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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Antonio Albanese torna sul lago, in quella Olginate (nel lecchese) dove è nato e cresciuto, per ambientarvi una cupa vicenda emblematica di un momento significativo della nostra storia recente. Antonio (non a caso l'attore mantiene il nome proprio) è divorziato, vive con la madre e, in prepensionamento, lavora da quarantacinque anni come operaio nella stessa fabbrica. Il matrimonio dell'unica figlia (Bottone) è l'occasione, per lui, di investire parte dei risparmi di una vita nell'organizzazione di un evento che ritiene straordinario e importantissimo. Si reca così in banca per ritirare il denaro necessario, ma qui il direttore gli consiglia non di disinvestire...Leggi tutto dalle azioni che, a suo dire, veleggiano col vento in poppa, ma di farsi concedere un prestito (per il matrimonio e l'apparecchio acustico per sua madre servono circa trentamila euro) da pagarsi proprio con gli interessi delle medesime.

Antonio si fida; nemmeno sapeva che qualcuno gli avesse convertito - chissà quando - in azioni i risparmi che aveva al tempo investito in obbligazioni, ma di fronte al fluente eloquio del nuovo direttore accetta di mettersi nelle sue mani. Non passa molto, però, prima che si spargano inquietante voci sul non felice andamento della banca. Da una parte c'è chi mette in allarme, dall'altra chi rassicura. Antonio, un po' per pigrizia, molto perché convinto che nulla di così grave possa accadere al suo capitale, sceglie di attendere...

Il racconto procede senza alcuna frenesia, anzi incagliandosi più volte in pause e rallentamenti che hanno sì, parzialmente, la forza di spingere alla riflessione, ma nello stesso tempo danno l'impressione di un'attesa eccessivamente prolungata per prepararci a ciò che facilmente si può prevedere. Perché Albanese in regia sceglie di soffermarsi a descrivere la normalità del quotidiano, di puntare a rendere prima di ogni cosa credibile il quadro in cui ci si muove, puntando a scavare nel dramma, preoccupandosi di non eccedere mai; lo scopo è quello di dare del suo Antonio il ritratto più vicino possibile a quello dell'uomo comune che si ritrova ad annaspare senza colpe vere in un gorgo che lo risucchia inesorabile verso il basso. Da rimproverarsi ha solo l'ingenuità di chi crede nel prossimo senza figurarsi le insidie di un mondo che ogni giorno di più non lascia scampo a chi non si premura d'informarsi sui rischi che si corrono in banca.

I casi di troppi risparmiatori subdolamente truffati da chi ha approfittato della loro candida, incolpevole (almeno in un mondo giusto) ignoranza trovano nel film una rappresentazione a suo modo esemplare, che l'Albanese attore conduce con la qualità nella recitazione che lo contraddistingue da sempre (e che similmente si era fatta apprezzare nel più riuscito GIORNI E NUVOLE). Bandita ogni battuta, l'attenzione è rivolta alla costruzione, intorno a lui, di una famiglia e di un mondo che per ogni componente trova la sua giusta collocazione, anche in personaggi che sembrano marginali e superflui come la donna sposata (Toffolatti) con cui ha da tempo una relazione.

Una Olginate plumbea fa da sfondo con qualche bello scorcio sul lago e altri “urbani” meno interessanti ma funzionali. Imperfetto, fin troppo attendista, a volte stanco come il suo protagonista, un film comunque sincero e vicino a un dramma comune che troppo facilmente la società ha dimenticato, così come le sue vittime. Tra gli amici della bocciofila l'ex collega di Gialappa's Bebo Storti.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/11/23 DAL DAVINOTTI
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Rambo90 2/12/23 00:22 - 7706 commenti

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Albanese ci tiene a raccontare un ritratto che sia quanto più veritiero possibile di ciò che accade a tante persone comuni. In varie occasioni commuove, anche se il film si inceppa spesso in pause o sottotrame poco utili, soprattutto quando si capisce dopo pochi minuti quale saranno le evoluzioni della storia e del personaggio. Non si può comunque non apprezzare la sua interpretazione, così come alcuni momenti genuinamente dolorosi di un film cupo e sincero, ma imperfetto.

Markus 25/11/23 09:53 - 3693 commenti

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Probabilmente il film più sincero e per certi versi commovente di Albanese, che ritrae con genuinità il dramma di una persona qualunque che, a causa degli investimenti in una banca (contratti spesso firmati non mostrando attenzione), perde tutti i suoi risparmi per il fallimento della stessa. Cronache che ben conosciamo, ma che l'attore lecchese (il film è ambientato a Olginate, sua località d'origine prima del successo) disegna in tutta la sua squallida e triste realtà. Più che bello, un film importante e ben interpretato. E' proprio vero che i soldi non fanno la felicità.

Gabrius79 26/11/23 22:24 - 1429 commenti

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Bel film di e con Antonio Albanese che con grandissima intensità interpreta un uomo semplice e ingenuo che viene depauperato in banca dei risparmi di una vita. Tratta da una storia vera, la pellicola sa essere un pugno allo stomaco. Parte in modo tranquillo fino ad arrivare a picchi che generano rabbia anche nello spettatore, che si immedesima nel protagonista. Attori di contorno non troppo messi a fuoco, ma va menzionata una brava Giulia Lazzarini nei panni dell’anziana madre. Coinvolgente.

Pinhead80 27/11/23 16:28 - 4791 commenti

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Antonio è un uomo mite e sereno che, dopo una vita di lavoro e sacrifici, cerca di coronare il proprio sogno di realizzare un matrimonio perfetto per la figlia. Scoprirà sua malgrado che la banca gli ha portato via non solo il denaro ma anche tutti i sogni. Albanese è bravissimo a interpretare un personaggio in cui è facile immedesimarsi per l'onestà e per la sincerità che trasmette. L'opera è un durissimo atto di denuncia nei confronti di un sistema che si fa gioco dei più deboli dopo averli indotti a fidarsi di loro. Impossibile rimanere indifferenti di fronte a tutto questo.

Gordon 17/12/23 12:47 - 261 commenti

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Sicuramente toccante per chi abita quei territori, il film è candido tanto quanto il suo protagonista, un Albanese a tratti scolastico ma via via più profondo, fino all'epilogo tragico ma ben studiato, per quanto un po' telefonato. Per il resto anche gli altri comprimari - complice la sceneggiatura - alternano momenti brillanti ad altri meno, ma ciò non stona con l'ambientazione di provincia vera. Particolarmente convincenti infatti le scene in esterna, che valgono bene qualche pausa narrativa.
MEMORABILE: Albanese alla Polizia: "Vi fidate più di lui (l'ex direttore della banca) che di me".

Caesars 10/01/24 16:18 - 3802 commenti

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Il tema del film è, purtroppo, sempre attualissimo: risparmiatori che incautamente affidano tutti i loro risparmi a persone che credono degne di fiducia, col rischio di perdere tutto. Plauso va dato a Albanese per aver portato sullo schermo un personaggio assai credibile, che vede la sua vita in progressivo disfacimento. Il film ha però molti momenti di vuoto che, uniti al fatto che è facilmente prevedibile dove la storia vada a parare, appesantiscono inutilmente la visione. Sostanzialmente un film più importante che realmente riuscito.

Il ferrini 3/04/24 23:56 - 2367 commenti

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Lungo assolo di Antonio Albanese che porta in scena un personaggio bonario e gentile, con una vita ordinaria e un unico modesto sogno: regalare a sua figlia il matrimonio che ha sempre sognato. Ma con i suoi risparmi qualcosa va storto, la fiducia mal riposta nella banca di paese manderà all'aria i suoi piani e quelli di molti concittadini. Un bel film, che affronta un problema poco rappresentato ma comune a tante brave persone. I comprimari hanno poco peso ma sono all'altezza, la messa in scena semplice ma efficace. Da vedere.

Paulaster 8/04/24 18:07 - 4443 commenti

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Pensionato perde i soldi causa fallimento della sua banca. Soggetto di importanza civile, che quindici anni fa sarebbe stato più attuale, per descrivere il destino che fanno i poveri risparmiatori quando si affidano a chi li dovrebbe proteggere. Albanese è meglio nella fase iniziale anche perché dopo diviene retorico suo malgrado. Scarso l'apporto delle seconde linee, soprattutto di chi lavora nella banca.
MEMORABILE: L'arrivo dell'ispettore; L'orologio dimenticato.

Puppigallo 15/04/24 13:11 - 5293 commenti

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Che Albanese sappia ben recitare e dia consistenza ai propri personaggi è fuor di dubbio. Come regista però non sempre si rivela all'altezza dell'attore e questo è uno dei casi. Seppur disegnando un credibile spaccato della cittadina (proprio la sua), l'inserire la relazione del protagonista, il suicidio del ragazzo e soprattutto l'ultima parte, nata sì dall'esasperazione ma troppo spinta, forzata, finisce per minare l'intera struttura, permeandola proprio di quell'artificiosità che lo stesso Albanese era chiaro volesse fuggire. Si può vedere, ma non lascia il segno come dovrebbe.
MEMORABILE: In fabbrica; La prova dell'udito "Costa meno un suggeritore"; Le prime due volte in banca; Peppo in ospedale.

Galbo 20/04/24 08:13 - 12409 commenti

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Alla sua quinta prova da regista, Antonio Albanese dirige un film dall'indubbia e significativa valenza sociale approcciandosi al tema con grande onestà e scegliendo di raccontare la storia di un uomo qualunque, truffato e deluso da un ente nel quale credeva e a cui aveva affidato la serenità del suo futuro. La storia viene depotenziata da un ritmo eccessivamente cadenzato, anche se sono da apprezzare la sobrietà della messa in scena, l'ambientazione volutamente anonima e la bella prova d'attore del protagonista, giustamente misurato nei toni ma non meno efficace.

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Nando 22/04/24 16:33 - 3822 commenti

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Il dramma che ha colpito migliaia di risparmiatori fidatisi di banche sciacalle che hanno dilapidato i loro piccoli gruzzoletti viene narrato in questa pellicola diretta e interpretata da un misurato quanto efficace Albanese che offre tutta la sottile, inizialmente e poi devastante sofferenza per un torto che non trova soluzioni se non nel finale. Nel mezzo uno spaccato della provincia lecchese realizzato con garbo.

Daniela 1/05/24 10:24 - 12689 commenti

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Al momento di ritirare il denaro per il ricevimento di nozze dell'unica figlia, un operaio prepensionato scopre che la banca ha trasformato tutti i suoi risparmi in azioni che adesso valgono poche migliaia di euro... Albanese gira nei suoi luoghi d'origine, dirige e interpreta un film che racconta una storia drammaticamente "ordinaria" puntando sulla verosimilianza: scommessa vinta perché la l'onestà degli intenti è palese e l'empatia verso il protagonista assicurata, facendo passare in secondo piano una regia para-televisiva. Adeguato il resto del cast, commovente Lazzarini.
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