Al suo terzo western Walter Hill si adagia sulle orme del mito e della nostalgia. La furiosa carica violenta e visiva "peckinpahniana" de I cavalieri dalle lunghe ombre viene a mancare (ci sono le sparatorie, ma piuttosto anonime e deludenti) e si preferisce una narrazione sorniona e lenta, contrappuntata da dialoghi (a volte non malaccio) e caratterizzazione dei personaggi. Un villaggio fangoso alla Keoma, un certo "realismo" storico ed epica eastwoodiana. Più dalle parti di Geronimo, ma gli preferisco il Walter Hill più sanguigno e violento.
MEMORABILE: Le continue litigate tra Bill e una tosta Ellen Barkin (che raggiunge vette isteriche non indifferenti); Il finale al cimitero in bianco e nero.
Mi aspettavo più epicità e violenza da questo western di Walter Hill, invece la storia si sofferma sui toni crepuscolari degli ultimi giorni di vita di Wild Bill, con un ritmo lentissimo e un avanti-indietro di flashback che alla lunga annoia. Jeff Bridges offre un'ottima interpretazione e non gli è da meno la Barkin come scatenata Calamity Jane, ma nel complesso è un film poco riuscito.
Flashback sghembi in un contrastato bianco/nero - in parte frutto dei fumi dell'oppio - raccontano una romanzata vita di Wild Bill Hickok. Un Wild Bill Hickok a cui Jeff Bridges dà un volto e una figura di tutto rispetto, con il grande cappello (da non toccare) e le due colt con il calcio di avorio rivolto in avanti. È il tramonto del pistolero e tutto il film è pervaso da un senso di decadenza e abbandono, in contraddizione con la volontà di vita, di una vita diversa, del protagonista. Poco efficace la figura di Jack McCall (David Arquette).
A volte è una questione di facce. La faccia di Bridges, coi baffoni e i capelli lunghi, non è quella di Wild Bill Hickock, il pistolero divenuto col tempo sceriffo di frontiera e poi, malinconicamente, attrazione del circo del west di Buffalo Bill Cody. La sensazione è proprio circense, uno spettacolo troppo recitato, una finzione troppo esibita (anche, va detto, per via di un doppiaggio discutibile). Il film non centra mai il tono giusto, si ride a sproposito, poi si passa all'epica, all'elegia, al dramma, senza un'idea guida, senza una direzione. Modestissimo.
E' il film dove, forse, si sente più la vena "autoriale" di Walter Hill; in questo western, infatti, si prova quasi una certo senso di malinconia, alla fine della visione. La sceneggiatura punta molto più sulla psicologia dei personaggi che sull'azione. Crepuscolare, come i western del maestro "Bloody Sam" Peckinpah.
La storia del pistolero Wild Bill Hickok tra flashback, flashforward e parentesi allucinatorie sotto i fumi dell'oppio. Hill sceglie la strada della smitizzazione del vecchio West e ci mostra questo personaggio decadente, malinconico e disilluso. Ottimo Bridges che regge praticamente tutto il film sulle sue spalle e brava anche la Barkin nei panni di Calamity Jane.
Dopo Jesse James e Geronimo Hill affronta un’altra leggendaria figura del vecchio west. I continui passaggi dal colore al bianco-nero, le inquadrature sghembe, i numerosi flashback lo avvicinano alla confusione stilistica di Assassini nati, piuttosto che al maestro Peckinpah che rimane un modello irraggiungibile. Western funereo in bilico tra leggenda e realtà. Bridges se la cava grazie a una certa somiglianza fisica con il vero Hickock, ma la Barkin è una Calamity Jane imbarazzante. E senza il fido Cooder anche le musiche sono poco evocative.
MEMORABILE: Il duello legato alla sedia con il paralitico Dern; Hickock al centro della strada fangosa di Deadwood; La fumeria d’oppio di leoniana memoria.
Riuniti attorno alla sua bara al cimitero, alcune persone che lo conobbero rievocano gli ultimi anni di Wild Bill Hickok e le storie sulla sua fama di infallibile pistolero... Per il suo secondo film esplicitamente western, Hill sceglie i toni malinconici dell'elegia crepuscolare in cui anche i piccoli tocchi grotteschi (il duello sulle sedie, la baracconesca esibizione a fianco di Buffalo Bill) finiscono per rafforzare il mito invece di dissacrarlo. Personaggio fuori misura in un mondo senza regole, Bill è destinato a soccombere per mano di chi dice di odiarlo ma in realtà lo ama.
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Disponibile in versione DVD import UK con audio e sottotitoli in italiano.
HomevideoRocchiola • 9/03/20 09:07 Call center Davinotti - 1263 interventi
Il DVD in questione è fuori catalogo ma su Amazon.Uk è reperibile a prezzi stracciati. Video panoramico 1.85 piuttosto pulito anche se poco grintoso sotto il profilo della definizione. L’audio italiano in 5.1 è chiaro e di media potenza. Negli Usa è uscito anche in bluray a cura della Twilight Time, un regione A senza italiano di buona qualità visiva.