Questa ragazza è di tutti - Film (1966)

Questa ragazza è di tutti
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Titolo originale: This Property Is Condemned
Anno: 1966
Genere: drammatico (colore)
Note: Ispirato a un dramma di Tennessee Williams del 1946.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/05/08 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 12/05/08 11:48 - 5737 commenti

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Seconda fatica di Pollack, che adatta un testo teatrale di Tennessee Williams concentrandosi su dialoghi intensi e vigorosi e sulla ricostruzione degli ambienti degli Stati del Sud, splendidamente fotografati dai brillanti colori di Wong Howe. Eccellente direzione degli attori, con una Wood bellissima, ingenua e innocente e uno scontroso Redford; possessiva la Reid, granitico Bronson, illuso Blake. La tredicenne Badham è nota per il ruolo di Scout in Il buio oltre la siepe.

Pigro 27/02/11 10:52 - 9704 commenti

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Da un bellissimo e brevissimo "blues" teatrale di Williams ecco un filmone di quasi 2 ore per raccontare il desiderio di un'altra vita di una ragazza (quella dello stupido titolo italiano, l'eccellente Wood) nella profonda provincia americana. Film di passioni che covano sottopelle, narrate con un gusto amaro. Un po' tirato per le lunghe il finale quando alla complessa e vivace descrizione del microcosmo del paesino di ferrovieri destinato all'implosione causa Grande Depressione si sostituisce la pura e semplice (e solita) storia sentimentale.

Giacomovie 23/01/13 20:01 - 1399 commenti

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La regia di Pollack dimostra qualità e gusto estetico, con immagini dall'ottimo senso del colore. Lo svolgimento viaggia spedito tra svariate situazioni che si susseguono con una coerenza logica trovata in ritardo, dato che a una lunga introduzione segue una prima parte che sembra senza una precisa finalità. Ruolo vivace, ribelle e amaro per la bella e sfortunata Natalie Wood, ben interpretato e ben integrato con l'altrettanto ottimo Robert Redford. Tratto da un lavoro teatrale di Tennessee Williams.

Rebis 4/10/14 23:39 - 2344 commenti

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Ispirato a "Proibito", meraviglioso atto unico di Tennese Williams, e sceneggiato - fra gli altri - da Francis Ford Coppola, è un melodramma afoso e carnale che immergendosi nel contradditorio clima della Grande Depressione descrive gli smottamenti sociali che definiranno l'America del XX° secolo - anche se in chiusura il patetico esonda sul quadro ambientale, annacquandolo. Decisiva l'interpretazione febbrile di Natalie Wood che conferisce al film un'anima struggente e dissociata. Insolitamente ambiguo Robert Redford, insolitamente sensuale Charls Bronson.

Saintgifts 20/10/14 17:35 - 4098 commenti

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Un melodramma che corre a ritroso su binari ormai morti, una storia legata a cambiamenti sociali e a istinti, poco materni, di sopravvivenza a ogni costo. Alva ha avuto la "sfortuna" di nascere e di crescere bella, principessa di un padre dissolto nel nulla. Natalie Wood è l'interprete ideale, l'eroina che ha il destino segnato. Il desiderio, ma soprattutto l'amore è onnipresente, ma mai nominato. C'è forse una sorta di paura a cedere al sentimentalismo, a uno stato troppo fluttuante in una realtà così dura. Perché Willie è ancora a Dodson?

X offender 14/03/18 15:12 - 39 commenti

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Da una pièce teatrale di Tennessee Williams, questo sottostimato film di Sydney Pollack (di ben altra caratura rispetto ad alcuni tra i suoi maggiori successi commerciali quali La mia Africa o Come eravamo) è un ritratto dolceamaro e nostalgico del profondo sud statunitense negli anni della Grande Depressione che omaggia il maestro Elia Kazan. Una "ballata malinconica" che ha come fulcro lo splendido personaggio di Alva Starr, una ragazza che sogna a occhi aperti, splendidamente interpretata da Natalie Wood in uno dei suoi ruoli migliori.
MEMORABILE: La fotografia e l'uso di colori pastello da parte di James Wong Howe; Gli sguardi intensi di Natalie Wood; Il treno abbandonato; Alva ubriaca al night.

Caesars 24/11/17 13:25 - 3805 commenti

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Sydney Pollack dirige con mano salda questo dramma ambientato negli anni della Grande Depressione, aiutato da una bella fotografia e da interpreti davvero in parte. Buono il ritratto della comunità "ferroviaria" destinata a essere sconvolta dal ridimensionamento dovuto alla crisi economica e quello della protagonista (un'ottima Natalie Wood), che desidera con ogni forza allontanarsi da quel posto. Decisamente da vedere.

Buiomega71 23/08/19 00:58 - 2925 commenti

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Al suo secondo film Pollack sembra già un regista scafato (e fa le prove generali per il suo lancinante capolavoro dei cavalli da uccidere) e omaggia la commedia di Frank Capra e il musical hollywoodiano nelle sequenze a New Orleans. Quando la rassicurante vittoria dell'amore sembra prendere il sopravvento, Pollack sterza inaspettatamente in una deriva amarissima e dolorosa (la corsa disperata della Wood sotto la pioggia è gran pezzo di cinema). Terribile madre amorale la Reid e riverberi sirkiani nella fotografia di James Wong Howe. Uno dei Pollack più lividi e sinceri.
MEMORABILE: La Badham che all'inizio cammina sui binari come la Ronette Pulaski di Twin Peaks; La bambola con la testa rotta; Redford saccagnato di pugni.

Giùan 11/09/19 10:40 - 4588 commenti

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Bel melò, la cui qualità principale, un nitido controllo, rappresenta anche il limite che non lo fa assurgere a rango di eccellenza. La regia di Pollack, meno turgida che nel successivo Non si uccidono così anche i cavalli? è di sobria sensibilità, lo script (di Coppola da una pièce di Tennessee Williams) di trattenuta potenza, la fotografia di Hong Howe di lucente bellezza, la recitazione di Redford e Wood (coadiuvati dal robusto cast di contorno) di concreta emotività, l'ambientazione, a metà tra leggenda (la ferrovia) e magia "nera" (New Orleans), suggestiva. Profondo eppur lezioso.
MEMORABILE: Willie che cammina sulla strada sterrata coi vestiti di sua sorella Alva; La "panzana" dell' hotel con la vasca degli alligatori.

Daniela 11/09/19 11:55 - 12699 commenti

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Pollack espande il dramma di Williams con due soli personaggi in un affresco della provincia americana nel profondo sud negli anni della depressione, dando maggior peso alla vicenda sentimentale, nel testo era solo accennata, che nella seconda parte diventa preponderante. La migliore è però la prima, con la descrizione della torbida situazione familiare in cui vive la protagonista e del clima teso nel paese per il timore fondato dei ferrovieri di perdere il posto di lavoro. Regia grintosa, splendida fotografia di James Wong Howe, cast valido in ogni comparto per un film williamsiano al 100%.
MEMORABILE: La figura della madre della protagonista, ferma nel suo proposito di vendere/accasare la figlia al miglior acquirente

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Paulaster 14/10/20 09:34 - 4451 commenti

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Negli anni della Grande Depressione in un paesino non c'è più lavoro. Doppio binario narrativo tra ambiente familiare (che riflette i problemi economici) e storia d'amore. La parte casalinga è ben fatta nel descrivere le ipocrisie per cercare di sopravvivere e per i mezzucci per illudere il prossimo. La relazione amorosa invece è eccessivamente melodrammatica. Wood meglio di Redford. Discrete ambientazioni nella provincia del Sud prima, poi nella città di New Orleans.
MEMORABILE: Il numero di licenziamenti; L'offerta per andare a Memphis; Il segreto finale.

Cerveza 19/09/23 17:50 - 386 commenti

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Una piccola comunità succhia linfa vitale dalla ferrovia, ma la grande depressione le strappa la mammella di bocca facendo saltare i labili equilibri sociali. Davvero notevole la prima parte: un aspro faccia a faccia moralmente spietato fra sognatori e realisti; ma poi tutto si sgonfia in banali romanticherie che ci accompagnano verso una chiusura melò a dir poco frettolosa. Per fortuna c’è Mary Badham a lenire la delusione: è lei la vera protagonista! Maniacale la ricostruzione formale dell'epoca, tranne che per trucco e acconciature dei protagonisti, che rimangono intoccabili.
MEMORABILE: Willie che cammina imperterrita su binari ormai morti con addosso i brandelli dei suoi sogni; Il vagone dipinto, abbandonato come ogni speranza.
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  • Homevideo Digital • 20/10/16 15:02
    Portaborse - 4007 interventi
    Dvd Golem disponibile dal 22/12/2016.
  • Discussione Raremirko • 22/07/19 23:06
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Un altro film buonissimo del compianto Pollack, con buoni attori in ruoli ed interpretazioni per loro insoliti (anche se Bronson lo si vede poco).

    Il technicolor è assolutamente sfavillante (a tratti pare di esser davvero li, caldo incluso), la narrazione in flashback aggiunge qualcosa ma è anche vero che il frettoloso finale, seppur evocativo e forte, andava un pò meglio realizzato; lascia una sensazione come di incompletezza.

    Buono lo script di Coppola, sicura la mano del regista.
  • Discussione Buiomega71 • 23/08/19 10:37
    Consigliere - 26074 interventi
    Rassegna estiva: Melò d'agosto-Un'estate melodrammaticamente melodrammatica

    Sorprende (ma non dovrebbe) vedere come Pollack, al suo secondo film, sembri già un regista scafato, permettendosi pure virtuosismi hitchcokiani (la macchina da presa che sale, mostrando dall'alto il treno che porta la Wood a New Orleans), che con questo intenso e fiammeggiante melodramma sembra fare le prove generali per quel capolavoro assoluto che è Non si uccidono così anche i cavalli ? (ambientato, anch'esso, durante il periodo della grande depressione).

    Il giovanissimo (allora) talentuoso regista omaggia la commedia romantica alla Frank Capra e il musical hollywoodiano nelle sequenze romanticheggianti tra Redford (bravissimo) e la Wood (magneticamente meravigliosa)in quel di New Orleans, dove l'amore pare trionfare in tutta la sua zuccherosità, finchè, con un colpo di scena inaspettato, Pollack cambia le carte in tavola (la visita a sorpresa-poco gradita-della madre di lei), sterzando nel melò amarissimo e doloroso (la corsa disperata, sotto la pioggia, di una affranta Wood è gran pezzo di cinema).

    Il testo di Williams trasuda afosità e torbidità (il granitico operaio ferroviere di Charles Bronson, amante della madre che si fà pure la figlia, una madre amorale e senza scrupoli-straordinaria la Reid-che spinge la figlia a "prostituirsi" con un vecchio riccone rincoglionito per il proprio tornaconto, la Wood che civetta con tutti ma non l'ammolla mai, creando tensioni e attirando a sè una miriade di fauna maschile in fregola, l'ostilità della madre, spietata donnaccia assetata solo di soldi e richezza-la sequenza del locale, con la Wood ciucca che vomita la sua rabbia verso la genitrice è da antologia-), e Pollack gestisce il melodramma con un occhio ai classici del passato e l'altro alla narrazione tipica dell'emergente new Hollywood, tra feste, balli, compleanni -girati con un taglio da gothic movie- nuotate notturne che sembrano un'orgia, dialoghi spesso durissimi, confronti crudeli tra madre e figlia, dove culmina nel pestaggio di Redford da parte dei ferrovieri, che lo saccagnano di pugni davanti ad una disperata Wood.

    Un inizio intenso (la Badham che canta una canzone sulle rotaie del treno, che sembra la Ronette Pulaski di Twin Peaks, e dove se ne ricorderà Rob Reiner per Stand by me), la bambola rotta di cui "è uscito un pezzo di cervello" (Badham dixit), la Wood che sognatrice ad occhi aperti (bellissima la sequenza del vagone in disuso), ragazza volitiva ma al contempo di grande spessore caratteriale, la scalcinata pensioncina di famiglia, dove si respira un'atmosfera torrida, umidiccia e sudaticcia, non dissimile da quella di Un tram che si chiama desiderio (Pollack guarda anche a certo cinema kazaniano), il parapiglia attrattivo che si instaura tra Redford e la Wood (i due hanno un'alchimia quasi perfetta), lui burbero, cinico, di una fredezza apparente e di secche parole, lei passionale, giocosa, ma anche tormentata e infelice allo stesso tempo e svanita nel suo mondo fantastico.

    Il cinema pollackiano è già maturo e solido (la sequenza tra la madre, la Wood e Redford nell'appartamento di lui, verso la dirittura di arrivo, è pregno di intensità emozionale puramente cinematografica) e la fotografia dell'immenso James Wong Howe dona riverberi douglasirkiani.

    Notevole la Badham nel ruolo della ragazzina maschiaccio, bellissimo il flashback a ritroso alternato ai binari del treno, immensa la Reid nel ruolo della mater terribilis e la Wood regala un personaggio triste e malinconico, chiuso in un corpo desiderato e ambito, sbaciucchiata e palpeggiata, oggetto del desiderio ora sfuggente ora preda della passione.

    Chissà che ne avrebbe tirato fuori John Huston (regista designato, inizialmente, per dirigere il film), da una sceneggiatura scritta a più mani (tra cui un imberbe Francis Ford Coppola) e in via di scrittura anche durante la lavorazione del film (tanto che alcuni dialoghi vennero improvvisati durante le riprese), per poi essere ripudiato dallo stesso Williams.

    Il buon (Ovo)Maltin definisce il film "pura spazzatura" nella sua schedina.

    La sfera di vetro con la neve di Quarto potere, Redford e la Wood che vanno al cinema a vedere Amanti senza domani di Tay Garnett (mai titolo fu più profetico) con un discorso ficcante tra i due sui finali dei film, anfratti cinefili di un Pollack che già si stava formando come autore molto personale.

    Decisamente superiore al blasonato (e molto più fortunato) Come eravamo, dove, quì, Pollack dimostra di essere più livido e sincero, nelle calde e appassionanti notti del sud.

    Il melò più vivido e fervente fuori tempo massimo, perchè non si uccide così anche l'amore?

    Da Wikipedia (grandissimo Gianni Amelio):

    Gianni Amelio lo considera uno dei film migliori di Sydney Pollack, "una ballata malinconica narrata con finezza e pudore"
    Ultima modifica: 23/08/19 18:47 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 23/08/19 10:41
    Consigliere - 26074 interventi
    Del film ho una registrazione satellitare da Mgm Channel (vera a propria fucina di classiconi prima che uscissero in dvd tra la Golem, la A & R e la Sinister) datata 2011, della durata di 1h, 45m e 31s
    Ultima modifica: 23/08/19 11:27 da Buiomega71
  • Discussione Rebis • 23/08/19 14:58
    Compilatore d’emergenza - 4423 interventi
    Felice che ti sia piaciuto Buio, e d'accordo sul fatto che Huston ne avrebbe tratto un capo d'opera. Come dicevo il testo di Williams è molto più tragico e doloroso, tutto ambientato sui binari di una ferrovia, con i due bambini che dialogano ininterrottamente, evocando il passato... Molto del film di Pollack è frutto di una scrittura a posteriori, da qui il disconoscimento di Williams.
  • Discussione Buiomega71 • 23/08/19 15:03
    Consigliere - 26074 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Felice che ti sia piaciuto Buio, e d'accordo sul fatto che Huston ne avrebbe tratto un capo d'opera. Come dicevo il testo di Williams è molto più tragico e doloroso, tutto ambientato sui binari di una ferrovia, con i due bambini che dialogano ininterrottamente, evocando il passato... Molto del film di Pollack è frutto di una scrittura a posteriori, da qui il disconoscimento di Williams.

    Sì, infatti, avevo letto sullo script "colabrodo" (tanto che alcune battute furono improvvisate sul set mentre si girava, vedi curiosità riportate da IMDB) e che Williams lo ripudiò a tal punto di voler far togliere il suo nome dai credits.

    Sicuramente il grande John ne avrebbe tratto un film più sanguigno, ma Pollack (non sottovalutando il fatto che non era ancora il Pollack rinomato, tanto che la Wood manco lo conosceva quando Redford fece il suo nome per dirigere il film) ne ha tratto un film intenso e sincero, quasi una prova generale per il suo devastante capolavoro successivo con Jane Fonda.

    Anche se meno "tragico" del testo williamsiano, quel finale è comunque amarissimo e non poco dolente.
    Ultima modifica: 23/08/19 15:31 da Buiomega71
  • Discussione Rebis • 23/08/19 23:29
    Compilatore d’emergenza - 4423 interventi
    Buio mi rinfreschi la memoria sul finale del film?
  • Discussione Buiomega71 • 24/08/19 00:34
    Consigliere - 26074 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Buio mi rinfreschi la memoria sul finale del film?

    SPOILER

    La madre della Wood và a far sgradita visita a lei e a Redford nel loro nido d'amore di New Orleans.

    La donna, con cinica cattiveria, spiffera a Redford che la figlia si è sposata con Charles Bronson (il rozzo operaio delle ferrovie George), terrorizzata dall'infamata della madre e dalla reazione di Redford, la Wood, disperata, si precipita fuori casa correndo, in preda al panico, sotto la pioggia. Morirà di polmonite.

    FINE SPOILER
    Ultima modifica: 24/08/19 10:42 da Buiomega71
  • Discussione Rebis • 24/08/19 10:29
    Compilatore d’emergenza - 4423 interventi
    Grazie Buio, in effetti lo ricordavo più accomodante... Diciamo che il testo di Williams usa meno escamotage ed è più brutale.
  • Discussione Buiomega71 • 24/08/19 10:44
    Consigliere - 26074 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Grazie Buio, in effetti lo ricordavo più accomodante... Diciamo che il testo di Williams usa meno escamotage ed è più brutale.

    Era anche difficile (se non impossibile) fare un film solo su due ragazzini che raccontano "storie di ordinaria passione" (in questo caso la sorella minore della Wood che narra la storia, a flashback, al piccolo Tom)
    Ultima modifica: 24/08/19 10:46 da Buiomega71