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Titolo originale: La Horde
Anno: 2009
Genere: horror (colore)
Regia: Yannick Dahan, Benjamin Rocher
Note: Aka "The horde".
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LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/02/10 DAL BENEMERITO SUPERCRUEL
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- Quello che si dice un buon film:
Supercruel, Mascherato, Kekkomereq, Undying, Piero68 - Non male, dopotutto:
Schramm, Burattino, MAOraNza, Stubby, Herrkinski, Gabigol - Mediocre, ma con un suo perché:
Brainiac, Greymouser, Lupoprezzo, Galbo, Gestarsh99, Puppigallo, Macguffin, Pinhead80, Anthonyvm - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Rebis, Ciska, Redeyes, Belfagor, Taxius, Rufus68 - Gravemente insufficiente!:
Tigrero, Cotola, Corinne
Discreta pellicola horror francese che, pur tra mille rimandi e senza innovare, riesce nel suo sporco lavoro intrattenitivo. Siamo sulla scia di un Disretto 13 in salsa zombie (come Feast lo era in salsa "monster") ben realizzato, con un buon ritmo e con personaggi delineati senza eccessive banalità. C'è anche qualche contrappunto comedy, forse per rimarcare che pure Sam Raimi è nel dna dei due registi. Lo splatter non manca, anche se la cgi è forse troppo "presente". I fanatici possono tranquillamente buttarci un occhio.
L'orda si schianta dalle parti del gangster-movie senza disattendere "l'arrembaggio" per come ci è sempre stato mostrato. Come i non-morti del '78 sbucavano dalle fondamenta del sottoproletariato, così gli zombie moderni accerchiano un palazzone delle banlieu stipato di ladri (e guardie, in missione "revenge" contro la cricca nigeriana). Confezione adeguata, ma la suspanse è pompata malamente: gli orchi arrivano troppo presto al party senza recar sorprese in dono e sancendo l'abuso d'ardore-action. Non si contano le capocciate nei corpo-a-corpo e le dinamiche fra i vivi puzzano di riempitivo.
La Horde (passato a Venezia 2009, ma non ancora - guarda un po'! - distribuito) non ha nulla di originale da dire (la solita invasione di appestati zombeschi della cui origine nulla si sa), ma lo fa bene e, soprattutto, lo fa politicamente. Il che non significa dire che è colpa dei militari, ma che il palazzo, teatro dell'assedio, è una fottuta trappola perché hanno dimenticato di finire la scala antincendio, perché cade a pezzi, perché l'ascensore arriva fino al quarto piano, perché è nella banlieue e lì niente evacuazione. Un posto di merda in cui vivere, insomma. E ben prima degli zombie!
Non amo i film horror in cui si vuole spiegare tutto, ma qui si esagera: orde imponenti di zombi spuntano dal nulla senza un perchè, senza una pur vaga ragione a cui appigliarci. I registi mettono così in scena, ex abrupto, una classica situazione di assedio e cercano di tenerci svegli alzando a manetta il tasso di splatter e azione frenetica. Tra un mare di sbadigli, qualche scena di buon impatto. Nulla più, tranne il consueto finale a presunta sorpresa.
DisRECo 13 - le zombate con la erre moscia: gli infetti di quel che sarà Rec al cubo, hanno già nostalgia di essere riannunciati a palazzo, espatriano nelle banlieu parigine e memori di certo Carpenter assaltano il fortino, anzi il debolino abitato da una comunella di sceriffi e manigoldi immemori di certo Romero, che nell'anno di grazia 2010, non hanno ancora chiaro che il punto debole di un revenenat è la crapa. Cafonata gagliarda a ritmo sostenuto e passo deciso, incurante del minimo guizzo di originalità ma abile nel gingillare e intrattenere.
MEMORABILE: "La religione è l'unica assicurazione contro la morte che abbiamo. Non che serva granché in questi giorni, eh."
Pessima pellicola francese che si inserisce nel filone "zombi-velociraptor" (qui sono ancora più veloci, dato l'orribile uso del fast motion, stile Benny Hill Show...). E sì che l'idea iniziale zombi + banlieu + polizia non sarebbe neanche stata male, ma il tutto viene sviluppato nel modo più scontato possibile, condito con brutti dialoghi, sangue in CGI e protagonisti idioti (ok la sospensione dell'incredulità, ma questo è l'unico film di zombi in cui i protagonisti non sparano MAI alla testa).
Un film valorizzato dalla fotografia, uno degli aspetti più particolari della pellicola, anche se non sempre apprezzabile, da un lato fa quell'effetto strano, molto espressionista, di titoli come Max Payne o 300, dall'altro ogni tanto, sopratutto negli interni, assume quell'aspetto plasticoso e un po' televisivo che hanno tutte le schifezze girate da Yuzna. Il finale non è male, carina la scena con il Bruce Willis de noantri sul tetto della macchina.
Economizzare i tempi narrativi è un pregio nel cinema horror. Qui, dopo appena dieci minuti, i personaggi prendono piena coscienza della situazione, cercano strategie, medicinali, armi da fuoco: ma non sparano mai alla testa degli zombie. Il piccolo gruppo è multietnico; la donna rabbiosa, gravida e "rambizzata". Le parentesi dialogiche verbalizzano motivazioni, psicologie, pretesi orizzonti sociopolitici (le banlieues). Lo scenario apocalittico è pedestre e digitalizzato; il citazionismo accolto come conseguente e non necessario. Chi lamentava [Rec] è perduto. "Horror" con il rotacismo...
Ci risiamo: ancora un horror firmato dai nostri "cuginetti", ancora un horror molto
violento, con fiumi di sangue e con banali e gratuite implicazioni sociali. Perchè?
Come? Quando? Bah... Si resta basiti però soprattutto per la mancanza di idee nuove.
Nemmeno sul piano del puro intrattenimento le cose vanno meglio. Meglio evitarlo.
Come Frontiers e A l'interieur quest'altro horror francese condivide il tema (implicito o esplicito) della famiglia che rischia di disgregarsi e perire; tra l'altro in tutti e tre i film è presente una gravidanza, sarà un caso? Sulla pellicola c'è poco da dire: un minestrone riscaldato male. Peccato perché l'inizio prometteva bene, ma il ripetersi delle scene (scappa e chiudi la porta) stanca in fretta e il film non riesce a raggiungere il giusto patos per motivare la scelta finale.
Alain Figlarz HA RECITATO ANCHE IN...
Si parte con il solito regolamento di conti tra poliziotti bianchi e alcuni assassini neri di un poliziotto, originalissimo incipit (?). Siamo in una banlieu, ma i veri nemici non si fanno attendere. Giungono un po’ troppo presto a dir la verità, ma contro di loro ovviamente c’è poco da fare. La città è già stata messa a ferro e fuoco dall’ “Orda” quando i pochi superstiti, dal terrazzo di un palazzo fatiscente, vedono l’apocalisse. Duelli e scazzottate alla Resident Evil, inseguimenti non troppo impegnativi o da suspence orrorifica.
Un film sugli zombie, cucinato questa volta in salsa francese. Nulla di nuovo sotto il sole, se non forse la nazione di produzione, la Francia appunto. Per il resto il solito assedio agli umani da parte del solito gruppo di non morti. I registi sanno adoperare la cinepresa e tecnicamente il film è ben realizzato (di rilievo ad esempio la fotografia). Il problema è che produrre qualcosa di veramente originale su un tema sfruttatissimo come questo è davvero arduo.
The Horde è un mix più o meno riuscito tra 28 giorni dopo, Demoni 2 e una spruzzata di Pulp fiction, un misturone horror in salsa francese ben confezionato, sullo sfondo delle banlieu parigine in fiamme. Al di là di quelle che possono essere le considerazioni etico sociali, The Horde è un film piacevole, con qualche momento morto, ma che in generale si lascia guardare: tanta violenza, alcune scene di azione ben riuscite, discreti attori. Decisamente meglio degli ultimi Romero, per esempio.
Post-apocalittico ambientato a Perigi, il film non aggiunge niente alla schiera dei film sui morti vienti. Apprezzabili le personalità dei personaggi (la migliore è quella di Yves Pignot, che interpreta un ubriacone reduce da una guerra). Ben realizzata anche la scena dell'orda di zombi ai danni dell'attore Jean-Pierre Martins. Il resto del film non è molto interessante, ma non è di certo da buttar via. "The Horde" verrà sicuramente apprezzato dagli amanti del genere (come il sottoscritto), ma lascerà indifferente il resto del pubblico.
Zombie-movie d'assedio abbastanza classico, che i due autori Dahan e Rocher decidono ruffianamente di contestualizzare nelle poverissime bainlieu parigine (che avevano lambito anche opere come A l'interieur e Frontieres). L'intenzione era quella di tralasciare atmosfere ed approfondimenti psicologici, soffermandosi su azione e massacri, le falle però emergono anche qui: scarsa visione d'insieme, direzione attoriale non all'altezza (con gli interpreti lasciati liberi di gigioneggiare a piacimento), gestione dei tempi e dei movimenti di macchina sfasati (ora troppo frenetici, ora eccessivamente estenuanti). Un horror scombinato.
MEMORABILE: Le ridicole urla di dolore del capo-gang alla vista del fratello sbranato.
Zombimovie che non aggiunge assolutamente nulla, limitandosi a presentarci i soliti, stereotipati personaggi, con l'aggiunta di una donna particolarmente risoluta e, se non altro, piuttosto imprevedibile. Per il resto, urla e gorgoglii zombeschi, revolverate e mitragliate, colpi di machete, gente che fugge, altri che combattono...insomma, niente di nuovo, per di più, con zombi troppo ordinari, quasi senza un minimo di cura nel make up (la scusa è che sono morti di giornata). Il ritmo è abbastanza sostenuto e la confezione non è da buttare, ma la mediocrità regna sovrana e le idee latitano.
MEMORABILE: La donna massacra di mazzate una zombi, frigoriferandola; Il nero: "Quei militari prenderanno il mio culo nero per un parcheggio per cazzi".
Mi è abbastanza piaciuto, anzi diciamo che mi ha divertito. Ormai il genere zombi sta dilagando in questi ultimi tempi e quindi The Horde fatica ad emergere visto la presenza di tante buone pellicole, però tutto sommato è girato abbastanza bene e tiene un buon ritmo. Guardandolo viene facile trovare dei nessi con altre pellicole del genere, una su tutte Demoni 2: Eriq Ebouaney è la copia di Bobby Rhodes (entrambi pelati e con le basette), è ambientato in un palazzo e gli zombi ricordano da vicino i Demoni di Bava.
Inizia come un poliziesco e (troppo) rapidamente si trasforma in horror. C'è qualche considerazione socio-politica ("homo homini lupus" anche di fronte ad una minaccia esterna terribile, le periferie) ed è suggestiva l'ambientazione nel palazzone delle banlieu assediato, che si staglia nella città in fiamme. Nello svolgimento però non ci sono vere idee e il tutto si risolve in scene d'azione ripetitive e banali (quando non risibili). Poteva essere un'interessante revisione del genere zombie, peccato.
Dimenticabile variazione sul tema assedio-zombesco. Trama praticamente inesistente, personaggi odiosi e appena abbozzati. Nemmeno lo splatter riesce a risollevarne le sorti... tanto sangue ma nessuna scena memorabile o originale, tranne forse il poliziotto che fa una carneficina dal tetto di un auto. C'è decisamente di meglio.
Parte benissimo, come un grande film d'azione di quelli durissimi, per poi trasformarsi in un horror sanguinolento targato zombi. Cambiata l'ambientazione (francese) e quindi i protagonisti, ciò che non cambia è la storia telefonatissima e ormai trita e ritrita. Non è originale nemmeno mettere al posto degli zombi lenti e poco intelligenti altri zombi velocissimi e perspicaci per dare freschezza al tutto (tutte cose già fatte). Alla fine chi fa la figura migliore è la ragazza, nelle scene d'azione.
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C'era bisogno? Ormai il filone zombie ha detto molto, ma aggiungerci una deviazione banlieu più Rec non migliora il risultato. Unica nota positiva l'ultima scena. Io resto dell'idea che i francesi dovrebbero concentrarsi sulla commedia o sul drammatico, perché sugli horror li vedo scadenti e molto. Il film non è peggio di altri ma non dice nemmeno niente, e qui sta il dramma. Sicuramente interessante il grotesco vecchiarello e il fanatico delle armi. Esiste qualcosa di più palesemente farlocco? Boh.
Un felice ritorno al cinema di genere anni '80 che arriva -da noi in ritardo- direttamente dalla Francia in una produzione co-diretta da due cineasti che avevano già dato un valido esempio del loro talento in un cortometraggio del 2008, ricolmo di pallottole, sparatorie in puro Pulp Fiction style (Rivoallan). Ora, il buon Romero è più che citato, più che omaggiato, quasi plagiato. Ma grazie a Dio il ritmo, il sottotesto e l'adrenalina qui filano "sparate" e, dopo tanti revenant pietosi (con buona pace di zio George), finalmente gli zombie tornano a far paura: e sono brutti, sporchi e cattivi.
MEMORABILE: La fine del "gitano" ormai zombificato: con la faccia spappolata contro una colonna di cemento, scena forse ispirata da Seed di Uwe Boll...
Mi ripeterò, ma la verità è che ormai il cinema francese ha raggiunto livelli che noi nemmeno ci sogniamo. Nel panorama internazionale, sicuramente quello che più può competere con il colosso USA. Ulteriore riprova questo The horde che, nonostante l'ennesima rilettura del genere zombie e nonostante il soggetto banale alla fine riesce difficile trovargli sbavature nella confezione. Fotografia impeccabile, montaggio spasmodico ed effetti speciali i veri punti di forza, uniti ad una buona regia e una copiosa dose di splatter. Non solo per i fan.
La nouvelle vague dell'horror francese è tutta sangue, armi e sporcizia. Tre elementi che in questo film abbondano, peccato che manchi una buona dose di (buon) senso. Gli zombi arrivano senza un motivo, i nostri "eroi" li colpiscono ovunque meno che alla testa, le banlieue sono solo un pretesto e non aggiungono la minima implicazione sociale, il ritmo ondeggia fra sequenze d'azione così così e stancanti parentesi verbose. I registi pescano un po' da Carpenter, un po' da Bava e un po' da Romero, sempre con poca cognizione di causa.
MEMORABILE: La discussione sul taglio della gamba.
I due registi offrono un classico zombi-movie in salsa survival che nulla aggiunge a quanto già detto da innumerevoli epigoni, specialmente nel ritorno di fiamma del genere nei 2000, ma che comunque si lascia seguire abbastanza piacevolmente. I modelli sono senza dubbio lo Zombi romeriano nonché il suo remake di Snyder (specialmente nella velocità e aggressività dei morti viventi); i protagonisti odiosi impediscono però qualunque solidarizzazione, se si eccettua forse il bravo Ebouaney. Molto gore, nella tradizione del nuovo horror transalpino.
Discreto ma estremamente derivativo questo zombie-movie francese che non aggiunge nulla a quanto si è già detto in materia, ripescando situazioni, personaggi e suggestioni da decine di altri film sui morti viventi, specialmente recenti. L'inizio crime è paradossalmente più riuscito, mentre più ci si addentra in territori survival horror più la sensazione di "già visto" bussa alla testa dello spettatore. Tecnicamente molto ben fatto, discretamente gore, belle scene di azione, ma quando la sostanza manca, il resto galleggia sul nulla.
Squadra di poliziotti e banda di criminali hanno uno scontro durante una retata all'interno di un malfamato condominio; a un certo punto però i morti cominciano ad alzarsi e l'unico modo per cercare di salvarsi è unire le forze. Poco originale zombie movie francese che ha gli unici pregi di essere molto sanguinolento e molto veloce nei ritmi; il resto invece è la solita minestra trita e ritrita dal finale scontato. Tutti i 90 minuti di durata non sono altro che una lunga sequenza di massacri priva di qualsiasi trama. Meno che mediocre.
Siamo alle solite. Un gruppo di isterici armati e asserragliati in un edificio mentre fuori gli zombi vanno a caccia di bistecche. Difficile non cadere nella narcolessia da déjà vu (dopo una mezz'ora attori, cadaveri ambulanti, urlacci e grida, peraltro, si assomigliano tutti), ma si resiste. Mancano, per fortuna, bambocci e tirate morali yankee: si va per le spicce, con un cast non infimo, seppur costretto da una sceneggiatura che pare scritta su un coriandolo.
Si parte bene con i primi venti minuti: rese di conti tra gangster e poliziotti dal grilletto facile; le banlieu come teatro del dramma. Il resto si rivela meno interessante, tra uno scoppio di epidemia tanto improvviso quanto poco spiegato e le arcinote dinamiche degli infetti corridori. Dialoghi perlopiù irricevibili; sotto-testo di critica sociale che si eleva oltre la superficie. Da salvare una certa cattiveria di fondo dello script, nonché l'assortimento di antieroi costretti a una forzata collaborazione. Non un grande film, ma il tentativo è apprezzabile.
MEMORABILE: I primi venti minuti; La città in fiamme dalla cima dell'edificio; Il redivivo dalla guerra dell'indocina; Il poliziotto contro l'orda; Il finale.
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MUSICHE:
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- Da noi uscirà il 27 agosto col titolo The Horde.
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=47801&film=The-Horde - Grazie Harrys, ho corretto.
- Misteriosamente ridivenuto La Horde Zender... posticipato inoltre al 10 settembre.
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=47801&film=La-Horde - Ma robe da matti... Ritrasformato :)
- Zender, non picchiarmi... tornato nuovamente The Horde e spostato al 1° ottobre! :-D
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=47801&film=The-Horde - Ma cos'è, uno scherzo??? Pazzesco... E sia: ricambiato :)
- Disponibile il Blu Ray con queste specifiche tecniche (fonte dvd-store.it)
Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
Formato audio 5.1 DTS HD: Italiano Francese
Sottotitoli Italiano Italiano NU
extra
Corto: Rivoallan
Making of
Effetti speciali
Scena inedita
Prove sul set
Trailer - Galbo ebbe a dire:
Disponibile il Blu Ray con queste specifiche tecniche (fonte dvd-store.it)
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Quasi le stesse (ottime) caratteristiche del DVD (label Fandango) che si differenzia per la traccia dolby 5.1 (non DTS ma ugualmente poderosa ed efficace) ma recupera per l'aggiunta di un fumetto (in tiratura limitata) opera di Davide Toffolo (Piccolo manuale di autodifesa dagli zombi).
Durata della versione: 1:32:38.
