Telefonata a tre mogli - Film (1952)

Un avvocato in crisi coniugale, superstite di un incidente aereo, va a trovare le mogli di tre uomini con i quali aveva fatto conoscenza durante il viaggio e che hanno trovato la morte nel disastro. Uniti da un flebile cornice, tre episodi di vario interesse, diretti da un abile artigiano e interpretati da volti noti. A staccarsi nettamente dagli altri, ritagliandosi un posto nella memoria, è l'episodio - breve e commovente - che vede protagonisti Bette Davis e Keenan Wynn, quest'ultimo nei panni di un personaggio a cui è impossibile non affezionarsi.

Un gruppo di sconosciuti uniti dal destino in un film del 1952 di Jean Negulesco. Classico dramma hollywodiano, è ben costruito in quanto utilizza doverosamente la tensione drammatica stemperandola con elementi ironici, costituiti dal personaggio di Shelley Winters attrice di varietà cinica ma dal buon cuore. La figura del tormentato avvocato fa da raccordo alle storie. Attori molto professionali, con un "plus" costituito dalla prova di Bette Davis. Buono il doppiaggio italiano. Godibile.

Piuttosto lunghe queste telefonate, dal momento che questi 96' appaiono infiniti in un film che ricuce assieme quattro storie di ménage in crisi, strappate via da varie vicende e dove la morte pare essere l'elemento purificatore. Se in più c'aggiungiamo un po' di manicheismo all'americana il cerchio si chiude, con buona pace di chi si sarebbe aspettato di più (viste le presenze di Shelley Winters e Bette Davis). Deludente.

Un gruppo di persone fa un'approfondita conoscenza reciproca durante un rocambolesco viaggio aereo che avrà, per via del maltempo, esiti drammatici. Per il sopravvissuto seguirà una ricerca nella memoria degli scomparsi. Interessante pellicola d'introspezione psicologica che, tramite una prima parte in forma di commedia e una seconda che verte decisamente al drammatico, si mischiano i generi in una forma molto ben congegnata e registicamente ineccepibile. Valido il comparto attoriale.

Robusto film di Negulesco costruito su una trama insolita che si trasforma piano da frizzante commedia a cupo dramma in una vorticosa e avvolgente atmosfera di tensione. Ritmo piuttosto lento che tende a calare verso il finale, benché una sceneggiatura quadrata cerchi di limitare la staticità della vicenda. Gran cast con un vibrante cameo finale della Davis. Forse la natura stessa della storia ne limita le possibilità di coinvolgere lo spettatore, ma la buona confezione potrebbe renderlo gradito agli appassionati di questo tipo di cinema.

Le vicende di alcuni personaggi in fuga dalla “normalità”, tormentati e in balìa di dubbi interiori, che vanno in cerca di redenzione, salvezza o subdole vie d'uscita. “Telefonata a tre mogli” è soprattutto un film d’attori, che cerca di ristabilire un ideale sentimentale forse impossibile, muovendosi lungo il crinale sottile tra melodramma e commedia. Ottima come sempre Bette Davis, ma l’apparizione dell’anziana Evelyn Varden, nel serpentino ruolo di una ex diva del cabaret, è semplicemente fulminante.

Un avvocato tradito lascia il tetto coniugale per schiarirsi le idee, ma tragici eventi lo spingono a rivalutare le priorità della vita, a confrontarsi con persone che riescono a convincerlo, con due paroline a effetto, come le corna non siano poi così male, come solo gli uomini forti le sappiano portare. Film d'impronta popolare alla Frank Capra in cui i buoni sentimenti e le semplificazioni estreme conducono i morti a sbrigative redenzioni e i vivi a repentini happy-ending. Il cast prestigioso fa egregiamente il proprio lavoro, ma gli eventi sono spesso stucchevoli.