Ammazzavampiri 2 - Film (1988)

Dimenticabile sequel di un film di grande successo. Alla regia Wallace prende il posto, abbastanza indegnamente, di Holland e la pellicola che ne salta fuori, anche per colpa di un copione raffazzonato e non poco, è veramente deludente. A parte il bravo e simpatico McDowall non vi è altro da salvare.

Sono sempre convinto che per regola, il sequel sia deludente rispetto al primo film. Ecco, qui ne abbiamo piena conferma: dall'orrore con venature erotiche e allegre si passa a uno scialbo filmetto per adolescenti, ove l'erotismo è sotto lo zero, la paura (?) è sotto lo zero come pure tutti gli interpreti (particolarmente squallidi il vampiro di colore e la vampiressa). Col primo film ha da spartire solo la locandina (identica) e uno degli attori principali; salvo solo la trovata del mangiafarfalle Thompson.

Il primo è uno degli horror degli '80 che mi piace di più, questo è un banale sequel che aggiunge molta ironia e nulla più. Questa volta i vampiri sono tanti, Charlie si è convinto dopo 3 anni di psicanalisi che non esistono e quindi ci mette un po' a carburare. Purtroppo il ritmo non vale assolutamente quello scatenato del primo, così come anche gli effetti speciali perdono punti. Sono tra l'altro molte le idee riciclate (lo specchio che rivela il vampiro, McDowall tolto dallo show, lo stesso che cerca di partire, l'amico vampirizzato).

Non all'altezza del prototipo, seppur guardabile. Tornano i due protagonisti del precedente, aumentano i vampiri, gli SPFX (ottimi, tra l'altro) e la vena comica; ma la sceneggiatura non è un granchè e il film arranca, con almeno 20 minuti di chiacchiere inutili che si sarebbero potuti eliminare, vista anche la durata (1 ora e 45 circa). La regia di Wallace ha un taglio quasi televisivo e la fotografia è spenta e poco suggestiva. Si arriva alla fine, ma l'attenzione tende a scemare spesso e volentieri. Occasione sprecata.

Le vicende del giovane Charley e del suo amico squattrinato (il sedicente "cacciatore di vampiri" Peter Vincent) passano dalle mani di Tom Holland a quelle del meritevole Tommy Lee Wallace. Dal lato prettamente narrativo il film perde incisività, ma guadagna dal lato degli effetti speciali (più abbondanti, anche se non sempre efficaci). Punta molto (forse troppo) sull'ironia quasi demenziale. Indimenticabile Brian Thompson, che ingerisce insetti chiamandoli con il loro nome latino. Inferiore al primo ma a suo modo gustoso.

Se un sequel non è all'altezza di un piccolo grande capolavoro, non vuol dire che sia brutto. La trama perde sì in compattezza, linearità e (un po' di) ritmo. Ma rimangono intatti gli fx strabilianti, l'ironia, la simpatia dei protagonisti e quel lavoro unico di fotografia e scenografia (vedi l'architettura “transilvanica” dell'albergo) che infonde echi gotici all'ambientazione metropolitana. E, rispetto al reboot con Farrell, è tutto grasso che cola.

Poco riuscito sequel di uno dei più grandi cult horror anni 80. La storia è molto simile a quella del primo, cambiano solo la location e il vampiro da combattere. C'è però molto più erotismo, segno che le idee ormai latitano. Per carità il film non è così brutto, anzi si respira ancora l'atmosfera da horror anni 80, però è solo una brutta copia del primo. Una delle poche note positive è ancora la buona interpretazione di Roddy McDowall.

La mia curiosità non è stata adeguatamente ricompensata da un sequel che viaggia a distanza siderale dal primo film. È un peccato, ma l'avevo messo in conto. Il cast appare più opaco, svogliato (escluso McDowall), ma anche scindendo dal raffronto non è una pellicola che muove gli entusiasmi. Il target rimane lo stesso del capostipite, ma il ritmo più blando, quasi annoiato (sensazione che poi viene trasferita allo spettatore) finisce per affossare un prodotto nato fin da subito in modo poco appetibile.

In realtà non è affatto male, immerso com'è in un'atmosfera eighties al 100%. Il gruppetto dei mostri non è affatto male con una sensualissima Julie Carmen, un divertente licantropo, un vamp nero molto ambiguo sessualmente e il famiglio che si nutre d'insetti e falene. Alcune scene sono inquietanti e se non la si buttasse troppo sul buffonesco sarebbe anche meglio. Ottime musiche eighties, effetti speciali goduriosi del tempo che fu, attori piuttosto in palla, trama così così. A me è piaciuto (quasi) come il primo.

I due mitici ammazzavampiri Charley e Peter Vincent devono affrontare una banda di succhiasangue che infesta un campus universitario. Riuscito secondo capitolo che dosa benissimo terrore e umorismo, offrendo gustosi effetti speciali splatter tra trasformazioni e mostruose creature. Sempre ottima la coppia McDowall-Ragsdale con l'aggiunta della cattivissima e magnetica creatura della notte Julie Carmen. Wallace dirige con diligenza e non fa mai calare il ritmo garantendo 90 minuti di sano intrattenimento.

La sostanza rimane la stessa, non abbandonando quella vena adolescenziale che da sola però, almeno questa volta, non basta a reggere in piedi il tutto. Non si azzarda nessun cambiamento e il soggetto di fondo palesa tutti gli stereotipi del caso, senza il timore di risultare stantio. Non male gli effetti speciali, legati al periodo storico e sempre piacevoli da guardare. Stesso dicasi per la colonna sonora. Insomma, tutto sommato è dignitoso e ben confezionato, ma realizzare un seguito pressoché simile non era poi così necessario.

Sequel degno, anche se non raggiunge i livelli del primo. Continua la storia di Charlie Brewster (ormai al college), ora contro la sorella del vampiro del primo film. Confezione sempre ottima, dalla fotografia agli effetti speciali fino alla colonna sonora. L'uso dell'autoironia (nei confronti del genere) aumenta, con trovate geniali. Forse a tratti perde di compattezza, magari si è calcato la mano sulla combriccola di vampiri un po' troppo circense, ma il film è buono. Era previsto il 3 per il '90, ma il produttore interessato fu ucciso dai figli.

Dopo l’ottimo capostipite, la guida passa a Tommy Lee Wallace e la qualità cala nettamente su ogni fronte. Per quanto si gradisca il ritorno di McDowall e Ragsdale nei loro ruoli e si continuino ad apprezzare i tocchi di humour ottantiano, lo script avanza con passo ripetitivo, sfoggiando pochi elementi di novità (fanno eccezione le inedite armi anti-vampiro); la seducente Julie Carmen non regge il confronto con Chris Sarandon, così come la resa dei conti finale non conserva un'oncia dell'energia del predecessore. Neanche gli SFX e i make-up convincono appieno. Vedibile ma deludente.

I detrattori obietteranno per la sceneggiatura abbondante ma spesso incompiuta, la fretta apparente che poi porta a cento minuti, i ripetitivi McDowall/Ragsdale e la mancanza di aderenza (non di sensualità...) della Carmen. La colpa è però solo di non aver compreso come la forza cultuale si fosse già estinta nel film di Holland; tant’è che, fosse uscito come numero uno, avrebbe forse riscosso la gloria che a oggi gli è in parte estranea. La regia di Wallace è robusta ma acrobatica alla bisogna, gli scagnozzi di Regine un amore (un hurrah per il vampiro a rotelle). Sfortunato.