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I giochi del destino... Mi stavo riguardando proprio ieri Puppet master nella vecchia VHS Rca e, fra i trailer pre-film, uno in particolare attira la mia attenzione: un certo "Testimone chiave".Quando si dice la telepatia inconscia. E pensare che proprio all'interno della vhs di Testimone chiave cè il trailer di Linea mortale (quasi un omaggio involontario alla dipartita del caro zio Schumi) e , indovina un pò il trailer che viene dopo? Guarda il destino che fa le bizze tre volte, proprio quello di Puppet master.
E guarda un po' che mi ritrovo 24 ore dopo fra le ultime benemeritate... :)
Quando si dice la telepatia inconscia. E pensare che proprio all'interno della vhs di Testimone chiave cè il trailer di Linea mortale (quasi un omaggio involontario alla dipartita del caro zio Schumi) e , indovina un pò il trailer che viene dopo? Guarda il destino che fa le bizze tre volte, proprio quello di Puppet master.Bella giravolta di coincidenze. E ora che ci penso il trailer di Linea mortale appariva anche sul nastro di Puppet master (RIP per il buon Schumacher, ne ho appreso la notizia solo oggi).
Non parte malaccio questo b-movie targato Mundhra, con un doppio e violento omicidio alla galleria d'arte (ucciso a botte e accoltellamento in faccia), dove si rincara la dose nella strage nella corsia ospedaliera che manco Michael Myers in Halloween 2, dove un finto e belluino poliziotto elimina senza pietà due guardie prima di essere gambizzato da un infermiera , che zoppicando e perdendo sangue fugge tra improperi misogini.Argomentazione palpitante, capace di trasportarmi in medias res. Grazie Buio, lo recupererò a breve, amando sia il regista sia la tipologia di thriller di serie minore.
Nonchè una morte per overdose nel bagno e succosi colpi in arrivo al ralenti.
Poi, però, quando si và nel cottage di montagna, insieme alla testimone cieca del titolo, il film si ingolfa e mostra la corda, tra patetiche passeggiate alla Sentieri, ricordi di mogli defunte, lavorando l'argilla tra discorsi femminili da soap opera, tramonti da cartolina e l'amor che sboccia tra il poliziotto e la ragazza dagli occhi che non sorrisero, alzando l'asticella dell'inutilità e dello smadonnamento (non aiuta una scipita e insapore Sherylin Wolter).
In primis uno script di una pochezza disarmante, poi la testimone che comincia a frignare, romanticherie d'accatto e un'imbarazzante (nonchè lunghissima) scena d'amore degna di uno spot vacanziero, per tacere sull'infermiera che fa karatè che nemmeno Cynthia Rothrock.
Il filmaccio si sfalda tra momenti di noia e la miseria della sceneggiatura, talmente prevedibile e ingenua da far quasi tenerezza.
Peccato, perchè nel finale il regista indiano dà una sua versione di Terrore cieco, con buone battute slasher e qualche momento di tensione davvero azzeccato (l'intrusione del killer visto attraverso il vetro del forno a microonde, il lancio del coltello da cucina, lo strangolamento alla Cape Fear, l'inseguimento notturno con la ragazza cieca che và a sbattere tra gli arbusti) ma arrivando tardi sulla marea di insulsaggini che riempiono questo straight to video usa e getta.
Andamento da telefilm pomeridiano, quà e là annaffiato con qualche colpo violento, ma troppo misero per appassionare davvero.
Di Mundhra molto meglio Occhi nella notte, sudaticcio e passionale noir dalle discrete atmosfere torbide, dove almeno c'era Tanya Roberts, la trama era più curata, la regia anche e Andrew Stevens (quì monodimensionale) rimaneva mazziato dolorosamente dalla femme fatale di turno, mentre quì si gioca al risparmio a al minimo sindacale.
Curioso che sulla cover del film ci sia il mare, quando del mare non c'è ne traccia alcuna (siamo in una villetta tra i boschetti fuori Los Angeles).
Involontariamente anticipa l'intelaiatura di Gli occhi del delitto
Ottimo comunque il villain strabico di Carl Strano, diabolico e feroce quanto basta per tifare per lui.
Pura serie c da discount, dove, almeno, la mano di Mundhra (soprattutto nei momenti puramente thrillereschi) riesce a evitare il totale disastro nella fatidica zona cesarini.