Note: Aka "Waxwork - Benvenuti al museo delle cere", "Waxwork - Il museo delle cere è arrivato in città". Seguito da "Waxwork 2: bentornati al museo delle cere"
Stupisce che il film abbia avuto un successo tale da generare un seguito. WAXWORK è infatti sì confezionato con una certa cura (la fotografia consente di iscriverlo nella classe medio-alta, quanto ad apparenze), ma è privo di una benché minima idea. Tutta la storia del museo delle cere (tirata in lungo oltre ogni limite di sopportazione) è uno squallido pretesto per propinarci quattro o cinque mini-episodi legati ai temi classici del cinema horror, ovvero lupi mannari, vampiri, mummie, morti viventi e torture sadiane a base di frusta. Capita in pratica che i soliti sei-sette ragazzetti da liceo, invitati da un...Leggi tutto losco figuro all'inaugurazione di un ancora più losco museo delle cere, finiscano - avvicinandosi troppo alle statue - oltre una sorta di barriera dimensionale (altra novità!) che li catapulta in situazioni tipicamente horror. Di questi mini episodi (tutti legati a uno dei protagonisti) va detta solo una cosa: i particolari splatter non sono pochi e tutti di una certa qualità. Il resto è solo celluloide sprecata, metri di pellicola in cui capita poco o niente. Sintomatico (e insopportabile) l’episodio della ragazza “ammazzavampiri”: comincia con un pasto silenzioso e quattro parole blaterate da un sedicente principino che vorrebbe creare l'atmosfera fallendo in pieno nel tentativo! WAXWORK rischia di essere un preoccupante esempio della direzione in cui si muove l'attuale horror americano di serie B. Banalità impressionanti, sceneggiatura (dello stesso regista, Anthony Hickox) da mani nei capelli e un risultato pietoso che ci fa ricordare con nostalgia persino il vecchio HORROR PUPPET (ambientato in un altro.... waxwork).
Non privo di una qual grazia nella composizione delle immagini, riposta anche nei buoni effetti di make-up e nella bella presenza di volti femminili, il film di Anthony Hickox soffre di un mancato approfondimento che possa essere definito horror. Ci sono i temi del genere, ma affrontati in maniera leggera e patinata... glamour insomma.
Peccato, perché l'idea di partenza (del film strutturato ad episodi) è sempre affascinante e la musica d'accompagnamento svolge bene il suo compito.
Il regista, comunque, peggio farà con il seguito.
Abbozzato.
Divertente omaggio ai mostri diretto da un figlio d'arte (il padre Douglas è il regista del classico Oscar Insanguinato con Vincent Price). Ben scritto e con una notevole dose di gore. Del cast si fanno apprezzare solamente le vecchie glorie David Warner, sempre bravissimo nel proporsi nel ruolo del cattivo di turno e Patrick Magee. Il resto
del cast non si eleva dalla mediocrità.
Un horror che ha reso magica un'estate, ed era di quelle noiosette di noi adolescenti. Un horror visto alle 16 al posto dei puffi e che quasi quasi, per terrore, se la gioca con Gargamella! Sciocchezza che ha, a mio dire, un solo unico picco di qualità: la sedia a rotelle trasformata ad hoc per il combattimento: un carrettino siciliano pseudo-panzer che ancora non riesco a togliere dalla mente. Divino momento di grande cinema. Ridicolo film che si può evitare!
Divertente e gustosissimo film dell'orrore che omaggia tantissimi miti dell'horror (come si può leggere nelle dediche finali sui titoli di coda) e lo fa con grande professionalità e pur tuttavia senza prendersi troppo sul serio grazie ad un espediente narrativo abbastanza simpatico e, a mio parere, originale, sbracando un po' solo nel finale. Davvero ben fatti i trucchi granguignoleschi ad opera di Bob Keen. Ideale per chi voglia passare una serata divertente e scacciapensieri.
Inutile filmetto horror che tenta di coniugare la solita storiella di teen-ager con i mostri "classici" del cinema horror (lupi mannari, vampiri ecc ecc) con risultati mediocri. La regia non cattivissima e qualche bell'effetto speciale salvano il film dal disastro totale, anche se la visione risulterebbe comunque una discreta perdita di tempo.
Il metacinema è sempre un campo minato, soprattutto in ambito horror. Questo film sperimenta in tale ambito e cade in piedi; infatti risulta gradevole e molto ben confezionato. I sei studenti del college entreranno in contatto ognuno con una leggenda del terrore (dal vampiro alla mummia fino ad arrivare al Marchese De Sade). Bello l'episodio del lupo mannaro, con ottimi effetti speciali e una riuscita ambientazione (la classica casetta nel bosco). Da vedere senza remore.
Siamo dalle parti del ridicolo e alcune critiche positive su questo film francamente si fatica a comprenderle. La vicenda si snoda tra episodi di varie storie horror rese maldestramente da una regia televisiva e da una recitazione quasi dilettantesca che sono solo l'apice di un prodotto dal fiato cortissimo e dal risutato altamente insufficiente. In definitiva un'ora e mezza di f/x abbastanza scarsi in un contesto anemico e rovinato da tocchi di commedia nera del tutto fuori posto. Potrebbe soddisfare qualche teen-ager o alcuni novizi del genere.
Passabile film dell'orrore, anche se la trama è trita e ritrita e gli attori sono a dir poco patetici (in particolare il marchese De Sade e l'odiosa verginella). Il film tutto sommato è piacevole. Ha avuto un seguito che per certi versi è migliore anche di questo primo capitolo.
Divertentissimo horror che commistiona più generi e più miti insieme (ci sono vampiri, lupi mannari, zombie) dando molto spazio alla cura degli effetti speciali e alla costruzione di un ottimo ritmo. Simpatico il protagonista (lanciato da Gremlins) e grande intepretazione di Warner nei panni del proprietario del museo delle cere. Non guastano nemmeno le massicce dosi di humor.
Una piccola idea che poteva sicuramente realizzarsi in maniera migliore; in ogni caso la collezione di episodi di "horror classico" sono abbastanza divertenti e arricchiti da effetti per niente male. Memorabile l'episodio vampiresco e il breve excursus in Night of the Living Dead con tanto di bianco e nero. Non certo un capolavoro, anzi ben lontano, eppure un horror anni 80 non peggio di altre porcate ben più ricordate (tipo My Bloody Valentine o Nightmare II).
MEMORABILE: La battaglia finale tremendamente ridicola.
Di certo un film che va visto nell'ottica giusta; se ci si aspetta un vero horror meglio guardare altrove. Detto questo, il film di Hickox è molto godibile, divertente e pieno di humour nero nella più tipica tradizione del periodo. Un teen-horror di puro intrattenimento, con alcune delle più note "star" del genere (Galligan e Ashbrook), senza pretese. Buona l'idea delle varie storie che rivisitano temi classici della cinematografia dell'orrore; non manca anche un certo dispendio di SPFX, che crea gustose scene splatter. Finale così così.
Un horror classico impreziosito da una trama abbastanza articolata e soprattutto da effetti speciali di macabra suggestione, tecnicamente ben concepiti. Non ci si aspetti niente di spaventoso, perchè il tono è leggero e scanzonato, ma piuttosto un certo humour nero e la rassegna di vari archetipi del terrore, inseriti in una narrazione scorrevole. Certamente il miglior lavoro (forse l'unico buon lavoro) di Hickox.
Commedia horror divertente, ben diretta e dalle atmosfere veramente inquietanti. La cosa più interessante è che il film ripresenta un sacco di horror famosi in chiave comica demenziale. Personalmente mi sarebbe piaciuto esplorare con il protagonista anche altri mondi, come quello degli zombi di Romero, ma in fin dei conti è sempre meglio accontentarsi.
Divertentissimo horror che mescola zombi, mummie, vampiri, lupi mannari in tanti divertenti episodi. Sicuramente waxwork non fa paura e le scene col sangue sono veramente poche, ma il tutto è costruito molto bene, riuscendo a creare una splendida atmosfera anni 80. La recitazione è piuttosto scarsa, ma questo aumenta ancora di più il divertimento. Epico lo scontro a scazzottate alla Terence Hill & Bud Spencer tra un gruppo di vecchietti e le statue di cera.
Come a voler cenare con i cioccolatini, Hickox sfrutta una sceneggiatura quasi a episodi (deliziosi tutti, ma quello vampirico ha una marcia in più) in maniera arzilla e non lesinando affatto con lo splatter sovverte le avvisaglie di troppi sorrisi e pochi brividi. Gaudente ma talvolta anche giulivo: la battaglia finale al museo è troppo leggera e facilona. Quadro complessivo brioso e soddisfacente, ma gli albori degli anni 90 si vedono tutti e oggi potrebbe sembrare terribilmente demodè: dal mio punto di vista non è un difetto enorme.
Da non prendere sul serio ma poco convincente anche come teen movie basato su una collezione enciclopedica di personaggi horror. Alcuni episodi deludono per via di una regia statica e interpreti legnosi. In altri le premesse vengono sprecate e affiora la ripetitività. Peccato perché ci sono una vecchia guardia (come attori) e una passione per citazioni che potevano funzionare ma che si perdono strada facendo.
Godibilissimo! Hickox girò sul finire degli 80 una manciata di horror che racchiudono perfettamente lo spirito di quello splendido decennio al tramonto. E cosa di meglio del museo delle cere? Splendida sfilata dei mostri della tradizione: Dracula, il licantropo, gli zombi, citazionismo a fiumi (la mano della Casa), il tutto servito con gusto ironico assolutamente eighties. Ottimi gli effetti speciali ultrasplatterosi di Bob Keen degni di uno Stan Winston. Sfilate di volti della B: Galligan, Warner, Ashbrook. Qualche beceraggine toglie la lode.
MEMORABILE: Classicissimo e splendido l'episodio del licantropo con Rhys Davies; Idem quelli della mummia e degli zombi, con Galligan.
A mezzanotte il nuovo museo delle cere aprirà i battenti; siete tutti invitati, ma... solo in quattro per volta. Divertente horror anni '80 venato da guizzi fantasy tutt'altro che disprezzabili. L'idea di fondo è citazionista ma eseguita con una notevole misura di gusto, abbastanza rara in una decade di transizione. La presenza di Warner e McNee, a tutta prima sprecati, risulta invece importante nell'equilibrio complessivo. Sicuramente un buon film.
Omaggio all'horror classico (specialmente quello british hammeriano) diretto dal figlio dell'autore del capolavoro Oscar insanguinato. Anche la struttura simil-portmanteau è fedele alla linea e fa uso delle creature classiche (licantropi, mummie, vampiri) in siparietti gustosi e spesso splatter, in salsa umoristica anni '80. Alcune parentesi erano evitabili (quella di De Sade sembra un po' fuori contesto) e i personaggi sono sovente atoni (protagonisti e non), ma nel complesso la visione risulta piacevole. Bella la mostruosa battaglia finale.
MEMORABILE: Il nanetto portiere; Il sempre appariscente David Warner come villain; Il sanguinosissimo episodio dei vampiri; La pianta carnivora simil-Audrey II.
Versione new age de Le cinque chiavi del terrore (qui però al posto del treno in corsa v'è un museo, e i protagonisti sono giovani) con un buon ritmo e personaggi interessanti. Un viaggio avvincente nel mondo del fantasy (tra vampiri, licantropi, mummie, zombi e marchesi arrapati ce n'è per tutti i gusti) che tuttavia sconfina nel grottesco a partire dall'intricata spiegazione che sta alla base del mistero delle statue, sino all'improbabile "tutti contro tutti" finale che sa di farsesco.
Ci sono almeno un paio di momenti davvero memorabili nel piccolo film di Hickox: l’ingresso in scena di de Sade e il visionario détour vampirico. Tutto il resto è un divertito cocktail in bilico tra commedia e splatter, adagiato sui cliché di genere ma con un piglio antologico ben sintetizzato e dal ritmo incalzante. Notevolissime alcune intuizioni scenografiche.
Oltrepassando i cordoni delle statue di un museo delle cere, si finisce in dimensioni parallele, abitate da situazioni ed esseri mostruosi. Horror che a definirlo cult forse non si esagera. Divertente. A tratti banale ma mai fastidioso. Tipico film anni Ottanta con tutti i crismi del caso. Discreta la colonna sonora, così come la regia di Anthony Hickox. Intrattiene molto.
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Aggiungerei che il film venne acquistato dalla Cecchi Gori per la distribuzione cinematografica: col titolo Illusione infernale, nell'autunno del 1991, il film ha infatti ottenuto il visto di censura per la circolazione nelle sale. Non riesco però a trovare fonti che attestino un'effettiva presenza del film in sale cinematografiche.
Deepred89 ebbe a dire: Aggiungerei che il film venne acquistato dalla Cecchi Gori per la distribuzione cinematografica: col titolo Illusione infernale, nell'autunno del 1991, il film ha infatti ottenuto il visto di censura per la circolazione nelle sale. Non riesco però a trovare fonti che attestino un'effettiva presenza del film in sale cinematografiche.
Ah..se è così mi fermo subito!
Però, è piuttosto strano che un film americano degli anni ’80 - che ha avuto un piccolo successo in patria (soprattutto di cassetta!) - arrivi al cinema da noi ben 3 anni dopo.. O.o
Tra l'altro, ho notato un piccolo indizio che può portare a pensare che il primo passaggio sia stato in TV: uno dei personaggi ha una voce molto nota dei cartoni che passava la Fininvest ai tempi.
Kanon ebbe a dire: Perché è indicato come film ad episodi ? È una pellicola con un'unica trama.
Sì, è così..sono fresco di visione! :)
Più che altro: ogni personaggio ha, a sua volta, un proprio "mini-percorso".
Penso che, però, abbiano influito molto i commenti di quasi tutti quanti..
Il visto censura (vm 14 anni) riportato nel retro cover della vhs della Rcs/Vivivideo, che uscì con il titolo Illusione Infernale, segnala il nulla osta nr. 86916 del 19/09/1991 (quindi, con molta probabilità, al cinema è uscito, anche se solo per un giorno)
In vhs uscì nel 1992, in tv venne trasmesso nell'estate del 1993 per il ciclo Notte Horror
Ma, è mai successo che: vengano acquistati i diritti, il film passi il visto-censura ma, poi, non arrivi nelle sale?
Ed inoltre, i film, prima del nulla osta vengono doppiati?
Perché, a me risulta che: una volta ripristinati (per le versioni integrali oppure per le cosiddette extended) i tagli vengono quasi sempre sottotitolati.
Ma, è mai successo che: vengano acquistati i diritti, il film passi il visto-censura ma, poi, non arrivi nelle sale?
Ed inoltre, i film, prima del nulla osta vengono doppiati?
Perché, a me risulta che: una volta ripristinati (per le versioni integrali oppure per le cosiddette extended) i tagli vengono quasi sempre sottotitolati.
1)Accade di rado e in genere non con le grandi distribuzioni, ma è accaduto. O perché bloccati da forze superiori (La brutta copia) o perché film minori vittime di ripensamenti della distribuzione. Nel caso di Illusione infernale non trovo tracce del film in sala, ma possibilissimo sia uscito per breve tempo, come sottolineato da Buio.
2)A meno che non si decida di proporre alle commissioni di censura il film in originale, il film viene doppiato nell'edizione approntata per il nostro mercato. Se questa è diversa da una estera magari più lunga, una volta effettuato il mux per l'homevideo le scene mancanti avranno l'audio straniero. Senza contare che spesso per l'audio di tali edizioni homevideo vengono sfruttate tracce tagliate anche rispetto al montaggio italiano, a seconda del master utilizzato per prelevare l'audio.