciali all'altezza della situazione, momenti spassosi (ma anche gore: Katango che divora le sue vittime!) e un'atmosfera molto particolare, fra l'altro molto "anni '60".
Forse il miglior esempio di fantascienza giapponese, dove la trama comprende sempre gli stessi elementi a cominciare dai mostri che lottano e l'esercito che interviene; per non parlare della totale mancanza di coerenza con la realtà scientifica: "questi mostri non esistono più!" recita una frase del film, ma in quest'opera a me suona affascinante, sin da quando ero bambino, ed oggi mi sembra quasi "lovecraftiana" come il modo di riprodursi dei due scimmieschi e primordiali giganti, di cui uno marino. Gli effetti speciali sono riusciti, per l'epoca.
Honda non si smentisce e raddoppia la dose di fantastico, inserendo nella pellicola la presenza di due, enormi ovviamente, gorilla dagli istinti antitetici. Non c'è nulla di verosimile, tutto fluttua nel mare dell'immaginazione più sfrenata e nel delirio del catastrofismo: ogni secondo del film non lesina in effetti -talvolta davvero poco speciali- a base di modellini (navi, auto, grattacieli, alberi) e quello che regna sovrano è il contrasto: a cominciare dall'esercito contro i mostri per finire con l'incredibile scontro tra quest'ultimi. Il nervosismo regna sovrano... e il brutto affascina.
Kaiju-eiga con tutti i cliché del caso, dagli scienziati buoni ai militari schiappe, ma anche fra i più scatenati, fin dall'inizio con l'incongrua piovrona e la prima apparizione di uno dei due scimmioni. Più delirante del solito (il meccanismo dell'autofecondazione, gli elicotteri che non vedono il mostro acquattato fra le sterpaglie... ) si lascia guardare con moderato divertimento.
Direi appena passabile. Si tratta infatti del classico film di fantascienza con mostri giapponesi, con qualche ridicolaggine di troppo sparsa qua e là; ma tutto sommato agli appassionati del genere piacerà. Il sottoscritto comunque preferisce nel genere Godzilla e affini, di gran lunga migliori.
MEMORABILE: I mostri in acqua; Il mostro buono salva la donna.
Classico giapponese degli anni '60, offre sul piatto non uno, bensì due Kong (contrapposti come Caino e Abele biblici), uno dei quali ha una predilezione per acchiappare velivoli come fossero libellule. Il film si trascina noioso e ripetitivo fino all'epilogo "aperto", mostrando tutti i suoi anni. Si salva solo per l'aura nostalgica che dopo quasi 70 anni lo circonda. Dialoghi al limite del risibile.
Ishirô Honda HA DIRETTO ANCHE...
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Il gorillone buono si accorge che il gorillone cattivo mangia gli esseri umani. Imbufalito, sradica un albero e lo frusta col tronco. Ma il cattivone, poco più avanti, gli renderà pan per focaccia, scagliandogli addosso una nave!
Un giornalista domanda allo scienziato se il gorillone marino può essere il defunto Kong; e lui, con nonchalance, come se dicesse la cosa più ovvia del mondo, risponde: "Beh sì, dopotutto Kong è morto ed è già tornato a vivere più volte".