Out Stealing Horses - Il passato ritorna - Film (2019)

Per elaborare il lutto e il senso di colpa per la perdita della moglie, Trond si isola in una baita nel nord della Norvegia dove l’incontro con Lars mette in moto una catena di ricordi e di traumi in seno alle rispettive famiglie, avvenuti nell’estate del ’48. Un riesame del momento critico dell’adolescenza raccontato dal cupo protagonista (Skarsgård) mediante uno schizofrenico saltellare spazio-temporale, senza arrivare a una narrazione coerente ed omogenea in cui presente e passato restano comunque separati. Unica “protagonista” assoluta la natura catturata alla Terrence Malick.

Rimasto vedovo, un uomo anziano ha lasciato Oslo per rintanarsi in una remota località norvegese ma l'incontro con un vicino lo induce a ricordare quanto avvenne un'estate di tanti anni prima... Si avverte il tentativo di condensare una fonte letteraria presumibilmente corposa ma, a meno di non conoscere il romanzo d'origine, il continuo intersecarsi di passato e presente dà un'impressione di frammentarietà che la voce narrante non riesce a fugare, mentre alcuni passaggi sono troppo ellittici per risultare significativi. Film irrisolto, anche se formalmente molto curato.   

Tratto da un romanzo, il film non sembra riproporne la profondità che solo le pagine, una dopo l’altra, riescono a creare con il loro profumo ineguagliabile. Così assistiamo alle vicende di un uomo che si isola per attendere il terzo millennio e casualmente incontra il suo lontano passato fatto di ricordi dolorosi e avventurose scoperte. Notevoli i paesaggi scandinavi, bravo come sempre Skarsgård col suo sguardo “lontano”. La noia è il peggior nemico per la riuscita di un’opera che anche qui contribuisce alla disattenzione dello spettatore.