Fast Food Nation - Film (2006)

Fast Food Nation
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/08/07 DAL BENEMERITO DILLINGER
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Dillinger 2/08/07 14:30 - 22 commenti

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L'argomento avrebbe meritato di più, pur tenendo conto della necessità di uscire da un puro contesto documentaristico. Si parla di immigrazione clandestina, del suo sfruttamento, di capitalismo esasperato in una società aberrata dai budget in una catena di montaggio globale votata al prodotto. Sembra però che manchi qualcosa: qui il conflitto interiore adolescenziale rappresenta il massimo della coscienza civile americana, filtrato sempre dal loro solito e sempliciotto idealismo. Willis sempre più autoreferenziale. Finale per stomaci forti.

Daniela 30/12/08 21:25 - 12679 commenti

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Il film, ispirato all'omonimo libro/inchiesta sui fastfood americani, tenta la carta della drammatizzazione, coinvolgendo nel cast nomi di richiamo. Tuttavia questa scelta, che si traduce in un insieme di sotto-trame (alcune interessanti, altre meno), non risulta felice ed indebolisce il suo tema centrale, ossia la denuncia dello sfruttamento che si accompagna alla lavorazione delle carni, con lavoratori ricattati, umiliati, costretti ad operare senza garanzie di igiene e sicurezza. Interessante ma dispersivo, non molto riuscito.
MEMORABILE: Le scene finali confermeranno i vegetariani nella loro scelta e instilleranno qualche remora agli frequentatori dei fastfood.

Ammiraglio 29/12/08 10:50 - 150 commenti

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Pensavo che avrei visto un documentario, invece mi sono ritrovato a vedere un film del genere drammatico. E che film. Davvero sopra le mie aspettative, innanzitutto per l'ottimo intreccio di storie e per la notevole sceneggiatura che davvero ha poche cose da recriminare. Forse l'unico aspetto che poteva essere migliorato è la caratterizzazione di alcuni personaggi che risultano (ad esempio i messicani) piuttosto piatti.

Galbo 1/01/09 19:26 - 12404 commenti

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Strano ibrido tra fiction e documentario, il film di Richard Linklater ha come bersaglio le catene di fast food che costituiscono lo spunto per parlare di altri mali della società americana (la fast food nation del titolo), primo tra tutti l'immagrazione clandestina e lo sfruttamento della mano d'opera a basso costo. L'opera è piuttosto incisiva anche se presenta il limite di un eccesso di storie secondarie che "indeboliscono" il messaggio di fondo.

Supercruel 21/01/09 00:38 - 498 commenti

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Confusionario e meno tagliente di quello che poteva essere. Ci sono buone premesse, ma il nocciolo della questione si perde in mille rivoli inefficaci e ampi passaggi poco interessanti. C'è anche una questione stilistica ambigua e non si capisce bene se lo scopo era un film, un documentario o chissà cos'altro. L'idea della mescolanza dei generi è anche valida, ma appare mal abbozzata e non spinta fino in fondo. Gli spunti ci sono, ma la visione è piuttosto frustrante. Brutto.

Brainiac 29/01/09 22:55 - 1083 commenti

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Linklater è un regista intelligente. Per questo suo film, incentrato sul mondo dei fast-food, sceglie di mostrarci l'argomento da più punti di vista. C'è il manager pieno di sè, ideatore di un nuovo hamburger gigante. C'è il messicano sfruttatore, quello sfruttato, il sottoproletariato americano fatto di macchine scassate e lavori umili. Tutti si nutrono di cibo spazzatura, come a dimostrare l'assunto del "siamo ciò che mangiamo" e tutti, da questo film, ne escono vittime e carnefici della stessa mattanza. Pessime le musiche. Didascalico ma interessante.
MEMORABILE: "Il livello di coliforme fecale è alle stelle." "Che vuol dire?" "Intendo dire che c'è della merda nella carne."

Blsabbath 13/03/09 12:37 - 46 commenti

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Pregevole docu-film sull'industria della carne americana e sui risvolti di questa nella società statunitense. La trama dendritica coinvolge i più disparati strati sociali (dall'immigrato messicano allo studente-lavoratore, dal proprietario terriero al direttore di marketing..) fornendo allo spettatore una raccolta di punti di vista mai banale e nel complesso bilanciata. Il cinismo di Willis lo si arriva quasi a condividere...

Jandileida 26/02/10 19:06 - 1568 commenti

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Il tentativo, da apprezzare, di fare luce sulle losche pratiche delle grandi industrie alimentari e sulla difficile realtà degli immigrati messicani negli Stati Uniti dà vita ad una pellicola che risulta poco incisiva e a volte un po' noiosa. Sembra quasi che l'indecisione tra film o documentario alla fine abbia coinvolto anche la storia che non riesce a decollare e rimane in una sorta di limbo lattiginoso. Occasione persa.

Pinhead80 20/06/12 15:03 - 4781 commenti

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Un film di denuncia sullo sfruttamento dei messicani nel lavoro "sporco" americano e sulle pratiche di produzione intensiva della carne che porta alla contaminazione della stessa, dal ritmo altalenante. A metà strada tra il documentario e il drammatico la sensazione è quella di un film che perde intensità proprio per questa ibridazione di generi. Non che sia un brutto film, tutt'altro, ma è discontinuo nel ritmo e qua e là si perde un po'. Da vedere.
MEMORABILE: Lo svelamento delle pratiche di produzione di hamburger.

Ryo 14/04/16 01:36 - 2169 commenti

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Da un saggio che smascherava tutto ciò che c'è dietro i fast food viene costruita una fiction che riprende le tematiche del romanzo (sceneggiato anche dallo stesso autore del libro) intrecciando la critica con le vicende di tre storie parallele: un imprenditore dei fast food, una ragazza dipendente che si da all'attivismo, una famiglia di messicani che viene assunta nelle fabbriche di hamburger. Interessanti le dinamiche, adorabile la regia. Tante scene toccanti e stomachevoli.
MEMORABILE: L'incidente sul lavoro; Le mucche che non vogliono essere salvate; Il cameo di Bruce Willis; Il reparto di "smontaggio"-vacche.

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Lou 8/07/16 16:35 - 1122 commenti

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Linklater parte dall'edificante obiettivo di divulgare gli aspetti critici e meno conosciuti legati al consumo della carne negli Usa, dall'industria della macellazione allo sfruttamento della manodopera, realizzando un docu-film che in realtà estende la denuncia più in generale al mondo del lavoro e dell'immigrazione clandestina. Il risultato è un'opera sicuramente interessante e ben calata nella realtà sociale e lavorativa americana, ma appesantita dall'eccesso dei temi trattati e dal tono impersonale e dispersivo.

Il ferrini 5/09/20 15:26 - 2364 commenti

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Pur essendo un film in piena regola, con un protagonista e una storia da raccontare, possiede quell'approccio alla Michael Moore che spesso ti fa sgranare gli occhi e chiederti: ma sarà vero? E la risposta, ahimé, è sempre sì. Più riuscita la parte sulla lavorazione della carne (le scene finali nel mattatoio sono di grande impatto) che quella relativa alle condizioni di lavoro dei migranti messicani. Circoscritto ma significativo il contributo di Bruce Willis, protagonista di uno dei dialoghi più interessanti.

Bubobubo 3/01/21 14:31 - 1847 commenti

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Nell'ampia filmografia di Linklater questo è uno dei suoi lavori più peculiari, ibridi, meno direttamente incasellabili e, di riflesso, meno bilanciati: noir pluridirezionale sulla catena produttiva con a capo le catene di fast food, inchiesta di denuncia non convenzionale sullo sfruttamento di manodopera clandestina, vago pamphlet animalista. La grande quantità di spunti tende, purtroppo, a galleggiare in superficie, senza uniformarsi in un tutto coerente. Velleitari i camei di Willis e Lavigne: sotto la media anche la fotografia, sciatta e televisiva. Un Linklater minore.

Anthonyvm 11/01/21 02:06 - 5721 commenti

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Fiction d'inchiesta che forse avrebbe funzionato meglio come documentario, dato che gran parte dei subplot sviluppati nel corso dell'opera (seppur affidati a un cast adeguato) sembra trattata in maniera superficiale, fra dialoghi troppo studiati e snodi narrativi legati ai cliché (gli immigrati sfruttati, gli incidenti sul lavoro, gli ambientalisti disorganizzati). Dispiace che la storia di Kinnear venga pressoché abbandonata dopo metà film, trattandosi della più interessante (buono il cameo di Willis). Un po' fuori contesto le immagini del mattatoio in stile Il sangue delle bestie.
MEMORABILE: Il tizio perso nel deserto; Il ruolo di Ethan Hawke; L'operaia "assalita" per essersi fatta sfuggire un filetto di ottima qualità; La gamba triturata.

Gottardi 16/11/21 16:38 - 396 commenti

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Catena di fast food texana invia un dirigente a indagare in loco sui metodi di approvvigionamento e lavorazione delle carni, ma l’intento è d'insabbiare tutto quello che potrebbe uscirne di marcio, e sarà un bel po’, compresa la manodopera clandestina messicana. Girato col chiaro intento di denunciare quel che (forse) accade dietro la familiare e luccicante accoglienza delle grandi catene di fast food, ha il pregio di evitare le secche dei film a tesi, mantenendosi interessante sul piano narrativo grazie alle vicende alternate del dirigente e dei clandestini. Riflessivo e pessimista.

Rambo90 4/04/22 22:33 - 7706 commenti

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Linklater usa una serie di bozzetti poco collegati tra loro per fare denuncia del sistema delle catene di fast food americani, partendo dalla manodopera assunta sfruttando gli immigrati clandestini all'incuria igienica. Non tutti i segmenti sono ugualmente interessanti, così diseguali per sceneggiatura ma anche per qualità della recitazione. Il meglio viene dalla parte più "d'inchiesta", ovvero quella che vede Kinnear alle prese con lo sterco trovato nella carne, episodio in cui fa capolino anche un incisivo Willis.
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  • Discussione Raremirko • 10/05/18 23:25
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    A me non è dispiaciuto, avendolo trovato convincente soprattutto negli intenti di denuncia.

    Che roba le scene dei mattatoi alla fine, coraggiosi almeno per un mainstream, anche se fanno male 1/1000 rispetto a quelle di Earthlings.

    Più o meno si ribadisce ciò che già si apprende da corti animati quali son i Meatrix: batteri fecali su carne (la profezia del Salò di Pasolini si è avverata: qua si mangia merda davvero!), si pensa solo ai profitti e povere flora e fauna.

    Discreta idea quella di trattare i temi del libro intervallando questi con storie di personaggi vari (notevole cast) ma, è vero, tutto poteva venir fuori ancora meglio.

    Comunque valido.