Il film è tratto da tre libri di Gary Brandner (Howling I, II e III) e come è stato intitolato? HOWLING VI! Il problema è che la serie de L’ULULATO (questo il titolo italiano dato al primo storico capitolo opera di Joe Dante) è andata avanti e così ai produttori, per distinguere MOSTRICIATTOLI dagli altri capitoli, non è rimasto che puntare sul sottotitolo. Ed ecco allora HOWLING VI - THE FREAKS. Sì, infatti è proprio dal leggendario capolavoro di Tod Browning che il film parte: è ambientato in un circo dove il padrone Harker, che si rivelerà un mostruoso vampiro (capito ora il cognome?)...Leggi tutto espone al pubblico i suoi freaks in un tendone che ricorda molto quello analogo de IL TUNNEL DELL’ORRORE: ci sono un uomo-coccodrillo, un transessuale, un nano e altri. Tutto sembra filare liscio, ma in città arriva uno straniero (il bravo Brendan Hughes) che presto si rivelerà essere un lupo mannaro. Come i filmacci Universal più trash degli anni Quaranta ci troveremo quindi di fronte a epici scontri tra vampiri e lupi mannari con contorno di freaks. Eppure MOSTRICIATTOLI (ma il titolo italiano è riduttivo, qui i mostri sono grandi e grossi) non scade mai nell’umorismo involontario. Recitato molto bene da un cast che vede nell’ottimo Bruce Martyn Payne un Harker sottilmente crudele e convincente, il film si lascia guardare anche se un montaggio troppo lento e una regia dozzinale non lo aiutano. Il punto forte è la sceneggiatura, che cerca di essere originale e in effetti crea spesso situazioni insolite. Curioso.
Ennesimo sequel che nulla ha da spartire con il capostipite; il tema del lupo mannaro è inserito in una storia circense che probabilmente vorrebbe citare Freaks (fin dal sottotitolo), ma che nella realizzazione è più vicina a un prodotto della Fullmoon di Band (Ghoulies 2, ad esempio). Non male il reparto SPFX e discreti i caratteristi (Payne su tutti e la graziosa Matheson), ma dopo un'oretta se ne ha già abbastanza e i restanti 40 minuti risultano prolissi. Leggermente meglio del precedente, ma ancora una volta del tutto evitabile.
La saga continua la numerazione, ma la storia è sempre la stessa: nessuna attinenza con i capitoli precedenti. Regia alquanto televisiva, dilungata troppo spesso in situazioni di poco conto. L'unica nota originale è che ora il licantropo è il buono; peccato che, quando si trasforma, più che un lupo mannaro sembri la rockstar di una band death metal. Il "mostro" è cosi buono che anche da trasformato grazierà un micino.
Sesto ma non ultimo film del brand, è un piccolo film alla ricerca di una sua dignità. Alcune buone cosette: il solito circo con i freaks che sembra venire, fatte le debite proporzioni, da Hooper (c'è un feto bicefalo identico a quello che si vedeva in Il tunnel dell'orrore), l'idea abusata ma sempre valida dello scontro tra werewolf (buono) e vampiro (cattivo). Tra i freaks si nota un giovanissimo Deep Roy e Payne non è male come gelido imbonitore. Certo il werewolf fa quasi pietà tanto è grazioso ma con film così si deve essere nostalgicamente indulgenti.
Al quinto tentativo arriva il sequel migliore della serie: non che la licantropia abbia ripreso la doverosa centralità (qui l’unico lupo mannaro deve dividere la scena con un circo di freaks e con il loro gran capo, un vampiro color melanzana talmente improbabile da avere un suo fascino), ma almeno è la rappresentazione in generale ad avere un respiro più profondo e meno sommario, ci sono premura e dedizione nella narrazione, la regia è uniforme ma con un paio di acuti. Lembi di morale a buon mercato, ma non seccano. Equilibrato, ma purtroppo si è proseguito oltre.
Antonio Fargas HA RECITATO ANCHE IN...
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C'è un sito al quale, ogni amante del cinema oscuro, ognitanto fa una visita, perché ben fatto e ricco di titoli tutti da esplorare.
Solitamente, il sito in questione, rimanda a recensioni tipo Film.Tv, MyMovie, ecc.
Ringraziamo il titolare di Cinemedioevo, perché si è ricordato anche del Davinotti, in occasione di questo titolo "vampirico"....
DiscussioneZender • 26/06/08 20:15 Capo scrivano - 48336 interventi
Bravo Undying. peccato non mettano che il commento che scrivono è quello che si riferisce al nostro sito ma va bene lo stesso. Era un commento ben scritto e meritava (cioè, meritavi tu).
Reparto trucchi curato da Steve Johnson, qua in grado di proporci un uomo-alligatore (in omaggio al Freaks di Tod Bowning) dalle fattezze impressionanti.
Il personaggio di contorno, cattivo e all'opera sul collo di una gallina (staccato a morsi!) è Antonio Fargas, celebre negretto del serial televisivo Starsky e Hutch.
Non è un caso che, in originale, Howling VI rechi per sottotitolo The Freaks, essendo l'intera pellicola chiaramente realizzata sul ricordo del (già citato) Freaks diretto da Browning nel lontano 1932.
Minerva Video opta per utilizzare un titolo che non corrisponde a quello (infelicissimo) della precedente edizione home video italiana, ossia Mostricciattoli.
Troverete dunque il DVD con queto titolo:
Howling 6: The Freaks