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Renato: Quasi insostenibile. E dico "quasi" solo perché la presenza della bella Hunziker fa sì che, quando è presente, ci si possa concentrare solo su di lei dimenticando tutto il resto. Trama sconclusionata, storia priva di una logica apparente e attori incapaci o decisamente svogliati. Un film davvero noioso, senza una vera ragion d'essere.
Noodles: Per quanto riguarda la trama si scosta poco dal classico peplum. Ma il film ha una marcia in più per la fotografia, particolarmente bella e curata anche nei colori e per un ritmo che non cala mai, come capita invece nella maggior parte dei film di questo genere. Certo, ci sono delle imprecisioni storiche e metà cast fatica a rendere i propri ruoli, ma lo si guarda senza problemi. Alan Steel poco espressivo, ma il suo Ercole è simpatico. Bella la battaglia finale.
B. Legnani: Parte veloce, rallenta, quasi si ferma, poi si imbatte in uno snodo assurdo, in pieno contrasto con quanto lo precede (mi riferisco al frigobar), per chiudere con un colpo di scena che tutto è tranne che una sorpresa ed una sotto-conclusione melensa (prevedibile a sua volta). Resta in mente per prima cosa l'ottima mezzora iniziale, ma poi si pensa a quanto c'è di eccessivo (la drogata, per esempio), di tirato per le lunghe, di illogico. Peccato.
Mco: Chi non ha visto almeno una volta un attore travestito da donna alzi la mano. Ecco, su quest'assunto Oldoini tenta la via della commedia che strizza l'occhio alle coppie comiche americane (Lewis-Martin), a loro agio sia rispettando tempi faceti che canoro-ballerini. Qui l'impianto è affidato al duo Banfi-De Sica e al loro estro tra situazioni sciocche ma nondimeno divertenti. Certamente non è un chef d'oeuvre, ma quando passa sugli schermi televisivi (abbastanza spesso) un'occhiata gliela si può anche dare.
Puppigallo: Il film, quel poco che dice lo dice molto bene, grazie alla verve e all'affiatamento dei due protagonisti, così terrorizzati dalle conseguenze di ciò che stanno facendo da... Inoltre Totò ha la sfortuna di avere il figlio finanziere e la faccia che fa quando viene a sapere che è sulle tracce di una banda di falsari è impagabile. Come spesso accade, quando escono di scena i due istrioni il film precipita. Lo spaccio della prima banconota è un gioiello, ma anche la sua produzione. Da vedere.
Markus: Non c'è due senza tre. Terza regia per Siani, che dopo lo scoppiettante inizio de Il principe abusivo e l'inciampo di Si accettano miracoli, riprende in mano le redini di una facile risata per una vicenda sentimentale/comica che fa il verso a Pieraccioni: con lui (Siani) scansafatiche ma dalla battuta facile e lei (Cucci) graziosa pattinatrice con crisetta da risolvere con... amore. In grande spolvero l'icona Diego Abatantuono nella parte di una specie di psicologo sagace e brillante (a lui la miglior battuta del film). Un valore aggiunto.
MEMORABILE: Abatantuono: "Faccio la dieta dell'ananas", lei: "E che dieta è?" e Abatatuono: "Mangio tutto tranne l'ananas".
Daniela: Conquista nella prima parte grazie alla lunga sequenza dello sbarco in Normandia che, senza essere innovativa in assoluto, riesce con la sua potente immersività a travolgere lo spettatore in un caos di urla, sangue, mutilazioni, morte. Quel che segue, pur essendo girato con maestria ed bene interpretato, è una vicenda bellica nel solco della tradizione, certo appassionante ma anche troppo diluita nei tempi, non priva di forzature che ne minano la credibilità (proprio lo stesso tedesco?) e soprattutto di quella retorica per cui la guerra è una brutta cosa ma tanto vale farla bene.
Panza: La filmografia di Sergio Pastore rimane uno dei grandi misteri del cinema di genere italiano. Autore di una manciata di titoli dei generi più disparati, qui si cimenta nel filone della commedia erotica. Trama singolare, qualche battuta centrata, ambientazioni ben curate, una certa bizzarria di fondo, ma non c'è niente che non si sia già visto in altri film coevi. Il codazzo francese nel finale (con cameo di Sylvia Koscina!) è abbastanza tirato per le lunghe e fa calare decisamente il ritmo, che nella prima parte era accettabile.
Piero68: Forse uno dei peggiori Fantozzi. Eppure gli va dato atto che, come mai avevano fatto altri film, c'è all'interno un'aspra satira politica e di costume dei tempi coevi. Era il 96 ed il Cavaliere era sceso da poco in campo. Gag su di lui, su D'Alema, sul milione di posti di lavoro promessi e sul ribaltone. E poi la chat line erotiche molto in voga allora, i sassi dai cavalcavia, un certo teppismo giovanile che si iniziò a sviluppare in quel periodo... Villaggio non è più quello di una volta eppure riesce ancora ad infilare battute vincenti.
Galbo: Giuseppe Piccioni dirige sempre film personali che rimangono nella memoria dello spettatore. Accade anche in questa pellicola drammatica, ambientata nella provincia italiana nel periodo immediatamente precedente il secondo conflitto mondiale. L’autore ben ricostruisce il clima di tensione creato dal regime, con la privazione delle libertà che traspare dai dialoghi e dalle ottime prove del cast, Riccardo Scamarcio anzitutto, forse alla sua migliore prova al cinema. Una vicenda coinvolgente, dalla buona resa drammatica.
Lele Emo: Pellicola non eccezionale, ma dalla storia molto avvincente e originale. Meyers è davvero eccellente, come sempre, e il cast lo supporta molto bene con altri volti semi-noti, spesso visti in altre pellicole in ruoli molto minori. Il film si staglia in fascia B uscendone molto bene. I punti deboli, sono più o meno dovuti a una azione parzializzata, forse a causa dei costi e a una piattezza generale, sicuramente dovuta a una regia non magistrale. Nel complesso suggerito. Rhys Meyers resuscita dopo un periodo personale davvero difficile e lo fa egregiamente.
Galbo: Film assolutamente ordinario e affatto memorabile dedicato alla minaccia di un attentato terroristico il cui bersaglio sono questa volta le piattaforme petrolifere. Alcuna sequenze d'azione non disprezzabili si perdono in una vicenda la cui sceneggiatura e svolgimento sono assolutamente scontati e non sono risollevati nemmeno da attori professionali ma (nel caso di Roger Moore) totalmente imbolsiti.
Blutarsky: Commediola italiana con ambientazione esotica ma poche idee, interpretata da un irritante Brignano che dimostra una volta di più l'inefficacia del suo personaggio comico in un contesto filmico. La pellicola finisce per essere un'insipida festa dei luoghi comuni latitando in maniera imbarazzante sul versante comico, con personaggi che appaiono e spariscono senza un vero perché. Tutti gli attori italiani recitano sopra le righe e le uniche risate che strappano sono per la comicità involontaria di alcune situazioni. Graziose le location cubane.
MEMORABILE: La scena fenomenale (in ottica trash) della canzone romana cantata da Brignano.
Siska80: Una giovane commerciante di oggetti usati trova per caso una teiera dal valore inestimabile di cui vuole appropriarsi un affascinante antiquario. Ok, si tratta di una delle tante produzioni sfornate annualmente, ma non ha una trama degna di questo nome. Novanta minuti circa di sciocchezze assortite, scaramucce, ricerche non proficue per poi arronzare il tutto negli ultimi dieci minuti con l'immancabile bacio tra i due protagonisti e un matrimonio con balletto finale. Dialoghi insipidi e cast anonimo completano il disastroso quadro. Da evitare.
Herrkinski: Una reunion tra vecchi amici degenera quando si scopre che un macchinario in stile Alexa può riavvolgere o fermare il tempo a comando. Lo spunto sci-fi/tecnologico è solo un mezzo tramite il quale fare una riflessione sulla fragilità dei rapporti e sui peggiori istinti degli esseri umani, in un ritratto della società piuttosto pessimista, solo vagamente mitigato dal barlume di speranza finale; L'inizio, anche a causa di una fotografia da sit-com e di una mdp spesso traballante può far presagire il peggio, ma il film si riprende con un crescendo di tensione efficace, pur prevedibile.
Reeves: Steve Reeves, diventato famoso come Ercole, cerca di diversificarsi con avventurosi ambientati in altre epoche ma i pettorali costituiscono comunque la sua attrattiva migliore. Sontuoso (per mezzi e numero di comparse) film piratesco, con combattimenti un po' statici e sceneggiatura piena di buchi. Ma le danze di Chelo Alonso valgono da sole la visione del film.
MEMORABILE: I pirati che danno l'assalto ai polii...
G.Godardi: Un Eastwood divertente e divertito, protagonista di una storiella brillante on the road. Non si prende nemmeno la briga di dirigere e lascia il tutto al fido ex stuntman Van Horne. La sceneggiatura, pur essendo accattivante, è sin troppo piena di scorciatoie e facilonerie (Clint che si innamora subito della Peters!), tuttavia offre numerosi spunti per apprezzare una volta tanto il Clint attore, alla faccia di tutti quelli che hanno sempre detto che non sapeva recitare! Alcune sue macchiette sono impagabili! Occhio al cast di contorno: parecchie sorprese!
Rullo: Una storia d'amore sullo sfondo dell'ultimo Nerone, ormai alle sue battute finali. Peplum interessante e ben diretto, complice un ottimo Robert Taylor, forte di una sceneggiatura ben scritta e di un soggetto solido. Belle le scene all'interno dell'anfiteatro e buon climax nel finale. Anche le musiche accompagnano egregiamente le scene. Un buon film.
Markus: Tratto da un romanzo della youtuber/scrittrice adolescenziale Sofia Viscardi, una pellicola giovane per i giovani. Non è il teen-movie un po' becero di Moccia, ma nemmeno un'inchiesta di Comencini: il film dell'esordiente Francesca Mazzoleni fotografa, attraverso le maglie del romanzo dal quale è derivato, una storia di tiritere scolastico/amorose di una ragazzina nerd solo nell'aspetto alla quale si aggiunge la modernissima componente social. Tutto stranamente fila liscio: l'opera segue gli antichi dettami di un genere ampiamente collaudato.
Geppo: Film diviso in due capitoli. La prima parte, molto violenta e piena di fango, si svolge durante la fine della guerra. La seconda ci offre anche momenti sentimentali fino al rapimento di Paola Bosé. Esce nel 1977, periodo in cui i tempi del western spaghetti erano già passati, ma Michele Lupo non delude. Realizza un western straordinario (quasi un capolavoro) che tiene incollati allo schermo. Bravo Gemma, anche se semplicemente recita con la sua nota espressione. Ottimo il cast di contorno, da Miguel Bosé fino all'ottimo Raimund Harmstorf. Da non perdere!
MEMORABILE: Il gatto salvato da Giuliano Gemma; La morte di Miguel Bosé (molto bravo nella sua interpretazione).
Buiomega71: Vanzina, orfano del fratello (e si nota subito, nostalgico l'omaggio televisivo a Sapore di mare) confeziona una specie di sitcom rancida, in cui le citazioni colte (Nichols è tirato in ballo per ben due volte) si affossano in un mare di mediocrità e qualunquismo, tra battute terrificanti (quella di Greggio su Pescara), la Stella tanto bella ma qui insopportabile toscanaccia e il nulla assoluto. Nello squallore generale si segnalano il delirante discorso di Greggio sulla pandemia (che passa, con nonchalance, dalle tette ai danni del covid) e un finale assurdo da "coppia diabolica".
MEMORABILE: Le chat (a alta voce) tra Memphis e la Minaccioni; La voce da serial killer di Enzo Salvi ("la pelle"); Cultura letteraria tra Màrquez e 50 sfumature.
Redeyes: Innegabile il fascino di questa pellicola cui, tuttavia, si debbono fare degli appunti: eccessiva stereotipizzazione dei personaggi, doppiaggio italiano della ragazzina morta improponibile (sembra l'opossum de L'era glaciale 2) e alcune parti che suonano già viste. Bella ed efficace la scena nella sauna, assurda ed acontestuale quella del bacio Mortensen/Watts. Fotografia fredda, regia buona. Cassel bravo per quanto troppo macchiettistico, Mortensen anche. Non un capolavoro, ma da vedere!
Stelio: Davvero pessimo. Buonismo che si taglia col coltello, protagonisti caratterizzati in modo banalissimo, script decisamente mediocre. La ricostruzione degli eventi è piuttosto fedele ma l'ambiente, romanzato alla grande, in certe fasi è stucchevole. Apprezzabile l'interpretazione di Michele Placido.
Homesick: Per il suo debutto nel lungometraggio Zurlini approccia il romanzo di Pratolini smussandone gli spigoli boccacceschi e rinunciando all'audace finale protofemminista, in cui lo spavaldo protagonista addirittura metteva a rischio i propri attributi virili. Ne deriva una commedia rionale, leggera ed allegra, non senza una sua importanza - spiana il terreno per Poveri ma belli - ma che non convince del tutto, specialmente per interpreti poco incisivi nel ritrarre i personaggi del romanzo: Zurlini riuscirà meglio nel dramma intimista.
Gestarsh99: Missione all'apparenza fattibile quella presa in consegna da Spike Lee: adeguare i propri elegantissimi virtuosismi di ripresa agli ipertecnicismi barocchi del cinema coreano più nero e insondabile. Dunque un matrimonio ideale quello tra il regista di colore e Park Chan-Wook, ma l'affinità stilistica e la mano ferrata sul tema della violenza non bastano a ratificare la positiva riuscita di un remake svestito di ogni impatto fragoroso e sprofondamento abissale, scolasticamente tradotto in uno psicodramma thriller rigonfio di soluzioni impacciate e incestuosi tappabuchi tarantiniani. Innaturale.
MEMORABILE: La dolorosa salatura delle piaghe nel collo inflitte al carceriere Samuel Jackson...
Siska80: Riuscita fiction che racconta la parte meno conosciuta (ma anche più dolorosa) della lunga vita di Karol, ossia la gioventù ai tempi del nazismo e la maturità (durante la quale egli si batte, tra le altre cose, per la classe operaia) che precede l'elezione a Papa. Buoni il ritmo, azzeccata la scelta del cast straniero (soprattutto Adamczyk nel ruolo del protagonista), meno convincente quello italiano; finale emozionante.
Daniela: Durante l'occupazione sovietica dell'Afghanistan, un carro armato che ha partecipato alla distruzione di un villaggio si dirige per errore verso una vallata desertica e senza via d'uscita. Braccati da un gruppo di guerriglieri afgani, i membri dell'equipaggio entrano in contrasto fra di loro. Tratta da un dramma teatrale, è una storia di guerra avvincente, bene interpretata da Dzundza. Può essere anche visto come film di propaganda antisovietica, girato al tempo in cui i mujaheddin erano considerati i "buoni" della situazione. Finale non molto convincente ma... ci sta.
MEMORABILE: Il poveretto schiacciato dai cingoli; Le urla delle donne nel finale.
Daniela: Produttrice giovane e grintosa assume la direzione di un notiziario tv mattutino dagli ascolti modesti, ben decisa a risollevarne le sorti... Commedia resa abbastanza gradevole dalla grazia naturale di McAdams che smussa un personaggio in se poco simpatico, nonché dalla professionalità di vecchi marpioni come Goldblum, Keaton e Ford, quest'ultimo nel ruolo di un giornalista misantropo. La materia per un ritratto al vetriolo del mercimonio televisivo delle notizie ci sarebbe stata, ma il film si limita al quadretto d'ambiente, carino e superficiale
Roger68: Il film "a più alto budget" interpretato da Bruce Lee, caratterizzato da uno stile e da contenuti poco orientali e per questo forse il meno interessante di tutti. Alcuni passaggi, come il viaggio sulle barche dei tre protagonisti, sono veramente noiosi, così come sono banali certe situazioni e soprattutto alcuni dialoghi. Bruce Lee, nella recitazione, è molto teso e meno naturale del solito, forse per la grande responsabilità che aveva alle prese con un film hollywoodiano. Film comunque spettacolare che richiedeva una trama meno banale, più articolata e soprattutto più profonda.
MEMORABILE: Il combattimento tra Bruce Lee e Robert Wall; L'ambientazione sull'isola.
Piero68: Film prodotto shakerando molti classici di genere. Si parte da La cosa, si passa per The mist, Alien e tanti altri, compreso Zombi. Eppure, nonostante il low-budget, il film non è da buttare, visto che la regia riesce a sopperire egregiamente alla mancanza di idee e di soldi utilizzando un ritmo elevato e riuscendo a limitare le cadute di stile che immancabilmente arrivano in film come questo. Effetti casarecci eppure funzionali. Non consigliabile, ma se non avete altro una visione gliela si può anche dare.
MEMORABILE: Il test del dito che richiama un film di ben altro spessore.
Digital: Teen-drama di grana grossa che presenta la classica situazione della ragazza che s'innamora del belloccio problematico. Niente di nuovo dal fronte, eppure la regia riesce, soprattutto nella prima parte, a non scadere eccessivamente nel melenso, con un ritmo spedito e alcune situazioni movimentate. Tutto ciò tende a scemare nel secondo segmento, quando il tasso di drammaticità aumenta e, parallelamente aumentano gli sbadigli. Si lambisce spesso il ridicolo e molti dialoghi sono perlopiù banali, ma nel complesso è film discretamente godibile.
Disorder: Fantascienza romantica... perché no? Forse ai puristi del genere farà storcere il naso, ma io ho trovato l'idea per nulla banale. Un onesto film di intrattenimento, realizzato con mestiere e ben interpretato. Le parentele con Twilight si fermano ad alcuni snodi di trama (il solito triangolo amoroso, a quanto pare chiodo fisso della Meyer), perché a livello di attori e regia siamo su un altro pianeta. La storia pesca qualcosa dal passato (il primo Matrix soprattutto), ma nell'insieme ha una sua originalità e sa emozionare. Niente male.
Belfagor: Nella Shangai occupata dai giapponesi, Chen vendica la morte del maestro della sua scuola di arti marziali. Il secondo film con Bruce Lee protagonista coniuga arti marziali e orgoglio nazionale rendendo Chen un eroico difensore contro l'oppressione nipponica (e, in seguito, anche occidentale). Tutto è volto all'esaltazione dei combattimenti, dinamici e ottimamente coreografati: proprio la spettacolarità di queste sequenze rende memorabile quello che altrimenti sarebbe solo un banale film di vendetta.
MEMORABILE: Chen da solo contro la scuola rivale al completo; Katana contro nunchaku.
Pinhead80: Il duo formato da Ice Cube e Kevin Hart non è sicuramente il migliore della storia del cinema, siamo d'accordo, però è difficile non trovarlo divertente. Il mondo della polizia americana viene rappresentato in maniera molto stereotipata. Preparatevi quindi a vedere i soliti scherzi organizzati per le reclute, i caffè e le ciambelle. In questo contesto scontato qualcosa di buono si riesce a trovare grazie a Hart nella parte dell'ingenuo pasticcione contrapposto a un Ice Cube granitico.
MEMORABILE: Hart che non riesce a tenere testa ai motociclisti e che vede trasformarsi la sua scarpa in una sputacchiera.
Redeyes: Dopo il fiacco fantasma e il divertente penultimo episodio torna Hunt con il suo manipolo di scagnozzi. La confezione è al solito di qualità, l'action al contrario ondivagando alterna situazioni "impossibilmente" mirabolanti ad altre telefonate. Location un po' sottotono nello sfruttamento delle stesse, salvo un Kashmir da brividi. Al cast si aggiunge un buon Cavill, meno monolitico del solito, che tiene per certi tratti testa a Cruise. La bella Ferguson dà il tocco di charme che ci voleva. Lunghezza forse eccessiva? Sì, ma ci si diverte.
MEMORABILE: L'inseguimento in elicottero; La lotta nei bagni.
Rambo90: Gradevole, con molti richiami al Cowboy con il velo da sposa, anche se qui la situazione è più paradossale visto che parliamo di sosia e non di gemelle. Il film è scorrevole e si lascia guardare, adatto a un pubblico di famiglie a cui può dispensare molti sorrisi. Le Olsen se la cavano e sono simpatiche; la Alley e Guttenberg pure, anche se i loro duetti non fanno scintille.
Lovejoy: Bella ricostruzione dell'attacco giapponese a Pearl Harbor. Ben tre registi dietro la macchina da presa, alcune splendide sequenze d'azione, gran bel ritmo e un cast di divi affiatato e compatto sono i punti di forza della pellicola. Ottimi, per l'epoca, gli effetti speciali. Da vedere.
Stefania: Il titolo era irritante, volevo vedere se il film fosse all'altezza del titolo... Lo è! Il personaggio della Keaton si presterebbe ad una "parodia in nero", ne risulterebbe qualcosa di simile alla Crawford di Mammina Cara. E' inquietante: una madre frustrata che manipola la vita sentimentale della figlia ventenne! La quale, tra l'altro, è un caso preoccupante di dabbenaggine, idem i due corteggiatori! Niente di divertente in un film dove tutti i personaggi hanno un quoziente intellettivo talmente basso. Fallito anche come puro intrattenimento.
Dusso: La scena iniziale (tra l'altro ho scambiato il giapponese per una donna...) non promette nulla di buono; invece siamo di fronte a un film discretamente divertente (anche se si prende a parer mio piuttosto sul serio, per alcune cose). Ritmo non altissimo ma con scene che balzano agli occhi e che "divertono" e alcuni personaggi che escono di scena prima del tempo, probabilmente in modo inaspettato. Musiche piuttosto anonime.
Lupus73: L'occulta e spiritica saga di Wan cambia regia, ma il livello rimane buono e l'intrattenimento alto. Gli Warren alle soglie degli '80 ormai invecchiati nell'aspetto e nel fisico (lui infartato e imbolsito) ancora alle prese con indemoniati, guazzabugli satanici da risolvere e stregoneria. La storia vera risulta ormai pretestuosa e si calca troppo la mano su certi elementi (le premonizioni di lei, ormai praticamente superpoteri), tuttavia il soggetto esorcistico tratta la possessione in maniera particolare, come indotta e con il punto di vista degli indemoniati. Ancora finale romance.
Puppigallo: Buon action dal montaggio quasi schizofrenico, qua e là flashato e un po' velleitario, ma anche indovinato nel descrivere una Bangkok tra il cupo e il colorato. Il protagonista sordomuto fa il suo silenzioso dovere; e l'apparente distacco, che viene meno quando qualcosa di completamente diverso incrocia il suo cammino, è reso bene. Pur non essendo particolarmente originale nella trama, riesce a rubare l'occhio e a interessare fino all'epilogo. Nel suo genere, riuscito. Nota di merito per la nonna.
MEMORABILE: L'attesa della curva del treno; La geco vision; Il quiz sul lavoro.
Max renn: Grande classico di Hitchcock, il quale condisce pregevolmente un sostrato da spy story con elementi da commedia, servendosi di un Grant in gran forma e da sempre a suo agio in simili contesti (si pensi al venturo "Sciarada"). Gran peso è dato alla figura femminile e ai suoi rapporti col protagonista, caratterizzati dalla classica ambiguità cara al regista. Momenti da antologia sono numerosi oltre che gustosi; celeberrima la tensione agorafobica che è in grado di suscitare la sequenza in aperta campagna che precede l'arrivo dell'aereo.
MEMORABILE: I tentativi di Grant di farsi arrestare durante lo svolgimento dell'asta; Il finale sulle pareti del monte Rushmore.
Lythops: Quando uscì, il film fece scalpore perché venne spacciato come il primo film erotico concepito e diretto da una donna, salvo poi scoprire che anche loro, le "donne", in quanto appartenenti al genere umano e solo se registe, sanno dirigere film di una banalità sconcertante. Sceneggiatura inconsistente, dialoghi e sequenze ovvie alla ricerca di un'originalità che non esce mai nonostante gli sforzi, come nella sofferta seduta di uno stitico. Tempo buttato.
Cotola: Tratto da uno dei migliori racconti di Dick, non riesce a renderne appieno il senso angoscioso e pessimista a causa di uno stravolgimento finale che Spielberg regala allo spettatore in nome delle regole commerciali. Ovviamente però è come sempre un buon film, la confezione è ottima (anche se Cruise è un po' monocorde), ma non convince appieno e certe spielbergate stucchevoli potevano essere evitate (il ricordo piagnucoloso del figlio, per esempio). Godibile e divertente.
Samuel1979: Una commedia sulla falsariga delle precedenti in cui il molleggiato esaspera ancor di più il tipico personaggio burbero già visto più volte. La sceneggiatura non è male e le varie sequenze vivaci fatte di inseguimenti e momenti comici rendono il film appetibile. Il cast ha nomi importanti: da Sorel alla Finocchiaro, ma la Feuer annaspa facendo quel che può di fronte alla presenza scenica di Celentano.
Almicione: Il gioco di non essere scoperti è spesso utilizzato nella commedia moderna (e non solo) perché funziona sempre. Tuttavia vi è necessità di innovare la situazione tipica, altrimenti si finisce per annoiare lo spettatore già svezzato da simili interpretazioni (remember Mrs. Doubtfire?). Le scene risultano prevedibili, i giochi banali così come la trama. Un numero limitatissimo di risate, la tipica incasinata famigliola a tre e un finale mediocre non fanno che relegare la pellicola nella categoria dei film da saltare. Non risulta però terribile.
Pinhead80: A un esperto "cacciatore" di persone scomparse che sono in debito con la giustizia viene affidato il caso di una giovane madre in fuga dal marito. Ci troviamo di fronte a un Eastwood a metà strada tra il poliziotto duro e violento alla Callaghan e uno più mite e ligio che però poco gli confà. I momenti migliori del film sono legati ai metodi anticonvenzionali di cattura che mette in atto il protagonista (a partire da un divertentissimo incipit).
Didda23: Cortés mostra una predisposizione all'uso del mezzo davvero notevole, evidente nella cura maniacale delle inquadrature che risultano essere molto coerenti fra di loro. La sceneggiatura crea tensione ed interesse, peccato per il finale che non è all'altezza di quanto visto prima. Buona la prova di Murphy; De Niro, rispetto allo standard degli ultimi anni, recita un po' meglio. Non male, dopotutto.
Flazich: Noioso soprattutto nel finale. A parte alcune scene esilaranti il resto del film è "calma piatta". Gli stessi attori sembrano poco convinti/convincenti. La regia non regala nulla allo spettatore e le musiche non si notano neppure. Divertente la nonna che si tira le padellate in testa, il che è molto eloquente sul livello qualitativo generale. Proprio bruttino.
Markus: Sul filone primi Anni '80 dei carabinieri/film-barzelletta, uno degli ultimi esemplari che nulla aggiunge alla filmografia. Un raschiare il barile che persino un veterano come Mariano Laurenti, ormai arrancante, gestisce nel peggiore dei modi. Il comparto dei caratteristi fa quel che può e, in mancanza di veri attori, si provvede a far smorfie e a dire sciocchezze. Il film si ricorda solo per il ritorno di un ex "vip" come Alessandro Benvenuti, che dopo i fasti in tv coi Giancattivi riparte da zero... con questa scarsa commedia.
Ronax: Esile ma simpatica commediola ambientata nella Roma papalina che Racioppi ha tratto da un proprio lavoro teatrale. Tutta incentrata sulla contrapposizione fra i due personaggi principali - un Giannini perfettamente calato nei panni del villico romano e un meno indovinato Capolicchio che cerca di scrollarsi di dosso l'aura di personaggio maledetto dei suoi primi film - la vicenda si dipana con leggerezza fra equivoci e scaramucce sentimentali per virare inaspettamente verso un drammatico finale. Fra le attrici spicca la deliziosa Barbara Bach.
MEMORABILE: La fuggevole comparsata di Rosalba Neri nei panni di una ballerina di cafè-chantant.
Nancy: Una buona commedia ma decisamente non esaltante. Il leitmotiv è lo stesso di Io & Annie (non a caso rivediamo Diane Keaton), con sentenze sarcastiche molto alleniane che fanno da contorno a una New York (in bianco e nero!) palpabile e affascinante. I personaggi però sono troppo già visti nel film sopracitato: quello di Allen, divorziato, nevrotico e narcisista e quelli (stavolta fusi) della Keaton e della Hemingway, fra il puro e l'intellettuale. Il suo punto di forza sta però nelle musiche e nella capacità di non essere mai banale.
124c: Ennesimo film che Roger Moore interpreta fra un James Bond e un altro. La trama del gruppo di terroristi che s'impossessa di una piattaforma petrolifera sa di già visto anche nel 1980, anche se Anthony Perkins e James Mason sono bravissimi nei loro ruoli. Senza Roger Moore sarebbe un action serioso e drammatico, perché il suo Rufus Excalibur Ffolks è la parodia del suo 007: barbuto, beone, con caratteraccio infame, misogino e amore solo per i gatti e il cucito... Praticamente uno show tutto da vedere. A quando un remake con Hugh Laurie?
Disorder: Il titolo fa riferimento alla simpatica abitudine "guardona" di uno dei protagonisti (Bruno Colella, unico personaggio decente). Del tutto insulsi gli altri: Pasotti e Papaleo spaesati, la Hunziker si vede poco ma dà un notevole saggio di non-recitazione (e si ripeterà nel successivo Alex l'Ariete!). Pure un cameo della Arcuri, tanto per gradire. Stranamente il finale mi è piaciuto: quello e un paio di scene divertenti salvano il tutto dallo sfacelo totale, ma resta un film da sconsigliare.
Gestarsh99: Un grosso passo in avanti per Squitieri rispetto al prematuro e acidulo Camorra. Le lancette epocali si spostano indietro di un secolo riportando così l'autore ad una dimensione più consona all'impetuoso romanticismo della sua turgida messinscena. La robusta ricostruzione ambientale ha il pregio di offrire una rappresentazione accalorata e palpitante della Napoli di fine '800 e del fenomeno tradizionale del guappo di quartiere, col suo incarico bifronte di arruffapopolo giustiziere e tentacolo proletario del camorrismo organizzato. Sbuffa un rivolo di retorica solo nella parte conclusiva.
MEMORABILE: Le ottime prove di Franco Nero, Fabio Testi e Claudia Cardinale.
Homesick: Le parti migliori sono l'inizio e la fine: la seduta spiritica con gli scherzetti erotici e il finale à L'esorcista. Tutto il resto è una sequela interminabile di sesso spinto (anche hard), interrotta solo da brevi dialoghi (spesso imbarazzanti). L'indiscusso fascino del castello di Balsorano riesce a riempire la squallida ambientazione. Pisano ricicla le musiche delicate e inquietanti di La morte ha sorriso all'assassino.