La giornalista Gemser, per documentare i presunti abusi in un carcere non solo femminile, finisce volontariamente tra le mani dei carnefici. Classico WIP del povero Mattei, che non offre nulla di diverso dal solito plot fatto di torture, violenze, abusi sessuali e perversioni varie. Il buon Tinti è piuttosto professionale nel suo ruolo di medico e prigioniero, mentre l'ottima Stoppi si distingue bene nel personaggio della cattivissima carceriera, malino la Gemser. Storia banalotta e finale scontato, ma resta tra i migliori prodotti del povero Mattei.
Quasi guardabile. Solito film di donzelle in prigione, con tutto quello che segue (e potete ben immaginare che tipo di film sia). Ci sono parecchie scene forti come quella coi ratti, mentre è decisamente fuori luogo la parte dedicata alla sezione maschile.
E' possibile affezionarsi ad uno scarafaggio tanto da nutrirlo, parlarci e tenerlo in un'apposita gabbietta, come fa la compagna di cella della Gemser? In un carcere come quello, altroché! L'immondo insetto è comunque innocuo, al contrario delle carceriere e della direttrice! Lo spunto cronachistico-umanitario (la Gemser cura un reportage per Amnesty, e non dubito che raccoglierà un corposo dossier) è un pretesto per mostrare torture e sesso lesbico, ma non mancano delicate pennellate sentimentali. Non mal girato, comunque, bella la scena della miniera.
MEMORABILE: Ansiogena la sequenza della Gemser assalita dai topi neri con gli occhi rossi. Non sapevo neppure ne esistessero di siffatti!!
Veramente di una noia mortale e con spunti già visti e rivisti per il genere. Alcune sequenze poi sono talmente lunghe (e non ci sarebbe bisogno) che fanno quasi irritare, anzi togliamo il quasi. La tanto osannata Stoppi a mio avviso fa pietà, il resto del cast si attesta sugli stessi livelli; notevole invece, fisicamente, la direttrice.
Soggetto interessante, quello che vede mettere Emanuelle in prigione. Ci sono momenti notevoli (i topi, la campana, i manganelli) ed altri scadenti, su tutti quello dell'omosessuale che invidia la donna che fa lo spogliarello e poi succede quello che succede... Ci sono trovate bizzarre come il bacarozzo tenuto in una scatola da una detenuta. La recitazione non la definirei buona ma è tipica di Mattei, si riconosce il suo stile. Per gli appassionati... sesso e violenza.
A parte qualche buona sequenza, il film rimane di uno squallore che trova il suo apice nella rissa tra la Gemser e le sue aguzzine che si rotolano in pseudo-escrementi al posto del più classico e sobrio fango... Insomma, Mattei prova a dare linfa al filone WIP, ma la Gemser non sembra affatto adatta al ruolo. Qualche sequenza a sfondo sessuale, torture in puro stile medievale, ma la pellicola resta un fallimento.
Avventura di Emanuelle Nera in ambito wip, di cui si appronta l’intero, sgradevole inventario di abusi fisici e psicologici, torture, lesbismo, botte e tentativi di fuga. Nulla degno di essere ricordato sotto il profilo cinematografico, tranne il volto spigoloso di Franca Stoppi, secondina perversa e cocainomane che durante i suoi orgasmi voyeuristico-masturbatori viene còlta da accessi di violenza sadica. Lurido, ma nel genere è stato fatto di peggio.
MEMORABILE: La Gemser in isolamento aggredita dai topi; la tortura della campana.
Girato back-to-back con Blade violent, uscito l'anno successivo, ne condivide buona parte del cast tecnico/artistico e le location; risulta però migliore e meno tirato via andando a rappresentare un tassello significativo del genere WIP negli '80, pur senza eccellere. Mattei comunque non si risparmia e inserisce, oltre ai nudi e alle scene lesbo d'ordinanza, una bella dose di violenza e scene ripugnanti, creando un clima austero di squallore e sporcizia; si ricorda anche come una delle rare prove della luciferina Stoppi. Poveristico e truce.
MEMORABILE: La Gemser e i topi; La lotta negli escrementi; La bionda che provoca i prigionieri dalla finestra.
Restando in casa Mattei questo film sembra un KZ9 meno perverso; prigione differente e sadiche carceriere in luogo delle SS ma stesso medico con rimorsi, stessa fuga, stessa trama stiracchiata e (specie nella prima parte) noiosa; c'è pure Lorraine De Selle in un ruolo opposto (le riesce meglio). Piuttosto patetico il tentativo di dare al tutto un'ambientazione americana (c'è pure un risibile "messicano" con mustacchi, poncho e sombrero!) e assai debole la prova della Gemser, ma va anche detto che qualche freccia nell'arco di questo film c'è (Tinti, Franca Stoppi, la location).
MEMORABILE: Il prigioniero omosessuale tenta di impedire ai compagni di pena di guardare la donna nuda alla finestra finché loro, esasperati, lo picchiano.
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Homesick ebbe a dire: Dal 31 agosto in dvd per Filmexport.
Portate un pò di pazienza, anche questo WIP dovrebbe rientrare nella lista di DVD Cinekult Cecchi Gori.
E sarà la versione INTEGRALE, per la prima volta in Italia.