Ivan il Terribile - Film (1944)

Parabola storica sullo zar Ivan il Terribile: padre della patria e tiranno, eroe e despota inflessibile, uno Stalin del XVII secolo. Non a caso la censura sovietica mantenne un atteggiamento di amore-odio nei confronti di questa pellicola. Nella sua ultima fase, lo stile di Ejzenstejn coniuga realtà e simboli in maniera sublime: se le sue prime opere brillavano per concretezza, qui ora trionfa un ampio respiro epico. Formalmente perfetto, come sempre.

Altro capolavoro di Sergei M. Ejzenstejn. Ivan il terribile non è solo un film con tematiche storiche, ma anche politiche e sociali. Scene e dialoghi al limite dell'eccezionale. Cherkasov, oltre ad essere stato un grande Nevskij, se la cava alla grande anche interpretando questo leggendario personaggio della storia russa.

Film del 1944 che mantiene una recitazione da film muto (anche se ben fatta e teatrale) che esaspera il tono monumentale del film. Ottime scenografie con le porte basse da far inchinare gli attori per passarci. Non amo i contenuti storici e politici anche quando vengono messi in scena in modo scespiriano (Ivan viene dipinto come un eroe). Le musiche di Prokofiev enfatizzano la storia, specie nella battaglia con i tartari di Kazan, dove c'è una bella caratterizzazione delle torri fortificate della città.

Non stupisce che sia piaciuta a Stalin questo biopic dello zar Ivan, visionario unificatore di Russia, abile nel districarsi fra guerre e congiure. Il regista ne fa un ritratto potente, racchiudendo il racconto in episodi-chiave e descrivendolo con straordinaria abilità visiva. Già l'incoronazione iniziale è da lasciare a bocca aperta, ma tutto il film è una serie incessante di immagini di grande suggestione (con scenografie straordinarie), fino alla famosa sequenza finale con la testa di Ivan in primissimo piano che sovrasta il suo popolo.

Uno di quei capolavori che a vederli da imberbe cinefilo ti lascia senza fiato, senza bronco e che anche all'ennesima revisione non presta il fianco a stroncatura niuna. Ivan è il trionfo della forma filmica su qualsivoglia tentativo boiardo di sabotare il cinema. Rivoluzionario della tecnica di ripresa, Eisenstein recupera qui la tradizione figurativa rinascimentale, dando vita ad un quadro imponente per profondità di intenti e risultati. Ieratico "manifesto" in cui musica, scenografie, costumi, recitazione concorrono alla regalità dell'Opera d'arte.

Film monumentale considerato una vera chicca da Stalin, non a torto, vista l'esaltazione del nascente impero sovietico impersonato in questo caso dalla mitica figura di Ivan IV detto "il terribile". Da sottolineare le inquadrature perentorie e ricercate sugli sguardi a volte taglienti, a volte dubbiosi, di attori protagonisti e comparse qualsiasi, ma soprattutto risalta la grande interpretazione di Nikolai Cherkasov, con tratti giustamente al di sopra delle righe. Importante.

Mentre a occidente tramontano i poteri universali, in Russia con Ivan il Terribile sorge una Terza Roma… Eisenstein fa dell'esemplarismo storico un mezzo di propaganda e di nazionalizzazione delle masse: marginalizzando la sperimentazione al montaggio - qui improntato ad una sintassi pressoché classica - rielabora nella composizione delle immagini e nella stilizzazione dei personaggi i canoni del cinema muto - particolarmente dell'espressionismo. La narrazione, sviluppata per episodi salienti, acquisisce in ogni singola inquadratura una potenza superiore alla complessità dell'intero film.

Il tempo, che ha bruciato ogni riferimento ideologico contingente, consegna ormai il film all'arte più che alle considerazioni cinematografiche. La storia, coi suoi intrighi e le sue convulsioni, si sussegue scandita in splendidi quadri ove risaltano simboliche composizioni di volti e gesti, ingigantiti dallo sfarzo ieratico dei chiaroscuri: sullo sfondo le interiora degli edifizi regali, ennesima metafora dei labirinti del potere. Perfetto il saliscendi sonoro, grandioso Cherkasov.