Wrong turn at Tahoe - Ingranaggio mortale - Film (2009)

Gangster movie vecchio stampo (un po' Carlito, un po' Bravi ragazzi) con una prima parte lenta e molto dialogata che fa poi spazio ad una seconda tutta azione e violente sparatorie. Il cast è in gran forma, con Gooding e Ferrer che danno vita a due personaggi dalle tante sfaccettature (non sono buoni, ma non si può dire siano più cattivi di altri) e un Harvey Keitel (è il boss che da la caccia ai due) immenso come al solito. Peccato non sia uscito al cinema.

Si naviga allegramente fra Pulp fiction e Scarface: niente di nuovo può esserci, dunque, sotto il sole. Detto questo, il film è godibile, grazie all'asciuttezza della sceneggiatura, l'essenzialità della recitazione, e anche per l'ampio cameo riservato ad un fuoriclasse come Harvey Keitel, appesantito assai, ma sempre calato a meraviglia nelle sue parti. Veloce e adrenalinico, non ha certo il difetto di annoiare.

La cosa che più balza agli occhi allo spettatore è la conclusione in puro stile Carlito's way, con un'inversione, però, di ruoli. È un film di gangster che funziona discretamente, con buone trovate, con un buon ritmo e con buone recitazioni. Vale **½.

Scrollatosi di dosso l'infeconda granguignolata sotto-garagistica compressa in -2 Livello del terrore, Khalfoun ci dà finalmente dentro con decisa personalità autografando un seducente gangster-movie sempre a un micron dal ciglio del noir, perfetto nella sua fasciante eleganza serotina e minimale. Un film innanzitutto di personaggi, con un Keitel boss megalomane e strafottente che se ne sbatte della vita e della morte, proprio come i due protagonisti e gli avanzi del tristo parterre "elisabettiano". Opera che non ricusa un ironico sguardo filosofico e sdrammatizzante nemmeno nelle fasi in cui la truculenza straborda nel sangue.

Per un equivoco, piccolo malavitoso ammazza uno spacciatore che lavorava per un grosso boss. Sarà l'inizio di una strage... Gangster movie vecchio stile, senza tanti fronzoli e divagazioni (giusto un corpo a corpo un pò incongruo, data la situazione), che cita i classici (Scarface in primis) ma senza enfatizzare troppo la violenza e non rinunciando ad un pizzico di ironia. A funzionare non è tanto la storia, ben poco originale, quanto le facce: se Keitel è una certezza e Cuba Gooding Jr.funzionale, sorprende Miguel Ferrer in quella che è forse la migliore interpretazione in carriera.

È una tristezza vedere Cuba Gooding jr. fuori dal giro che conta, ridotto a girare solo pellicole low cost per il circuito home video o tv. Meno male che almeno questa volta c'è più sostanza. Anche perché gli "omaggi" a Tarantino e a Scarface sono evidentissimi. Ma va bene, visto che la storia è serrata, il cast in palla e la regia fa un discreto lavoro. Keitel poi è un vero valore aggiunto che testimonia una volta di più l'ispirazione tarantiniana. Bene anche Ferrer alle prese con il suo primo vero ruolo da protagonista. Superiore alla media.