La teta y la luna - Film (1994)

Un piccolo anxaneta tettomane, una ballerina francese ed il suo compagno petomane, sono i protagonisti di questo bizzarro film tenuamente erotico firmato da Bigas Luna. Qualche idea è carina, il regista si mantiene meritoriamente sobrio e meno supponente del solito, ma alla fine dietro una confezione leccata non resta molto. Anche i fan della May, potrebbero restare fortemente delusi.

Altro film di Bigas Luna che definire alquanto grottesco (sicuramente più che erotico) è a dir poco eufemistico. Basti pensare ai personaggi del film, alle loro professioni (abbiamo anche un petomane) e alle loro manie (seni pieni di latte, collezione di lacrime). Ma tutto ciò non basta per farne un film piacevole, perché si vede che la sceneggiatura si basa su quelle due o tre stravaganze e poco altro. Non scandalizza, non stupisce e soprattutto non convince.

Ci sono molti quadretti che sono fioriture dell'inconscio scalzate dalla loro culla eletta (il sogno) per essere rappresentate in una realtà paradossale, con personaggi di ovattata stravaganza che si votano a desideri variamente simbolici. E il bambino protagonista coltiva una passione per il seno (e il latte) delle donne che non è solo e necessariamente edipica. Innocente e geniale la sua visione degli amplessi che gli adulti consumano, con il maschio che rifornirebbe del latte mammario la donna nel momento dell' orgasmo! Più tenero che noioso.

Pare un ossimoro ma la definizione più accurata è quella di favola con venature erotiche: in effetti la storia viene filtrata dagli occhi dell'innocente Tete che, trascurato dai genitori, trova nella bella May la speranza di saziare il proprio bisogno. La sceneggiatura alquanto debole poggia unicamente sulla felicità di due o tre trovate geniali. La regia non offre spunti interessanti. Effimero e mediocre.

Pruriginoso e bizzarro film di Bigas Luna. L'idea è molto particolare, con una mistura di "favola" infantile, erotismo e comicità. Il tutto risulta ben amalgamato e gradevole. Logicamente non un kolossal, ma qualcosa di buono c'è... Il sogno poi del bambino di bere il latte alla "fonte" è azzeccatissima.

Attraverso questa "favola" Lunas (anche se il soggetto è di Cuca Canals) ci propone una ricca rappresentazione di problematiche umane; di donne, uomini e bambini (è proprio attraverso gli occhi di un bambino che viene filtrata la vicenda) legati per lo più al "sessamore" (con varianti feticistiche) ma anche a complessi infantili. La componente erotica è molto presente, ma la mano del regista riesce a renderla compatibile con le diverse età dei protagonisti e, più che suscitare morbosità, si stempera in un surreale forse non a tutti gradito.

Il simbolismo già dalle prime due parole del titolo emerge in modo fin troppo scontato, nelle ultime due invece riaffiorano ricordi scolastici leopardiani ridotti all'osso. Nonostante tutto, le vignette umoristiche e a volte un po' spintarelle che compongono il film hanno una loro freschezza e un senso del divertimento e della leggerezza e la parabola senza pretese delle tre età della vita (infanzia, giovinezza, maturità), si dipana in una Spagna insolita, tra folclore e paesaggi atemporali e atipici simil-texani on the road all'americana.