Ondata di calore - Film (1970)

Ondata di calore

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/01/10 DAL BENEMERITO FAUNO
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Fauno 22/01/10 11:58 - 2212 commenti

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Di ottima fattura. Non ci si annoia anche se il film è incentrato sulla grande solitudine della protagonista, causa l'inesistente rapporto col marito, che la porta ad avere incubi, mentre vive in un paese per lei di fantasmi (Agadir, Marocco, con tempeste di sabbia annesse, spioni, bambini che colonizzano la sua auto di serie...). Buona la conclusione, anche se è discretamente a libera interpretazione dello spettatore.
MEMORABILE: "Crimson and Clover" ci sta a pennello come canzone, ma anche le foto con i suoi pensieri che parlano, subito dopo.

Belfagor 15/07/14 23:05 - 2690 commenti

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Sul torrido sfondo di Agadir si consuma il dramma privato della moglie di un ingegnere, incapace di interagire con il resto del mondo a causa del caldo soffocante, di un'improvvisa tempesta di sabbia e di una profonda frustrazione con risvolti tragici. Impegnativo a livello sensoriale (la fotografia rende bene l'idea della temperatura), è un film che aspira a indagare la solitudine esistenziale ma ci riesce solo in parte e, quando non ce la fa, cade nella vuota allusione. Brava, in ogni caso, la Seberg.

Homesick 17/07/14 19:16 - 5737 commenti

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L’ondata di calore è emessa dalla fotografia torrida e bruciante, dagli interni (l’afoso appartamento) e dagli esterni (la tempesta di sabbia): Nelo Risi non ha la stoffa e la malia di un Antonioni, ma sa predisporre tutto per trasmettere la nevrosi e le uggie della protagonista Jean Seberg nel suo weekend solitario ad Agadir; all’incastro viene aggiunto un ultimo tassello giallo, meno convincente seppur ardito nelle conclusioni. La voce di Renzo Palmer supplisce una presenza fisica (il marito) che non c’è.
MEMORABILE: I bambini marocchini che assaltano l’auto della Seberg.

B. Legnani 26/07/14 19:13 - 5532 commenti

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"Noioso" secondo Kezich, "così così" per Farinotti, fragorosamente ignorato dal Morandini, è un film sperimentale di tedio difficilmente pareggiabile, nonostante un'interprete più che notevole (bellissima, bravissima, sensibile, di grande classe), che però non riesce a conquistare a causa della esasperante lentezza espositiva. Il personaggio, più che Antonioni, ricorda la Deneuve di Repulsione. L'unico altro vero interprete del film (Pistilli, ebraicamente chiamato "Volterra") è sì àlgido, ma perché mai resta impassibile al furto dell'auto?

Myvincent 23/09/17 08:25 - 3741 commenti

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Un estenuante viaggio all'interno della solitudine di una donna, moglie di un famoso architetto, dentro a un soffocante appartamento di gusto in una Agadir ventosa e sabbiosa. Il contrasto fra il modo d'essere occidentale e quello arabo amplifica il senso di isolamento e di incomprensione, mentre il monologo della protagonista non sembra conoscere soste. Brava la Seberg, sebbene tutta l'operazione sia un groviglio rovinoso privo di sfumature significative e sostanziose di contenuti.
MEMORABILE: L'omosessualità "sussurrata" del marito della protagonista.

Nicola81 24/10/21 21:03 - 2857 commenti

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Nelo Risi ha il coraggio di mettere in scena un film non certo adatto a compiacere il grande pubblico. Si tratta del viaggio nella psiche di una donna sola, sorretto quasi interamente sulle spalle di una Jean Seberg che ricopre ottimamente il ruolo con la sua bellezza e la sua bravura. Anche l'ambientazione ad Agadir è resa con efficacia, con il calore e la sabbia che sembrano soffocare anche lo spettatore oltre alla protagonista. Ovviamente tutto scorre in modo lento e faticoso, ma se non altro la durata è contenuta e l'epilogo quasi giallo scuote parzialmente dal torpore.

Noodles 11/10/23 19:10 - 2227 commenti

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Film che analizza dettagliatamente il weekend solitario della moglie di un archeologo durante un'ondata di caldo estremo in Marocco. Il regista riesce bene a farci immedesimare nel caldo marocchino e nella noia della protagonista, così bene che anche lo spettatore finisce per annoiarsi. Sia chiaro, il film è valido e interessante, anche se l'essere ispirato ad Antonioni appare chiaro. Però la storia è lentissima e si rischia a più riprese il sonno. Ottima comunque la messa in scena, mentre non convince appieno Jean Seberg. Cinema d'impegno e d'impegno per guardarlo ce ne vuole.

Ronax 23/12/23 00:58 - 1252 commenti

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In una calda Agadir avvolta da una tempesta di sabbia esplodono le ansie e le angosce della moglie americana di un architetto tedesco momentaneamente fuori città, così la racconta lei, per una battuta di caccia. La realtà, come si scopre alla fine e come svariati indizi disseminati qua e là potevano far presagire, è invece ben più tragica. Se Risi puntava a immergere lo spettatore nello stesso torpore mentale che avvolge la protagonista si può dire ci sia riuscito pienamente. Antonionismo d'imitazione che regge solo grazie alla suggestiva ambientazione e alla brava Jean Seberg.
MEMORABILE: I filmati iniziali che mostrano la devastazione provocata dal terremoto di Agadir del 1961.

Endrucomic 26/12/23 10:51 - 1 commenti

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Film davvero lento, quasi a rasentare l'angosciante ma tuttavia bellissimo nonostante qualche saltuaria pecca nelle inquadrature. In ogni caso merita assolutamente di essere visto perlomeno per la raffinatissima sensualità nevrotica della Seberg e per la magnifica spider cabrio Triumph TR3, qui in versione bianca e con un inconsueto allestimento semi-desertico.

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  • Curiosità Lucius • 7/02/23 00:00
    Scrivano - 9051 interventi
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