Astronaut - Film (2012)

Una missione spaziale fallita, la perdita del compagno e il lungo viaggio di ritorno sulla Terra in totale solitudine con il difficile compito di riparare la navicella spaziale danneggiata da un meteorite. Il film è tutto ambientato in una cabina dell'astronave e parla della solitudine del protagonista perso in mezzo allo spazio. Film dai ritmi molto lenti, a tratti estenuante che purtroppo non ha la forza di catturare l'attenzione dello spettatore con conseguente noia mortale. Non brutto ma insipido, si dimentica velocemente.

Esplorazione, scoperta, sacrificio, sopravvivenza, conoscenza. Tutti temi affrontati attraverso il genere da Eric Hayden, che scrive e dirige con poco budget ma molta anima questo solitario psicodramma fantascientifico. A farla da padrone è il lento ma inesorabile deterioramento psicologico del protagonista (un ottimo Khary Payton), sorretto da un impianto tecnico funzionale a tale scopo (montaggio e colonna sonora in primis).

Sembra quasi un film di propaganda sulla necessità delle missioni interplanetarie, sul dominio di una nazione sulle altre e sul trionfo del moralismo e del sacrificio anche quando esso è evidentemente assurdo e impossibile. Rimasto prigioniero in una navicella nello spazio intorno a Venere, il protagonista deve, con le sue mani, resettare gli impianti andati in malora e, nello stesso tempo, rimanere lucido e in forma. Il regista cerca di ovviare al senso di claustrofobia e routine nella location, ma l'invenzione manca e il finale lascia perplessi.

Film estremamente lento. Ci può anche stare visto il taglio datogli del regista. Il problema è la noia che ci pervade dall'inizo alla fine, con pisolino inevitabile dopo un'ora vissuta nella speranza che succeda qualcosa. L'attore recita bene, nulla da ridire, ma bastano 10 minuti (non 90!!!) per capire la claustrofobia e la difficoltà di un'austronauta nel riparare la nave spaziale, chiuso in una cella di sopravvivenza di 10 mq. Pure il finale nulla di che. Pensavo in qualcosa di meglio.