Al cinema , ultimamente, la demenza senile porta scompiglio, sia nel realismo della degenerazione senile (
The Father), sia nella sua dimensione fantastico/horror (
Relic/
The visit).
Testin sta nel mezzo, a metà tra il dolente declino di un uomo anziano, che vive da solo, dopo aver avuto un ictus (il momento in cui non riconosce la nipote scambiandola per una ladra che le è entrata in casa) e il lato prettamente di genere (lo psychothriller, che veste i panni di un infermiera che non le ha tutte a casa, dai riverberi miseryani), con incubotici flashback sulla guerra in Vietnam (torture comprese) che assumono i tratti di vere e proprie allucinazioni perverse (il commilitone, con la faccia simil Daniel Radcliffe, che si strappa i polsi a morsi).
Claustrofobia angosciosa e opprimente, dove tutto tanfa di vecchiume, morte e follia, dai possibili stati di sonno/veglia (l'infermiera che lava il coltello insanguinato nel lavandino, il corpo legato e sanguinante, di una donna, sul pavimento della cucina), alle mire sadiche dell'infermiera, a base di sonniferi, anticoagulanti, interessi morbosi per gli orrori della guerra, all'anziano veterano sempre più in balia dell'instabilità mentale uterina della sua "badante" (parla da sola, strappa via le teste alle Barbie, c'ha il corpo del gatto senza testa chiuso in una valigia, e la sua espressione, quando non vista, è perennemente gelida e allucinata).
Testin (direttore della fotografia di piccoli cult indipendenti della nuova ondata della new horror dei vari Eric England e co.) non lesina su gatti decapitati, teste sfondate a martellate, sevizie su anziani inermi (la carrucola), flashback d'infanzia di donne sadicamente legate e maltrattate, in un kammerspiel dai rancidi sapori aldrichiani e dalle venature nerissime.
Testin, poi, con un colpo di coda, ribalta inaspettatamente la situazione vittima/carnefice, così come la prospettiva e il revenge movie assume tratti ancor più cupi e pessimisti, come la chiusa finale sulla "scelta" della nipote.
Thriller subdolo e destabilizzante, dove non sempre quello che vediamo è ciò che appare, fatto di inconfessabili e terribili segreti nascosti nel cuore di tenebra, ricordi dolorosi, insanità mentale e il sottile (quanto perverso) gioco crudele della vendetta.
Immenso Gene Jones e di terrifica alienazione mentale femminea Kristina Klebe.