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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si comincia senza perdere tempo: un battibecco in spiaggia e un ragazzo spara a una coetanea uccidendola. Lui è spagnolo, viene arrestato ma il suo paese pretende l'estradizione. L'italia lo nega e la tensione sale. Sembra non possa essere niente di grave e invece gli iberici schierano le armi. Accade tutto nei primi minuti e si resta ammirati da una simile capacità di sintesi. Esattamente quella che mancherà a tutto il resto del film, purtroppo, che dura oltre due ore senza motivo e si perde in lungaggini eterne dimostrando rara inconcludenza.

Edoardo Leo entra in scena nei panni di Tom, un allevatore di vongole a cui è stata sequestrata la patente per guida...Leggi tutto sotto stupefacenti; al suo programma di riabilitazione Lea (Leone) entra in contrasto con lui, ma ha da pensare al fratello pilota di caccia e al padre viceministro della difesa: in una situazione di crisi europea tanto tesa non può che sentirsi chiamata in causa. Come anche Mauro (Battiston), barista insoddisfatto che vede la possibile guerra come un momento di svolta personale. Solo Tom sembra vivere in un mondo a sé, nel quale la guerra nemmeno esiste. Deve pensare a come far crescere l'azienda, a come recuperare la patente... poi un gruppo di tifosi della Roma lo malmena in un vicolo e a soccorrerlo trova Mauro, che lo coinvolge in una mobilitazione di paramilitari pronti alla battaglia.

Le tensioni tra Spagna e Italia (si mette di mezzo anche la Francia) si consumano sugli schermi della tv, che rimandano continuamente immagini di aerei al decollo, elicotteri, navi alle prese con continue, pericolose esercitazioni... A Roma, dov'è ambientata la storia, la vita non sembra poi cambiare troppo. Il regista Gianni Zanasi, che firma il soggetto e, con Lucio e Michele Pellegrini, pure la sceneggiatura, tenta la carta del film corale e sfrutta un cast di ottimi attori che nelle scene di dialogo salvano decisamente la baracca. Ma la vicenda non ingrana mai, brucia quasi subito le poche carte che ha da giocare e procede senza sapere bene dove sbattere la testa.

Leo, con l'aria perennemente rassegnata e spaesata, si divide tra i timidi approcci con la Leone (brava e bella) e l'amico guerrafondaio e un po' tonto cui dà il volto un Battiston in versione fascista. Che ci mette buona volontà e grinta, ma scade presto in una pervicace riproposizione dello stesso personaggio sopra le righe che dopo un po' stanca. Anche perché il copione non ha molti sbocchi, così come non si contano le scene stirate insopportabilmente (l'incontro di Leo coi musicisti in concerto privato, il giro di gruppo sul sightseeing bus a tempo di musica...). Tutta la prima parte poi, sicuramente la più brillante e ricca di buoni momenti, è danneggiata da una fumosità che rende incomprensibili alcuni passaggi, segnatamente nella delineazione del personaggio della Leone e per alcuni versi anche di quello di Leo. Fresi ha un piccolo ruolo quasi ai confini col cameo così come la Natoli, fugaci partecipazioni di poco senso, mentre si resta spesso allibiti dall'inconsistenza di alcuni passaggi e da quanto sfugga il senso generale dell'opera, blanda critica pacifista (tre anni prima della guerra in Ucraina, come precisa una didascalia iniziale, anche se il film è stato distribuito solo dopo) che si conclude malamente. Il clima bellico si respira poco, quasi come fossimo in una strana farsa dalle polveri bagnate. Discreta scelta nelle musiche, qualche sapido scambio di battute, non molto altro.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/10/22 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/04/23
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Rambo90 18/10/22 12:30 - 7707 commenti

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Una immaginaria guerra tra Italia e Spagna ci addentra nella follia dell'animo umano, tra desideri di riscatto e fuga da vite ordinarie e voglia di fare la cosa giusta. Zanasi imbastisce una storia interessante nella prima parte ma che perde un po' il filo nella seconda, con momenti che nulla aggiungono al complesso e portano la durata inutilmente oltre le due ore. Il cast è ottimo e lavora bene ma a un certo punto sfugge il fine ultimo dell'operazione. Comunque interessante, ma con riserva.

Michdasv 12/11/22 23:11 - 117 commenti

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Deludente gestione di una idea buona ma sviluppata male. Bravissimo Battiston, sprecato Fresi, ottimi Leo e Leone, Té e Pierattini, ma la trama ha errori e buchi, come se mancassero dei pezzi. I due non hanno motivo per telefonarsi. Violinisti inutili: c'è il web. Non si capisce chi siano gli uomini in nero che sparano ai paramilitari. Non si vedono polizia, esercito, mafia, servizi... raramente i politici, mai la Chiesa (ma... è Roma, ragazzi!). Troppi minuti agli F35 e un giro in autobus inconcludente. Dove sono gli spagnoli? I francesi risultano tutti saggi ed ex-machina.
MEMORABILE: Quando un filosofo contraddice un capo che è armato... (il film andrebbe proiettato come orientamento prima di iscriversi a filosofia).

Capannelle 2/04/23 16:10 - 4421 commenti

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Zanasi ha al suo attivo lavori che cercano di raccontare le debolezze umane in modo anche non convenzionale e che denotano capacità espressiva e personalità. Con l'ultimo film il regista alza l'asticella ma esagera e fallisce il bersaglio. Sfrutta il cast solo a metà: Leo a tratti spaesato, Fresi e Popolizio lì per caso, Leone brava ma il personaggio è troppo volubile. Il soggetto filmico è volutamente grottesco, inutile cercarne l'assoluta plausibilità, ma si poteva pretendere qualcosa di più coeso e meno pretenzioso, al di là di qualche provocazione comunque riuscita.
MEMORABILE: "Guarda come ci hanno ridotto 70 anni di pace".

Urraghe 11/03/23 23:19 - 78 commenti

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Idea contorta e inverosimile (Spagna e Italia entrano in guerra per un problema di estradizione), mal sviluppata (mancanza assoluta di approfondimento) e recitata non benissimo. Presenza di personaggi inutili (i paramilitari e i francesi) e trama a tratti paradossale e approssimativa (quella che si vede non è una mobilitazione ma un cartone animato). Regia anonima, Leo e Natoli sufficienti. Molto male Battiston e Fresi. Nota positiva la Leone, credibile. Per conclude una delusione.

Galbo 26/05/23 16:07 - 12413 commenti

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Apologo contro le guerre insensate (la didascalia iniziale sull'epoca della scrittura della sceneggiatura è un chiaro riferimento all'attualità), ma anche opera sul disagio esistenziale "slatentizzato" di certi individui. Il film di Zanasi è ambizioso ma il regista fallisce nella concretizzazione dei temi, producendo una pellicola prolissa e inconcludente, né concreta né simbolica, solo piuttosto inutile, sprecando anche il potenziale dei bravi attori a disposizione, la cui prova è largamente al di sotto delle aspettative. Evitabile.

Gianni Zanasi HA DIRETTO ANCHE...

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  • Discussione Rambo90 • 18/10/22 22:05
    Pianificazione e progetti - 437 interventi
    Credo di dover anticipare che tutti i miei prossimi commenti provengono dalla Festa del cinema di Roma. Quindi si tratta di film non ancora usciti ma che saranno a breve in sala. Commenterò tutto quello che vedo, tranne La stranezza perché vi ho una particina. 
  • Discussione Zender • 19/10/22 08:25
    Capo scrivano - 47882 interventi
    Ok, bene, l'unica cosa è che per ognuno bisognerà per forza trovare una locandina o un fotogramma (è l'unico problema che hanno i film al Festival).
  • Discussione Michdasv • 12/11/22 23:01
    Galoppino - 287 interventi
    Qualcuno che ha pazienza mi spiega il titolo? Forse era "desiderata" dal barista Battiston (no, perché non ne fa mai cenno prima)? Forse era desiderata dall'Aviazione o dall'esercito (No, perchè Tè dice chiaro e tondo che il suo dovere è evitare le guerre)? Forse è desiderata dalla Francia? E perché in inglese, visto che dentro al film si discute anche contro gli anglicismi?
    Scusate. Uno spettatore deluso.
  • Musiche Michdasv • 12/11/22 23:18
    Galoppino - 287 interventi
    All'inizio del film Leo osserva che dovunque si vada, si ascolta sempre musica degli anni 70-80 (un mio amico commenterebbe: perché solo quella è Vera Musica, poi più nulla).
    In effetti, nella compilation che Leo fa ascoltare a suo fratello "Lazzaro" in coma per farlo resuscitare, ci sono principalmente brani anni 80 (e si menzionano fra gli altri gli Spandau Ballet).
    Leo dice testualmente del fratello "era la musica di quando lui era felice" (forse, con un sottinteso metaforico rispetto alla situazione sociologica complessiva).
    Il fratello di Leo non ascoltava mai Carlos Santana.
  • Discussione Michdasv • 13/11/22 07:55
    Galoppino - 287 interventi
    Le debolezze della trama sono talmente tante che non saprei nemmeno elencarle tutte. Provo con numeri a caso senza ordine di importanza.
    1) una ragazza ricercata da polizie ed eserciti regolari e non, va in un aeroporto civile pieno di telecamere? E poco dopo va in un aeroporto militare (Grosseto?) a volto scoperto e poi "corre" sulla pista (dove di nuovo ci sono poche telecamere)?
    2) detta ragazza, fugge da una prigione non vista, indossando un giaccone mimetico sopra un abito da sera rosa? e nessuno vede la lunga gonna rosa? No, dico ragazzi è ROSA!
    3) I paramilitari indossano tutti materiale mimetico verde in maniera non-uniforme per dar sapore di armata brancaleone accozzaglia caotica. Ok. ma siccome devono operare in area urbana, i colori mimetici non servono - anzi, li rendono un bersaglio più facile, eppure neanche una goccia di sangue.
    4) uno scontro a fuoco contro CHI? quelli in nero sembrano "esperti" (non come i neri saccheggiatori di cellulari), ma chi sono? Casmonica, spagnoli, o esercito italiano (guerra civile?!) Non si capisce.
    5) bella scena con bambina e gattino. Ma la prima cosa che tutto il mondo ha capito dalla vicenda ucraina è che ci sarebbero milioni di donne profughe nei paesi vicini (tipo: Slovenia o... Tunisia!). Perchè dovrebbe essere "naturale" che le pacifiste rimangono in città e vanno in giro di giorno col furgone (lo stesso di Smetto Quando Voglio?) e di notte con l'autobus colorato (molto discreto, ottima scelta per non farsi notate, le catacombe erano così vintage...)
    6) Le pacifiste sono tutte donne (tranne il palestrista che sbaglia ogni singolo gesto, e Fresi che si propone più pentito e contrito di qualsiasi altro personaggio mai visto al cinema), più due banali e scontatissimi gay sull'autobus che peraltro non hanno parole. In cambio tutti i paramilitari sono maschi (forse c'è una ragazza e forse non viene inquadrata quasi mai). Se era per una predica sul testosterone, siamo nel 2020 ragazzi, non servono più statura o muscoli né per guidare il jeep né per usare un fucile automatico senza mirare come fa Leo.
    7) i violinisti (capitanati, ovviamente, da una saggia donna, senza timore di apparire banali e scontati) suonano da soli in una villa senza pubblico. Bella definizione di torre d'avorio, ma chi pulisce i marmi della villa e chi paga l'Imu? Non fanno neanche una diretta youtube, però si vantano di "noi fermiamo la guerra". Sveglia woke, i mezzi non sono quelli.
    8) L'altra saggia donna fa un breve sermone dentro una serra piena di fiori. Ragazzi siamo nel 2020 la dialettica "fiori contro cannoni" ha più di cinquanta anni nessuno riesce a trovare niente di meglio? Ma comunque, non si capisce cosa dice la saggia, e nel finale peggio ancora.
    9) capisco che il film è prodotto dalla Francia, ma nemmeno un  personaggio spagnolo? Nemmeno un punto di vista spagnolo, nemmeno un tentativo diplomatico terzo (Onu, Chiesa, Ue, Cina)?
    10) La vicenda ucraina dimostra che vescovi ortodossi e uniati giocano un ruolo in geopolitica (e Giovanni Paolo II nel 1989...). Spagnoli e Italiani - che piaccia o non piaccia allo sceneggiatore - sono popoli che danno ascolto al papa e ai cardinali (diversamente da Serbi o Turchi). Capisco l'alibi "è solo finzione" (ma gli F35 sono realistici...) e la vigliaccheria "sono troppo codardo per affrontare il tema della Chiesa in questo film", ma non è accettabile che l'unica "chiesa" (minuscolo) menzionata in 2 ore è l'edificio fisico da usare come bunker perché ci sono dentro Due Caravaggio (pubblicità occulta a un altro film?).
    11) la risalita dentro l'acqua dell'hammam ricorda il fiume di Apocalypse now con il dialogo finale, ma senza esito finale.
    12) troppi rimandi alla tragedia greca. Ok che dopo il successo di Mediterraneo di Salvatores, è diventato obbligatorio enfatizzare il contrasto tra il sergente analfabeta sbraitante e il piccolo filosofo petulante, ma appunto diventa stereotipo. Fra l'altro ma quanti sono in percentuale i laureati in filosofia e lettere romanze, che in gruppo di venti persone ce ne trovo due confessi (e forse altri quattro in incognito).
    13) in omaggio alle regole della tragedia enunciate da Aristotele, tutto deve accadere nel giro di uno o al massimo tre giorni. E infatti. Ma non ha nessun senso: a questi due ne capitano più che a Candy Candy, mentre la vita vera è attesa, noia, naja, ripetizioni, reiterazioni. (a proposito: crollano tutte le strutture sociali e morali, ma nessuno ruba lo stereo nell'ospedale che continua a funzionare)
    13) Alla tua età Alessandro aveva conquistato l'India, perché aveva ereditato un trono e un Impero da Filippo. Il motivo per cui tu prendi la magnesia è che non sei figlio di Filippo (mentre Lea e il pilota sono figli di un ministro). Per inciso, Alessandro non aveva concentrato la medesima percentuale del suo tempo alla filosofia, nonostante che tra i suoi insegnanti ci fosse Aristotele in persona.
    14) il pretesto iniziale (Paride Elena e Menelao?) è talmente sciocco che il signore davanti a me ha continuato a scuotere la testa e a borbottare a sua moglie "il pretesto non ha senso: per uno sparo non condanni sei persone e poi proprio l'Italia avrebbe fatto un processo super leggero" (forse a uno sceneggiatore francese che non sa nulla di tribunali italiani poteva sembrare una buona idea, surreale e assurda, ma al pubblico italiano non piace)
    15) leggo ovunque che Battiston sarebbe il Leader dei paramilitari. Assolutamente no. Battiston è solo un barista-reclutatore, che mette a disposizione il suo locale e la sua conoscenza di una quantità di gente "senza meglio da fare". il leader è Adri. Battiston semplicemente ripete quello che dice Adri, oppure ripete slogan letti su "Supereroica" o visti in vecchi film di guerra degli anni 80.
    15). Poi se vogliamo a tutti i costi paragonarlo a hitler da giovane pittore... ah beh, se l'unica cosa che propone il film è una fallace "reductio ad hitlerum", allora...

    Scusate lo sfogo. Il film mi ha molto deluso. Bravi gli attori, bravi costumi e location, ma pessima la trama e i dialoghi.