Le avventure di Oliver Twist - Film (1948)

Da un classico della letteratura, un classico del cinema. Rispetto al precedente adattamento da Dickens da lui diretto due anni prima, Lean si mantiene più fedele al testo, pur sfrondandolo necessariamente di personaggi e trame collaterali. Vigorosa la regia e bella la ricostruzione ambientale, esaltata dalla fotografia di Guy Green, ma l'asso nella manica è costituito dall'ottimo cast, a partire dall'esile protagonista fino ai due formidabili villain: reso quasi irriconoscibile dal trucco, Guinness è un Fagin di untuosa ipocrisia, mentre Newton dà vita ad un Sikes estroverso e sanguigno.

Riduzione spietatamente anti-romantica che più dickensiana non poteva essere. Lean non fa altro che animare le illustrazioni vittoriane di Cruikshank, corredandole con meticolose ambientazioni, sia esterne che interne, dipinte da una fotografia accurata, cruda. Ceffi brutti, sporchi e cattivi lordano la scena, capitanati da un Fagin così raccapricciante che non piacque proprio agli ebrei, nonostante la sceneggiatura fosse stata epurata da qualsiasi riferimento al suo giudaismo (abbondantemente citato da Dickens). Ciò non evitò alla pellicola censure e divieti in USA e Israele.