il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

LA VITTIMA DESIGNATA
le location esatte
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340154 commenti | 64340 titoli | 25531 Location | 12732 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: In ginocchio da te (1964)
  • Luogo del film: Il cinema dove Gianni (Morandi) e Claudia (Efrikian) vanno a vedere un film
  • Luogo reale: Supermercato Superò (ex cinema Santa Lucia), Via Santa Lucia 59, Napoli, Napoli
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  • Film: Una villa per due (2014)
  • Luogo del film: La villa in cui abita Francesco (Morelli)
  • Luogo reale: B&B Ai Casai, Via Belvedere, Mezzolago, Pieve di Ledro, Trento
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  CINEPROSPETTIVE

ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Ester Masing

    Ester Masing

  • Maria Grazia Toccaceli

    Maria Grazia Toccaceli

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Paulaster
Le vite brevi del bassista dei Sex Pistols e compagna seguono il filo temporale degli eventi e la tragica conclusione viene ammorbidita. Nella prima parte, più musicale, il clima punk è da cartolina e i vari personaggi sembrano caricature. Quando ci si sposta a New York le vicende sono solo di droga e la miseria quotidiana diviene malinconica. Oldman fa quel che può per assomigliare al tossico sballato del protagonista e ci riesce parzialmente, in quanto sul palco copia le movenze, ma sono artefatte. Qualche momento è riuscito.
Commento di: Siska80
Un giovane sta per essere impiccato per omicidio, ma un sovraintendente che fiuta l'inganno chiede aiuto a Poirot. Nonostante i numerosi, strambi personaggi che partecipano alla vicenda (molti dei quali palesemente sospetti), non è difficile individuare già a metà episodio il colpevole (che si macchierà di nuovo le mani di sangue in maniera grossolana). Ciò che rende il film buono è quindi soprattutto la location fiabesca che alterna ambienti di lusso a case fatiscenti e intrise di muffa e incuria, oltre alla regia dalle notevoli soggettive. Valido il cast. A conti fatti buono.
Commento di: Daniela
Avvocato con lo stomaco foderato di pelo celebre per i suoi successi in tribunale riesce a far assolvere una coppia responsabile di un omicidio nonostante le prove a loro carico, ma subito dopo viene accusato di aver corrotto una giurata... Maestro nell'horror a basso costo, Arnold se la cava bene anche in questo thriller giudiziario i cui punti di forza sono una trama originale - anche se con qualche smagliatura - e un cast in forma in cui, accanto al convincente Chandler, spicca Carson in ruolo ambiguo per lui non abituale che contrasta con il suo aspetto simpatico e bonaccione.
Commento di: Daniela
A Toronto un misterioso individuo uccide prostitute colpendole a distanza con un fucile di precisione: la scoperta della sua identità è l'unico motivo di parziale interesse di questo fiacchissimo thriller canadese sceneggiato in modo banale, diretto senza alcuno stile e interpretato in modo mediocre, in cui anche un attore di buon mestiere come Crenna pare adeguarsi all'andazzo generale fornendo una prova spenta nel ruolo del detective che indaga sulla catena di delitti e nello stesso tempo cerca di incastrare un pappone malavitoso. Titolo italiano brutto ma il film non è migliore.
Commento di: Reeves
Un viaggio sulla percezione dell'omosessualità in Italia, con alcuni casi macroscopici di vero e proprio linciaggio, con testimonianze e con materiale di repertorio che ci racconta come a pochi decenni dai nostri giorni vivessimo davvero nella barbarie, per quanto riguarda tolleranza, rispetto e diritti. Uno dei film più appassionanti di Gianni Amelio, mosso in questo caso da un sincero spirito di ricerca
Commento di: Teddy
Ottimo, perché la denuncia sociale messa in atto da Carpenter non si adagia sulle altezzose psicologie di tanto cinema lustrato dell’epoca, ma lo fa montando uno schema narrativo tutto suo; dirompente, scalcinato, con guizzi visionari pronti a dettagliare un universo concretamente horror. L’assillo sonoro a cura dello stesso regista incornicia il tutto. Ancora oggi, straordinario.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

L'acqua straborda nei tunnel della metropolitana di Mosca. Perdite diffuse - segnalate da un addetto scambiato per un alcolizzato e mai creduto - d'improvviso si moltiplicano allagando gli ambienti sotterranei mentre passano i treni. Uno in particolare, che come si può immaginare contiene gli sparuti protagonisti del film, descritti molto sommariamente tranne in due casi: il marito (Puskepalis) di una donna (Khodchenkova) che non lo ama più da anni e un uomo (Belyy) con cui quest'ultima lo tradisce fin dalla prima scena. Insieme a loro la figlioletta (Vistingauzen) del...Leggi tutto primo, che col passare del tempo sempre più capisce l'astio tra i due uomini senza poterne immaginare l'origine. I due contendenti si ritrovano guarda caso nello stesso treno della metropolitana e viaggiano verso la valanga d'acqua che irrompe inaspettatamente nel tunnel causando la catastrofe. Un momento indubbiamente ben reso, con sapienti ralenti che mostrano i corpi scontrarsi tra loro mentre l'acqua allaga i vagoni con effetti suggestivi.

Peccato per una fotografia dai toni ingialliti e altamente desaturata nelle scene più buie che sottrae molto fascino al film ingrigendolo oltremodo. Se però le sequenze più catastrofiche si consumano già tutte nella prima mezz'ora o quasi, ci si chiede come verrà riempita la restante ora e quaranta. Con l'acqua che diventa il pericolo numero uno sembra quasi di stare tra il Poseidon e il Titanic, anche perché a quel punto la metropolitana tende sempre di più a scomparire per lasciare spazio ai drammi del gruppetto in fuga nei tunnel, mentre la massa di passeggeri superstiti si disperde presto senza che se ne sappia più molto (se escludiamo i poveretti in movimento tra i rigagnoli, fulminati involontariamente da chi non aveva staccato la corrente elettrica nelle sale comando).

La costruzione del film è smaccatamente hollywoodiana, con l'unica eccezione del rapporto - con qualche asperità imprevista, anche nel finale - tra i due uomini, ma la regia e le interpretazioni non possono rivaleggiare con le migliori produzioni a stelle e strisce. Resta un discreto esempio di catastrofico, con qualche buon momento ma anche tanti dialoghi sfiatati, battute a tratti decisamente goffe, la seconda coppia d'accompagnamento (giovane e bella) che fa da tappezzeria senza mostrare un minimo di spessore e una quinta donna incomoda, spaiata, che incide ancor meno.

All'esterno la moglie/madre si dispera, cerca notizie dei suoi cari dispersi, corre a destra e a manca senza concludere nulla mentre sotto hanno i loro bei problemi a risalire in superficie. Dei soccorsi si hanno ben poche notizie, la polizia cerca più che altro di mantenere l'ordine e ci si avvia piuttosto stancamente all'ovvio epilogo, reso terribile dall'intrusione di un cagnolino che stoppa inspiegabilmente l'azione prima dei titoli di coda. Buone le musiche, spesso di stampo classico. Curioso che in un film ambientato nella metropolitana di Mosca mai si inquadrino le meravigliose stazioni, gioielli architettonici ognuna in diverso stile che chi ha visitato la capitale russa probabilmente avrà visitato.

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Influencer triste in Thailandia. Passa il tempo a ripetere quanto bello sia il suo lavoro e quanto fantastico viaggiare e conoscere nuovi posti, la biondissima Madison (Tennat), ma la verità è che si ritrova in una villona sul mare da sola in un luogo che pare quasi disabitato. Ryan (Saper), il suo ragazzo, non ha voluto seguirla e ora l’unica che pare interessata a lei è una giovane del posto, CW (Naud), attratta dal suo lavoro di influencer e buona conoscitrice dei paradisi locali (le splendide baie che si vedono sono a Krabi, in Thailandia). Insieme trascorrono finalmente...Leggi tutto giorni felici, nonostante qualche scambio di pareri online un po’ teso tra Madison e Ryan.

Quando però le due ragazze decidono di raggiungere insieme in barca un isolotto sperduto che CW dice essere stupendo (e lo è davvero), la povera Madison avrà una brutta sorpresa. Partono qui i titoli di testa (a venticinque minuti dall’inizio!), come se la vera storia cominciasse solo da questo momento. E infatti è un twist importante, quello che cambia tutto e porta la bella CW (facilmente identificabile per una voglia in faccia, autentica e caratteristica dell’attrice) al centro della vicenda, nella quale a sorpresa subentrerà anche il buon Ryan, giunto da casa per rimettere le cose a posto con Madison.

Un thriller dalle buone atmosfere (segnalate anche da oculate scelte in colonna sonora, si veda “Bullitt” degli Elephanz nella scena sulla spiaggia dell’isolotto), impostato come uno dei tanti thriller televisivi ma impreziosito da notevolissime location esotiche, una protagonista ambigua quanto ideale per la parte e un uso meno scriteriato del consueto dell’unico personaggio maschile di peso. In fondo nella storia entrano in modo significativo unicamente in quattro: ai tre già citati si può aggiungere solo Jessica (Canning), una seconda bionda influencer giunta sul posto e alla quale CW si attaccherà come una cozza.

Senza dialoghi inutili e una buona tensione nelle scene più significative, il film di Kurtis David Harder (anche cosceneggiatore con Tesh Guttikonda) si fa seguire con un certo interesse, piazzando flashback non invasivi nei punti giusti e accennando pure a qualche timida scena di sesso (con un nudo in doccia di spalle della Naud). Il fenomeno degli influencer rientra solo lateralmente e si privilegia la componente thriller, anche se poi CW mostra grande dimestichezza nel gestire le diavolerie tecnologiche utili a sottrarre identità altrui passando per i social. Niente di memorabile, ma nel complesso un film che il suo dovere lo fa, intrattenendo il necessario; e con un finale comunque non smaccatamente “happy”, cosa mai facile da trovare…

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Una nuova gioia per gli occhi targata George Miller, che a settantanove anni suonati continua a dirigere la saga che l'ha reso celebre senza perdere un'oncia del talento che ha trasformato ogni capitolo della stessa (e in particolar modo gli ultimi) in un autentico evento. Se in FURY ROAD aveva già quasi soppiantato Mad Max imponendo all'attenzione Furiosa,...Leggi tutto una nuova eroina con le splendide fattezze di Charlize Theron, truccata ad hoc per farne risaltare i divini lineamenti, in questo prequel racconta l'adolescenza di Furiosa (Alyla Browne da bambina ma soprattutto Anya Taylor-Joy da ragazza) facendocene seguire le avventure dal momento in cui viene rapita nel suo Luogo Verde (una vera oasi paradisiaca nelle Terre Desolate del deserto australiano) da una banda di predoni capitanata dal sadico Dementus (Hemsworth). Sua madre insegue i criminali in sella a potenti motociclette, ma il suo progetto di riportare Furiosa con sé fallisce.

La piccola, rimasta sola in mano a quegli orrendi figuri, cresce inevitabilmente con loro covando ovvi propositi di vendetta, adottata da Dementus che la chiama Mini-D (la D è l'iniziale del nome di lui, a scanso di equivoci) e se la porta dietro nelle sue scorribande alla conquista dei pochi luoghi ancora indipendenti lì nei pressi: la Cittadella guidata dall'oscuro Immortan Joe (Hulme), arrampicata sulle rocce, l'industriosa Gastown (di fatto una gigantesca centrale, cattedrale di tubi e condutture) e Bullet Farm, rifugio di armaioli inselvatichiti (come un po’ tutti, da quelle parti).

Conquistata con astuto stratagemma Gastown, Dementus minaccia di bruciarla con tutte le sue scorte di benzina facendo venire Immortan Joe a più miti consigli: gli cederà Furiosa in cambio di un bel po' di viveri e acqua. Diventata membro della Cittadella, Furiosa affiancherà Pretorius Jack (Burke) a bordo di una enorme cisterna in viaggio tra una città e l'altra, vittima dei predoni e di attacchi di ogni sorta in cui Miller può scatenare tutto il suo estro visionario, concretizzato nelle abituali scene da circo itinerante con pazzi che volano appesi a deltaplani, moto che saltano dovunque, aste, lance e chi più ne ha più ne metta in un tripudio di esplosioni, morti ammazzati nei modi più bislacchi (molti triturati sotto le ruote della cisterna) e riprese virtuose che riportano alla luce lo stile unico e riconoscibile di Miller.

Se consideriamo che il deserto - con le sue dune, i colori infuocati, le nuvole di sabbia, gli immensi spazi aperti - offre paesaggi di grande suggestione di nuovo sfruttati al meglio dal regista, avremo la misura delle qualità del film, che ancora una volta lascia sullo sfondo la storia e i dialoghi per concentrarsi sull'impatto spettacolare. La Taylor-Joy ha il giusto sguardo killer, Tom Burke occhi verdi che ugualmente risaltano dietro al trucco che scurisce i volti, Hemsworth il tipico fare da guascone un po' idiota che lo rende comunque simpatico al di là della spregevolezza del personaggio interpretato.

Due ore e mezza sono tante e qualche sforbicata avrebbe indubbiamente giovato, ma la quantità di sequenze di grande suggestione, l’azione vorticosa sottolineata dai rombi dei motori, le imponenti masse che si muovono tra scenografie fatiscenti, gli scassati mezzi rozzamente corazzati, confermano l'unicità della proposta. Miller non fa che ripetere se stesso ancora una volta ma ci riesce benissimo, evidenziando ancora i limiti del suo cinema baracconesco dai tratti semplici eppure conquistando grazie alla grandiosità di scenari unici, campi lunghi che gli occhi abbracciano godendoli e un’estetica fumettistica nei personaggi che ci spinge a osservarli in tutti i loro buffi particolari. Certo, le basi erano già tutte in FURY ROAD e questo prequel non fa che replicarle furbescamente, ma nell’insieme il divertimento è lo stesso e il risultato pure. Indimenticabile il mezzo a ruote enormi sul quale si muove Dementus dopo aver abbandonato la sua comicissima biga trainata da motociclette!

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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