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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Commedia corale malinconica che racconta le anonime giornate di quattro amici quarantenni ancora alla ricerca di se stessi. Siamo a Cesenatico (anche se è inconfondibile la rotonda a mare di Senigallia che funge da discoteca) e i nostri si trovano alle prese con lavori - quando ci sono - poco soddisfacenti e zoppicanti relazioni con l'altro sesso: Lorenz (Poggi) è un cantautore di scarse speranze sposato con una moglie (Martines) che quando può evita di frequentare, Mirko (Ferrini) un buono a nulla che sogna di concludere con una signora francese (Petrovna) accompagnata a casa in auto, Checcone (La Vella) un meccanico con velleità da ballerino che si esercita a danzare...Leggi tutto insieme a Maddalena (Champa), la quale sogna di sfondare, e Caronte (Cardellino), traghettatore che fa la spola con una piccola chiatta da una riva all'altra del canale; è un introverso, il meno focalizzato e poco partecipa alle attività di gruppo. Che non sono poi certo esaltanti: qualche trasferta appena fuori mano (la discoteca Baia Imperiale di Gabicce Mare, solo citata), una partita di biliardo al bar, le misteriose “uova allo spiedo”...

Almeno fino a quando non si presenta in zona Corrado Tedeschi (nella parte di se stesso), che subito attrae le attenzioni di Maddalena. Dovrà lì presentare una serata alla quale anche Lorenz cercherà di partecipare proponendo qualche brano dei suoi. Ancora più sullo sfondo c'è infine Sonia (Sandrelli), barista chissà come innamorata di Mirko, troppo impegnato nel vano tentativo di ingenerare invidia negli amici raccontando dei propri appuntamenti con la francese, in realtà inconcludenti. Dei quattro è sicuramente lui a lasciare maggiormente il segno nel film (non a caso è autore del soggetto insieme al regista Gianfranco Lazotti, il quale l'ha poi sceneggiato con Ruggero Maccari) grazie alla sua caratteristica recitazione stralunata, figlia della stessa matrice televisiva che in più elementi si ravvisa dando l'impressione di un lavoro decisamente minore. Gli altri tre si limitano a fare da contorno senza incidere granché, col solo Poggi a interagire di tanto in tanto con la Martines e con chi ha voglia di ascoltare i suoi pezzi alla chitarra.

Pervaso da un comune sentimento di disillusione e rassegnazione, dissimulato da qualche sparuto tentativo dei protagonisti di sganciarsi da un destino segnato, il film si inserisce nel filone intimista di quegli anni, in cui il denominatore comune era una sorta di autorialità minore che doveva fare i conti con una forte limitatezza di mezzi. Un neorealismo leggero a tratti surreale in cui a dominare sono le pause, gli scambi cinici tra amici pronti a battibeccare per un nonnulla, le piccole invidie, l'incapacità di materializzare ogni desiderio di (minimo) successo. Alle spalle le famiglie, con i due scapoloni Checcone e Mirko alle prese rispettivamente con il padre (un burbero Albertini al suo ultimo film, morirà un paio di anni dopo) e una famiglia (il padre è qui Ennio Balbo) che unica pare interessata davvero a capire dove scompaia il figlio senza mai avvertire.

Buffo il rapporto con la sofisticata francese che accetta fin troppo cortesemente l'invadenza di Mirko, scontato il tratteggio della figura del personaggio televisivo (Tedeschi) indaffarato e poco incline a perder tempo con le ragazze sognatrici. Nel complesso tuttavia, e accettando un ritmo non esattamente spedito, un film che possiede un suo garbo, forte di ambientazioni non comuni che lo collocano in una sfera da vitellonismo mancato, da cinema di provincia in cui volti noti sorreggono quelli meno conosciuti dei quattro protagonisti. Qualche traccia di morettismo (la videoteca privata di Caronte, pronto a redarguire il padre che ha mischiato nello stesso scaffale registi polacchi e russi), un finale buffo, non molto altro.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/07/22 DAL DAVINOTTI
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Markus 30/07/22 09:47 - 3695 commenti

I gusti di Markus

Quattro amici sui quaranta un po' sfigati, la provincia velenosa, il mare d'inverno e qualche sogno che sappiamo bene non si realizzerà. Le basi per il più tipico film d'un certo cinema italiano fine Anni '80, quello fatto di paturnie di mezz'età, di illusioni che con un certo compiacimento registico saranno disilluse e che a dirci la verità, tolto Salvatores (di ben altra levatura, non ce ne voglia Lazotti), hanno svuotato le sale in favore del cinema yankee. La costruzione dei personaggi appare in ogni caso funzionale (Ferrini - per carisma - spicca su tutti).

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  • Homevideo Zender • 30/07/22 11:15
    Capo scrivano - 47879 interventi
    Davvero scarso il dvd della Mustang, di fatto una vhs riversata. D'accordo la rarità del film, però... Forte presenza di effetto aliasing.
    Durata: 1h 30' 49"

    Minuto 14:15

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images61/vlcsnap-2022-07-30-11h13m44s919.jpg[/img]
    Ultima modifica: 30/07/22 11:16 da Zender
  • Homevideo Kop • 30/07/22 14:27
    Disoccupato - 77 interventi
    Considerata la rarità, ben venga anche se di questa qualità, ma non si può certo dire che è preso da una vhs. Sarà un master in SD di un telecinema fatto un po' di anni fa...
  • Homevideo Zender • 30/07/22 17:23
    Capo scrivano - 47879 interventi
    Con "di fatto" intendevo dire che l'effetto ottenuto è quello, poi non so da dove l'abbiano preso. Poi certo, ogni recupero è lodevole, son con te.
    Ultima modifica: 30/07/22 17:24 da Zender