Orchidea bianca - Film (1947)

Dopo i due straordinari film d'esordio in terra americana, l'ungherese de Toth si affida all'industria hollywoodiana dello studio system, confezionando questo fumettone drammatico, avvincente e mieloso, agrodolce e dispersivo, che si risolve in una galleria di splendidi attori, tutti con i volti giusti. Una concertista malata è circuita da un giovane aventuriero con il quale se la spassa, ma tornerà alla fine dal suo medico innamorato. La Stanwyck imposta il pilota automatico e salva un film altrimenti non memorabile. Regia corretta.

Malata gravemente, una pianista si reca per curarsi presso una clinica. Soffocata dalle continue restrizioni impostele va via, conosce un giovanotto che si innamora di lei, ma il suo cuore batte già per il dottore. La regia di De Toth è una sicurezza e si colloca nella media dell'epoca, magari incedendo un po' troppo sul sentimentale. Le interpretazioni che offrono la Stanwyck, Niven, Conte e lo charmeur Roland sono tutte affidabili senza raggiungere punte di eccellenza. Il film però più di tanto non decolla.