Happiness - Felicità - Film (1998)

Happiness - Felicità
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Happiness
Anno: 1998
Genere: commedia (colore)
Note: e non "Happyness". Con un sequel: "Perdona e dimentica".

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Basta la prima scena a sintetizzare lo spirito del film, il lungo dialogo tra Jane Adams (semplicemente strepitosa, ma lo sarà per l'intera durata) e Jon Lovitz al ristorante: un concentrato d'ironia spiazzante. Un po' stiracchiato, se si vuole, rallentato, ma efficacissimo. Todd Solondz dirige così, e sarebbe inutile chiedergli di sveltire i dialoghi e far parlare meno a fatica i suoi personaggi principali. E' un cinema particolare, che potrà ad alcuni apparire estenuante (senza esagerare, comunque) ma che riserva più di una sorpresa e più di una situazione in cui si ride di gusto (anche se amaramente). I quattro o cinque segmenti che s'incrociano...Leggi tutto alla Altman (ma il maestro è nettamente superato sul piano dell'ironia) sono incentrati su diversi problemi legati quasi sempre al sesso: c'è il maniaco telefonico (Philip Seymour Hoffman, il più in affanno), lo psicologo che nasconde un terribile segueto (Dylan Baker) e che cresce un figlio incapace, alla sua età, di "venire", e naturalmente c'è Joy (Adams), giovane donna sfortunata e complessata cui capitano in sorte partner a dir poco bizzarri. Attorno ai tre personaggi cardine ne ruotano molti altri, anche importanti, che animano un quadro complessivo decisamente orientato verso l’anormalità patologica. La mano di un regista di qualità si sente, la direzione del cast è impeccabile quanto la confezione e non si scivola mai nella volgarità o nel sesso gratuito (nemmeno quando s'inquadrano fugacemente schizzi di sperma). La durata eccessiva (oltre le due ore e dieci) stranamente non si fa sentire troppo, se si accettano le regole del gioco; solo l'ultima mezz'ora è in salita.

Chiudi
TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Deepred89 4/07/07 10:40 - 3709 commenti

I gusti di Deepred89

Notevole. Gli attori sono ottimi, la regia è acida e pungente e la sceneggiatura, nonostante qualche lentezza, regge per tutta la durata e si chiude con un finale davvero indimenticabile. Sconsigliato al pubblico mainstream, consigliatissimo a tutti gli altri.

Xamini 16/07/07 01:40 - 1252 commenti

I gusti di Xamini

Happyness vive in un permanente stato di ironia, per parafrasare il personaggio di Lara "Twin Peaks" Flynn Boyle. Lo si comprende subito, attraverso la prima di tante situazioni che Solondz si prende la libertà di descrivere al meglio, senza le ansie temporali tipiche del cinema americano moderno. E pur immerso in questo chiaro atteggiamento anacronistico, il film risulta ampiamente godibile, a tratti divertente, ma senz'altro acre. Poiché non si risparmia in amarezza ed è preciso nell'uso dei termini, specie nella bocca dello psicanalista Bill.
MEMORABILE: Il finale ha il suo perché, ma come non menzionare le inquadrature e le musiche alla Disney quando Bill nota il ragazzino alla partita?

Renato 7/11/07 13:42 - 1648 commenti

I gusti di Renato

Buon film. Il talento del regista si vede specialmente in come sviluppa storie apparentemente insensate o comunque poco interessanti tenendo ben desta l'attenzione dello spettatore... Resta, dopo la visione, l'idea di un film triste, con personaggi solitari alla deriva in una società che ormai non sembra nemmeno accorgersene più. Ottimo il cast, da Ben Gazzara in giù.

Galbo 13/02/08 07:47 - 12399 commenti

I gusti di Galbo

Bel film frutto del talento del regista Solondz e che si caratterizza per la forte connotazione "politicamente scorretta". Volutamente disturbante e spiazzante, ma anche parecchio divertente l'opera è una feroce (ma in fondo realistica) immagine critica della moderna società che ha accantonato con disinvoltura il concetto di morale a favore di comportamente assolutamente spregiudicati che contemplano i gesti spesso più abietti in nome del raggiungimento di uno scopo. Ottimo il cast.

Supercruel 30/11/08 21:30 - 498 commenti

I gusti di Supercruel

Todd Solondz si prende decisamente i suoi tempi (lenti) e architetta un canovaccio che piano piano riesce a insinuarsi nello spettatore e a coinvolgerlo. Gli attori dimonstrano un buon talento (Hoffman, al solito, davvero maiuscolo) e vengono diretti con classe, tra momenti drammatici e altri altrettanto ironici, senza dimenticare un tono di fondo assai tagliente. Consigliato.

Daniela 7/09/09 12:48 - 12670 commenti

I gusti di Daniela

Uno dei film più angosciosamente divertenti ed emotivamente spiazzanti che mi sia capitato di vedere. Si oscilla fra il disgusto e la pietà, fra lo sberleffo e l'imbarazzo, nell'osservare, come sotto vetro, questi personaggi nel loro vano agitarsi, con intrecci dominati dal caso o dalla follia. Cast perfetto, con punte di diamante: Flynn Boyle aguzza e stronzissima, Baker pedofilo (la sua confessione al figlioletto lascia interdetti) e Hoffman, maniaco telefonico imbranato. Nel finale non succede niente, ma è indimenticabile lo stesso.
MEMORABILE: "Ma tuo figlio ha 11 anni..." "Si, ormai è troppo tardi" - Questo delitto ci riguarda tutte. Tutte facciamo uso della pellicola per alimenti...

Cotola 24/10/09 18:49 - 9052 commenti

I gusti di Cotola

Crudele e controversa, ma riuscita, galleria di personaggi estremamente sgradevoli attraverso i quali il regista Solondz mette in scena la solitudine che attanaglia l’uomo contemporaneo e le sue fobie e lo fa senza luoghi comuni, scena madri e senza edulcorare temi e problemi molto scottanti. Stile asciutto, sobrio e spietatamente lucido. Bello, controverso e discutibile.

Stefania 29/01/10 05:52 - 1599 commenti

I gusti di Stefania

La ricerca della felicità... fondamentale diritto umano, questi sono normali esseri umani, con sentimenti normali: anormali sono i loro comportamenti, tanto sono abili, nella loro nevrosi, a spingersi in vicoli ciechi, tanto è radicata, in loro, la convinzione di non meritare alcuna felicità. Una famiglia americana, una serie di eventi tra il tragico e il farsesco, un finale talmente paradossale da risultare poetico. Ottimo, film, è ciò che American Beauty avrebbe dovuto essere, è "American Beauty" senza svolazzi e senza catarsi.

Rebis 27/04/10 20:11 - 2339 commenti

I gusti di Rebis

Peyton Place alla soda caustica. Ci sono personaggi e situazioni deflagranti (la confessione del padre al figlio è potente), altre, un po' facili, rivelano la parzialità di uno sguardo cinico sul mondo: ma il film di Solondz riesce a mantenere sotto le immagini ripulite e composte un'eversione polita bruciante e incontenibile che, quando riesce ad ovviare alla prevedibilità (la love story con il ladro russo), lancia sferzate tragicomiche destabilizzanti. La costruzione soap-operistica avvolge e intrattiene fino in fondo; gli interpreti - coraggiosissimi - sono sempre all'altezza del pericolo.

Giacomovie 26/07/10 00:03 - 1398 commenti

I gusti di Giacomovie

Il sarcasmo amaro e beffardo inizia dal titolo: se questa dev'essere la "felicità", siamo messi male. Cosa si nasconde dietro le belle apparenze del vicino gentile? o del professionista rispettoso? Ce lo dice questo film, che mostra cose spudorate ed anormali con semplicità, con la naturalezza delle cose dette col sorriso sulle labbra, ma con la profondità di chi sa dove vuole colpire. Anche per questo assume maggiore impatto. L'acida analisi non riguarda solo la borghesia americana, ma l'altra triste faccia della medaglia del benessere. ***!

Philip Seymour Hoffman HA RECITATO ANCHE IN...

Spazio vuotoLocandina TwisterSpazio vuotoLocandina Boogie nights - L'altra HollywoodSpazio vuotoLocandina Il grande LebowskiSpazio vuotoLocandina Magnolia

Pigro 24/11/10 11:14 - 9671 commenti

I gusti di Pigro

Inventario delle anomalie dell'amore, del desiderio, del sesso, cioè di ciò che dovrebbe dare felicità e che qui, con toni tragici, comici, caustici o patetici, è fonte pura di infelicità. Tre sorelle e i loro incontri offrono una coralità di disperazione descritta con perfidia per raccontare lo sfacelo dei rapporti umani e la solitudine sostanziale nella quale viviamo: esemplare la scena dell'annuncio della morte di uno dei lavoratori del call center, che nessuno ricorda. Tanto schematico quanto illuminante. Ottima orchestrazione attorale.

Mickes2 25/07/11 23:40 - 1670 commenti

I gusti di Mickes2

Quant’è alienata e controversa l’America(n) di Solondz. Toglie il filtro da quella "beauty" di Mendes e ci regala uno spaccato corale, pregno di humour nero, capace di cesellare ed analizzare i suoi personaggi con cura maniacale; rispettoso di essi, ma allo stesso tempo cinico, spietato, trasgressivo, ironico, beffardo nel raccontare l’apparente assurda e patetica normalità, celando l’orrore di gesti e vicende – piccole o grandi, decorose o luride – tutte affette da un male impaziente ed isterico: la voglia di felicità. Gelido e tagliente.
MEMORABILE: Il respiro affannoso di Allen; il dt. Maplewood che spiega al figlio cos'ha fatto con i due ragazzini; Joy che canta Happiness.

Rullo 29/07/11 17:53 - 388 commenti

I gusti di Rullo

Happiness, è questo ciò che cercano i protagonisti del film un po' controverso di Solondz. Ognuno con la propria storia da raccontare, ognuno collegato ad un altro tramite un sottile filo di trama che alla fine li rende tutti uguali. Ognuno con le proprie paure, perversioni ed incertezze celate in ognuno di noi. A volte un po' grottesco e con qualche spruzzata di humour nero. Le musiche davvero belle sono un inno alla gioia di personaggi non troppo baciati dalla fortuna; interessante il montaggio che saltella tra una vita e l'altra.

Saintgifts 13/11/11 22:33 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

La felicità del titolo non appartiene a nessuno. Non appartiene ai "brutti" ma non appartiene nemmeno ai "belli", anche se alla fine qualcuno felice c'è (ma è facile immaginare che non lo sarà per molto). Tentativo di filmare non le apparenze ma quello che di solito ognuno di noi tiene dentro, ossia gli istinti peggiori. C'è anche qualche episodio che fa parte della realtà, tanto per completare il quadro. Un paio di volte si sorride ma per lo più si rimane attoniti di fronte ad un grottesco che però non porta a nulla. Onore agli interpreti.

Luchi78 22/06/12 15:11 - 1521 commenti

I gusti di Luchi78

Un racconto che "osa" dove altri non avrebbero nemmeno lontanamente immaginato di affacciarsi. La sconvolgente storia dello psicologo-pedofilo, dove nulla si vede e tutto si dice, è qualcosa di molto disturbante ma anche segno di una notevole apertura mentale. Le altre storie si muovono anch'esse sul filo di un pericoloso equilibrio al limite tra solitudine e disperazione, una sorta di inventario delle condizioni di non felicità della borghesia americana odierna. Un'opera audace e riuscita ma non per tutti.

Nancy 1/02/14 17:07 - 774 commenti

I gusti di Nancy

Un buon film, per molti versi anticipatore di American beauty, anche se più dissacratorio di quello, più audace ma meno poetico. La trama si sviluppa intorno a svariati personaggi tutti in qualche modo tra di loro legati, tutti in cerca di una felicità che sono incapaci di trovare (solo uno di loro, nel finale, sembrerà riuscire...) a causa dei loro approcci, malati in qualche caso (Baker) o più spesso soltanto disturbati (il grande Seymour Hoffman), attraverso i quali cercano di carpire una pienezza che in realtà li rifugge sempre di più.
MEMORABILE: Il discorso tra il pedofilo Baker e il figlioletto undicenne.

Bizzu 4/03/14 23:57 - 217 commenti

I gusti di Bizzu

Film genuinamente anni '90, con quella tipica tensione sociale e voglia di sparare a zero sul sogno americano. Vista oggi rimane leggermente stucchevole questa cattiveria gratuita verso tutto e tutti, ma a patto di stare al gioco devo ammettere che c'è da divertirsi, a guardare questa famiglia allargata di mostri.
MEMORABILE: Il "nonno" che esagera con il sale nel finale è semplicemente geniale!

Paulaster 23/07/14 09:44 - 4425 commenti

I gusti di Paulaster

Prima parte come un fiume in piena tra cinismo e ipocrisia, dove ogni dialogo affonda il colpo e lascia sorpresi (tra padre e figlio è lucida follia). Temi come la pedofilia, la masturbazione, le molestie, a raccontare il lurido che gli Usa tengono sotto il tappeto mentre tutti vendono un’immagine di autorealizzazione. Nel seguito l’effetto corale scema, anche perché Solondz non è Altman e alle chiusure spara a salve. Ultima scena prevedibile con un’ideuzza che sfiora il sublime. Buoni gli interpreti, anche se il ruolo di Gazzara è incolore.

Didda23 3/12/15 11:15 - 2426 commenti

I gusti di Didda23

Le situazioni stranienti, estreme nel linguaggio e nella caratterizzazione donano, al film di Solondz un'atmosfera unica che se da un lato non permette l'immedesimazione dall'altro, mette alla berlina la borghesia americana. Sfacciato e irriverente con tocchi grotteschi meravigliosi e con punte di vero Cinema (la confessione di Baker è un qualcosa di indescrivibile). Solondz (che sceneggia con dialoghi di una ferocia pungente) mostra tutto ciò che serve (non scadendo nella gratuità fine a sè stessa) e dirige impeccabilmente un cast (strepitoso) con personaggi complessi da interpretare.
MEMORABILE: Le chiamate di Hoffman; Il custode notturno; La famiglia di Baker.

Jena 24/02/18 19:02 - 1557 commenti

I gusti di Jena

Apoteosi del cinema di Solondz con un'ineguagliabile galleria di perdenti e "mostri normali": lo sfigato erotomane (un Hoffman di una bravura sovrumana), il buon padre di famiglia pedofilo (Dylan Baker nell'interpretazione della vita), la sfigatissima perdente (bravissima Jane Adams) solo per citare i principali. Insostenibile e durissimo in alcune parti (la confessione del padre pedofilo al figlio), spassosissimo in tante altre (le telefonate oscene di Hoffman), rimane il più frontale attacco di sempre al sogno americano.
MEMORABILE: il prologo con un bravissimo Jon Lovitz; I dialoghi padre figlio sulla sessualità"; La cicciona violentata dal portiere Pedro; La canzone del titolo

Todd Solondz HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina StorytellingSpazio vuotoLocandina PalindromiSpazio vuotoLocandina Fuga dalla scuola mediaSpazio vuotoLocandina Wiener-dog

Beffardo57 10/03/18 20:28 - 262 commenti

I gusti di Beffardo57

Quasi coevo di American beauty, ne condivide il tono sarcastico e grottesco della rappresentazione; i personaggi sono studiati alla stregua di insetti da un distaccato entomologo che ne analizza comportamenti e riti sociali. Allegramente impietoso e ferocemente divertente, raggiunge anche qualche momento di pathos (la stanchezza di vivere del personaggio di Ben Gazzara; la confessione dolorosa e lucida dello psicoanalista pedofilo); predomina comunque un senso angoscioso di vuoto. Ottimo tutto il cast di interpreti.

Bubobubo 1/01/19 15:14 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

È a dir poco esilarante, ma di quell'esilarante così assurdo, nero, nichilista e politicamente scorretto (a partire già dalla primissima scena a due al ristorante) che ci si vergogna ogni istante di ammettere a sé stessi che ci si sta divertendo un mondo (roba che persino un Visitor Q ne viene ridimensionato). Lodi sperticate a un cast che non solo accetta di interpretare un canovaccio così ardito, ma lo fa pure con una professionalità vista raramente prima d'ora: la tenera e sciagurata Adams e il maniaco Hoffman su tutti. Finale salomonico.
MEMORABILE: Il primo deialogo al ristorante; Quello tra Hoffman e Manheim; L'assurda confessione di Baker; L'algidità della Flynn Boyle.

Capannelle 12/07/22 16:01 - 4412 commenti

I gusti di Capannelle

Sicuramente singolare questa opera di Solondz e meritoria per aver sfidato le regole commerciali inserendo temi scomodi e personaggi anche repulsivi in un excursus di oltre due ore. La durata e la lentezza costituiscono il tallone d'Achille perché onestamente non è facile, arrivare in fondo al film. Il cast se la cava ma con un Seymour e una Jordan troppo caricaturizzati tanto da apparire detestabili. Alla fine i migliori sono la Manheim e Baker. Voto medio perché per quanto non manchino le idee e lo stile di ripresa, il film presenta ampie sequenze dimenticabili.
MEMORABILE: La tanto sospirata prima volta di Billy, festeggiata dal cane.

Anthonyvm 20/12/22 15:42 - 5700 commenti

I gusti di Anthonyvm

Galleria di personaggi insoddisfatti, illusi e turbati, in un impietoso quanto disturbante ritratto medio-borghese votato all'ironia più perfida con guarniture "gross". Si passa dalle molestie telefoniche di Seymour Hoffman alla pedofilia inutilmente repressa dell'infelicemente sposato Dylan Baker (in assoluto il subplot più agghiacciante e indigesto del lotto), dall'omicidio post-stupro alla violenza domestica. Solondz affida dialoghi pungenti (e molto espliciti) alle doti di ottimi interpreti, facendo centro il più delle volte (un po' debole la figura della Flynn Boyle). Da vedere.
MEMORABILE: Lo schizzo di sperma usato per incollare una cartolina al muro; I postumi dello stupro infantile; La confessione del padre al figlio; "Sono venuto!".

Pinhead80 22/07/23 16:53 - 4765 commenti

I gusti di Pinhead80

Se c'è una cosa che Solondz sa fare alla perfezione è quella di prendere quelli che sono i canoni costituiti della società e farli a pezzi nel modo più assoluto. La famiglia, che dovrebbe essere considerata un luogo di pace e serenità, qui diventa il terreno fertile per una società pronta ad azzannarla incessantemente. I rapporti umani sono degradati e degradanti ed alcuni dialoghi (padre/figlio) gelano il sangue sia per l'intensità che per il peso dei contenuti. Tra gli adulti non ci sono brave persone ma solo personalità disturbate e nevrotiche che affondano nel pantano della vita.

Giùan 13/01/24 09:55 - 4562 commenti

I gusti di Giùan

Crudele ma mai crudo, lancinante fino allo strascicato ma mai sprezzante, entomologico ma affatto disumano (diremmo buñueliano ma con un senso dell'umorismo più frustrante, meno liberatorio), fine dicitore di cose orribili ma lontanissimo dal vellicare i bassi istinti dello spettatore (il pudore estremo del mostrato). Solondz pesca nella banalità del male borghese, nelle sue misere relazioni che si trasformano in tare irrimediabili. Alcuni segmenti languono (la coppia di anziani genitori) ma la traccia principale ha due momenti (il dialogo tra Bill e il figlio e il finale) potentissimi.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione Didda23 • 3/12/15 11:21
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Buio, se non ricordo male questo lo hai visto ed un giorno me ne hai parlato.

    Spoiler

    Avevi ragione, la confessione di Baker è Cinema allo stato puro.

    fine spoiler

    Solodz mi ha rapito sin dai primissimi fotogrammi e questo caledoscopio di personaggi più o meno deviati ha messo in luce le problematiche della borghesia americana.
    Dialoghi scritti meravigliosamente, Solodz che non ha paura di risultare scomodo e ardito che mostra tutto il necessario, attori in stato di grazia (coraggiosi come scrive giustamente Rebis), una regia che ha una propria dimensione e un proprio stile.
    Una delle punte della cinematografia made in USA di fine millenio...
    Ultima modifica: 3/12/15 11:22 da Didda23
  • Discussione Buiomega71 • 3/12/15 19:11
    Consigliere - 26006 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Buio, se non ricordo male questo lo hai visto ed un giorno me ne hai parlato.

    Spoiler

    Avevi ragione, la confessione di Baker è Cinema allo stato puro.

    fine spoiler

    Solodz mi ha rapito sin dai primissimi fotogrammi e questo caledoscopio di personaggi più o meno deviati ha messo in luce le problematiche della borghesia americana.
    Dialoghi scritti meravigliosamente, Solodz che non ha paura di risultare scomodo e ardito che mostra tutto il necessario, attori in stato di grazia (coraggiosi come scrive giustamente Rebis), una regia che ha una propria dimensione e un proprio stile.
    Una delle punte della cinematografia made in USA di fine millenio...


    Uno dei mie film del cuore in assoluto, davvero felice che tu abbia apprezzato questo capolavoro perfido e feroce, che si meriterebbe *****