il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

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339130 commenti | 64122 titoli | 25425 Location | 12628 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: Notte prima degli esami '82 (serie tv) (2011)
  • Luogo del film: L'hotel dove alloggia Renato (Marchesi), il padre di Giulia (Lippi), dove lei si reca più volte
  • Luogo reale: Hotel Colony, Via Monterosi 18, Roma, Roma
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  • Film: The antithesis (2017)
  • Luogo del film: La villa dove si trasferisce Sophie (Stafida) per indagare sugli strani fenomeni che vi si riscontra
  • Luogo reale: Via delle Orchidee 4, Porto Empedocle, Agrigento
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Gledis Cinque

    Gledis Cinque

  • Stefano Ruzzante

    Stefano Ruzzante

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Herrkinski
La miglior cosa sarebbe vederlo senza nulla sapere di trama e protagonisti, magari con un pizzico d'ingenuità e lasciarsi trasportare dall'eleganza e dalla poesia di questa storia d'amore d'altri tempi, per poi venire frastornati e destabilizzati dal twist rivelatorio; seppur a posteriori la sospensione dell'incredulità in alcune scene sia necessaria, nulla toglie alla forza emotiva e struggente dell'opera, la prima all'apparenza lontana dai canoni a cui Cronenberg ci aveva abituati, pur solo in superficie. Chi oggi cerca di far film su certi argomenti, dovrebbe imparare da qui.
Commento di: Reeves
Kolossal se ce n'è mai stato uno, tutto maestoso a partire dalle scenografie e dalle scene di massa (in particolare la famosa corsa delle bighe, straordinaria). Le immagini di morte sotto pestilenza per l'epoca erano forti, così come il rapporto chiaramente omosex che lega il protagonista al suo peggior nemico. Spettacolo puro, che riempie gli occhi ancora oggi. Charlton Heston monumentale.
Commento di: Pesten
Chi lo scopre oggi lo troverà raffazzonato, tendente al noioso, con evidenti buchi di sceneggiatura e un protagonista monoespressivo. Dispiace perché per chi come lo ha visto al tempo del suo rilascio, il fascino e i lati positivi lo avevano nel complesso fatto diventare un cult, che però purtroppo invecchia male. Fortunatamente ci sono Connery e (in parte) Brown. Le musiche dei Queen aiutano molto, soprattutto in alcuni passaggi. Altalenante, ma non si può non volergli bene, se hai superato gli anta.
Commento di: Reeves
Leggendario titolo nella stagione del nuovo cinema americano degli anni Sessanta-Settanta. Il protagonista è una specie di Bogart proletario, gli omicidi che i due compiono sono al tempo stesso efferati ma anche sintomo di una volontà di evadere, le vittime spesso non sono meglio dei carnefici. Messa in scena rigorosamente povera ma tremendamente efficace, bianco e nero spettacolare.
Commento di: Gabigol
Uno di quei casi in cui non serve conoscenza del cinema né si deve ricorrere alla fama del film per certificarne il suo intrinseco valore: "I soliti ignoti" è un capolavoro. Al netto di un cast stellare e la regia sopraffina di Monicelli (si pensi alle inquadrature che raccontano il tragitto del colpo), il film è una fucina inesauribile di soluzioni intelligenti e dialoghi che fanno della brillantezza e vivacità il proprio punto di forza. Commovente lo sguardo dolceamaro del regista verso quest'Italia che vive dell'occasione decisiva: riscatto fatidico (che non si compie).
Commento di: Rebis
I bambini sono una specie a parte e il diaframma che li separa dal mondo adulto assume le forme di un passaggio iniziatico prossimo alla morte. Vogt sceglie un taglio osservativo e austero per monitorare le logiche interpersonali dell'infanzia e rileva un’etica determinista ed evoluzionista, aliena e persino scandalosa dalla prospettiva adulta. Ne deriva un'opera di riferimento nella filmografia degli evil child. I quattro protagonisti sono ben caratterizzati, senza ricorrere a banali connotazioni psicologiche. Disturbante, come una classe di bambini silenziosi e attenti.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Senza la faccia di Ryan Gosling il film non sarebbe lo stesso, inutile negarlo: la forza di FALL GUY è quella sua espressione che disinvolta gioca con gli opposti, tra il marpione e l'ingenuo, il saputo e il sorpreso, e che lo rende canagliescamente simpatico, irresistibilmente attraente, a suo modo unico. E' lui il fall guy, l'uomo che cade, lo stunt-man pronto a tutto, un vincente che flirta con un'assistente alla regia (Blunt) destinata prima o poi a fare il grande passo e a sedere da sola dietro la macchina da presa.

Prima che questo succeda, però, Colt...Leggi tutto Seavers ha un incidente: cade dall'alto come previsto ma ahilui si schianta rovinosamente: ricoverato, spaventato, deluso, molla il cinema senza richiamare nessuno - Jody compresa - e se ne va a fare l'anonimo parcheggiatore. Almeno fino a quando la produttrice (Waddingham) del nuovo film da regista di Jody, "Thunderstorm", non lo riconvoca in gran segreto facendogli credere che sia stata proprio Jody a volerlo sul set. Non è vero e non solo: quando lei lo rivede pretende di cacciarlo! Qualche scaramuccia, comunque, e un po' d'armonia tra i due torna.

Nel frattempo Colt scopre perché è stato richiamato: deve ritrovare Tom Ryder (Taylor-Johnson), la star di "Thunderstorm" che non si fa più trovare. Il nostro era al tempo la sua controfigura storica, naturale che la produttrice pensi sia l'uomo giusto per scovarlo. Si scoprirà che Tom è meno limpido di quanto si potesse immaginare, cosa che implicherà l'innesto dell'azione in un film che si trasfigurerà abbandonando quasi del tutto gli scambi romantici lui-lei per tuffarsi in un turbinio di inseguimenti e fughe impossibili in cui uno stunt-man come il protagonista non può che trovarsi a meraviglia. Da qui in avanti, infatti, si cambia marcia e il divertimento aumenta: alle simpatiche battute si affiancano i ritmi vorticosi dell'action più fracassone supportato da una colonna sonora azzeccatissima che, a partire da "I Was Made For Lovin' You" dei Kiss (rifatta splendidamente da Youngblud), centra anche il momento "soft" con la toccante "Against All Odds" di Phil Collins ricantata al karaoke dalla Blunt.

I ritmi si alzano sempre di più, subentra perfino qualche elemento "giallo" e si arriva a una zuffa trainati da auto in corsa che racchiude in sé l'essenza stessa della genialità di alcune trovate. Non si chieda alcuno spessore alla vicenda, siamo semmai limitrofi ai territori della parodia, con una divertita rilettura dei luoghi comuni del genere e Gosling che oltrepassa la buffoneria smargiassa di Bruce Willis per infilarci invece parte del suo Ken. Il risultato è una baracconata esagerata che somma esplosioni a voli impossibili con la leggerezza di chi sa di non cercare nient'altro che di far passare il tempo al pubblico col sorriso sulle labbra (e qualche passaggio a vuoto, a dire il vero), aggiungendo senza vergogna trovate ruffiane come il cane Jean-Claude, che a comando attacca i testicoli di chi ha di fronte. Inconsistente, a tratti imbarazzante in certi dialoghi, elementare e puerile ma spesso e volentieri  troppo spassoso, per farci soffermare sui suoi tanti difetti. Due ore e più che quando si prende il volo non stancano affatto. A patto di stare al gioco, naturalmente, un gioco ben girato che prevede pure Colt lanciato su un motoscafo da guidarsi con le gambe della sedia a cui è legato. Finale turbinante con cameo illustre, titoli di coda che mostrano i trucchi sul set e una scena ulteriore "nascosta".

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Un po’ di cani, un po’ di bambini… e il film per famiglie è servito. Amazon, che ha individuato in Lillo il prototipo del comico che piace anche ai più piccoli, gli fa addestrare nei panni di Pasquale un cane fenomenale, che poi porta alle gare senza il successo che quello meriterebbe. Tanto che, dopo l’ennesimo fallimento, l’agilissimo animale finisce nelle mani di Marta (Cucciari), l’ex moglie di Pasquale, disegnata come un personaggio profondamente negativo, da cartoni animati.

Per cercare di risollevarsi economicamente da una situazione...Leggi tutto disastrata Pasquale chiede al marito (De Lorenzo) di sua sorella (Nappi) di poter utilizzare la villa dei di lui genitori per organizzarvi un corso dedicato agli addestratori di cani. Questi a malincuore accetta (nonostante spieghi di fare la massima attenzione a molti degli oggetti lì contenuti), ma la sfortuna vuole che il volantino pubblicitario appeso da Pasquale venga in un secondo tempo parzialmente coperto facendo credere che in villa si educhino non cani ma… bambini! Una madre disperata che passa di là coglie al volo la proposta e assieme ad altre amiche molla cinque pargoli terribili a Pasquale, che nel frattempo aveva assunto come cuoca (per cani) la donna (Agostini) che lavorava per la sua ex moglie e un ex carcerato fanatico della disciplina (Vernia). Non serve precisare che i cinque bimbi metteranno la casa a soqquadro facendo impazzire i tre adulti…

Le parti relative ai cani aprono e chiudono il film mostrandoli mentre veloci corrono tra gli ostacoli nel percorso della gara, inquadrato un gran numero di volte (impressionante il fulmineo slalom tra i paletti piantati vicinissimi), ma tutta la parte centrale, ovvero la più importante, è occupata dall’ennesimo scontro tra gli antipaticissimi (non per colpa loro, è la sceneggiatura ad offrire ruoli senza chiaroscuri) ragazzini viziati e Lillo insieme alla Agostini e Vernia che tentano invano di arginarne la foga. Un copione stantio, che non offre nulla al di là di ciò che si può immaginare.

Lillo prevedibilmente funziona molto di più quando ha a che fare con gli adulti, come nelle scene in cui deve profondersi in grandi elogi osservando gli anonimi quadri presenti in villa di fronte alle commosse descrizioni del cognato (sappiamo benissimo tutti come finiranno quei quadri e gli altri oggetti di valore lì presenti), o quando deve giustificarsi con i genitori. Scarsa assistenza gli viene da spalle poco presenti; in particolare Vernia si ritrova a interpretare un ruolo talmente silente e defilato, nonostante la frequente presenza in scena, che avrebbe potuto essere appannaggio di Alvaro Vitali come di De Niro senza produrre cambiamenti. Si azzarda un principio di relazione sentimentale con la bella mamma (Caprioli) di due dei ragazzini che però, al di là di un paio di simpatiche battute sugli “uomini insignificanti”, poco offre. Alla Cucciari il compito di antagonista nelle scene coi cani, ma lo sguardo gelido e le espressioni pietrificate non sono in questo caso fonte di gag, purtroppo. Lillo, da solo, è l’unico chiamato a offrirne qualcuna e in qualche modo tiene su, per quanto gli è possibile, il film; il resto è desolante…

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Il titolo dice tutto e, quando si vede la giovane liceale ingenua che prepara le valigie per trasferirsi al campus universitario salutando amorevolmente sua madre, capiamo subito come si svolgerà a grandi linee anche il resto della storia. Cassie Talbot (Beaton) è la classica brava ragazza che con l’amica Alyssa (Ayoka) sogna per l'immediato futuro una vita felice, piena di feste e nuovi amori ma senza trascurare lo studio.

Insieme ad Alyssa, Cassie si stabilisce in una stanza del campus e già i primi giorni viene adocchiata dal gruppo di disinvolte cheerleader...Leggi tutto che compongono un gruppo ben preciso; in virtù dei suoi trascorsi da ballerina non fatica ad entrarvi e, quando alla prima esibizione i più marpioni degli ex allievi se la mangiano con gli occhi, la più sgamata tra le cheerleader, Gabby (Farrow), le spiega bene come funzionano le cose, lì: ognuna di loro “arrotonda” uscendo con uno dei più grandi, che pagano profumatamente attraverso donazioni anonime e altro. Cassie, come si può immaginare, all’inizio nemmeno ci pensa, ma poi arrivano le difficoltà finanziarie: suo padre, che doveva pagare la retta, ha perso il lavoro, la madre (Preston) deve mandare avanti in qualche modo la scuola di ballo e insomma, ce n’è abbastanza per cominciare timidamente a concedersi alle avance del ricco Terry Dunes (Runyan), che più di chiunque altro non vede l’ora di portarsela a letto. Partono gli inviti a cena, le seratine di gruppo e insomma, a lungo andare…

Alyssa capisce che l’amica ha qualcosa che non va, ma Cassie non dice nulla, né a lei né alla madre, che ugualmente la vede pensierosa. Nel frattempo anche Gabby ha il suo bel daffare col suo lui (Cornfoot), un avvocato sposato che non ha alcuna intenzione di parlare di lei alla moglie. L'intreccio non ha nulla di particolarmente intricato e vira più sul drammatico che sul thriller, nonotante non manchi un delitto, ma è gestito tutto sommato con discreta perizia (anche registica) e, pur con i limiti di film tv che tendono ad assomigliarsi un po’ tutti, ha dalla sua una protagonista vivace e dallo splendido, contagioso sorriso, che bene incarna la ragazza acqua e sapone alle prese con un gioco più grande di lei.

In parte è anche Joelle Farrow, unica vera “spalla” tra le cheerleader, mentre un mero, palese riempitivo è il rapporto col compagno di corso onesto e gentile (Conde), che non va da nessuna parte e viene inserito qua e là giusto per staccare e variare un po' rispetto alla linea principale. A contare sono il crescere del dramma di Cassie, le sue indecisioni nel porsi con l’uomo adulto e a suo modo seducente (bravo Runyan come ex allievo che non sbaglia mai una frase), il diffondersi di un malcostume che coinvolge troppe ragazze e che aprirà anche una piccola indagine (si parla anche di una ex del gruppo che è stata cacciata).

Il finale non è certo straordinario né originale, ma viene organizzato con un certo gusto, anche perché la sceneggiatura appare nel suo complesso meno tirata via del previsto e – al netto dei soliti “ti voglio bene - anch’io” o degli abbracci di rito tra amiche e tra madre e figlia – la storia si segue con un certo grado di coinvolgimento. Spazio a qualche breve coreografia delle notevoli cheerleader (mentre i match a seguire non vengono mai presi in considerazione) per un risultato tutto sommato accettabile e quasi superiore alla media, in ambito televisivo.

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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