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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tesissimo noir francese che tra la Spagna, Tolosa e Parigi ambienta una classica caccia ai narcotrafficanti con tanto di infiltrato e doppio delitto in ospedale che non si capisce inizialmente come possa c'entrare col binario principale della storia. Perché non è facile seguire tutto senza perdersi qualche nome per strada e di conseguenza alcuni incastri nella vicenda; studiata bene, non c'è dubbio, ma raccontata secondo i dettami del cinema moderno (al quale l'intero film aderisce in tutto e per tutto), che non prevedono facili chiarimenti e lasciano che sia lo spettatore a chiudere i buchi lasciati aperti strada facendo. Già il prologo mostra qualcosa che in...Leggi tutto quel momento è impossibile capire con esattezza a cosa faccia riferimento. Toccherà attendere e seguire invece le due vicende parallele destinate naturalmente a confluire in un'unica direzione.

In Spagna Igor Reynal (Cazalé), poliziotto sotto mentite spoglie, esce dopo qualche mese di prigione e rientra nei ranghi nella banda di Gracia (Ammann), narcotrafficante che sta organizzando una grossa consegna di droga in Francia. A Tolosa Sara (Essaidi), a capo della narcotici che era comunque in contatto con Reynal, sta programmando di mettere sulle mani sugli stessi loschi individui ma viene informata anche di un paio di misteriosi omicidi in un ospedale di Parigi: due ragazzi (e, poco dopo, pure la madre di uno di loro) sono stati uccisi da qualcuno che può essere messo in relazione al caso principale. In un turbinio di nuovi personaggi e azione concitata, il film prosegue secondo dinamiche standard per il genere a cui però la regia notevole di Olivier Marchal rende un servizio straordinario.

OVERDOSE mantiene un ritmo serratissimo, non sbaglia un'inquadratura e dosa al meglio le componenti usuali del noir internazionalmente inteso: c'è sesso ma solo accennato, c'è amore ma toccato tangenzialmente, c'è violenza senza che questa occupi ogni scena, c'è sangue senza che ci si compiaccia troppo nello spargerlo. Ciò fa sì che il film proceda fluidamente agganciandosi correttamente ai topoi del genere, inventando personaggi tutti ben caratterizzati (si pensi alla signora che spia i vicini di casa in modo "altamente professionale"). Se poi tocca come detto scontare un certo ermetismo nella narrazione, questo favorisce un'attenzione che diventa presto coinvolgimento e vicinanza ai protagonisti. Non era necessario quindi trovare dialoghi sensazionali ma tenere il piede schiacciato sull'acceleratore e Marchal lo fa. Non ha bisogno di ribaltare auto in autostrada, di incendiare o spettacolizzare ad ogni costo l'azione: lavora invece sugli stacchi, il montaggio, gli sguardi e la spietatezza trovando in Ammann un ottimo rappresentante del Male. Non è lui a capo delle operazioni, il grande boss, ma è il coordinatore sul campo e si guadagna la scena.

C'è qualche scaltra invenzione (la scelta del luogo e del momento per lo scambio della merce, ad esempio), c'è il lodevole desiderio di non dare un inizio e una fine precisa al tutto e con un paio di colpi di scena ben assestati si raggiunge un epilogo beffardo che conferma la bontà dello script. Solide prestazioni dal cast (Cazalé in particolar modo), mano salda ed eccellente padronanza dei mezzi a disposizione: OVERDOSE non sarà un classico ma si può prendere come perfetto esempio di noir contemporaneo. Due ore che scorrono veloci, intrattenimento garantito.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/11/22 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/01/23
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Capannelle 11/01/23 23:55 - 4415 commenti

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Marchal conosce benissimo il genere e anche stavolta non delude. Pur dovendo gestire una storia più stratificata e che percorre almeno tre diversi stati riesce a mantenere un ritmo alto e far tornare i conti alla fine, seguendo due indagini che sembrano agli antipodi. Nella vicenda entrano tanti personaggi, peccato che qualcuno di loro non trovi adeguato spazio (il vichingo) mentre gli altri trovano il giusto equilibrio e riescono ad esprimere un sufficiente tasso di umanità e di... bestialità. Action ben tirata con il picco filmico di Carcassonne, mdp dinamica e mai incerta.
MEMORABILE: L'organizzatissima vedova del poliziotto; Le tradizioni del Marocco.

Galbo 12/11/22 16:36 - 12404 commenti

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Un indagine su un gruppo di narcotrafficanti coinvolge squadre di poliziotti che si muovono tra la Francia e la Spagna. Olivier Marchal conferma la predilezione per il genere "polar" dirigendo un poliziesco cupo e ad alto tasso di violenza, ma molto efficace sul versante drammatico. Scene d'azione assai ben girate e un ritmo elevato per un film che mantiene alta la tensione per tutta la sua non indifferente durata. Non manca una buona caratterizzazione dei personaggi e un accenno sentimentale che umanizza la storia. Insieme a 36 Quai des orfevres il miglior film di Marchal.

Puppigallo 17/11/22 13:12 - 5289 commenti

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Il "bell'ambientino" del narcotraffico con annessi e connessi (l'infiltrato; le conseguenze) costituisce il nocciolo di questa pellicola che non fa sconti, mostrando la crudezza di un mondo in cui le vite valgono poco, che siano quelle di adulti consapevoli o di ragazzini innocenti. L'indagine parallela costituisce il fulcro, mentre la parte che riguarda l'infiltrato è più ordinaria. In più, la sensazione è che il gruppo potesse essere fermato prima. La violenza si erge spesso a protagonista, ma grazie a una regia comunque professionale, si mantiene un certo equilibrio. Non male.
MEMORABILE: "Non riesco a trattenerla"; "Gli ho tagliato orecchie e lingua, ma ha ancora le palle se vuoi divertirti"; Le conseguenze di un'formazione sbagliata.

Kinodrop 26/11/22 19:49 - 2968 commenti

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Un grosso carico di cocaina tra Spagna e Francia organizzato da una banda senza scrupoli mette in azione le polizie dei due Paesi, che cercano di venire a capo di un'intricata matassa di delitti, di delazioni e di personaggi equivoci. Un polar che non aggiunge niente di nuovo alla casistica del genere, tutto muscoli, inseguimenti e morti ammazzati, infiltrati ed eventi più o meno giustificabili messi lì per tirarla per le lunghe e arrivare a una conclusione che più ovvia non si può, con in più una storiella sentimentale del tutto gratuita. Tecnica mediocre e cast di media levatura.

Nicola81 28/11/22 12:59 - 2864 commenti

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Uno dei migliori polizieschi degli ultimi anni, diretto da quello che attualmente è l'unico vero specialista del genere. Rispetto ad altri lavori di Marchal, qui si respira un'aria meno nichilista (le forze dell'ordine ne escono complessivamente bene), anche se la furia criminale non lesina certo in efferatezze, accanendosi persino sui ragazzini. Ottima la sceneggiatura, che riunisce due filoni di indagine apparentemente slegati, e richiede una particolare attenzione per non perdersi tra i numerosi personaggi. Ritmo sostenuto, azione ben dosata, cast privo di stelle ma funzionale.

Giùan 9/12/22 10:43 - 4576 commenti

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Ha l'immediato, diretto vigore del film di genere che, se è girato con consapevole cognizione di causa, sa pure generosamente parlare di persone e di (come vanno le cose della) vita. Marchal rinuncia a certe affettazioni manichee di altri più celebrati lavori, sorprendendo e atterrandoci con alcuni stilemi classici dell'amato polar (la definizione ben scritta dei personaggi, la cura delle relazioni che arricchiscono la trama e al contempo consentono di semplificarla), senza però rinunciare alle crudeltà pubbliche e fragilità private dei mondi che descrive. Energico lavoro di casting.
MEMORABILE: La bellezza, forza e emotività di Sofia Essaidi; La Rodric nel sottano e poi in auto; Ammann taglia l'orecchio alla "fonte"; Il sempre bravo Abkarian.

Olivier Marchal HA DIRETTO ANCHE...

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