Un onesto trafficante - Film (2002)

L'interrogatorio al signor Verkamen per la strage di un'intera famiglia si trasforma in un gioco delle parti tra accusato e accusatori, in un alternarsi di reticenza e di verità rivelate o nascoste nel tentativo reciproco di svalutare i rispettivi ruoli. Di chiara impronta teatrale, questo film belga può contare su una buona sceneggiatura e sul carisma dell'ambiguo protagonista, ma pecca per una certa lentezza specie nella prima parte e di qualche situazione cervellotica, o addirittura metafisica. Alcuni nodi restano insoluti e offuscano il finale.

Blasband, scrittore e regista prevalentemente teatrale, mette in scena una sorta di kammerspiel in forma di interrogatorio in cui Verhaert, una specie di primula rossa del locale traffico di droga, racconta la sua vita facendosi beffe dei poliziotti. L'idea, che deve qualcosa al Tornatore di Una pura formalità, è sceneggiata senza salti e offre ai due protagonisti di far valere le proprie doti attoriali. Cast discreto e confezione televisiva non permettono di andare oltre una larga sufficienza. Film non straordinario, che potrebbe però offrire una visione piacevole agli appassionati.

Un uomo tradito dalla vita si rifà lasciandosi sedurre dal demonio e trasformandosi in un “onesto” trafficante, molto abile nel celarsi. Un film investigativo, in cui si instaura fra guardie e ladri un gioco delle parti sottile, spesso capovolto e ambiguo. Il finale rimette a posto le cose e lascia il posto alla chiarezza. Noiret istituzionale, Verhaert magnetico.