Il braccio violento del Thay-Pan - Film (1978)

Si tratta di un'operazione commerciale italiana per rilanciare la moda dei film di kung-fu. Praticamente ci troviamo davanti ad un film truffa, ottenuto riciclando tre film dei primi anni 70 e cercando di creare una storia lineare narrata da una voce fuori campo (Bruce Lee...ma dai?) A parte i film fondi di magazzino e già logori a suo tempo (FIDA), la pellicola risulta piuttosto rovinata. Il passaggio televisivo ricorre circa ogni due anni sui circuiti Mediaset ad orari proibitivi. Interessante per i giovani cinefili, vista la rarità dei tre film.

Famigerato film-Frankenstein cucito dalla Fida e sfrontatamente attribuito a Bruce Lee, che sarebbe anche la voce narrante (affidata a Pino Locchi), cui tuttavia va riconosciuta, retrospettivamente, un'utile funzione didattica. Infatti a chi domandasse com'erano i film di kung-fu più ruspanti che invasero gli schermi occidentali negli Anni Settanta questo centone fornirebbe una prima, non del tutto superficiale risposta. Fra le curiosità, nel primo segmento Angela Mao le suona a un giovanissimo Sammo Hung!

Discreto ma non eccezionale film a episodi sulle arti marziali, spacciato per un film di Bruce Lee (che però era già morto da tempo) e che qui avrebbe addirittura voce. Il difetto maggiore di questo film sono i trucchi quasi "splatter" che lo fanno somigliare a un film dell'orrore. Non bellissimo, ma più che guardabile.

Sì però, dai... diciamoli i titoli dei tre gongfu movie anni '70 utilizzati in versioni "digested" (sic!) per cucire insieme questo orrendo ibrido (orrendo, ma forse utile, come ricordava qualcuno, per dare almeno una pallida idea dei primissimi gongfu-pian distribuiti in Italia...). Sono nell'ordine: "Mani che stritolano" (Lady Whirlwind, 1972) di Huang Feng, "Mani di ferro" (Crush, 1972) di Doo Kwang-gee e Dopo l'urlo un uragano di violenza (Blind Boxer, 1971) di Chang Sum.

Più che Thay Pan mi sembra il vecchio Kung di un tempo che Fu, ma con l'aggravante di un indegno collage di film realizzato con la stessa tecnica "sopraffina" che potrebbe avere un boscaiolo orbo. Ho assistito a una serie di scontri, più o meno pagliacceschi, con spade, coltelli, ma soprattutto a mani nude, con i cari vecchi assurdi voli e i colpi che sembrano sferrati da mani di pietra. Purtroppo però, essendo il tutto cucito alla meno peggio, ne è scaturito un filmaccio senza senso, che puzza di grossa fregatura a scapito del povero Bruce Lee, che pare non l'abbia fortunatamente diretto.

Italianissimo assemblaggio targato Fida di tre film di kung-fu usciti da noi nel 1974. L'inizio, con la voce narrante del grande Pino Locchi (il collante tra gli estratti dai tre film) che inizia il suo discorso con "Io sono Bruce Lee" lascia ben intuire l'entità dell'operazione. I tre film sono ridotti a mezz'ora e incollati l'uno dopo l'altro. A funzionare solo l'ultimo "condensamento" (tratto da Dopo l'urlo...), degli altri due rimane solo un susseguirsi di combattimenti violenti mal montati. Squallido, ma di grande curiosità filologica.