The dark hours - Film (2005)

The dark hours

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sembrerebbe di dover leggere DESPERATE HOURS, più che DARK HOURS. Come in ORE DISPERATE, infatti, arriveremo presto a trovare due bruti che tengono in ostaggio la protagonista (Kate Greenhouse), suo marito e sua sorella minore in un isolato cottage di montagna. Perché allora la lunga introduzione che ci mostra sempre la donna mentre lavora in ospedale e studia le proprie radiografie nelle quali si evidenzia un raro tumore incurabile? E come mai uno dei due bruti è proprio il paziente che con lei condivide la stessa malattia? L'apparenza inganna, si sa, e THE DARK HOURS prenderà vie inattese proponendosi...Leggi tutto come thriller psicologico in cui realtà e sogno rischiano più volte di confondersi. Più si procede più la storia sembra smarrire ogni logica, arrivando ad uno di quei finali che lasciano adito a più interpretazioni. Un bene o un male? Dipende da voi. Certo è che comunque la si pensi THE DARK HOURS rischia di lasciare l'amaro in bocca. Anche perché tutto sa un po' di già visto e il sequestratore leader gigioneggia troppo trasformando il suo personaggio nel più classico degli psicopatici malati di protagonismo che da sempre intestano il genere infilando raramente la performance memorabile. La Greenhouse è bravina, gli altri sembrano solo comparse anonime di puro contorno nonostante rivestano ruoli magari importanti (è il caso del marito e della sorella). Probabilmente articolando meglio il soggetto e restituendo un po' di linearità alla storia poteva uscirne un buon film. Sprecate alcune belle intuizioni, come le strip-telefonate.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/06 DAL DAVINOTTI
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Anna 17/02/09 16:48 - 90 commenti

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Thriller in cui c'è un po' di tutto: suspence, violenza psicologica e fisica... in cui tutto può sembrare quello che in realtà non è. La sorellina della protagonista è odiosa (e non credo per merito della recitazione), il marito alla fine del film uno neanche si ricorda ci fosse, i sequestratori sono un po' stereotipati, brava la Greehouse. Lo spettatore resta in una perenne attesa che non viene compensata neanche nel finale, pure se c'è una spiegazione a ciò che è avvenuto. Non male ma sembra che manchi qualcosa...

Myvincent 15/03/14 18:38 - 3726 commenti

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La dottoressa Goodman decide di passare un weekend nel suo cottage quando viene aggredita da un folle, suo ex-paziente che, guarda caso, ha avuto anche lui lo stesso tumore al cervello di cui soffre. Ma è l'orrida realtà o solo torpide allucinazioni? Tutto si mescola confusamente, specie nel finale interrogativo. Filmetto passabile, ma solo per la trama originale, non già per il clima horror che latita. Seguire bene i dettagli per districare la contorta matassa.

Hackett 14/09/14 16:56 - 1865 commenti

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Thriller psicologico abbatanza godibile che gioca col non visto e il non detto allo scopo di stupire lo spettatore. Purtroppo l'intreccio ingarbugliato (in teoria) è abbastanza prevedibile già prima di metà film, rendendo poco efficaci alcune trappole previste dalla sceneggiatura. Rimane un film di basso profilo ma con una dignità, cui si può dedicare una visione.

Undying 17/04/16 17:51 - 3807 commenti

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Fastidiosa pellicola canadese ispirata al cliché debitore di Ambrose Bierce e del suo racconto "Accadde al ponte di Owl Creek". Qui il motore narrativo è terribilmente realistico e le angherie imposte al trio prigioniero di due loschi individui (uno in cura dalla dottoressa causa scatenante di tutte le violenze) hanno origine nella mente malata, degenerata dalla inevitabile decadenza fisica dovuta a terribile malattia. Kate Greenhouse è bravissima ma il finale - a tradimento - e il brutale soggetto lo rendono prodotto poco digeribile, nonché cupo.
MEMORABILE: Il distacco di un dito, previa rottura dell'osso con pinza...

Anthonyvm 8/10/18 22:53 - 5637 commenti

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Una piacevolissima sorpresa dal Canada. Sin dall'inizio ci si rende conto della buona cura formale e delle potenzialità dello script. Man mano che si prosegue nella visione, lo spettatore si ritrova di fronte a svolte di plot sorprendenti, che fanno passare con straniante naturalezza un thriller psicologico a un horror home invasion per poi ribaltare le carte quando meno uno se lo aspetta. Se è vero che non sempre la logica è di casa, il finale (un po' furbamente) riesce a sistemare le cose. Non troppo disturbante, ma senz'altro da scoprire.
MEMORABILE: L'inizio dei giochi à la Funny games; Verità o sfida; Il finale aperto ad almeno due interpretazioni.

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