Piacevole western di Corbucci con colpi di scena uno dopo l'altro quasi tutti a dire il vero prevedibili ma che non intaccano la discreta resa del film; ad ogni modo ho preferito Gli uomini dal passo pesante prodotto l'anno prima dallo stesso produttore e con lo stesso Cotten nel cast. Ottima la regia di Corbucci e una menzione speciale per Norma Bengell (splendida e recita ottimamente).
MEMORABILE: La bara sepolta nel cimitero del forte.
Ancora una volta c'è di mezzo una bara e Corbucci, su sceneggiatura di Albert Band e Ugo Liberatore, continua la sua personalizzazione del western dei vinti: nero, violento e sanguinario, quasi tutto ambientato in aridi esterni, dove i protagonisti sono una famiglia di "crudeli", seguìta nel ferino idealismo della sua impresa tra incidenti, contrattempi e inevitabili tensioni interne e fratture. Grande cast con un Cotten supremo, che si conquista un excipit da tragedia greca, e gli sguardi profondi e acuti della Bengell. Musiche di Morricone, poi riciclate ne Il ritorno di Clint il solitario.
MEMORABILE: La strage dello squadrone nordista, con il fiume rosso di sangue; l'uccisione del cieco; il tranello del ladro; il gesto estremo e disperato di Cotten
Quando il troppo stroppia. Corbucci, evidentemente vittima di un soggetto esageratamente ambizioso (eccessivo il numero dei colpi di scena) e fondamentalmente abbastanza assurdo (i quattro protagonisti vogliono far rinascere le armate di un Sud già arreso tramite i proventi della rapina a un convoglio), pare costretto a lavorare per eccesso sulla pellicola affastellando una a una molte delle situazioni tipiche dei western. Non si fa mancare proprio nulla: assalto alla diligenza, rissa al saloon, attacco dei messicani, sosta al forte e visitina degli indiani.
Joseph Cotten e figli attraversano il west sterminando e depredando soldati nordisti; un giusto destino li attenderà al varco. Sottovalutato e poco conosciuto western di Corbucci, ricco di colpi di scena e sparatorie con tagli di montaggio molto moderni e originali per l'epoca (Sam Packinpah se ne ricorderà per il suo Mucchio selvaggio). Un titolo da riscoprire, molto amato da Quentin Tarantino.
Ingiustamente poco noto, in realtà è uno dei più convincenti western firmati da Corbucci, che inserisce praticamente tutti i dogmi del genere (sudisti e nordisti, la partita al saloon, i banditi messicani, gli indiani), mettendoli però al servizio di un soggetto piuttosto originale e ricco di colpi di scena, e riuscendo a creare anche alcune sequenze di autentica suspense. Molta carne al fuoco, forse persino troppa, ma cucinata davvero bene. Nel cast spiccano Cotten, spietato ma in nome dell'ideale, e la combattiva Bengell. Morricone stavolta non lascia particolarmente il segno.
MEMORABILE: I controlli dei soldati nordisti e degli sceriffi; La visita al forte; Il finale da tragedia greca.
Grandissimo western misconosciuto dell'altrettanto valido Sergio Corbucci, ancora una volta ambientato nelle immediate vicinanze della guerra civile americana. I clichéè del western sono rispettati, ma le sorprese e i colpi di scena non mancano e Norma Bengell è davvero bellissima e affascinante. Un western di Corbucci si riconosce dalle inquadrature e dai dialoghi, e questo non fa eccezione.
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DVD Mustang di buona fattura, seppur la definizione non faccia faville (risultando poco incisiva in termini di nitidezza e contrasto) e l'audio italiano sia un pochino basso, si lascia vedere senza troppi disturbi anche su schermi più grandi di 32" grazie anche al buon master utilizzato (privo di graffi e spuntinature) dai colori poco vivaci (probabilmente fedeli alla fotografia originale della pellicola). Tra gli extra intervista a Ruggero Deodato oltre al canonico trailer.