Io, grande cacciatore - Film (1979)

Western anomalo, quasi surreale nella trama. I personaggi sembrano intrappolati in un lungo viaggio catartico alla ricerca di se stessi e degli altri. Come sfondo ci sono solo la natura incontaminata e i grandi spazi aperti a rafforzare ancor più lo spirito libero che contraddistingue i vari personaggi. È anomalo anche nei dialoghi: pochi, misurati, mai sopra le righe.

Un western quasi autoriale, con pochissimi dialoghi. La conquista reiterata del pregiato cavallo bianco appare come un modo per i 2 protagonisti di sentirsi vivi, di (ri)trovare la carica interiore e riuscire ad imporre sé stesso sull'altro. Da un lato il nativo americano, figlio di quella stessa natura selvaggia che fa da sfondo alla storia e dall'altro l'uomo bianco colonizzatore che crede e vorrebbe far parte di un mondo cui non appartiene e non capisce del tutto. Il bisogno concreto di affermarsi passa oltre la vita delle altre persone.

Uno splendido cavallo bianco al centro di questa storia assolata da paesaggi desertici di grande fascino visivo. Ancora un film a favore degli indiani d'America (tema di gran moda in quegli anni), con due grandi come Martin Sheen e Harvey Keitel. Vale la pena vederlo non fosse altro che per i vuoti nei dialoghi, pieni delle scenografie naturali di gran presa. Un po' di noia fa capolino qua e là.