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Titolo originale: Tendre et perverse Emanuelle
Anno: 1973
Genere: thriller (colore)
Regia: J.P. Johnson (Jesús Franco)
Note: Aka "Febbre di sesso nel film Sicarius".
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/07/14 DAL BENEMERITO CIAVAZZARO
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- Davvero notevole!:
Fauno, Marcolino1 - Quello che si dice un buon film:
Ciavazzaro - Gravemente insufficiente!:
Rufus68
Interessante thriller erotico franchiano. La pianista Emanuelle viene ritrovata morta sfracellata da un'altura; chi è il suo assassino? Il marito, l'amante o l'amica intima? o uno dei suoi tanti amanti? Franco dirige un'interessante thriller dai tocchi quasi argentiani (vedi il secondo omicidio), con un bel cast di fedelissimi (da segnalare la Romay con degli occhiali molto seventies) e una stupenda soundtrack di Daniel J. White. Molto interessante il morboso finale con un bel colpo di scena. Merita di essere visto.
MEMORABILE: La Romay e la Arno che nell'opening si "divertono" sotto le bellissime musiche di White; Il finale.
Il valore di base è indiscutibile, ma si può andare ben oltre nella valutazione se si capisce che il fenomeno che dà il titolo alla versione italiana non coinvolge uno solo dei personaggi ma ne tira almeno altri 4 o 5 nello stesso vortice, ed è un vortice ben più micidiale, nel quale sesso e perversione son solo due zuccherini che magari, potessero lenire tutto il marcio! La fragilità interiore può esitare nelle arti più sublimi (fra cui il sesso), ma è facile che subentrino sopraffazione, maschilismo, frustrazione, alcolismo, fino all'epilogo più ovvio.
MEMORABILE: Lo strangolamento della locandiera; Il doppio finale: una vera "rivelazione" nelle rivelazioni.
Il tema della gelosia è qui sviluppato evidenziando le conseguenze estreme a cui essa può portare, sia per chi la pratica che per chi la subisce (e la vittima di tale sentimento qui è un'alienata alla deriva completa tra promiscuità e sottomissione). Il film sviluppa un ottimo canovaccio giallo con un delitto alla Sette note in nero (lo sfracellarsi nel dirupo) e un altro stile Il gatto a nove code (lo strangolamento), dove il whodunit lascia lo spettatore in sospeso fino alle ultime inquadrature, con erotismo patinato e momenti onirici azzeccati.
Chi ha ucciso Barbara? E chi se ne importa, dirà, dopo un'oretta, lo spettatore stremato. Un Franco assai poco psichedelico e molto prosaico, privo d'ogni bizzarria e assai controllato nelle scene piccanti (una Romay occhialuta fa la porcella, ma castamente): poca roba, insomma. Il meccanismo giallo mai funziona poiché mai sollecitato; l'incedere, infatti, si sostanzia unicamente di dialoghi fra l'insulso e il pretenzioso. Inutile.
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- Ti rispondo qui Ciavazzaro. La copia di Sicarius che ho visionato è in italiano, a parte qualche stralcio, purtroppo fondamentale, che è rimasto in british.
Mi sono limitato a dare un voto più che buono in quanto come impostazione e come dialoghi è abbastanza grezzuccio e sicuramente non è molto commerciale.
Quel che posso dire io è di avere visto pochi altri film che si potrebbero trasformare in una ruota di fuoco che gira sempre più veloce fino a diventare incandescente e allo stesso tempo capace di attrarre ed annichilire chi si trova nelle vicinanze. Non per niente al personaggio cardine, che è la pianista, afflitta da tutte le turbe psichiche che molti dei grandi artisti hanno quasi per definizione, se ne avvitano almeno altri quattro, tutti borderline e tutti candidati all'autodistruzione.
Praticamente il delitto qui non è un mezzo, ma un corollario, una logica conseguenza.
Già Paroxismus me l'ero gustato, ma tieni presente che i titoli li scelgo in base alla trama e al genere. Quindi le commedie erotiche son già scartate. In tutti i casi due film drammatici di Franco me li sono già goduti. Non so se ce ne saranno altri, ma questi due, pur nei loro limiti valgono parecchio. Un cordiale saluto e a presto, magari con Larraz. FAUNO.
