Cartavetrata - Film (1999)

Commedia ad impianto teatrale poco riuscita per colpa di una regia tirata via, soprattutto nella traballante camera a mano, e di un missaggio audio che rende certi scambi di battute incomprensibili (probabilmente in alcuni momenti si è deciso di ridoppiare i dialoghi in presa diretta); a salvare la situazione è solamente la bravura degli attori, irrobustiti dalle esperienze teatrali, anche se certe gag sono troppo prolungate. Si segnala per simpatia Alexandra Filotei, futura tossicomane nella serie Boris. L'ermetico titolo fa riferimento a una poesia recitata dal protagonista.

Sacco vede degli attori a teatro e, colpito, decide di coinvolgerli in un film. Il risultato è scadente. Come può il nostro pretendere di adottare lo stesso metodo di regia utilizzato in certi suoi desolanti hard? Non fa mai ridere, nonostante la brillante recitazione del cast (Bognanni funziona sufficientemente, la Filoteo e Cirilli sprecatissimi). A decorare il tutto un sonoro che alterna l’originale e cacofonica presa diretta a uno scalcinato doppiaggio. Fortunatamente, però, il film non annoia. Si poteva fare di meglio, soprattutto viste le doti del grande cast a disposizione.

Arduino Sacco ricicla probabilmente della pellicola rimasta da qualche suo hard ottantiano - almeno a giudicare dalle spuntinature e dalla qualità visiva che fa sembrare il film di almeno dieci anni prima - e gira questa sorta di commedia brillante ambientata nel mondo degli artisti romani; quasi tutta girata tra i tetti e il monolocale della protagonista (la bella e simpatica Filotei, unica ancora di salvezza), un mix tra opera tetarale e sit-com a basso costo che non fa mai ridere, ripetitiva, datata, con un cast mal sfruttato e un audio a tratti inintellegibile. Fallimentare.

Sorta di commedia degli equivoci d'impianto teatrale, luogo da dove proviene gran parte del cast (e in parte si nota). Al di là della povertà di mezzi c'è l'incapacità registica di rendere anche solo un filo coinvolgente l'arzigogolata vicenda. Qua e là qualche caratterizzazione più o meno riuscita (il direttore della galleria d'arte), ma il film è tedioso e a tratti persino pedante nella sua forse eccessiva logorrea. Un film per certi versi assurdo, che non trova luogo nemmeno per il suo profilo trash da sottobosco cinematografico italiano.