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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo il grande successo di ANIMAL HOUSE il National Lampoon - com'è ovvio che fosse - ci riprova col cinema, ma gli dice male. Lontanissimo dai fasti del predecessore (e pure da Hollywood o da un qualsiasi discorso sul cinema, nonostante il titolo), MOVIE MADNESS si articola in tre episodi non legati da nulla in particolare se non un vago senso parodistico che si esplicita soprattutto nel terzo (e nettamente migliore) segmento. Il primo, GROWING YOURSELF, riprende dal classico di Landis il giovane Peter Riegert e gli assegna...Leggi tutto il ruolo di Jason, che in apertura, senza apparente motivo, rompe il matrimonio suggerendo alla moglie di dedicarsi a... crescere. La felicità apparente non è tutto, bisogna evolvere, e chi se ne importa se ci sono quattro figli di mezzo. Lei accetta e se ne va lasciandoli tutti a Jason, che comincia a frequentare altre donne (tra cui una splendida Diane Lane) senza badar troppo a come i piccoli crescano. L'approccio è quasi surreale, con una serie di dialoghi che sfiorano (e in alcuni casi oltrepassano) il nonsense, un Riegert particolarmente lunatico che sembra lasciarsi scivolare tutto addosso e che quando rivede la moglie – felicissima di aver intrapreso una nuova strada – non sa bene cosa dire. Una chiara presa in giro dei film in cui la famiglia pur di restare unita affronta ogni genere di avversità, con figli non più da educare con amore e insegnamenti che li instradino sulla retta via ma lasciati crescere come capita; tutto è preso alla leggera, dai protagonisti come dagli autori della sceneggiatura e tanta sana distruzione delle istituzioni americane porta effettivamente a sorridere, anche in presenza di un episodio non certo trascendentale. Contano più le idee della realizzazione. Nel secondo segmento, SUCCESS WANTERS, si ironizza sul rampantismo di una donna disposta a tutto pur di vendicarsi e... perché no, di realizzarsi. Un bizzaro "rape & revenge" in cui la protagonista Dominique Corsaire (Dusenberry), dotata di una carrozzeria da sballo, dopo esser stata violentata col burro da un gruppo di ricchi satiri in un locale per soli uomini (gestito da un laidissimo Joe Spinell) decide di vendicarsi a modo suo. Comincia con un lavoretto sotto il tavolo d'ufficio al proprietario (Culp) di una importante azienda di margarine arrivando presto ad affiancarlo e infine a sbarazzarsene ereditandone ogni bene. La Dusenberry (quasi sempre vestita in stile coniglietta, anche nei frangenti meno indicati) è brava a mescolare, a una naturale ingenuità, la spietata perfidia di chi non si ferma davanti a nulla seducendo e tradendo, sfruttando la propria avvenenza senza vergogna per arrivare ai posti di comando più importanti. Ovviamente anche qui l'impianto è farsesco, lontano da ogni verosimiglianza e la scelta della margarina come mezzo per raggiungere il potere muove già al sorriso. Dominique incontrerà il ricco figlio del re del burro, poi uno sguaiato imprenditore greco (Vandis) e a tutti riserverà trattamento simile e irridente. L'idea era simpatica, ma anche qui poco funziona e il tutto si fa presto ripetitivo e mai davvero interessante. Il terzo episodio, MUNICIPALIANS, è il più dichiaratamente comico e ha come protagonista una classica coppia di poliziotti: la fresca recluta (Benson) e il più navigato e cinico collega (Widmark), sulle tracce di un serial killer (Loyd) che sulle sue vittime lascia sempre una fotocopia della propria patente (!). Lo spunto è quello, non certo nuovo, delle forze dell'ordine che se ne fregano di tutto ciò che capita loro intorno senza badare a “nulla che non s'intrometta tra me e il mio hamburger”: il ragazzino resta sconvolto da tanto disprezzo nei confronti del lavoro, ma il divertimento sta proprio nel registrare la totale passività della polizia in presenza di crimini di ogni genere. Un po' per la bravura di Widmark, un po' per un bel carico di politically uncorrect, tutto sommato non ci si può troppo lamentare. Sono gli altri due episodi a lasciare interdetti e freddi, benché contengano qualche traccia indelebile della sana follia del Lampoon.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/11/20 DAL DAVINOTTI
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