Note: Carmine Coppola, padre del regista, fu effettivamente tra coloro che finanziarono il progetto di Tucker e lo videro sfumare con grossi rimpianti.
Tucker fu un vero self-made man che nel dopoguerra riuscì a inventare una macchina molto più avanzata di quelle prodotte da Ford, Chrysler e GM. Riuscì però a fabbricarne solo 50 prima di venir sopraffatto da debiti e cavilli legali. Ma 46 di quelle 50 girano ancora oggi. Racconto pieno di slancio e calore narrativo (grazie anche a Tavoularis sceneggiatore e Storaro alla fotografia), metafora delle lotte che anche i registi devono affrontare contro le major dominanti. Bridges offre una bella prova nel ruolo dell'indomabile sognatore.
Alla fine degli anni '80, un regista visionario come Coppola dedicò un film ad un personaggio altrettanto visionario come Preston Tucker il quale sognava di rivoluzionare il trasporto su ruote ma fu fermato dagli interessi economici delle grandi case automobilistiche. Film dalle grandi ambizioni, Tucker è stato realizzato con grandi mezzi che si vedono nell'ottima ricostruzione ambientale e nella passione messa dal regista nella narrazione. Pur imperfetto (la sceneggiatura non è impeccabile) costituisce uno spettacolo molto godibile.
Lo vidi al cinema alla tenera età di 16 anni e lo trovai piuttosto noiosetto, anche se di ottima fattura. Rivedendolo oggi a mente più lucida si può notare la fedele ricostruzione ambientale e temporale di Coppola; comunque "Tucker un uomo e il suo sogno" secondo me è uno di quei film che per goderseli davvero vanno visti quando si è veramente in "forma".
Film delicato e appassionante nonostante la lentezza - a volte - del racconto. Ne rimasi subito affascinato, e ancora oggi ha una sua magia intrinseca. Ambienti ricostruiti ad hoc e ottima interpretazione di Jeff Bridges e in generale di tutti gli attori. Da scoprire e vedere.
Negli anni del secondo dopoguerra, l'ingegnere/imprenditore Tucker progetta un modello di vettura all'avanguardia, ma le grosse aziende automobilistiche cercano in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote delle sue splendide Torpedo... Omaggio ad un uomo geniale che persegue tenacemente i propri sogni, perdendo ma con l'onore delle armi, da parte di un regista similmente poco incline ai compromessi: un film ottimistico nonostante l'epilogo, pervaso di una corrente di energia, scintillante di cromature, interpretato da un cast in parte. Non perfetto, ma vitale e appassionato.
Le due facce dell'America: quella dei Tucker, uomini che hanno contribuito a fare il Paese e quella dei capitalisti, finanzieri, affaristi e politici, coloro cioè che la torta l'hanno già spartita e non lasciano a nessuno nemmeno le briciole. Due facce della stessa medaglia, come si suol dire; una ha bisogno dell'altra. Tutto ciò è descritto molto bene nel film, in questo senso quasi didascalico. Ma ci sono anche le auto, vere protagoniste, a dimostrare quanto sia difficile conciliare la grande produzione e il profitto con la qualità.
MEMORABILE: Il perenne sorriso sul viso di Tucker (Bridges), serio solo nei pochi momenti del processo.
Raccontare un pezzo della vita di Tucker è un modo attraverso il quale Coppola non attacca solo il sistema industriale-economico americano ma anche quello hollywoodiano. E' logico fare il tifo per questo sognatore un po' guascone e dal cuore puro. La confezione è smagliante: ottima la ricostruzione d'epoca con belle scenografie e splendida la scintillante fotografia tirata a lucido di Storaro. Eccellente la prova di Jeff Bridges che è in forma strepitosa, ma anche il resto del cast fa la sua parte. Uno dei tanti bei film di un regista non sempre apprezzato fino in fondo e come merita.
Storia del costruttore di auto bloccato dagli industriali. Anche se si cerca di mostrare il lato romantico del sogno americano, di fatto è una vicenda che tratta di lobby e favori politici. Confezione di gran classe tra la fotografia, le ambientazioni fine anni Quaranta e le musiche di Joe Jackson. Regia che fa il suo dovere senza enfatizzare troppo i momenti di esaltazione o di lotta nel processo. Jeff Bridges ha la faccia giusta, come suo padre Lloyd nel ruolo del senatore.
MEMORABILE: La sfilata di auto nel magazzino; La macchina che cammina ancora dopo l’incidente.
Splendido film che Francis Ford Coppola realizza mostrando così al grande pubblico la storia del visionario Preston Tucker, interpretato da un grande Jeff Bridges. Un'opera gestito molto bene sotto ogni suo aspetto e per quanto riguarda la storia, beh, si racconta da sola. Ancora una volta l'avidità e la corruzione di questo mondo ostacolano la singola persona dotata di idee e pensieri liberi.
MEMORABILE: "È incredibile: non avrei mai immaginato di vedere un politico con le mani infilate nelle proprie tasche".
Film biografico su Preston Tucker, un uomo che appartiene al mito americano per le sue idee innovative sulle automobili. La trama stessa potrebbe però rappresentare un piccolo limite perché l’interesse potrebbe venire meno in chi non è avvezzo o minimamente interessato alle vicende dell’uomo e della sua visione. Coppola gira bene e nulla si può eccepire sulle interpretazioni degli attori, Bridges in primis che trasmette tutto l’entusiasmo per un progetto talmente avveniristico da suscitare le ostilità dei poteri forti del settore e della politica.
Buon film sorretto da una storia interessante, una regia brillante e una prima parte con un ritmo davvero incalzante. Ben assortito anche il cast, con Jeff Bridges che offre un'ottima performance. Forse la seconda parte perde un po' di brio, ma la pellicola mantiene comunque un certo standard e la sua compattezza narrativa. Nel complesso, un film riuscito!
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("Lunedì cinema", 17 dicembre 1990) di Tucker-Un uomo e il suo sogno: