Il secondo remake televisivo de Il giglio nero di LeRoy, dopo la versione dell'85, segna il promettente esordio alla regia di Rob Lowe (anche protagonista), che dà alla vicenda un taglio più moderno e fosco, in linea coi recenti thriller sui bimbi terribili à la Orphan. Mckenna Grace interpreta credibilmente il ruolo della piccola psicopatica, ma da lei non traspare quell'innocenza mendace che costituiva la spiazzante forza del personaggio nei precedenti film. Si segnalano alcuni aggiornamenti azzeccati (la baby sitter in vece del giardiniere, la psicologa) e i delitti feroci. Buono.
MEMORABILE: La McCormack (Rhoda nel film del '56) afferma che Emma le ricorda se stessa da piccola; La baby sitter tra le fiamme; Le visioni cadaveriche di Lowe.
Lowe esordisce alla regia con un remale tv di uno dei capolavori del filone "bambini malvagi" apportando qualche cambiamento al plot a partire dall'assenza della madre e dalla centralità della figura del padre, da lui stesso interpretato, Il risultato è dignitoso ma poco convincente oltre che privo del fascino del capostipite, sia per la mancanza di ogni ambiguità dato che il carattere psicopatico e manipolatore della ragazzina si palesa già nelle prime sequenze sia per alcune incertezze a livello di sceneggiatura che toccano il culmine nell'epilogo gravato da troppe incongruenze.
Basato su un'opera letteraria: bambina rimasta col padre e nuova babysitter (la vecchia è "andata"). Siamo nell'ambito dei bimbi inquietanti e psicopatici, stile L'innocenza del diavolo o Orphan pur senza raggiungere i livelli di quest'ultimo né avere "la sua particolarità". Di diverso c'è l'iniziale complicità/rivalità con la cinica e sexy babysitter. Come thriller non è male, nonostante la prevedibilità della sceneggiatura e gli eccessi del finale (che comunque hanno un loro perché). Buona la prova della gelida bambina e di Rob Lowe, ma Orphan rimane di gran lunga migliore.
Premesso che la bambina è adatta per la parte (l'unica cosa positiva), questa pellicola superficiale e assai poco credibile nell'escalation di decessi non è lontanamente paragonabile al capostipite nella creazione dell'atmosfera sinistra e malata. In più, la latitanza della zia rende questo prodotto ancora più insignificante dal punto di vista psicologico. Tra l'altro, il confronto tra la Kelly e Lowe è impietoso; per non parlare di quello tra il giardiniere e la tata. Decisamente superfluo, soprattutto se si è visto l'originale, dove i dialoghi sono molto importanti.
MEMORABILE: Il ritrovamento del gatto (l'unico momento realmente piuttosto inquietante).
Esordio registico di Lowe e remake televisivo del celebre Il giglio nero, The bad seed è un discreto thriller che riprende il tema dei ragazzini malvagi. Rispetto all'originale cambia il personaggio (non più la madre, ma il padre) e si accentua il rapporto genitori-figli difficili (non manca qualche frecciatina). Non manca qualche scena riuscita e inquietante (il gatto, la scena della rimessa) e il cast se la cava: bravo Lowe e ancor meglio la Grace. Vale una visione.
Remake televisivo del classico capostipite del cinema sui bambini malvagi, Il giglio nero, segna anche l'esordio in regia di Lowe; il film non si distacca troppo dal prototipo ma ovviamente modernizza il contesto e apporta alcune modifiche. Nel complesso il film si fa seguire, ed evitando di fare confronti impietosi può risultare un buon lavoro, anche se il taglio televisivo è abbastanza evidente. Non mancano comunque cattiverie, la sfida tra la bambina e la baby-sitter è intrigante e il cast ha le facce giuste, con Lowe che paradossalmente è quello che ne esce peggio. Potabile.
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Patty McCormack, che qui interpreta la psicologa infantile, era la bambina malvagia protagonista di Il giglio nero. Alcune delle sue battute strizzano l'occhio alla sua parte in quel film.