"Tripudio di azione e violenza". È la prima cosa che mi passa per la mente per definire l'ultima pellicola di Gareth Huw Evans. Completamente girato all'interno di un palazzo, il senso di claustrofia è quasi insopportabile e cresce, di pari passo, con la violenza mostrata. Ottime le coreografie degli scontri corpo a corpo molto realistici e convincenti. Consigliatissimo per gli amanti del genere.
È a dir poco ossimorica la possibilità di annoiarsi dinanzi a film asiatici di cotanta caratura come questo, tanto più se si parla di un action lucidissimo e ipersanguinario, ritmato istante per istante su sparatorie meteoritiche, personaggi al di fuori delle umane capacità atletiche e scontri fisici ai confini delle leggi gravitazionali. Un distillato di tensione e dinamismo nell'accezione più aristocratica dei termini, in cui l'aritmetica claustrofobia da assedio carpenteriano fa da imbuto sensorio alle esplosive coreografie marziali in rigida salsa indonesiana (il nazionalissimo "Pencak Silat").
MEMORABILE: Lo scontro a tre tra i due fratelli (il giovane agente e il braccio "mentale" del boss della droga) e lo scatenatissimo Mad Dog (il braccio "fisico").
Un po' The horde e molto Breaking news in questo action indonesiano iperdinamico tutto ritmo, arti marziali, fattore assedio e tanta violenza grandguignolesca. Posto che il senso di redenzione rimane per buona parte attaccato ai caratteri cubitali del titolo, questa "incursione" ha tutta l'energia e il mordente necessari per colpire il bersaglio forte della sua spiccata indole claustrofobica da fattore assedio, sempre palpabile. Narrativamente incalzante con ottima gestione degli spazi e dei tempi. Tecnicamente buonissimo e stuntman incredibili.
Non si discute il furore adrenalinico che viene impresso in ogni fotogramma di questo scatenato action-movie, che scongiura alla radice qualsiasi pericolo di noia. Peccato però che il soggetto e la sceneggiatura siano praticamente inesistenti, e soprattutto che gli innumerevoli combattimenti (peraltro non entusiasmanti sul piano tecnico e stilistico) alla fine anestetizzino la sensibilità dello spettatore, in una giostra frenetica ma ripetitiva. Divertimento assicurato per gli amatori del genere, ma secondo me si poteva far meglio.
Squadrone di polizia compie un raid in un grosso condominio, quartiere generale di un boss, ma questi ha un piccolo esercito a disposizione e gli assedianti si trasformano ben presto in assediati... Tolti pochi attimi di tregua, giusto il tempo di riprendere fiato, una serie quasi ininterrotta di scontri a mano armata e soprattutto a mano nuda (con l'ausilio di piedi, ginocchi, capocciate ecc.), senza alibi estetici - non si tratta di balletti, ma di lotte sanguinosissime e senza esclusione di colpi. Visione adrenalitica, un concentrato di action 100% che ti afferra e non molla fino alla fine.
MEMORABILE: Nascosti nell'intercapedine della parete; Lo scontro a tre verso il finale
Claustrofobico, serrato, adrenalinico, realistico, coreografato, ben recitato. Un pugno diritto allo stomaco per un concentrato d'action come non se ne vedevano da molti anni. Fotografia, colonna sonora e montaggio sono perfetti. Hollywood, prendi il taccuino e inizia a prendere appunti. Strepitoso il protagonista.
Gli addetti ai repulisti sociali vanno a farsi un cuba libre bello carico nella Zona pericolosa sita a pochi isolati dal tredicesimo distretto, e sono subito mirabolanti combattimenti coreografati da Ricky Oh nello splendore del lividorama e del fratturascope, sparatorie a emoglobina battente, propulsivo saettar d'armi bianche, doppi tripli e quadrupli giochi: un assedio a doppio senso di circolazione incastonato con perizia d'orafo in un apogeo profilmico che fin dai primi battiti profuma di invalicabile superlativo assoluto per l'action del millennio in corso.
Ora ne abbiamo la conferma. Anche in Indonesia sanno picchiare davvero duro. Il film che non ti aspetti e che ti apre piacevolmente a nuovi orizzonti cinematografici. Un film a cui si perdona volentieri qualche eccesso (nei combattimenti) perchè la qualità dell'intera operazione è ottima. Un distillato di violenza che si sprigiona all'interno di un palazzone muffido e corrotto fino alle fondamenta. Un'ascesa e una discesa nella violenza cieca e inarrestabile.
MEMORABILE: Il palazzone con i suoi mille e insidiosissimi corridoi.
Adrenalitico e vorticoso gioco al massacro, che vede coinvolta una squadra d'agenti di polizia alle prese con un intero edificio di criminali. A volte sembra un videogioco, sia nell'impostazione che nell'ambientazione. Gli stuntman si sbizzarriscono in un tripudio di calci e pugni mai visti, come da tradizione di certo cinema action orientale duro e puro. La storia (?!) è ovviamente un pretesto e serve da collante tra uno scontro e l'altro. Incredibile a dirsi, ma dopo l'ennesimo ko/arto spappolato/testa fracassata mi sono appisolato.
Perfetto per una serata di puro cazzeggio senza se e senza ma. Ritmo molto alto sin quasi da subito che si mantiene tale per (quasi) tutta la durata della pellicola; scene
con combattimenti ben coreografati; regista all'altezza della situazione; violenza "a fiumi"; spettacolo e divertimento assicurato. Serve altro? Qualche neo c'è: su tutto la sceneggiatura un po' troppo ripetitiva che curata meglio lo avrebbe reso memorabile,
mentre così resta "solo" un buon film. Chi ama il genere non se lo lasci scappare.
Echeggiante livore di Milkywayana memoria, citando a destra e a manca il Distretto 13 carpenteriano, il lavoro di Evans è nientemeno che esaltante. Ambientazione chiusa e claustrofobica che metaforizza anche l'animo umano (buoni o cattivi non fa differenza), azione a perdifiato condita con coreografie action spezzaossa e grondanti furore. Mitragliate, asciate, esplosioni, da sole o mischiate insieme non importa, basta che facciano male. Delittuoso, per qualsiasi appassionato del genere, pensare di lasciarselo scappare.
MEMORABILE: Il ragazzino che da l'allarme abbattuto nel corridoio, lo scontro all'arma bianca sul pianerottolo.
Puro action ammazzatutti, che non tralascia alcun metodo per il raggiungimento dello scopo. Si passa dalla pioggia di proiettili, all'arma bianca, fino ad arrivare allo scontro fisico, che non fa certo meno danni, anzi. La sceneggiatura qui ha un ruolo assolutamente secondario. E' tutto incentrato sul palazzo fortezza e sul salvare la pellaccia. Per fortuna, il regista sa decisamente il fatto suo, facendoci assistere a duelli tanto lunghi, quanto godibili, grazie ai protagonisti, inarrestabili (su tutti, lo sgherro esperto di arti marziali) e a un ritmo pressochè costante. Davvero notevole.
MEMORABILE: Il pacato, spietato boss, prende il martello e domanda al poveretto: "Dove eravamo rimasti?"; Il volo a due dalla finestra; La mattanza in corridoio.
Gareth Evans, regista veramente poco dotato da un punto di vista prettamente tecnico, confeziona un giocattolone di pugni e spari che esaurisce dopo due minuti l'interesse dello spettatore colpito da narcolessia e noia profonda. Tralasciamo la patetica sceneggiatura, scritta presubilmente su un post-it (i dialoghi sono talmente interessanti che viene voglia di mettere muto) o al massimo su un foglio A4. Si salva dalla "inaccettabile vaccata" per merito di qualche coreografia sufficientemente eseguita. Micidiale.
Action movie dove tutti si comportano da assassini, sia i crimimnali che abitano in un palazzo sia le teste di cuio della polizia che irrompono con le armi spianate. In questo marasma di violenza, torture, scontri corpo a corpo e sparatorie, c'è la storia di due fratelli (il primo poliziotto e l'altro un prigionero del palazzo da sei anni) che sono i personaggi più positivi dell'intero cast. Interessante la psicologia del criminale che preferisce far fuori i poliziotti a mani nude piottosto che sparare a bruciapelo! Azione concitata.
Recita la locandina "1 minute of romance, 99 of non-stop carnage". La promessa è mantenuta con adrenalina alta, un'ambientazione claustrofobica e sporca il giusto e coreografie di combattimento notevoli. La sceneggiatura però è trascurata (meglio godrselo senza porsi troppe domande) e come regia alterna alti e bassi. Tra i caratteri, che in generale non sono eccezionali, una menzione speciale per Mad Dog, una sorta di Machete orientale molto più in forma e con un personalissimo senso dell'onore che lo porta a fare tutto con le proprie mani.
Non male questo giocattolone 100% azione e zero trama. Certo un po' più di inventiva non avrebbe guastato: se si rinuncia totalmente alla sceneggiatura almeno una certa fantasia nei vari combattimenti ci deve essere; invece qui, dopo un po', sono tutte scazzottate coreografiche fotocopia. Da tenere in videoteca a riposo per quando arrivano in casa ospiti dai gusti fracassoni.
Soggetto ai minimi termini: una squadra speciale di forze dell'ordine deve fare irruzione in un palazzo sovraffollato da malavitosi e raggiungere il boss all'ultimo piano; nonostante i dialoghi piattissimi l'adrenalina è alta e il prodotto più che godibile, come intrattenimento d'azione e combattimenti; in ambientazioni fatiscenti avvengono scontri di arti marziali particolarmente ben coreografati; molto tecnico, con notevoli sequenze e una buona colonna sonora; peccato proprio per l'assenza di quel "di più" da parte della sceneggiatura.
Senza voler mettere in dubbio il carattere adrenalinico, l'esteticità di certi combattimenti e adorando l'inesistente utilizzo della componente romantica, ho faticato ad arrivare alla fine. La componente claustrofobica è efficace e i combattimenti curatissimi, oltre a lasciare letteralmente senza respiro. Al solito troviamo il super-uomo quasi indistruttibile che se da una parte piace dall'altra stufa nei quasi 10 minuti di combattimento uno contro due. Finale che non delude, ma nel complesso si poteva fare di più.
"Quando hai a disposizione un diamante, il gioiello migliore è un solitario". Con qualche licenza ma sono abbastanza sicuro che questo deve aver pensato Gareth Evans quando ha concepito The Raid. Il diamante è Iko Uwais, i cui combattimenti (girati divinamente) fanno saltare i piedi urlando anche il più compassato degli spettatori. La montatura nella quale è incastonato è uno script da amanti del cinema di genere, messo su pellicola con tecnica e maestria, senza una sbavatura nel dosaggio dell'acceleratore. Action imperdibile.
MEMORABILE: Qualsiasi cosa succeda nei corridoi; O sulle scale; O tra i dialoghi.
Violenza e azione erogate a getto continuo; musica spaccanervi; montaggio ineccepibile; fotografia plumbea e desaturata. Che siano criminali, zombi, aliens o guerrieri della notte, poco importa: il senso del ritmo è trascendentale. Certo, lo schema logico dell'assedio è pianificato a tavolino, talmente gratuito ed elementare da evocare, parimenti, desolanti immaginari videoludici o scenari post-carpenteriani; pazienza, ce n'è abbastanza per assurgere allo status di cult.
Dopo un brevissimo preambolo, Gareth Evans entra in azione: un condominio criminale assediato dalla polizia nel quale i predatori si trasformano in prede. Nulla di nuovo ma girato benissimo. Il regista dimostra una buona padronanza del mezzo, con sequenze d'azione realizzate in modo eccellente e un montaggio di ottimo livello. Forse un po' lungo e ripetitivo ma nel suo genere quasi lo stato dell'arte. Imperdibile per gli adepti del genere.
La polizia assalta un condominio per catturare un boss della malavita difeso da un piccolo esercito di scagnozzi. Per quanto riguarda la sceneggiatura non c'è nulla di nuovo e l'impostazione videoludica porta inevitabilmente alla ripetitività, ma il ritmo non cede per un istante e il susseguirsi continuo di scene d'azione tiene incollati allo schermo fino alla fine. Da apprezzare anche l'onestà nella rappresentazione della violenza, sporca e per nulla estetizzata, che tuttavia nulla toglie alla resa dei combattimenti.
MEMORABILE: La conversazione davanti all'ascensore; Lo scontro a tre.
Un gigantesco condominio da conquistare piano per piano con nemici che diventano sempre più potenti man mano che si avanza; sembra di essere in un divertentissimo videogame. Se la trama non è nulla di che e sa di già visto, a essere spettacolare è tutto il resto... più di 90 minuti di botte e violenza tra arti marziali, colpi di pistola e lame, il tutto condito da una splendida colonna sonora. Divertentissimo!
Indubbia è la capacità del regista di girare scene d'azione a velocità adrenalinica, senza tregua, per due ore. Le coreografie acrobatiche dei combattimenti sono veramente uno spettacolo, la violenza è oltremodo realistica (ci si chiede anzi come sia possibile che nessuno degli attori e stuntman ci abbia lasciato le penne). Insomma, il film è uno spaccatutto sparato alla massima potenza, niente di più, niente di meno. La trama è un pretesto, conta l'azione.
Gran film diretto da Gareth Evans, il quale riesce nell'impresa di mantenere il livello di azione altissimo per una durata piuttosto elevata in rapporto alla scelta di ambientare tutta la vicenda all'interno di un'unica location. Oltre alle scene di sparatorie e combattimenti, girate in maniera magistrale, l'abilità della regia sta nel rendere omogenei con il resto del film i rapporti/dissidi che intercorrono tra i personaggi, i quali sono caratterizzati con estrema sapienza. Spettacolare.
Un'incursione della polizia in un enorme edificio occupato in parte da un feroce boss della malavita coi suoi altrettanto feroci scagnozzi, si rivelerà ben più ardua di quanto preventivato. Una scenografica e iperbolica saga di violenza e agguati, sparatorie e scontri all'arma bianca senza tregua e quasi senza soluzione di continuità, realizzati con virtuosismo. Attraverso una sbalorditiva coreografia di arti marziali applicate, specie il tipico Pencak Silat, un action micidiale nel suo geometrico dinamismo, a cui non bisogna chiedere più di quanto offra in termini di spettacolarità.
MEMORABILE: I due poliziotti nascosti nell'intercapedine e la spada che ne "saggia" la presenza; La lotta tra Mad Dog e i due fratelli.
Della serie "se mena" una delle migliori cose viste negli ultimi anni. Prima parte tesissima con la truppa d'élite che viene massacrata nei piani dell'infernale palazzo, con sapori carpenteriani alla Distretto 13. Seconda parte più da caccia del gatto al topo con un'atmosfera che ricorda il misconosciuto gioiellino Manhattan warriors. Qui Uwais dà sfogo alle sue supreme doti di marzialista tali da far impallidire un Van Damme e gareggiando per epicità con il mostro sacro Bruce Lee. Regia action stratosferica di Evans soprattutto nella prima parte, con abbondanza di splatter.
MEMORABILE: Il bambino colpito in testa; Il massacro dei poliziotti nel bus; L'allarme rosso; Il combattimento nel corridoio con decine di nemici pestati.
Per gli appassionati d'azione è una pura festa: combattimenti coreografati benissimo e un ritmo elevato che non permette quasi mai di distogliere gli occhi. Evans confeziona un film semplice eppure affascinante per come sa costruire l'azione e regalare più di un momento autenticamente teso. La violenza è tanta, con alcuni momenti quasi da horror (i cattivi armati di machete), e verso la fine si fa sempre più dura. Personaggi ovviamente stereotipati ma comunque regalati ai giusti interpreti.
Retata-incubo di una squadra speciale della polizia all'interno di un palazzo in degrado sede di gang di spacciatori. Notevolissimo film indonesiano che non lascia un attimo di tregua dall'inizio alla fine; arti marziali, sparatorie, uccisioni, corruzione, tradimenti. Il tutto alla velocità della luce e con una notevolissima colonna sonora molto elettronica. Piacevolissima sorpresa.
Per i nostalgici del purismo action prima che la deriva supereroistica e superomistica dilagasse coi suoi corollari di abusatissimo e dunque impotente understatement presuntuosamente ironico. Evans gira invece una storia rudimentale e genericamente pretestuosa dedicandosi con tempra tutta gallese e rispetto orientale letteralmente corpo e anima al clangore fisico, alla spettacolarità coreografica (impagabili i virtuosismi del Mad dog Ruhian), alla presenza scenica dei suoi attori acrobati. Una operazione di etica cinematografica la cui intensità colpisce pure i non patiti del genere.
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Il film l'ho visto e devo dire che non mi è piaciuto per niente (*!). Ripetitivo e monotono. Belli i combattimenti,ma regia che lascia parecchio a desiderare. Tanto fumo e niente arrosto.
DiscussioneDaniela • 16/11/13 07:55 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Beh, Didda, ci separa una percentuale del 24% in fatto di gusti cinematografici: vuol dire che in media ogni quattro film, su uno siamo in disaccordo: eccone un esempio ;o)
Consoliamoci con i restanti tre...
DiscussioneDaniela • 3/01/14 12:51 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Wow! Ho visto che nel cast c'è anche Yayan Ruhian, sia pure in un altro ruolo.
In quello di Mad Dog era un personaggio fortissimo, oltre ad essere il responsabile delle coreografie dei combattimenti.
Ripenso a quello a tre nel finale, fantastico, mi viene già l'acquolina agli occhi.
Oggi avverto il figliolo maggiore, da un mese è andato a vivere per conto suo, appartamento piccino ma con possibilità di farsi una sala cinema (2 divani, poufs sparsi, tappeto per sedersi per terra e, soprattutto, televisore da 60 pollici, gli ho consigliato di comprarsi una macchina per popcorn ed installare una biglietteria), comunque per le dritte cinematografiche continua a dipendere dalla sua mamma... ;o)
beatissimo lui. di sotto ho una sorta di cantina-stenditoio mediamente spaziosa che avevo adibito a sala cinema riverniciando una parete di 2mt x 4mt e procurandomi sotto le festività natalizie e pasquali (dalle pro-loco, da amici, dai preti) videoproiettori per sfiancarmi in vere e proprie maratone all day di 7-10 giorni. spaghettate di celluloide indefesse con pause solo per pasti, bagno e letto. esperienze al termine delle quali ragionavi per dissolvenze incrociate e stavi due giorni buoni come in dormiveglia. dopo il 2006 non ho più potuto farle e mi mancano tantissimo. oggi un buon videoproiettore costa meno ma la crisi è tanta e le contingenze pure... ma se penso a cosa sarebbe stato vedere breaking bad così, credo che quanto a estasi avrei dato la paga a tutti i mistici.
DiscussioneDaniela • 23/01/14 15:23 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Ho letto le prime recensioni di The Raid 2, presentato fra l'altro anche al Sundance Film Festival (sic!).
Ecco quella di i Jordan Hoffman, che stronca il film per la sua estrema violenza:
http://screencrush.com/the-raid-2-review/
Ad un certo punto, scrive:
" “La violenza, in questa versione integrale, è così inarrestabile, così assolutamente brutale, che sono dovuto uscire dalla sala. Le ossa spezzate, i crani spaccati e il sangue che spruzza superano la linea del buon gusto, fracassandola col retro di un martello. Nonostante siano esteticamente e tecnicamente impressionanti, i combattimenti finali di The Raid 2 sono così sgradevoli che ho rischiato di vomitare in sala”.
Ragazzi, io sono una donnetta pacioccona, assolutamente non violenta nella vita reale, però una stroncatura simile rafforza ancora di più la mia voglia di vederlo ;o)
DiscussioneZender • 23/01/14 15:44 Capo scrivano - 47801 interventi
Ahah, grande Daniela! Vogliamo vedere la donnetta pacioccona di fronte a Raid 2, a questo punto!!! Solitamente è Schrammy ad avere reazioni eccessive di fronte agli horror, che lo devastano al punto da fargli perdere le viscere in terra o turbargli la mente per mesi :) Anzi, sembra quasi una rece dello Schramm a ben vedere, quella...
uhm. non stroncherei mai un film per eccesso di violenza (se vai a vedere ho insignito eden lake e serbian film di quasi 4 palle, le stesse poi date a human centipede 2) né uscirei mai dalla sala perché un'opera mi sta devastando. uscirei scandalizzato e annichilito, al contrario, se considerato il genere o lo specifico non sta sortendo effetti simili o se per sortirli li sta mendicando (penso a uno snuff 102, per esempio).
mi farebbe lo stesso triste effetto di un cabarettista che invoca di essere applaudito ogni tre battute, e a quel punto la riterrei un fallimento. ma anche in quel caso, di norma non accantono mai un film a metà, e dio solo sa se ne ho visti di inguardabilissimi e di brutti come una guerra persa.
se un film mi turba per mesi o addirittura mi lascia con la soggezione di riaffrontarlo una seconda volta, o se riesce a turbarmi alla seconda prova anche più che alla prima (come fu per kichiku) ha tutto il mio rispetto.
DiscussioneZender • 23/01/14 19:30 Capo scrivano - 47801 interventi
Ma sì certo, era solo un riferimento appunto al tuo soccombere fisico (a volte quasi in graphic details) di fronte a certa violenza cinematografica (non certo al fatto di uscire dalla sala perché un film è eccessivo). E' una reazione molto distante da me ma ovviamente non la trovo né stupida né ingenua né altro, solo non capisco quanto sia volutamente resa eccessiva dal tuo noto gusto per l'iperbole e quanto invece figlia di una rezione vera e sentita.
accade meno spesso di quel che sembra, e quel che traduco in flusso letterario è solo apparentemente figlio di un'esagerazione.
in genere accade solo quando l'opera è davvero radioattiva o ha un pungiglione particolarmente acuminato, incuneante e avvelenato. ma quando accade è sempre l'iperbole che ha un gusto per il mio sistema nervoso. certo, diciamo anche che con l'età la carrozzeria s'è ammaccata parecchio, il mio vivere certi film è più osmotico, simbiotico, e considerate certe batoste degli ultimi anni vi sono periodi in cui posso somatizzare anche un cappuccino venuto male, figuriamoci un film particolarmente tosto.
in realtà ho uno sguardo molto chirurgico geometrico e razionale nei confronti di un film, bado anzitutto alla struttura rappresentativa, a quanto e come questa sia armata. se in questa v'è però un tema che anziché toccare certe corde me le annoda o me le spezza o con esse mi ci impicca, ecco il soccombere fisiologico di cui giustamente dici...