Prodotto da Jack H. Harris e diretto da Irvin S. Yeaworth (la stessa coppia del più noto Blob-fluido mortale), Delitto in quarta dimensione è un film ben scritto e recitato, pure in grado di focalizzare la sua attenzione sui risvolti psicologici del protagonista (Robert Lansing al suo esordio cinematografico), sorta di novello "uomo invisibile" destinato a decadere nel vizio della megalomania in virtù degli eccezionali poteri conseguiti applicandosi a bislacche (ma poi, infine, efficaci) teorie pseudo-scientifiche. Finale in stile vampiro-movie, sorretto da riusciti (per l'epoca) spfx.
Scienziato aggira la legge dell'impenetrabilità dei corpi solidi e reso folle dalla brama di potere, sfrutta la scoperta per scopi illeciti, non esitando a uccidere pur di evitare il deperimento del suo organismo così "mutato". Lo ferma (con l'inganno...) la fidanzata. Originale e ben fatto dramma fantascientifico con intenti moralizzatori del regista di Fluido mortale. Tratto dalla stessa novella di Marcel Aymé che già ispirò il film francese Garù-Garù (1951) con Bourvil. Girato in Technicolor, fu distribuito all'epoca anche in bianco e nero.
Piccolo fantascientifico vecchi tempi: un'ideuzza simpatica ed interessante, un budget modesto con conseguenti effetti speciali risibili, professionalità registica edattoriale. Intrattiene e diverte senza volare mai alto ma anche senza particolati cadute di tono. Per nostalgici di film di genere non sofisticati e più "ruspanti".
La mediocrità riscattata, come a volte accade, dalla simpatia. Ingenuo come solo certi prodotti dell'epoca sanno essere, con una colonna sonora assolutamente incongrua a colpi di jazz: eppure il tutto tiene. Lansing veste il protagonista d'una apprezzabile patina tragica e gli effetti speciali permangono immuni dal nostro scetticismo risultando efficaci quanto basta. La storia è lineare e coloratissima, non manca la dottoressa piacente e il finale ambiguo dona un tocco in più. Cos'altro desiderare?
Un gioiellino, a suo modo. Riesce nell'impresa di far convivere in maniera armoniosa generi come melodramma, noir, fantascienza e horror. La musica jazz, bella e accattivante, accompagna il film dall'inizio alla fine conferendogli ritmo e imprevedibilità. Veramente ottima la prova di Robert Lansing e buoni gli effetti speciali. Qualche ingenuità e un po' troppa fretta in alcuni snodi narrativi, ma nel complesso il film è interessante.
Più centrato il titolo originale di "4D man" per questa storia dove si fantastica sui poteri umani di superare i limiti della materia attraverso esperimenti che hanno a che fare con l'energia atomica. Il tema è gustoso, mal gestito però da una soluzione complessiva dei dialoghi grigia e noiosa, scandito da un ritmo praticamente inesistente. C'è anche una storia d'amore contrastata, ma questo sembra un altro film.
Bizzarro thriller fantascientifico diretto dallo Yeaworth di Fluido mortale. Senz'altro figlio dei suoi tempi (i colori saturissimi, le fumettistiche esplosioni di musica jazz, le radiazioni sempre in agguato), ma ancora oggi in grado di divertire. Buona l'idea dell'invecchiamento precoce, effetto collaterale del potere di attraversamento, il che costringe il "4D man" ad assorbire l'energia vitale degli altri, come un atipico vampiro. Gli effetti speciali, per quanto ovviamente datati, mantengono il loro nostalgico fascino. Finale apertissimo.
MEMORABILE: La mano incastrata nella lastra d'acciaio; L'attraversamento del muro; Il dottore prosciugato della vita; Il finale à la Blob col punto interrogativo.
Fantascientifico per nostalgici che riesce ad ovviare ai rudimentali effetti speciali con una storia avvincente e originale. Yeaworth, fresco del grande successo del mitico Blob, è autore di una regia sobria e lineare capace di valorizzare la sceneggiatura di buon livello e alla fine crea un prodotto efficace che tiene gli spettatori incollati alla poltrona fino al finale aperto. Qualche incertezza deriva dal cast piuttosto modesto, in cui brilla solo la conturbante Meriwether al suo esordio, mentre gli altri due coprotagonisti appaiono un po' imbalsamati. Nel complesso guardabile.
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Scusate ma oggi sono dovuto andare via e non ho potuto controllare bene il dvd.
Confermo il formato anamorfico e il colore.
Penso che il doppiaggio sia originale in quanto piuttosto ovattato e a tratti metallico.
Prossimamente cercherò di essere più specifico.
Sorry!
Sono contento che sia a colori. Anche il doppiaggio dovrebbe essere quello vecchio perché Delitto in 4° dimensione non era stato ridoppiato e anche nella brutta versione in b&n che circolava, il doppiaggio italiano era originale. Quando parlavo di ridoppiaggio mi riferivo a Volo su Marte (sarebbe ora interessante sapere se, almeno, è in edizione a colori anche questo...).
Rieccomi qui a fare una breve recensione del dvd in questione:
La prima schermata avvisa che il film è presentato per la prima volta in Italia in versione integrale e quindi alcune scene sono in lingua originale sottotitolate.
Io non conoscendo il film, non posso dire se l'affermazione sia vera o falsa.
Andiamo avanti:
il film dura 81 minuti e 34 secondi e tenendo conto che la controparte americana dell'Image dura sugli 85 minuti direi che ci siamo.
I colori sono molto vivi ma la pellicola non è al massimo della definizione (ma stiamo parlando di un film girato nel 1958).
L'audio italiano è un po' ovattato e a tratti disturbato da fruscii ma comunque sempre comprensibile.
Molto meglio l'originale.
Contenuti extra: presentazione di Cozzi e galleria fotografica.
Il libretto interno della confezione riporta solamente alcune locandine e l'elenco delle scene.
In generale un'edizione abbastanza soddisfacente e, tenendo conto che l'edizione americana non ha nessun contenuto speciale, penso che non si potesse fare di più. Io continuo ad avere fiducia nella Sinister.