Cristiano Rolando - Film (2018)

Il film qualcosa sembra promettere, nelle prime scene in carcere con il nostro Rolando Di Caprio (Alessio Micieli) che ascolta un colosso detto Hulk Hogan mentre arringa i suoi compagni: "Abbiamo fatto cose che manco Giuda nell'antico West ha fatto a... Ponzio Pilates, ma questo non vuol dire che siamo dei criminali!". Un incipit per mostrarci di che pasta è fatto Rolando (il cristiano va inteso come aggettivo, come si capirà in seguito), capace di fronteggiare la bestia con calma e decisione. Una volta fuori però la vita è dura. Tornato a Chiaramonte Gulfi (Ragusa) grazie a un passaggio in Ape datogli dallo scemo del villaggio (Quattrocchi), dal quale si farà...Leggi tutto ospitare per qualche giorno, Rolando comincerà a cercarsi un lavoro onesto e a frequentare la bella Angelìca (Armenante), timida ragazza che pare sperduta, senza casa e di poche parole. Tenterà di fare il sindacalista per combattere il caporalato, di tirare avanti con quattro soldi - che spende tutto per Angelìca - finendo inevitabilmente per incappare nel giro della malavita; affrontato però con piglio tutto personale, tra menefreghismo e rassegnazione, tra dramma e commedia in un film dalle coordinate piuttosto anomale. I primi venti minuti fanno pensare a un approccio quasi comico, comunque divertente, pur con tutti i limiti del caso. Si apprezza l'attenzione a non sbracare mai mantenendosi nell'ambito di un regionalismo accentuato dalla forte cadenza sicula dei dialoghi (talvolta quasi incomprensibili) e dalle belle riprese a Chiaramonte Gulfi, caratteristico paesino dalle suggestive architetture in pietra (c'è anche una puntata turistica al Castello di Donnafugata). Poi però, nel tentativo di dare un certo spessore al ritratto dello sfortunato Rolando, si ricade nella maniera allontanandosi sempre più dagli accenni brillanti - che sembravano ricavati da una sceneggiatura scritta con una certa attenzione - per rifugiarsi in situazioni poco interessanti: una relazione affrontata piattamente che occupa fin troppe scene e qualche spunto spassoso alla polizia, in cui troviamo il maresciallo Palombo (Lucio Micieli) alle prese con un appuntato particolarmente idiota e ultra-raccomandato (Turla). Le sfuriate dell'anziano poliziotto (sono spesso sue le frasi più incomprensibili) apportano simpatici guizzi a una vicenda che invece col passare dei minuti tende a spegnersi e perdere per strada la vivacità e l'incisività iniziali. Peccato, perché Alessio Micieli è un protagonista insolito e convincente, così come risulta simpatico Nunzio Quattrocchi nel ruolo del ritardato con improvvisi scatti d'orgoglio. Purtroppo tutta la lunga ultima parte è occupata dal “colpo” da compiersi ai danni di narcotrafficanti locali nel quale si azzardano sussulti quasi action fuori luogo (buone le musiche, però). Si chiude decisamente in calando.

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