Tutti a celebrare il riavvicinamento in grande stile di Woody Allen alle sue prime commedie pseudodemenziali, salvo poi accorgersi che CRIMINALI DA STRAPAZZO vi appartiene solo marginalmente e specificatamente per la prima mezz'ora. Poi si trasforma in una assai poco originale riflessione sul valore dei soldi, riprendendo uno sviluppo visto al cinema decine di volte (l'ultimo in ordine di tempo è l'episodio della Scattini e Masciarelli in SIMPATICI & ANTIPATICI): lei e lui, poveri e rozzi, si ritrovano ricchi d’improvviso e lei altrettanto repentinamente decide di apprendere usi e costumi dell’alta società...Leggi tutto chiedendo aiuto a un colto mercante d'arte (Hugh Grant), del quale ovviamente s’invaghisce. Epilogo abbondantemente immaginabile. Al di là però di un soggetto iperinflazionato (a proposito: l'influenza de I SOLITI IGNOTI nella prima parte è evidente) c'è pur sempre un grande attore come Woody Allen, che anche quando è a corto di idee sa comunque regalare una sceneggiatura arguta, divertente. Meno studiata e “intelligente” del consueto, se si vuole, ma con qualche trovata esilarante e un personaggio per Allen abbastanza insolito; se infatti abitualmente era lui l’intellettuale frustrato nella coppia, adesso la sua dimensione è quella del pantofolaio che guarda la TV in mutande, che odia il conformismo dell'alta borghesia e si fa un vanto di essere effettivamente maldestro, stupido e sempliciotto. CRIMINALI DA STRAPAZZO non entrerà certamente tra le opere imprescindibili del grande comico newyorkese, però si gode senza troppi rimpianti. Un'opera minore che resta in ogni caso due spanne al di sopra della media delle commedie americane correnti.
Ennesimo Allen piccino picciò, gradevole e leggero come un cocktail a basso contenuto alcoolico, ma poco di più. Tolto il piacere di rivedere sullo schermo Elaine May non rimane granchè altro. Certo, tale è ormai il consumato mestiere del Nostro che le sceneggiature, ancorchè scritte col pilota automatico, sono sempre un bel pezzo avanti rispetto a molti sciattoni coevi (non allargando il discorso ai nostri confini per carità di patria).
Buon ritorno di Woody Allen alla commedia pura (non priva però di un messaggio di fondo sul rampantismo, il successo facile i valori culturali della società americana). Criminali da strapazzo è un film che puntando la sua attenzione su un colpo (nelle intenzioni) milionario mette in mostra spassosi delinquenti di mezza tacca attraverso una buona sceneggiatura; le gag sono numerose come da tempo non accadeva in un film di Allen e gli attori (a partire ovviamente dallo stesso Allen) bravi e ben affiatati tra loro.
Sorridente film verso il quale si fece un gran parlare riguardo presunti riferimenti a I Soliti Ignoti. Niente di trascendentale ma godibile qua e là anche grazie ad un Allen che non rifà se stesso ma un personaggio abbastanza lontano dallo stereotipo e una Ullman deliziosa buzzurra. Vale una visione non fosse altro che per il salto temporale dal furto alla ricchezza sfacciata risolto rapidamente quasi quanto la scena dell'osso di 2001 odissea nello spazio.
Film azzeccato. L'idea alla base è eccellente; col passare degli anni Allen non perde originalità , anzi forse in questa pellicola ne acquista. Pur partendo da promesse di comicità il film non vira mai verso la risata piena, mirando a far sorridere lo spettatore. Ottima la costruzione della storia, con un finale alla fine dei conti un po' prevedibile. Bravissima la Ullman nel duettare con Woody. Le premesse iniziali probabilmente potevano essere sfruttate maggiormente in chiave comica, resta comunque un film piacevolissimo. Due stelle e 1/2.
Film minore nella filmografia del regista. La prima parte, quella del tentativo di furto, è la più godibile e ricorda il Woody Allen rapinatore pasticcione di Prendi i soldi e scappa. Poi, arrivata repentinamente la ricchezza, la storia diventa un po' ripetitiva, essendo tutta incentrata sul contrasto fra il marito amante del quieto vivere e delle cose semplici e la moglie - una simpatica Tracey Ullman in versione cafonissima - cui invece i soldi hanno dato alla testa. Conclusione scontata.
In barba al titolo nostrano, il film si concentra solo inizialmente sulle disavventure di un manipolo di "criminali" capitanati da "La Mente" Woody Allen. Ben presto, infatti, l'autore fa sfoggio del reale succo della pellicola: lo sberleffo indiscriminato ai danni dei cosiddetti "poveri arricchiti" e del mondo radical chic che non gli appartiene, ma che si dimostra altrettanto... truffaldino. Non esilarante, ma piuttosto gradevole. Limpida come il cielo d'estate la rivelazione finale, in piena sintonia con l'Allen-pensiero. ***1/2
Woody Allen ha sicuramente un suo stile particolare che però in questo film sembra mancare di brillantezza. Forse è una sceneggiatura fin troppo scontata a svilire dialoghi e situazioni, e il tutto rimane molto leggero e impalpabile. Anche dal punto di vista umoristico sembra non eccellere.
Splendida commedia di Allen che ritorna allo stile del suo primissimo film, Prendi i soldi e scappa. Meno individuale di altri suoi lavori, il film si avvale di una interpretazione corale di buon livello, che porta a riflettere su temi quali l'ipocrisia e l'arrivismo. Paradossale e gradevolmente divertente, pur senza essere un capolavoro.
Con una commedia piuttosto divertente il bravo Woody Allen fa centro nel presentare una critica all'arrivismo. Come in tutte le sue pellicole la verbosità è parte integrante dell'opera e in questa, a differenza di altre, non risulta pesante. Molto divertenti i dialoghi tra lui e la moglie.
Notevole ritorno di Woody Allen alla comicità pura, con un buon ritmo e alcune sequenze davvero indovinate (tutta la prima parte con lo scavo del tunnel, lo scambio delle collane, i tentativi della Ullman di diventare più raffinata). Il cast è ottimo, capitanato da un Allen scatenato come raramente nell'ultimo periodo e da una Ullman simpatica e perfetta per la parte. Grant fa il cattivo (e gli riesce bene), il resto del cast è composto da bravi caratteristi come Lovitz e Rapaport. Divertente, non eccelso, ma da vedere.
Un Woody Allen ispirato ci regala questa divertente commedia, leggera ma non banale e ricca di battute divertenti. La storia si snoda tra i successi e gli insuccessi di marito e moglie che, in un continuo alternarsi, sembrano sul punto di fare fortuna e poi falliscono. Insomma, gli ingredienti sono: qualche spunto di riflessione su soldi facili e su amicizie interessate, parecchie risate e la solita piacevole atmosfera Alleniana (sempre accuratissima la scelta delle musiche). Un buon film.
Tramite la rappresentazione del successo fortuito occorso ad una banda di completi idioti, Allen critica l'american way of life scrivendo una sceneggiatura spietata e divertente allo stesso tempo, colma di dialoghi brillanti e spassosi. Woody interpreta un personaggio completamente diverso dal solito, indifferente alle frustrazioni matrimoniali e alle tentazioni sessuali. Notevole l'arredamento "di cattivo gusto" dell'appartamento: simboleggia magnificamente l'arricchimento. Gradevole.
Sembra Prendi i soldi e scappa che flirta con I soliti ignoti, poi diventa una commedia al vetriolo sugli ignoranti arricchiti; un Woody non originalissimo ma divertente e limato al millimetro, grazie anche a dialoghi particolarmente riusciti, farciti di battute fulminanti. Il canovaccio è sempre lo stesso, ma ci si diverte molto e vedere Woody recitare in panni (oltretutto sono bellissimi i suoi abiti da ricco) che non sono propriamente i suoi è una bella sorpresa.
Film discontinuo, frammentato e forse anche un po' stanco. L'impronta di Allen c'è (come potrebbe essere altrimenti?), ma la sceneggiatura sembra più un collage di idee messe assieme cercando di trovare un filo conduttore che le colleghi in modo da farne un film e dargli anche un significato, al di là delle conosciutissime e, a volte divertenti, gag di Allen stesso. L'impegno dei comprimari, soprattutto quello delle interpreti femminili, è importante per mantenere il lavoro su di un livello accettabile e consono all'autore, ma nulla più.
Banda scombinata vuole fare un tunnel per arrivare a una banca. Nella prima parte, dedicata alla ricerca dell'arricchimento, Allen riempie la scena. L'effetto Soliti ignoti dura poco e la sceneggiatura si sposta d'attenzione sui salotti buoni newyorkesi. I dialoghi son sempre ficcanti anche nei ruoli minori (divertente la cugina) ma si avverte una minor freschezza, nel complesso. Hugh Grant dà solo un piccolo apporto e la conclusione è classica.
MEMORABILE: Luigi fuoriserie; Il dizionario imparato una lettera alla volta; "Io faccio il palo".
Allen torna a vestire i panni di criminale in versione bizzarra interpretando un tizio soprannominato durante gli anni del carcere la "mente", coadiuvato da un gruppo di ladri strampalati e da una divertentissima moglie (la brava e bella Ullman). Tra gag comiche e dialoghi familiari fondati sulla differenza di classe sociale, la storia prende uno sviluppo interessante con l'arrivo del belloccio Grant, forse un po' troppo immerso nella sua parte stereotipata. Fotografia eccellente per un film buono e tendente puramente alla commedia.
Un Woody che forse non si merita l'etichetta Docg ma che spunta sicuramente una onesta denominazione Igp. Durata corta, ritmo alto, Allen che si cuce addosso un personaggio arguto e divertente, comprimari di un certo livello, onnipresenti musichine jazz. Gli ingredienti per un'ora e mezza piacevole e scacciapensieri ci sono insomma tutti, nonostante la parabola dell'arricchimento fortuito e cafone finisca per farsi un po' ripetitiva finendo per sembrare l'ennesima rappresentazione del mito di Pigmalione in salsa newyorkese. Artigianalmente scacciapensieri.
Una delle commedie più frizzanti di Woody Allen. La storia è semplice quanto coinvolgente. La prima parte è quella meglio riuscita, con dinamiche al limite del surreale. Dialoghi cinici e battute a iosa. Non mancano frecciate alla borghesia newyorkese. Woody Allen perfetto. Riusciti i personaggi di contorno, soprattutto quello interpretato dalla brava Ullman.
Arduo e accidentato il cammino per giungere sul podio del capitalismo “perbene”. È il notevolissimo “Criminali da strapazzo”, tour de force divertente ma non frivolo, già lievemente vicino alla commedia di routine più che al velenoso, disincantato microcosmo alleniano. Indovinatissima la scelta dell’intero cast, con una Tracey Ullman sugli scudi in totale stato di grazia.
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