Hotel Poseidon - Film (2021)

La vita grigia di un uomo che vive in un hotel scalcinato viene sconvolta dall'arrivo di una ragazza e dalla morte dell'anziana zia. Atipico "horror" dal palese e voluto impianto teatrale - la sceneggiatura è di un regista teatrale e gli attori sono tutti teatranti professionisti - che ha il suo punto di forza proprio nelle scenografie, che rendono bene lo sfacelo umano ed ambientale, ed in generale nella confezione. La storia invece è alquanto stiracchiata e improvvisata e ciò vanifica la forza di un film che con un plot più compiuto avrebbe potuto avere una riuscita migliore.

Il protagonista, custode di un hotel fatiscente dove vivono persone derelitte, deve occuparsi dello "smaltimento" più o meno onorevole del cadavere di una vecchia zia... Lungometraggio d'esordio di un regista di teatro, può essere definito un "horror ambientale" in quanto, più della trama quasi inesistente o dei personaggi ectoplasmatici, a suscitare inquietudine e ribrezzo è l'ambientazione in cui ogni singolo dettaglio è zozzo, deteriorato e marcio. La resa scenografica è tale da trasformare il film in un incubo putrido non privo di interesse ma certo non per tutti i gusti.

Un circonferenziale-perimetrale piano sequenza che le cine-accademie dovrebbero tramandare ed è già vertigo. Poi via degradare intonando “bruttezza grossa la trionferà”: somatizzando fagocitando quasi eccedendo la mastercrass di Cheang e adunando Kusturica Jeunet/Caro Refn Mitevski/Popovski Lynch, a Lernous non gliene cala di raccontare storie quanto di sovraestetizzare scorie, modulare onde onte orde sensoriali nobilitando ogni quid decompositivo di una decorticata umanità-nautilus il cui solo habitat è per metà famedio dopobombale e per l'altra metà immondezzaio. Lezzo magistralis.